ISTRUZIONE. Oggi la Camera vota il decreto
Scuola, Cisl e Uil con la Cgil per lo sciopero
E domani studenti in piazza contro il «piano Gelmini»
ROMA
Voto finale oggi alla Camera sul decreto Gelmini sulla riforma della
scuola, Dopo la fiducia sul maxiemendamento, martedì e l’esame di
242 ordini del giorno avvenuto ieri. Visti i numeri della maggioranza,
non sono previste sorprese, visti i numeri della maggioranza e il testo
passerà al vaglio del Senato, dove dovrà essere approvato
definitivamente entro il 31 ottobre.
Il ricorso alla fiducia - un atto di forza del governo che ha scelto
di non dirimere le conflittualità con insegnanti, studenti e genitori
critici sulle nuove norme per «fare in fretta», ha spinto i
sindacati a reagire con durezza. Accanto a Cgil, anche Cisl e Uil, sono
pronte a scendere in piazza. L’opposizione alla riforma continua nelle
piazze e nelle scuole. Per domani gli studenti annunciano un’altra ondata
di manifestazioni. «L’approvazione del voto di fiducia alla Camera
sul decreto Gelmini», osserva l’Unione degli studenti. «rappresenta
un ulteriore atto antidemocratico di un governo che elude le tante manifestazioni
di dissenso e con violenza prova ad affermare il proprio autoritarismo.
Per questo venerdì porteremo in piazza tutta un’altra musica alle
70 manifestazioni organizzate dall’Unione degli Studenti».
In piazza anche gli aderenti alla Rete degli studenti. «Ci mobilitiamo»,
hanno spiegato «contro i tagli di 8 miliardi di euro alla scuola
pubblica, che è la vera riforma messa in campo da un governo che
conta balle, per rivelare la verità all’opinione pubblica».
In agitazione anche l’università: un gruppo di studenti della
Sapienza a Roma ha occupato il rettorato, annunciando per oggi un’assemblea
d’ateneo, aperta a tutte le componenti, «Si procede
verso lo smantellamento della scuola elementare, quinta nel mondo per qualità»,
e «si nega a una società complessa e multietnica la risorsa
del tempo pieno», commenta Unicobas, È «una sfida del
governo al mondo dell’istruzione», che «apre la strada all’affossamento
definitivo anche del resto della scuola pubblica». «Una vergogna».
per Stefano D’Errico, segretario di Unicobas «anche per certa opposizione,
e per il resto del mondo sindacale, che, per connivenza o mera politica
di bottega, tergiversa invece di manifestare con noi».