LA SICILIA

Dopo la sentenza. Unicobas annuncia nuove iniziative dei lavoratori per ottenere il reintegro: «Ridotti in povertà»

Vertenza Multiservizi, riparte l'azione legale

La sentenza del Tribunale del lavoro sul ricorso presentato da Multiservizi, che rigetta il provvedimento in favore dei 179 pulizieri la cui maggior parte non ha mai firmato la lettera di assunzioni della Dussman, non chiuderà la vicenda.
Ne è certo Franco Tomasello, segretario regionale di Unicobas (che attualmente rappresenta il 90% dei lavoratori in questione) che annuncia battaglia «a tutto tondo» contro la posizione di Multiservizi e del Comune che l'organizzazione sindacale ritiene illegittima.
«La battaglia - spiega Tomasello - sinora si è svolta sul filo dell'art, 700 e dunque sulla procedura di emergenza. Ora entreremo nel merito con azioni legali mirate, dimostrando che quei licenziamenti non andavano fatti».
Il sindacalista accusa Multiservizi spiegando che solo il 19 ottobre scorso Multiservizi ha riassunto 26 lavoratori, a 70 giorni dal provvedimento con il quale tribunale aveva disposto l'immediato reintegro degli stessi. «Settanta giorni nei quali i lavoratori, accompagnati in azienda dall'ufficiale giudiziario, hanno vissuto da clandestini, pur lavorando: una signora, nel corso di quei giorni, aveva anche subito un infortunio sul lavoro. A che titolo?».
Di più, il sindacalista rilancia sostenendo che il 2 novembre scorso il prefetto Cannizzo, in una lettera ai sottosegretari Musumeci e Pizza, nonchè alle organizzazioni sindacali, ha rimarcato come non esistono più le condizioni per un appalto a 36 ore. Un passaggio importante poichè - se ne fa menzione anche nella sentenza - la cessione di un gruppo di lavoratori a società subentrante nell'appalto deve avvenire a condizioni invariate, senza riduzioni di mansioni e di salario.
Infine - sostiene Tomasello - tutto ciò si traduce in un danno per le scuole servite la cui condizioni di pulizia lasciano a desiderare «come verificheranno alcuni atti ispettivi che chiederemo».
Si profila dunque una lunga battaglia per i 116 lavoratori che, rispetto al gruppo iniziale di 179 non hanno firmato il contratto «ridotto» con la Dusmann e rivogliono indietro il loro posto di lavoro. «Non esistono più le condizioni per un appalto a 36 ore da parte di Dusmann - riepiloga il segretario di Unicobas e quindi i lavoratori non possono essere ceduti da una azienda pubblica per precipitarli nella povertà. Così è stato stabilito a Trapani, dove c'è una situazione analoga e così deve essere anche a Catania. Anche perchè, a fronte di un imponente licenziamento collettivo da parte di Multiservizi, in azienda si fa un ricorso costante al lavoro straordinario».
Che la vicenda sia complessa anche da un punto di vista giuridico lo rileva anche il giudice che rileva come «sulla fattispecie esaminata non si registrano precedenti giurisprudenziali noti e l'obiettiva complessità e opinabilità delle questioni trattate ha visto l'insorgere di contrasti interpretativi...anche in seno a questa sezione». Non tanto ovviamente, da non decidere in merito. In particolare il giudice, dopo una lunga disamina del problema argomenta infatti, nell'accogliere il reclamo dell'azienda partecipata, che «i dipendenti Multiservizi, nell'ambito della procedura attivata (di cessione di appalto e non di licenziamento collettivo) potevano anche ottenere una invarianza del loro trattamenti economico e normativo previgente alla successione di appalto, ma non anche la garanzia del suo mantenimento nel futuro, trattandosi di una garanzia che neanche la ditta cessionaria poteva in ogni caso fornire....(in caso di) mutamenti anche profondi delle condizioni economiche e normative in godimento che non presentano, sotto tale profilo, alcuna intangibilità assoluta».