Roma, 17 set. (TMNews) - Il ministero dell'Istruzione non può affidare
l'insegnamento del latino e del greco a semplici docenti di italiano sprovvisti
di specifica abilitazione all'insegnamento nelle due storiche e complesse
materie: a sostenerlo è il Consiglio di Stato, sez. VI, che ha in tal modo
accolto il ricorso dell'Unicobas e sovvertito il parere del Tar del Lazio, sez.
III bis, che aveva dato ragione alla decisione del Miur di concedere le cattedre
di latino e greco, del biennio iniziale dei licei Classici, ai colleghi di
materie letterarie provenienti da altri licei.
Di questa apertura da
parte di viale Trastevere negli ultimi mesi avevano usufruito già molti
insegnanti di italiano, rimasti privi di cattedra a seguito della riforma delle
superiori avviata nel settembre del 2010. Una decisione che aveva peraltro
sollevato non poche polemiche, a seguito della non equiparazione tra le due
tipologie di insegnanti, con grave decremento sul piano della qualità della
didattica.
La perdita di titolarità dei docenti della A052, di latino e
greco al ginnasio, si era inoltre trasformata in una vera beffa dal momento che
a loro veniva negato, a differenza dei colleghi di italiano, di transitare dal
ginnasio alle altre tipologie di liceo. Con la conseguenza di ritrovarsi privi
di titolarità. La disparità di trattamento aveva anche portato, lunedì scorso,
in occasione del primo giorno di scuola, una rappresentanza di abilitati in
latino e greco a condurre un sit-in davanti al ministero dell'Istruzione proprio
per rivendicare l'esclusività dell'insegnamento della materia.
Ora il
Consiglio di Stato ha stabilito che le modifiche delle attuali classi di
concorso ed il loro accorpamento (con la preannunciata dichiarazione di
'atipicità') diverranno legittime solo dopo l'approvazione definitiva del
relativo regolamento di revisione delle stesse: il giudice ha inoltre condannato
il dicastero di viale Trastevere al rimborso delle spese legali del giudizio
cautelare d'appello.
Secondo Stefano d'Errico, segretario nazionale
Unicobas , "questa importantissima sentenza rende giustizia ai professori di
italiano, latino e greco, ai quali la Gelmini aveva tolto il lavoro, se precari,
o la titolarità della propria cattedra, se di ruolo. Rende giustizia agli
studenti del ginnasio, che hanno visto spezzarsi l'insegnamento unitario di
italiano, latino e greco, materie strettamente correlate, distruggere la
continuità didattica da un anno all'altro e cattedre di materie fondamentali
assegnate a docenti non abilitati, utilizzati senza rispetto in funzione di un
'tappabuchismo' spicciolo preferito - conclude il sindacalista - da un governo
accattone col bene pubblico". L'Unicobas ha confermato lo sciopero del comparto
scuola per il prossimo 7 ottobre.
TISCALI
17.9.2011
Roma, 17 set. (TMNews) - Il ministero dell'Istruzione non può affidare l'insegnamento del latino e del greco a semplici docenti di italiano sprovvisti di specifica abilitazione all'insegnamento nelle due storiche e complesse materie: a sostenerlo è il Consiglio di Stato, sez. VI, che ha in tal modo accolto il ricorso dell'Unicobas e sovvertito il parere del Tar del Lazio, sez. III bis, che aveva dato ragione alla decisione del Miur di concedere le cattedre di latino e greco, del biennio iniziale dei licei Classici, ai colleghi di materie letterarie provenienti da altri licei. Di questa apertura da parte di viale Trastevere negli ultimi mesi avevano usufruito già molti insegnanti di italiano, rimasti privi di cattedra a seguito della riforma delle superiori avviata nel settembre del 2010. Una decisione che aveva peraltro sollevato non poche polemiche, a seguito della non equiparazione tra le due tipologie di insegnanti, con grave decremento sul piano della qualità della didattica. La perdita di titolarità dei docenti della A052, di latino e greco al ginnasio, si era inoltre trasformata in una vera beffa dal momento che a loro veniva negato, a differenza dei colleghi di italiano, di transitare dal ginnasio alle altre tipologie di liceo. Con la conseguenza di ritrovarsi privi di titolarità. La disparità di trattamento aveva anche portato, lunedì scorso, in occasione del primo giorno di scuola, una rappresentanza di abilitati in latino e greco a condurre un sit-in davanti al ministero dell'Istruzione proprio per rivendicare l'esclusività dell'insegnamento della materia. Ora il Consiglio di Stato ha stabilito che le modifiche delle attuali classi di concorso ed il loro accorpamento (con la preannunciata dichiarazione di 'atipicità') diverranno legittime solo dopo l'approvazione definitiva del relativo regolamento di revisione delle stesse: il giudice ha inoltre condannato il dicastero di viale Trastevere al rimborso delle spese legali del giudizio cautelare d'appello. Secondo Stefano d'Errico, segretario nazionale Unicobas , "questa importantissima sentenza rende giustizia ai professori di italiano, latino e greco, ai quali la Gelmini aveva tolto il lavoro, se precari, o la titolarità della propria cattedra, se di ruolo. Rende giustizia agli studenti del ginnasio, che hanno visto spezzarsi l'insegnamento unitario di italiano, latino e greco, materie strettamente correlate, distruggere la continuità didattica da un anno all'altro e cattedre di materie fondamentali assegnate a docenti non abilitati, utilizzati senza rispetto in funzione di un 'tappabuchismo' spicciolo preferito - conclude il sindacalista - da un governo accattone col bene pubblico". L'Unicobas ha confermato lo sciopero del comparto scuola per il prossimo 7 ottobre.