LA SICILIA
Dopo la sentenza. Unicobas annuncia nuove iniziative dei lavoratori per
ottenere il reintegro: «Ridotti in povertà»
Vertenza Multiservizi, riparte l'azione legale
- Domenica 06 Novembre 2011
La sentenza del Tribunale del lavoro sul ricorso
presentato da Multiservizi, che rigetta il provvedimento in favore dei 179
pulizieri la cui maggior parte non ha mai firmato la lettera di assunzioni della
Dussman, non chiuderà la vicenda.
Ne è certo Franco
Tomasello, segretario regionale di Unicobas (che attualmente rappresenta il 90%
dei lavoratori in questione) che annuncia battaglia «a tutto tondo» contro la
posizione di Multiservizi e del Comune che l'organizzazione sindacale ritiene
illegittima.
«La battaglia - spiega Tomasello - sinora si è svolta sul filo
dell'art, 700 e dunque sulla procedura di emergenza. Ora entreremo nel merito
con azioni legali mirate, dimostrando che quei licenziamenti non andavano
fatti».
Il sindacalista accusa Multiservizi spiegando che solo il 19 ottobre
scorso Multiservizi ha riassunto 26 lavoratori, a 70 giorni dal provvedimento
con il quale tribunale aveva disposto l'immediato reintegro degli stessi.
«Settanta giorni nei quali i lavoratori, accompagnati in azienda dall'ufficiale
giudiziario, hanno vissuto da clandestini, pur lavorando: una signora, nel corso
di quei giorni, aveva anche subito un infortunio sul lavoro. A che
titolo?».
Di più, il sindacalista rilancia sostenendo che il 2 novembre
scorso il prefetto Cannizzo, in una lettera ai sottosegretari Musumeci e Pizza,
nonchè alle organizzazioni sindacali, ha rimarcato come non esistono più le
condizioni per un appalto a 36 ore. Un passaggio importante poichè - se ne fa
menzione anche nella sentenza - la cessione di un gruppo di lavoratori a società
subentrante nell'appalto deve avvenire a condizioni invariate, senza riduzioni
di mansioni e di salario.
Infine - sostiene Tomasello - tutto ciò si traduce
in un danno per le scuole servite la cui condizioni di pulizia lasciano a
desiderare «come verificheranno alcuni atti ispettivi che chiederemo».
Si
profila dunque una lunga battaglia per i 116 lavoratori che, rispetto al gruppo
iniziale di 179 non hanno firmato il contratto «ridotto» con la Dusmann e
rivogliono indietro il loro posto di lavoro. «Non esistono più le condizioni per
un appalto a 36 ore da parte di Dusmann - riepiloga il segretario di Unicobas e
quindi i lavoratori non possono essere ceduti da una azienda pubblica per
precipitarli nella povertà. Così è stato stabilito a Trapani, dove c'è una
situazione analoga e così deve essere anche a Catania. Anche perchè, a fronte di
un imponente licenziamento collettivo da parte di Multiservizi, in azienda si fa
un ricorso costante al lavoro straordinario».
Che la vicenda sia complessa
anche da un punto di vista giuridico lo rileva anche il giudice che rileva come
«sulla fattispecie esaminata non si registrano precedenti giurisprudenziali noti
e l'obiettiva complessità e opinabilità delle questioni trattate ha visto
l'insorgere di contrasti interpretativi...anche in seno a questa sezione». Non
tanto ovviamente, da non decidere in merito. In particolare il giudice, dopo una
lunga disamina del problema argomenta infatti, nell'accogliere il reclamo
dell'azienda partecipata, che «i dipendenti Multiservizi, nell'ambito della
procedura attivata (di cessione di appalto e non di licenziamento collettivo)
potevano anche ottenere una invarianza del loro trattamenti economico e
normativo previgente alla successione di appalto, ma non anche la garanzia del
suo mantenimento nel futuro, trattandosi di una garanzia che neanche la ditta
cessionaria poteva in ogni caso fornire....(in caso di) mutamenti anche profondi
delle condizioni economiche e normative in godimento che non presentano, sotto
tale profilo, alcuna intangibilità
assoluta».