RIFLESSIONI IN MERITO ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE COBAS TENUTASI A ROMA IL 12/3/2000 PRESSO IL TEATRO COLOSSEO

ASSEMBLEA DI LAVORATORI IN LOTTA

O ASSEMBLEA DI LAVORATORI IN “SALOTTO”?

NELL’ASSEMBLEA NON SI VOTA PERCHE’ E’ TUTTO GIA’ DECISO!!!!

Premessa.

Ambiente: meno di 200 persone, metà delle quali non della scuola (metalmeccanici CUB, Sincobas, Cobas Enel ed Enti Locali, ceto politico vario, etc.). La nostra delegazione, composta di 6 persone, si prenota per l’intervento fra i primi 3. Rosaria Migali viene fatta intervenire per sessantacinquesima, dopo almeno 8 interventi CUB ed una marea di interventi dei cobas vari.

Il clima: nella relazione iniziale ( un’ora) di Piero Bernocchi, volano insulti diretti “ai loschi figuri” che stanno volantinando la nota rivolta ai Cobas dall’Unicobas. Secondo l’esimio leader dei cobas, che negli anni ‘80 neanche si era mai visto in piazza, l’Unicobas avrebbe “rubato” la sigla ai Cobas, sarebbe “para-fascista”, ed altre amenità del genere. Il comportamento è talmente fuori dalle righe, che vari soggetti Cobas si scusano con la Migali, dicendo di non apprezzare modi del genere. Naturalmente sino alla fine non si produce neanche una mozione e non si vota su nulla.

I risultati: mai Berlinguer avrebbe pensato di ottenere un così inaspettato regalo dai Cobas. Berlinguer, che non appena sono apparsi i nostri scioperi si è precipitato ad esternare quotidianamente per cercare di raffreddare la categoria, oggi incassa una tregua elettorale insperata. I Cobas infatti non vanno oltre le dichiarazioni roboanti e partoriscono il nulla: non viene indetto neanche uno sciopero orario! Si minacciano terribili scioperi della fame, “pre-occupazioni” (testuale) nelle scuole ed infine un altrettanto terribile blocco ad oltranza degli scrutini di ... fine anno. Forse con una manifestazione intercategoriale per Maggio. La campagna elettorale è salva e così anche gli sforzi di riavvicinamento di Bertinotti all’area dell’Ulivo per il cartello delle elezioni politiche del prossimo anno, e la presenza comunque già oggi nello schieramento ulivista per le regionali dimostrano il forte impegno in tal senso del PRC.

Il paradosso: è proprio del 12 Marzo u.s. un’interessante dichiarazione del segretario nazionale aggiunto della CISL Scuola, D’Ambrosio, apparsa su “Il Giornale”. Egli - evidentemente preoccupato per l’agitazione della categoria - afferma che, prima di qualsiasi “differenziazione”, occorre finalmente dare agli insegnanti uno stipendio europeo. Perciò chiede lo stanziamento di altri 8.000 miliardi (oltre i 1.260 stanziati per il “concorsone”) per il rinnovo del CCNL-parte economica, le cui trattative si sono aperte, significativamente, il 15 Marzo. Equivale ad una richiesta di un milione lordo pro-capite! Durante le trattative per i nuovi aumenti i Cobas faranno la dieta.

L’inaspettato regalo dei Cobas al Ministro Berlinguer. Ovvero, in un momento di grave attacco alla scuola pubblica, ad un intero comparto lavorativo che ha già perso negli ultimi anni circa 100.000 posti di lavoro tra docenti e personale A.T.A., e, sul quale sta per abbattersi un’ulteriore mannaia che eliminerà, in pochissimi anni, altrettante unità d’organico lavorativo (nel rispetto di quanto ci impone la politica di Maastricht), com’è possibile propagandare una forte iniziativa di lotta e poi, di fatto, tenere congelata la categoria senza darle la possibilità di manifestare il proprio dissenso dall’attuale politica governativa, confederale e confindustriale che mira a destrutturare la scuola pubblica, la qualità e la funzione dell’istruzione?

Com’è possibile, al di là delle acclarate dichiarazioni d’intento, che fanno sempre scalpore e regalano, almeno in questa fase, un po' di audience, condannare i lavoratori della scuola allo “sciopero della fame” (che, peraltro, visti i fin troppo magri stipendi, già facciamo - almeno quelli di noi che non “godono” del doppio lavoro!!!)?

Com’è possibile prendere atto del momento ancora caldo nella categoria del malcontento sempre più crescente a seguito delle ulteriori dichiarazioni del Ministro che, se apparentemente sembra voler fare marcia indietro, nella realtà continua pervicacemente a percorrere la strada intrapresa, cambiando di volta in volta abito, a seconda del vento che tira, mantenedosi comunque ben saldo nella sua cassetta contrattuale, com’è possibile dunque in tutto questo, che i vertici Cobas (gente “politicamente” navigata!) dichiarino l’inopportunità di una nuova, grande, unitaria giornata di sciopero - in fase pre elettorale, che ripeta lo sciopero e la manifestazione del 17 Febbraio, riusciti non certo perché Cobas, Unicobas e Gilda l’abbiano saputo organizzare, quanto piuttosto perché hanno saputo interpretare dal basso e dare adeguata forma legittima (lo sciopero) a quel disagio che ancora permane e tende anzi ad aumentare?

Com’è possibile, insomma, che, nel momento in cui è più forte persino l’attacco alle libertà ed ai diritti minimi essenziali dei lavoratori, quale quello di riunirsi in assemblea in orario di lavoro, ed avendo quasi la certezza che questo è solo il primo passo verso ulteriori gravissime limitazioni in tal senso - atte a colpire i sindacati “scomodi”, non allineati - per esempio eliminando in un secondo tempo la legittimità di indire scioperi per quei sindacati che non abbiamo firmato i “contratti-capestro”, com’è possibile in un momento del genere rifiutarsi di far leva su quel senso di dignità del proprio “essere” e del proprio “fare” come lavoratori e come cittadini che la categoria sta ogni giorno di più esprimendo nei luoghi di lavoro, e lasciare tutto questo in balia del nulla, fare finta che tutto ciò non sia, al punto tale da rifiutare l’unica arma legittima che i lavoratori hanno per fare pressione sulla controparte - lo sciopero - e, di fatto, “congelare” un momento di svolta storica e addirittura “epocale” della scuola pubblica in Italia?

Rincorrere in questo momento il mito o il bisogno della “visibilità” di una sigla politico-sindacale attraverso lo sciopero della fame, le occupazioni delle scuole (quante saranno poi quelle che gli stessi iscritti ai Cobas riusciranno realmente ad “occupare” da qui alla fine dell’anno scolastico!!! - si rischia semplicemente il folclorico se non il ridicolo!!!), così come le occupazioni dei provveditorati, rischia di essere veramente un faso obiettivo, laddove ben altra “visibilità”, si otterrebbe lavorando insieme all’organizzazione ed alla riuscita, il 13 Aprile, di un’altra giornata pari se non addirittura maggiore rispetto al 17 Febbraio.

Se lo stesso Berlinguer ha riconosciuto la forza e la dirompenza di quella giornata di lotta, definendola:”il più grosso sciopero che si sia prodotto negli ultimi dieci anni non solo nella scuola o nel pubblico impiego ma nell’intero mondo del lavoro!” e se ancora egli stesso dichiara che solo grazie a quella forza ha dovuto considerare l’opportunità e la necessità di non poter andare avanti nel suo percorso senza confrontarsi anche con Unicobas e Cobas, che senso ha dirgli adesso, visto come stanno procedendo le cose, e visto che a tutt’oggi - salvo drammaturgiche dichiarazioni d’intento - poco o nulla verrà riconosciuto a questa categoria più di quanto non sia già stato previsto (di certo non sparirà la logica merito-valutazione differenziale e discriminante), che senso ha dire al Ministro:”Va bene, Ministro, lei ha bisogno di riflettere, (magari insieme a CGIL, CISL, UIL e Confindustria) siamo in prima campagna elettorale, così noi ci mettiamo buoni nell’angolino, “occupiamo” un angolino (nel quale “digiuneremo”!) non faremo troppo chiasso e non la disturberemo più di tanto!!!. Va bene Ministro, lei faccia ciò che deve fare e ne riparleremo tra Maggio e Giugno, a pochi giorni dalla chiusura dell’anno scolastico, un po' prima di andare a prendere il sole in spiaggia!!!

Ecco che cosa vuol dire tradire i lavoratori ed “usurpare” la sigla COBAS che al suo nascere aveva e manifestava ben altre prospettive!!!

L’unità va fatta dal basso e coi lavoratori, con quei lavoratori che intendano davvero lottare perché hanno capito la gravità del momento e la drammaticità del loro futuro prossimo ed immediato.

L’Unicobas scuola invita tutti i lavoratori - docenti ed A.T.A. - ad unirsi nello sciopero e nella manifestazione del giorno 13 Aprile 2000 per far sentire anche al ceto politico la nuova voce della scuola in lotta. Se non ci facciamo sentire ora, subito, continueremo a dare al Ministro il segnale di “via libera”. E’ un lusso che non possiamo permetterci!!!

Rosaria Migali
(incaricata dall’Esecutivo Nazionale Unicobas di portare il verbo dell’ “unità” ai Cobas)