Organico funzionale nelle
scuole d'istruzione secondaria di 1° grado
Linee di orientamento operative
Il D.M. n. 71 del 22 marzo 1999 detta i criteri per
la definizione dell'organico funzionale della scuola secondaria di 1°
e 2° grado e prevede la possibilità di attivare, in via sperimentale,
il nuovo modello di determinazione dell'organico delle istituzioni scolastiche.
L'organico funzionale d'istituto è finalizzato
ad assicurare un'equa distribuzione delle risorse per porre tutte le scuole
in condizione di realizzare un miglioramento della qualità del servizio
attraverso il miglior utilizzo possibile delle risorse e delle strutture.
La diversificazione del servizio scolastico e l'offerta di nuove opportunità
formative sono rese possibili dall'autonomia organizzativa riconosciuta
alle scuole che consente una più articolata e flessibile gestione
delle risorse di organico.
La presente circolare fornisce le indicazioni operative
specifiche per le scuole medie.
Per rispondere alle mutevoli sollecitazioni provenienti
dalla società civile e dalla stessa comunità scolastica,
la scuola media ha perseguito le finalità istituzionali di formazione
e di istruzione utilizzando le risorse ordinamentali e tutte le altre che
lo sviluppo evolutivo della normativa ha reso possibile: classi a tempo
prolungato, sperimentazioni ex art. 278 D.L.vo n. 297/1994, "progetti"
previsti nell'ambito della legge n. 270/1982, nuove "figure professionali"
introdotte dalla legge n. 426/1988.
Questo processo ha portato al consolidamento di
tre modelli di tempo scolastico per gli alunni: tempo normale, tempo prolungato
con un orario d'insegnamento per gli alunni prevalentemente di 36 ore settimanali,
tempo normale integrato dalla sperimentazione dell'insegnamento della seconda
lingua straniera.
A queste articolazioni del tempo scolastico si è
fatto riferimento in questa prima fase di elaborazione del modello di organico
funzionale d'istituto, che è stato determinato sommando le ore di
tempo-scuola attribuite a ciascuna classe (30 ore per le classi a tempo
normale, 33 ore per le classi a tempo normale che attuano la sperimentazione
del "bilinguismo" e 38 ore per le classi a tempo prolungato) e dividendo
il monte ore in tal modo calcolato per il parametro numerico di 16,5: il
quoziente che si ottiene corrisponde al numero delle cattedre attribuite
all'organico della scuola.
L'assunzione di tale parametro, inferiore alla tradizionale
composizione delle cattedre (18 ore), comportando un aumento del tempo
di docenza, consente un'articolazione arricchita e flessibile dell'offerta
formativa.
L'operazione descritta tende a definire un organico
rapportato essenzialmente al numero delle classi e ad un tempo-scuola flessibilmente
articolato per gli alunni.
Le modalità applicative che il citato decreto
ministeriale prevede consentono di assicurare gli insegnamenti obbligatori
e, al tempo stesso, di costituire solo cattedre interne alla scuola.
Nell'ambito del numero delle cattedre assegnate
a ciascuna istituzione scolastica dovranno essere prioritariamente garantiti
tutti gli insegnamenti obbligatori della scuola media e quelli autorizzati
ex art. 278 D.L.vo n. 297/1994 per la seconda lingua straniera. L'individuazione
degli insegnamenti da assicurare con le cattedre residue è demandata
al capo d'istituto che dovrà tenere conto dei criteri definiti dal
Collegio dei docenti in sede di deliberazione del piano per l'offerta formativa.
In relazione a quanto previsto dall'art. 7, 3°
comma del citato decreto ministeriale n. 71/1999, i Provveditori agli Studi,
nell'ambito delle operazioni di utilizzazione o di assunzione a tempo determinato
dei docenti, provvederanno alla copertura delle eventuali ore non attribuite
ai titolari in organico nella scuola e necessarie ad assicurare agli alunni
gli insegnamenti ordinamentali previsti per il modello del tempo normale
(30 ore settimanali). Tali ore, complessivamente considerate, non potranno
superare il 5% del monte ore totale assegnato alla scuola, ivi comprese
anche le ore utilizzate per costituire posti con orario superiore alle
18.
Alle risorse così determinate vanno aggiunte
quelle previste per il sostegno secondo la normativa vigente che, in coerenza
con il nuovo impianto, sono costituite da cattedre intere, previ opportuni
arrotondamenti che tengano conto del complesso delle risorse attribuite.
L'organico funzionale d'istituto costituisce un'opportunità
organizzativa della quale vanno sviluppate tutte le potenzialità
creando condizioni di agibilità e di produttività con il
responsabile coinvolgimento delle varie componenti scolastiche ai diversi
livelli di competenza (Capo d'istituto, Consiglio d'istituto, Collegio
dei docenti).
Agli Organi collegiali compete in particolare il
compito di determinare i criteri per un pieno e proficuo utilizzo delle
risorse disponibili: la consapevole partecipazione è condizione
necessaria per l'individuazione degli adattamenti nell'organizzazione didattica
funzionali ad una maggiore efficacia ed efficienza del servizio scolastico.
In un contesto in cui le risorse professionali disponibili
sono comunque limitate, la flessibilità dell'impianto organizzativo
costituisce un'importante risorsa di cui la scuola deve avvalersi.
Al fine di orientare e sostenere le scuole medie
che a decorrere dal prossimo anno scolastico sperimenteranno l'organico
funzionale, si forniscono le linee di sviluppo di alcune forme innovative
di organizzazione didattica, che si ritiene potrebbero favorire una gestione
flessibile delle risorse disponibili in coerenza con quanto previsto dall'art.
4, comma 2 del regolamento concernente l'autonomia didattica, organizzativa
e di ricerca, sperimentazione e sviluppo delle istituzioni scolastiche.
In questa prima fase di sperimentazione dell'organico funzionale si richiamano
prioritariamente le seguenti opportunità:
· articolazione modulare del monte ore annuale
di ciascuna disciplina e attività;
· definizione di unità d'insegnamento
non coincidenti con l'unità oraria della lezione;
· articolazione diversificata dei gruppi-classe
in momenti diversi, con formazione di gruppi omogenei.
L'art. 12, comma 2 dello stesso regolamento prevede
inoltre la possibilità di realizzare compensazioni fra le discipline
e le attività previste dagli attuali programmi. Il decremento del
monte ore di una o più discipline potrà essere effettuato
in misura non superiore al 15%, fermo restando l'obbligo di assicurare
agli alunni il monte ore annuale complessivo previsto per ciascuna disciplina
(comma 9 - art. 21 della legge n. 59/1997).
Le indicazioni sopra riportate possono essere assunte
sia parzialmente, sia nel loro insieme: la flessibilità nell'articolazione
del curricolo, dell'unità oraria di lezione, e infine, del gruppo
classe costituiscono un'ulteriore risorsa in quanto permette una gestione
dei tempi di docenza più funzionale ai bisogni degli alunni di una
stessa classe o di classi diverse.
Il piano dell'offerta formativa può arricchirsi
inoltre di attività che comportano un aumento del tempo-scuola degli
alunni: tali iniziative possono essere finanziate con il fondo d'istituto,
la cui consistenza può essere opportunamente incrementata in sede
di contrattazione a livello provinciale.
La flessibilità nell'uso delle risorse investe
prioritariamente il Tempo prolungato, le Sperimentazioni ex
art. 278 D.L.vo n. 297/1994, gli Istituti comprensivi.
Il decreto ministeriale istitutivo del tempo prolungato,
risalente al 1983 ha previsto un'organizzazione rigida degli insegnamenti,
che non corrisponde all'esigenza attuale delle scuole di garantire un'offerta
formativa differenziata in relazione ai bisogni degli alunni e al contesto
sociale.
Le scuole che sperimenteranno l'organico funzionale,
avvalendosi anche delle possibilità offerte dal D.M. n. 251/1998,
potranno porre in essere nuove modalità d'impiego delle risorse
professionali del tempo prolungato, individuando un modello di "prolungamento
del tempo scuola" flessibile, più adattabile alle esigenze specifiche.
Ferma restando per gli alunni iscritti al tempo
prolungato l'obbligatorietà del monte ore settimanale previsto dal
D.M. del 1983 (almeno 36 ore), è possibile distribuire le risorse
d'insegnamento disponibili fra tutti i frequentanti la scuola, prevedendo
forme di organizzazione volte a sostituire, attraverso una rigorosa programmazione,
all'insegnamento per classi quello per gruppi di alunni provenienti anche
da classi diverse.
Tale organizzazione consente un articolato prolungamento
del tempo scuola e la realizzazione di interventi didattici - con finalità
orientative, di recupero, di potenziamento - commisurati alle caratteristiche
specifiche di gruppi omogenei.
All'interno di un prolungamento "articolato" del
tempo-scuola sono da ricondurre alcune iniziative sperimentali quali l'insegnamento
dell'informatica e del latino e l'insegnamento della seconda lingua straniera.
In particolare, quest'ultima può trovare
una collocazione meno rigida di quella individuata agli inizi della sua
diffusione e può essere organizzata anche per gruppi interclasse.
Le ore di docenza assegnate alla seconda lingua
straniera si collocano tra le risorse dell'organico funzionale e possono
quindi essere utilizzate anche per gli alunni non iscritti alle classi
sperimentali. In questa ipotesi la sperimentazione dell'organico funzionale
comporta necessariamente il superamento dei limiti organizzativi posti
dai decreti autorizzativi della sperimentazione della seconda lingua straniera.
Nel quadro delineato, gli istituti comprensivi della
scuola materna, elementare e media possono, nell'ambito delle disponibilità
di organico assegnate, sperimentare forme di gestione del tempo di docenza
e di organizzazione didattica che, proprio nell'ottica della continuità
educativa e in attuazione di un progetto educativo unitario, postulano
l'impiego di docenti - per una quota dell'orario di lavoro - in classi
di grado di scuola diverso da quello di appartenenza.
La flessibilità nell'uso delle risorse e
nell'articolazione del curricolo, dell'unità oraria,
di lezione, del gruppo classe possono concorrere a consolidare
nuovi modelli organizzativo-didattici delle istituzioni scolastiche.
Le linee di orientamento descritte possono essere
utilizzate per favorire, anche all'interno delle scuole medie che non sperimenteranno
l'organico funzionale, momenti di riflessione e di confronto per coloro
che sono utili e necessari per favorire il consolidamento di uno spirito
solidaristico e cooperativo tra tutti coloro che a vario titolo sono impegnati
a costruire le condizioni per la realizzazione dell'autonomia organizzativa
e didattica il cui regolamento è in corso di pubblicazione sulla
Gazzetta Ufficiale.
Per facilitare la circolazione delle informazioni
e l'acquisizione di conoscenze sull'esperienza in corso, si allega l'elenco
delle scuole medie coinvolte nella sperimentazione dell'organico
funzionale con l'indicazione dei recapiti telefonici e di posta elettronica.
Si pregano le SS.LL. di curare la diffusione della
presente circolare a tutte le scuole medie del territorio.
Si ringrazia per l'apprezzata collaborazione.
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