Progetto speciale musica
Legge 440/97. Procedure
di attuazione a.s. 1999/2000
La legge 440/97 ha istituito il fondo per l'arricchimento
e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi.
La direttiva n. 180 del 19 luglio 1999 nel definire i criteri generali
per la ripartizione delle somme relative al corrente esercizio finanziario,
al punto 2 prevede tra le iniziative nazionali quella destinata al potenziamento
della cultura musicale, con un finanziamento complessivo di 8 miliardi
finalizzato alla progettazione di attività rivolte alla diffusione
della musica come fattore educativo nel sistema scolastico.
Si allega il Documento di sintesi (All. 1), elaborato
dall'apposito Gruppo per la diffusione della musica, sulla base delle esperienze
maturate nello scorso anno scolastico. Tale documento - comprensivo di
un'ipotesi generale di progetto complessivo per l'organizzazione di un
laboratorio musicale e dei suoi contenuti operativi - risulta comunque
attualmente consultabile anche sul sito internet www.istruzione.it.
La presente circolare definisce le procedure per
la partecipazione all'iniziativa, che si concentra, per quest'anno, sulla
creazione di laboratori musicali da allocare presso una singola istituzione
scolastica, ma disponibili mediante un opportuno sistema di collegamenti
organizzativi e didattici per più istituzioni, anche appartenenti
a vari ordini e indirizzi di studi. Il laboratorio rappresenta, pertanto,
la struttura di riferimento del progetto, il cui obiettivo prioritario
va identificato nel coinvolgimento e nella sensibilizzazione del territorio
rispetto al problema e alle sue ricadute educative.
Le istituzioni scolastiche interessate presenteranno
al competente Ufficio scolastico provinciale, entro il 15 ottobre 1999,
nell'ambito del piano di ampliamento dell'offerta formativa, un progetto
specifico di utilizzazione del laboratorio musicale. Nella prospettiva
di una programmazione pluriennale che raggiunga, attraverso il già
accennato sistema di collegamento fra più istituzioni scolastiche,
la copertura di tutto il territorio nazionale, per l'anno scolastico 1999/2000
è previsto il finanziamento di 200 laboratori musicali, a ciascuno
dei quali è destinato un finanziamento di L. 40.000.000. Tali finanziamenti
specifici, non frazionabili, risultano assegnati ai singoli Uffici scolastici
provinciali, nella misura di cui alla Tabella A allegata alla presente,
che è stata determinata in relazione alla dimensione territoriale
di ciascun ambito provinciale, alla incidenza della popolazione scolastica,
alla presenza precedente di istituzioni laboratoriali e a tutti gli altri
fattori di riconoscimento dell'identità territoriale in relazione
alla specificità del problema.
Particolare rilevanza assumerà nell'anno
scolastico 1999/2000 il monitoraggio dell'iniziativa, peraltro già
avviato attraverso il questionario consuntivo, trasmesso a tutte le istituzioni
scolastiche dotate di laboratorio musicale nell'anno 1998/99 ed in corso
di elaborazione.
Si sottolinea altresì la necessità
che la progettazione delle attività sia fatta integrando i contributi
eventualmente richiesti ed ottenuti ai sensi della legge 440/97 con somme
già a disposizione del bilancio d'istituto, nell'ottica del progressivo
superamento della fase di transizione, per giungere, nell'anno scolastico
2000/2001, alla piena attuazione della legge sull'autonomia, nell'ambito
della quale risulterà prevalente la responsabile complessiva iniziativa
delle istituzioni scolastiche.
Allo scopo di ottenere una omogeneità di
criteri nelle scelte delle SS.LL., qui di seguito si indicano, ai fini
del finanziamento dei progetti, alcuni parametri prioritari di selezione
quali:
1) disponibilità dichiarata di un ambiente
stabilmente ed esclusivamente destinato a laboratorio musicale;
2) collegamento organizzativo, già realizzato,
in funzione del progetto, fra la scuola richiedente ed altre istituzioni
scolastiche del territorio, puntualmente indicate e delle quali sia allegato
documento di adesione all'iniziativa;
3) collegamento con gli Enti locali ed altre realtà
organizzative territoriali, nell'ottica di un forte radicamento del progetto
sul territorio. Anche in questo caso l'istituzione scolastica richiedente
documenterà, in modo opportuno, i rapporti previsti e le modalità
con le quali sono stati istituzionalizzati (protocolli d'intesa, convenzioni,
accordi, ecc.);
4) forte integrazione del progetto con la programmazione
d'Istituto, nella prospettiva di una efficace azione formativa unitaria
nella prospettiva della piena autonomia delle scuole;
5) previsione di attività formative specifiche
rivolte al Collegio dei docenti nel suo complesso e intese a creare le
premesse per un lavoro integrato di ricaduta didattica. A tal fine le istituzioni
scolastiche progetteranno in relazione al valore formativo della musica,
attività di aggiornamento destinate ai docenti dei vari ambiti disciplinari
ed allegheranno copia delle delibere assunte in tal senso dal Collegio
dei docenti;
6) inserimento del progetto nel quadro di una progettazione
nazionale che renda possibile il monitoraggio del progetto stesso;
7) previsione di un piano finanziario d'istituto
che integri le risorse che si richiedono ai sensi della legge 440/97, destinate
specificamente ed esclusivamente alla creazione della struttura di base,
con risorse dell'Istituto, non necessariamente riferibili alle sole spese
di funzionamento, e/o comunque con risorse opportunamente reperite, finalizzate
alla copertura delle spese relative all'impiego di risorse umane, per eventuali
contratti d'opera od altro. Le istituzioni scolastiche allegheranno copia
degli atti deliberativi assunti in tal senso.
Con l'occasione si segnala che, per quanto riguarda
la funzione di sistema del coordinatore del laboratorio musicale, si svolgerà
in autunno un seminario residenziale di confronto, allo scopo di giungere,
raccogliendo opportunamente proposte ed esperienze, ad una puntuale definizione
dei compiti connessi a tale funzione e conseguentemente delle caratteristiche
professionali che chi la svolga deve possedere. Successivamente saranno
anche organizzate specifiche attività formative destinate agli interessati.
Considerata l'importanza della presente iniziativa,
si confida nella consueta puntuale collaborazione per la diffusione della
circolare, allo scopo di consentire alle istituzioni scolastiche interessate
di definire la loro ipotesi di progettazione.
PER LA DIFFUSIONE DELLA MUSICA
COME FATTORE EDUCATIVO NEL SISTEMA SCOLASTICO ITALIANO
RIFLESSIONE PRELIMINARE
Allo stato attuale dell'organizzazione complessiva
del sistema scolastico italiano, le attività specificamente musicali
sono presenti come fattore educativo nella scuola materna, nella scuola
elementare e nella scuola media, con programmi sostanzialmente bene articolati
e non così rigidi da impedire una sufficiente flessibilità
di adeguamento alla continua evoluzione dei metodi e delle pratiche. Ciò
che manca talora agli insegnanti, anche a quelli in possesso di studi musicali
conservatoriali, è invece una formazione didattica aggiornata ed
omogenea. Altro è saper suonare bene uno strumento o essere esperto
compositore, altro e saper "far fare" musica ad un gruppo di bambini o
ragazzi, coordinando le loro capacità esecutive e creative espresse
attraverso lo strumento "voce" o attraverso strumenti musicali adatti allo
scopo e all'età. Altro ancora è saper motivare questa attività
in modo tale da condurre il gruppo alla scoperta, alla comprensione ed
alla progressiva razionalizzazione di tutto ciò che l'esperienza
musicale suscita in termini di emozioni e riflessioni, anche nella prospettiva
dell'arricchimento del bagaglio comunicativo con riferimento alla pluralità
dei linguaggi che ovviamente comprende anche quello musicale.
Per quanto si riferisce al complesso panorama degli
indirizzi scolastici della secondaria superiore, si può dire che
in esso la musica come disciplina quasi non esiste, poiché allo
stato l'unica presenza istituzionale, quella degli istituti magistrali
e delle scuole magistrali è scomparsa, a seguito del D.I. 10/3/1997
che ha eliminato il valore abilitante dei titoli rilasciati da queste ultime
istituzioni e le ha di fatto eliminate dal sistema scolastico.
Questa assenza, che investe tutta la fascia della
secondaria, ivi compreso il biennio diventato oramai obbligatorio, comporta
non solo un'indebita sottrazione di formazione culturale alle esigenze
e richieste degli adolescenti, ma anche un'ingiustificata interruzione
dell'attività comunque avviata in quest'ambito nel settore scolastico
precedente. Va subito osservato che la continuità deve necessariamente
prevedere attività musicali adeguate all'età e strettamente
collegate ad un approfondito lavoro di ascolto, analisi e riscontro storico.
A tal fine restano comunque disponibili le attività complementari
e integrative di cui al decreto n. 567 del 10/10/1996, con i relativi stanziamenti.
Principio generale da riaffermare definitivamente
è che non si può considerare "educazione musicale" una disciplina
scolastica che si risolva in termini di puro apprendimento passivo. L'ambito
dell'educazione musicale dovrà sempre comprendere una parte fondamentale
di attività creativa. Inoltre essa dovrà contribuire ad una
formazione generale della persona. Componenti ineludibili di un'attività
musicale globale sono l'attività gestuale, la pratica vocale, la
pratica strumentale, la didattica dell'ascolto, la musica d'insieme, la
drammatizzazione, i procedimenti di improvvisazione e composizione, con
tutte le conseguenti implicazioni di acquisizione, conoscenza, competenza
e razionalizzazione. La musica, ponendosi in tal modo come mezzo oltre
e prima ancora che come scopo, dovrà vedere valorizzate nel suo
ambito tutte quelle componenti formative individuali e sociali che costituiscono
parte essenziale della sua natura.
L'attività musicale dovrà avere importanza
primaria come motore di sviluppo della sicurezza individuale e delle capacità
di integrarsi con gli altri e in senso più generale come mezzo per
promuovere e sviluppare negli alunni la capacità di "star bene insieme"
a scuola, fuori della scuola, dopo la scuola.
Si segnalano qui di seguito tre esigenze ineludibili:
1. L'esigenza di dotare la scuola, in particolare
quella dell'infanzia e quella elementare, di insegnanti realmente in grado
di svolgere i compiti decisivi in tema di educazione musicale, che allo
stato vengono loro attribuiti.
2. L'esigenza di provvedere a interventi che risultino
coerenti con l'estensione dell'obbligo scolastico a sedici anni. Il che
implica che occorre pensare a bisogni formativi inerenti all'ambito musicale
che superino il livello primario e propedeutico al quale si limitano le
"didattiche storiche" alle quali si può fare riferimento per l'educazione
musicale di base. Occorre nell'ambito di quest'esigenza sviluppare da una
parte una diversa attivazione dell'educazione musicale nella scuola media,
e dall'altra proporre e sviluppare una "pedagogia musicale" per l'ultimo
biennio dell'obbligo, dimensione sconosciuta al nostro sistema scolastico
nella prospettiva trasversale di una presenza in tutti gli indirizzi di
quel biennio.
3. L'esigenza conseguente di individuare, per tutti
gli studenti coinvolti dall'estensione dell'obbligo, un nuovo settore di
studi musicali, orientabile sia nel senso dell'analisi musicale, che nasca
da una potenziata "didattica dell'ascolto attivo e partecipativo", sia
nel senso dell'acquisizione di una pratica strumentale di propria elezione,
a fini non necessariamente professionalizzanti, avviata nel segmento scolastico
precedente ed opportunamente fatta proseguire nella fascia della secondaria
superiore, sia come pratica corale. In tale prospettiva, dovrà essere
opportunamente valorizzata l'esperienza della musica d'insieme, finalizzata
anche ad un uso creativo del linguaggio musicale, senza esclusione di generi,
stili e prassi.
UNA PROPOSTA OPERATIVA COME OBIETTIVO A BREVE
TERMINE:
la costituzione del "Laboratorio musicale" in
tutte le istituzioni scolastiche
Il laboratorio musicale è un luogo fisico, un'aula attrezzata e dotata di tutte le strumentazioni necessarie per produrre e riprodurre suono, che viene messo a disposizione dell'intera struttura scolastica, anche sfruttando il sistema dei "poli" scolastici, in senso orizzontale o verticale.
SUGGERIMENTI OPERATIVI
Nella situazione nella quale attualmente vive la
realtà del sistema scolastico italiano, a livello ordinamentale,
sperimentale e innovativo, il gruppo di studio ha ritenuto che una maggiore
diffusione della musica come fattore educativo all'interno di detto sistema
scolastico potesse essere più agevolmente realizzata sviluppando
procedure operative che non investissero direttamente le strutture ordinamentali.
E' apparso, infatti, necessario tener presente che,
sia a livello culturale, sia a livello normativo, sono in atto processi
certamente complessi e di non rapidissimo sviluppo, ma rispetto ai quali
sarebbe fuorviante l'occasionale innesco di ulteriore procedure innovative,
ancorché rese meno vincolanti dal carattere sperimentale.
Si è ritenuto quindi di muoversi nell'ambito
delle zone innovative identificate dall'autonomia organizzativa e didattica,
di cui alla legge 59/97, art. 21, ulteriormente definite e precisate attraverso
la ricca ed articolata normazione ulteriore.
Si è giunti, procedendo in tale direzione
di ricerca, alla proposta di un obiettivo a breve termine, che pur nella
ricchezza della sua valenza formativa, si articola in termini tali da essere
pienamente conseguibile senza invadere ambiti decisionali che solo ulteriori
passi normativi potranno rendere agevolmente praticabili.
Tale obiettivo è stato identificato nella
creazione presso tutte le istituzioni scolastiche di un Laboratorio
musicale in relazione con la funzione di sistema del coordinatore di
laboratorio, che andrà opportunamente definita.
Per il conseguimento di tale obiettivo su larga
scala in tutto il sistema scolastico occorrerà articolare un piano
operativo che, a partire dall'anno scolastico 1999/2000, porterà
all'istituzione di un numero di laboratori musicali (almeno 1500) che possano
servire in rete tutte le istituzioni scolastiche.
Nel corso dell'anno scolastico 1998/99
è stata avviata una sperimentazione guidata, che ha portato
alla creazione di laboratori musicali presso settanta istituzioni
scolastiche, rappresentative di tutti gli ordini, gradi e indirizzi, la
quale, rientrando nell'ambito della progettazione sperimentale resa possibile
dalla normativa sull'autonomia, ha consentito una prima verifica della
funzionalità del modello ipotizzato e proposto, in vista della sua
progressiva estensione nel sistema scolastico.
MOTIVAZIONI DI FONDO
Il proposito di introdurre nel nostro sistema scolastico,
con particolare riferimento a quei segmenti dello stesso nei quali la valenza
formativa della musica è di fatto assente, perché manca qualsiasi
riferimento esplicito alla problematica dell'insegnamento/apprendimento
musicale (1), una componente quale la musica, intesa prevalentemente nei
suoi aspetti e nelle sue prospettive formative generali, esige la definizione
e la creazione di una specifica condizione didattica, opportunamente e
appositamente predisposta.
In una realtà scolastica, nella quale gli
insegnamenti curricolari risultano già troppo numerosi, è
opportuno pensare piuttosto ad una attività espressiva, partecipata
e creativa, che si svolga in spazi operativi non convenzionali, per evitare
qualsiasi rischio di ricaduta in forme di didattica fortunatamente superate.
Tali spazi vanno specificamente attrezzati in modo da consentire modalità
di insegnamento e soprattutto di apprendimento che non siano o almeno non
siano soltanto e purtroppo prevalentemente quelle della comunicazione trasmissiva,
che vede l'alunno in una situazione di improduttiva passività, o
addirittura della trattazione teorica e libresca.
Lo spazio operativo per l'insegnamento/apprendimento
della musica con finalità formative prevalenti se pure addirittura
non esclusive rispetto a quelle cognitive fine a se stesse è quello
al quale noi pensiamo quando parliamo di Laboratorio musicale, luogo
fisico all'interno del quale è possibile reperire gli "attrezzi"
della musica, che non a caso si produce con "strumenti", e nello stesso
tempo è possibile instaurare un rapporto apprenditivo di tipo concreto,
attivo, produttivo, diretto.
Solo in questo modo si riuscirà - probabilmente
- a realizzare quella "laboratorialità" che rappresenta il requisito
indispensabile di qualsiasi didattica attiva e che la scuola italiana dovrà
saper giocare come carta vincente se e quando si vorrà avviare il
processo di trasformazione del sistema scolastico italiano da scuola dei
programmi a scuola degli obiettivi, da scuola degli esercizi a scuola dei
problemi.
In pratica il laboratorio musicale dovrà
realizzare una forma diretta di esperienza musicale, praticata sia nell'ascolto
che nel fare musica, utilizzando materiali che consentano di far riferimento
al vissuto esperienziale dello studente anche in relazione alla musica.
Va subito chiarito che questo riferimento al vissuto
musicale dello studente non deve essere considerato mero e riduttivo espediente
di strategia didattica, finalizzato, cioè, soltanto alla realizzazione
di un processo motivazionale. Se la prospettiva è quella di lavorare
in senso ed in direzione prevalentemente educativa, occorrerà sviluppare
procedure che facciano crescere attitudini, tendenze, vocazioni, potenzialità,
ma soprattutto occorrerà che si risponda a bisogni ed esigenze dell'utenza
studentesca.
La proposta del Laboratorio musicale come
obiettivo primario e prioritario consente anche di segnalare e soddisfare
la necessità che si faccia, attraverso di esso, il primo ineludibile
passo verso un approccio alla musica che privilegi le forme della pratica:
la riproduzione, l'improvvisazione, la composizione, l'interazione tra
suono e movimento.
La valenza educativa della musica, attraverso il
laboratorio, si esplicita in un sistema di relazioni tra chi insegna e
chi apprende, sistema basato sul fare, ascoltare, analizzare e conoscere
musica.
L'obiettivo generale è creare insieme all'interno
di un vasto campo di esperienze non circoscrivibile nei limiti di una disciplina
ma riconducibile semmai a un processo in costante divenire fatto di vocalità,
uso di strumenti, attività gestuali e motorie.
Obiettivi trasversali, sottesi ai diversi cicli scolastici, possono essere identificati come segue:
· sviluppo delle capacità di far musica,
in modi e con scopi differenziati;
· acquisizione della capacità di ascoltare
e di esprimersi attraverso il movimento del corpo;
· acquisizione della capacità di ascoltare
e comprendere le opere musicali, nella varietà dei generi, stili,
forme e funzioni;
· sviluppo della capacità di operare
e riflettere con e sul linguaggio musicale, tramite l'acquisizione di un
lessico essenziale e calibrato;
· maturazione delle capacità di orientarsi
nella sovrabbondante offerta musicale della civiltà contemporanea
e controllo delle proprie strategie fruitive in relazione alle diverse
situazioni;
In questo spazio sarà anche possibile recuperare
una pratica che nel nostro orizzonte didattico è marginale o
addirittura assente, quella corale per lettura, con l'obiettivo di
costruire nello studente quel vocabolario musicale di base necessario da
una parte alla sua crescita culturale e dall'altra al suo personale processo
di costruzione della personalità.
Il che giustifica una definizione del laboratorio
musicale inteso come luogo fisico dotato di precise caratteristiche architettoniche
e acustiche e attrezzato con strumentazioni atte a produrre e riprodurre
suono. Caratteristica essenziale dello spazio deve essere quella della
grande flessibilità e mobilità degli arredi e della strumentazione,
per consentire l'utilizzazione dello spazio stesso per la proposta di molteplici
linguaggi artistici. Per quanto attiene all'acustica dello spazio destinato
a laboratorio musicale, pur riconoscendosi che il livello ottimale, peraltro
non indispensabile e non diffuso in qualche caso neanche a livelli conservatoriali,
è quello dell'insonorizzazione dell'ambiente, si segnala la possibilità
di una serie di interventi di assai più facile realizzazione.
Risultati accettabili da questo punto di vista si
raggiungono:
· con una pavimentazione in linoleum;
· con panneggi di stoffa lungo le pareti
che non presentino aperture;
· tendendo corde, dello spessore di due/tre
centimetri nei due sensi della pianta, presumibilmente rettangolare, dell'ambiente,
alla distanza di circa m. 3,50 dal suolo;
· coprendo pareti e soffitto con pannelli
di cartone, che attutiscano i suoni esterni (2).
Le dimensioni ipotizzabili per questo "luogo della musica" si aggirano intorno ai m. 8 x 10. Va detto però che è opportuno far prevalere la qualità dell'acustica, nel senso che è più opportuno lavorare in ambienti piccoli ma dotati di buona acustica, che in un ambiente grande, come talune palestre nelle quali risulta difficile anche soltanto la comunicazione verbale.
(1) Si fa riferimento al fatto che, a livello
di scuola secondaria superiore, l'insegnamento/apprendimento della musica,
che fino all'anno scolastico 1997/98 era presente soltanto nell'Istituto
Magistrale, a partire dall'anno scolastico 1998/99 è presente soltanto,
ed in via transitoria, in pratica ad esaurimento, nelle classi residue
di detto istituto, che è capitato sotto la scure abrogativa del
D.I.10/3/1997.
(2) Val la pena di ricordare che perfino i cartoni
ad alveare che costituiscono il tipico imballo delle uova e che sono di
facilissima reperibilità, rappresentano una buona ipotesi di rivestimento
delle pareti, sia al fine dell'isolamento rispetto ai suoi esterni, sia
ai fini della riduzione del riverbero sonoro interno. Talune indicazioni
hanno valore specifico per particolari ordini scolastici. Lo strumentario
Orff, ad esempio, è utilizzabile soprattutto, anche se non esclusivamente,
nella scuola materna ed elementare.
ELEMENTI ESSENZIALI DELL'ARREDO
Si indica qui di seguito un arredo di base per il
laboratorio musicale, rispetto al quale va subito chiarita la possibilità
che esso sia realizzato in progress, nel senso che l'ordine nel quale i
materiali sono indicati rappresenta anche la serie delle opportune priorità,
in relazione alla progettazione specifica:
1. Strumentario Orff
2. Pianoforte
3. Impianto di amplificazione per voci e strumenti
(microfoni, aste, monitor)
4. Eventuali altri strumenti (chitarre, percussioni,
ecc.)
5. Amplificazione per chitarre e bassi
6. Impianto Hi-fi con lettore CD
7. Televisione
8. Videoregistratore
9. Telecamera
10. Tastiera
11. PC multimediale con software finalizzato ad
attività musicali
12. Mediateca (CD, CD rom, videocassette, audiocassette,
libri)
13. Lavagna pentagrammata
14. Lavagna luminosa
15. Un essenziale parco luci
IL COORDINATORE DEL LABORATORIO MUSICALE
Per quanto attiene a questa funzione di sistema
ci si limita in questa sede a sottolineare la necessità che la stessa
sia puntualmente definita. A tale scopo verrà organizzato nell'ottobre
1999 un seminario residenziale di confronto e produzione riservato ad esperti
sul problema, che dovrà portare ad una responsabile definizione
delle caratteristiche concettuali ed operative della funzione stessa.
Per quanto riguarda l'impegno specifico in relazione
ai contenuti delle attività laboratoriali, impegno che deve intendersi
valido sia per i laboratori attivati nell'anno scolastico 1998/99, sia
per quelli che saranno autorizzati e finanziati nel prossimo anno 1999/2000,
si segnalano, in ordine di assoluta priorità, le seguenti fondamentali,
anche se non esclusive, forme di attività:
· pratica corale
· pratica strumentale
· didattica dell'ascolto
· musica e movimento
In particolare si segnala l'imprescindibilità di un'attività corale che curi l'educazione della voce cantata e parlata. Lo slogan Un coro in ogni scuola deve diventare una realtà. La pratica corale per lettura deve anche assumere valore compensativo rispetto ad una realtà in generale non del tutto positiva, che ancora fa dire, ed a ragione, che "a scuola si canta poco e quasi sempre per imitazione" (P. Malusà).
IL LABORATORIO: UN PROGETTO IN RETE
Il laboratorio musicale, attività che si
colloca, fino all'anno 1999/2000, nell'ambito della progettazione complessa
ai sensi della legge 18/12/1997 n. 440, si pone come "spazio della musica"
sperimentale sia in termini organizzativi e strutturali che didattici e
metodologici.
Esso si articola intorno ai seguenti principi
generali:
a) l'educazione musicale deve comprendere una parte
fondamentale di attività creativa e non può essere considerata
una disciplina scolastica che si risolve in termini di puro apprendimento
passivo;
b) l'educazione musicale è intesa come attività
globale e implica l'attività gestuale, la pratica vocale, la pratica
strumentale, la musica d'insieme, la drammatizzazione;
c) l'educazione musicale è intesa come mezzo
espressivo e quindi come linguaggio;
d) l'educazione musicale è intesa in un'ottica
di universalità e quindi di interculturalità.
IDENTIFICAZIONE DEL LABORATORIO MUSICALE
E' il luogo fisico, con spazi attrezzati in modo
quantitativamente e qualitativamente completi per:
· produrre e riprodurre suoni, realizzare
esperienze musicali di qualità;
· promuovere ricerche didattiche sperimentali;
· sostenere e promuovere iniziative di formazione
e aggiornamento dei docenti;
· costituire un gruppo permanente di autoaggiornamento;
· costituire il centro di documentazione
bibliografica e banca dati delle esperienze significative anche territoriali;
· coordinare i percorsi e le iniziative musicali
del territorio anche con accordi specifici con gli Enti locali e con Associazioni
musicali eventualmente presenti, per le necessarie concertazioni di patti
e intese;
· favorire le esperienze autonome degli studenti.
All'interno del laboratorio si elaborano percorsi di pratica musicale di continuità e trasversalità:
a) la continuità si realizza prevedendo
attività musicali adeguate all'età che, pur nel rispetto
della specificità dei vari ordini di scuola, si collochino in una
visione di sviluppo. I percorsi di continuità eventualmente già
avviati sul territorio sui temi di lettura, storia, scienze, informatica,
valutazione costituiscono un patrimonio didattico e organizzativo consolidato
ai quali fare riferimento per questa nuova esperienza;
b) la trasversalità si realizza in
quanto l'educazione musicale, ponendosi come mezzo di formazione generale
della persona, si colloca in una programmazione pluridisciplinare sia come
presenza nei diversi indirizzi di orientamento scolastico, sia in una prospettiva
di riforma dell'assetto degli attuali ordini di scuola.
STRATEGIE ORGANIZZATIVE
Vanno privilegiate le seguenti strategie organizzative,
in relazione alle varie fasi dell'attività:
1. Per la realizzazione dei percorsi di continuità, sulla base di eventuali pregresse esperienze di continuità, anche a livello interscolastico si individua una commissione operativa con competenze definite e con delega dai Collegi docenti in merito a:
· elaborazione di percorsi di formazione e
di aggiornamento;
· raccolta di documentazioni;
· proposte di ricerche e sperimentazioni
finalizzate.
Di tali azioni si identificano i seguenti obiettivi a breve termine:
- formazione e aggiornamento dei docenti;
- consolidamento e ampliamento del gruppo di autoaggiornamento;
- definizione dei percorsi sperimentali.
2. Per l'applicazione della trasversalità, vanno identificati:
· il raccordo tra la programmazione dei quattro
ordini di scuola;
· la priorità al settore formativo
e di aggiornamento;
· lo stimolo alla ricerca intesa come sperimentazione
di percorsi didattici tratti dall'esperienza pregressa, dai corsi di formazione,
dai contatti con esperti musicali;
· la circolarità tra momento programmatorio
e momenti di ricerca.
3. Per il raccordo con le realtà scolastiche del territorio e il territorio è necessario:
· elaborare eventuali percorsi di raccordo
con il laboratorio di lettura territoriale;
· elaborare percorsi di raccordo con laboratori
informatici ed espressivi delle singole scuole;
· studiare l'intesa con gli Enti locali per
l'adeguamento delle strutture in funzione della diffusione dell'allestimento
delle aule di musica;
· favorire i contatti e le consulenze esterne
per la formazione e per il centro di documentazione;
· programmare interventi e iniziative di
carattere extracurricolare coerenti con il piano territoriale e con le
finalità del laboratorio stesso;
· elaborare progetti di utilizzo del laboratorio
da parte degli studenti come luogo di incontro e per proseguire le esperienze
musicali avviate negli anni della scuola dell'obbligo.
Il laboratorio musicale, poiché prevede un'utilizzazione in rete, con collegamenti fra vari ordini e gradi di scuola, deve anche prevedere lo sviluppo di un curricolo verticale, pertanto tale curricolo deve avere le seguenti caratteristiche:
· è unitario e valido per tutti gli
ordini di scuola;
· in esso la musica è una disciplina
specifica e interdisciplinare;
· conduce i ragazzi al raggiungimento di
un livello avanzato di comprensione musicale, superando i due casi estremi
di competenza esclusivamente "specialistica" o, all'opposto, tendenzialmente
"generica" e porta la popolazione scolastica a sviluppare diffusamente
una "intelligenza musicale" di buon livello;
· conduce all'acquisizione di competenze
non solo analitiche o storico-musicali, ma anche operativo-manuali. Non
solo informazioni sulla musica, ma dirette esperienze acustiche e di esecuzione
musicale, riflessioni che nascano dall'agire sfruttando la cosiddetta intelligenza
del corpo.
E' da ritenersi infatti che per l'educazione musicale
debba seguirsi una logica di tipo ciclico, giungendo ad un curricolo sostanzialmente
unitario dalla scuola dell'infanzia alla scuola superiore. Molti obiettivi
sono comuni ai diversi gradi scolastici e lo schema più adatto a
rappresentare un unico curricolo non è quello di una catena lineare,
ma piuttosto quello di una spirale che ciclicamente ritorna sul medesimo
obiettivo a livelli diversi.
Se si eccettua il principio che l'impianto curricolare
dell'educazione musicale debba essere omogeneo, coerente ed unitario per
ogni ordine di scuola, ne consegue che debbano essere perseguiti di livello
in livello, ovviamente in modi e con profondità diverse, i medesimi
obiettivi generali, precisando:
1. Il ruolo formativo dell'educazione musicale, che va associato a quello delle altre arti e discipline le quali comunemente sviluppano attitudini, saperi, abilità estetiche ed espressive quali:
· espressione di sé e comunicazione;
· conoscersi e rappresentarsi, conoscere
e rappresentare;
· nuove modalità di pensiero (superamento
del pensiero lineare e consequenziale);
· capacità di cogliere ambiguità
e pluralità di significati;
· affinamento della percezione e della capacità
di rielaborazione creativa degli stimoli sensoriali.
2. Le finalità di ordine generale da
perseguire per suo mezzo.
Si possono sostanzialmente riconoscere tre livelli
di obiettivi:
Scuola di base
· Scoperta e manipolazione del suono e scoperta
dei suoi parametri fondamentali;
· fare e ascoltare musica in gruppo;
· riflessione sul linguaggio e acquisizione
degli strumenti operativi e descrittivi (ultimo biennio).
Biennio orientativo
· Eseguire ed ascoltare musica in gruppo;
· ascolto e riflessione sul linguaggio;
· rafforzamento, interpretazione e analisi;
· allargamento del repertorio;
· relazione musica-realtà-cultura;
· sviluppo capacità di giudizio;
Triennio superiore
· Eseguire musica in gruppo;
· ascolto, interpretazione e ricostruzione
di relazioni musica-società-cultura;
· allargamento del repertorio;
· approfondimento esperienze del periodo
precedente;
· approccio di tipo storico omogeneo con
quelli delle altre discipline (letteratura, arte, filosofia).
In tutti i casi è fondamentale l'esercizio
di attività pratiche, produttive ed esecutive.
Agrigento | n. 2 laboratori |
Alessandria | n. 1 laboratorio |
Ancona | n. 2 laboratori |
Aosta | n. 2 laboratori |
Arezzo | n. 2 laboratori |
Ascoli Piceno | n. 2 laboratori |
Asti | n. 1 laboratorio |
Avellino | n. 2 laboratori |
Bari | n. 4 laboratori |
Belluno | n. 2 laboratori |
Benevento | n. 3 laboratori |
Bergamo | n. 2 laboratori |
Biella | n. 1 laboratorio |
Bologna | n. 3 laboratori |
Brescia | n. 1 laboratorio |
Brindisi | n. 1 laboratorio |
Cagliari | n. 2 laboratori |
Caltanissetta | n. 2 laboratori |
Campobasso | n. 3 laboratori |
Caserta | n. 2 laboratori |
Catania | n. 2 laboratori |
Catanzaro | n. 1 laboratorio |
Chieti | n. 2 laboratori |
Como | n. 2 laboratori |
Cosenza | n. 1 laboratorio |
Cremona | n. 3 laboratori |
Crotone | n. 1 laboratorio |
Cuneo | n. 1 laboratorio |
Enna | n. 1 laboratorio |
Ferrara | n. 3 laboratori |
Firenze | n. 3 laboratori |
Foggia | n. 3 laboratori |
Forlì | n. 2 laboratori |
Frosinone | n. 1 laboratorio |
Genova | n. 3 laboratori |
Gorizia | n. 1 laboratorio |
Grosseto | n. 1 laboratorio |
Imperia | n. 2 laboratori |
Isernia | n. 1 laboratorio |
L'Aquila | n. 2 laboratori |
La Spezia | n. 1 laboratorio |
Latina | n. 2 laboratori |
Lecce | n. 2 laboratori |
Lecco | n. 2 laboratori |
Livorno | n. 1 laboratorio |
Lodi | n. 1 laboratorio |
Lucca | n. 2 laboratori |
Macerata | n. 2 laboratori |
Mantova | n. 1 laboratorio |
Massa Carrara | n. 2 laboratori |
Matera | n. 2 laboratori |
Messina | n. 3 laboratori |
Milano | n. 5 laboratori |
Modena | n. 2 laboratori |
Napoli | n. 5 laboratori |
Novara | n. 2 laboratori |
Nuoro | n. 2 laboratori |
Oristano | n. 2 laboratori |
Padova | n. 2 laboratori |
Palermo | n. 3 laboratori |
Parma | n. 4 laboratori |
Pavia | n. 2 laboratori |
Perugia | n. 2 laboratori |
Pesaro e Urbino | n. 2 laboratori |
Pescara | n. 1 laboratorio |
Piacenza | n. 2 laboratori |
Pisa | n. 2 laboratori |
Pistoia | n. 2 laboratori |
Pordenone | n. 2 laboratori |
Potenza | n. 2 laboratori |
Prato | n. 2 laboratori |
Ragusa | n. 2 laboratori |
Ravenna | n. 2 laboratori |
Reggio Calabria | n. 2 laboratori |
Reggio Emilia | n. 3 laboratori |
Rieti | n. 1 laboratorio |
Rimini | n. 2 laboratori |
Roma | n. 5 laboratori |
Rovigo | n. 1 laboratorio |
Salerno | n. 2 laboratori |
Sassari | n. 2 laboratori |
Savona | n. 1 laboratorio |
Siena | n. 2 laboratori |
Siracusa | n. 1 laboratorio |
Sondrio | n. 1 laboratorio |
Taranto | n. 2 laboratori |
Teramo | n. 1 laboratorio |
Terni | n. 1 laboratorio |
Torino | n. 3 laboratori |
Trapani | n. 1 laboratorio |
Treviso | n. 2 laboratori |
Trieste | n. 2 laboratori |
Udine | n. 2 laboratori |
Varese | n. 2 laboratori |
Venezia | n. 3 laboratori |
Verbano Cusio Ossola | n. 2 laboratori |
Vercelli | n. 2 laboratori |
Verona | n. 2 laboratori |
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Vicenza | n. 2 laboratori |
Viterbo | n. 1 laboratorio |
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