All’On. Ministro del MIUR Letizia Moratti

Al Dirigente dell’Uff. Regionale del Lazio

Al Dirigente del CSA di Roma

Alle O.S.S. CGIL, CISL, UIL, SNALS, UNICOBAS, COBAS, GILDA, loro sedi

Ai giornali “Il Corriere della Sera”, “La Repubblica”, “Il Messaggero”, “Il Manifesto”, “Il Tempo”, “L’unità”, “Il Giornale”, “Il Foglio”, “La Stampa”, “Latina Oggi”, “Il Pontino”, “Il Caffè”, “D-Dimensione Donna”, “L’Ardeatino”.

Al Consiglio di Istituto

I Docenti dell’ I.C. Pestalozzi, pur avendo e mantenendo sempre interesse e disponibilità verso le innovazioni e le sperimentazioni, come  più volte dimostrato nel corso della  storia dell’ Istituto, dopo una attenta e non pregiudiziale disamina della L.53/2003   e di quanto la concerne, nella seduta del 5.3.2004, rilevano i seguenti aspetti negativi della Riforma dell’ordinamento scolastico che essa comporta:

1)                Non è previsto un piano pluriennale di finanziamento delle risorse necessarie per l’attivazione della Riforma: è evidente che si considera di raggiungere la parità di costi a zero solo con il progressivo taglio di cattedre che dalla riforma stessa conseguirà;

2)                L’inserimento di bambini di due anni e mezzo nella scuola dell’infanzia costituirà una gravissima compromissione del processo formativo degli stessi, data la preminenza, in detta età, di problemi affettivi ed assistenziali rispetto a quelli di natura didattica ed educativa; tale provvedimento, oltre ad essere inattuabile presso il nostro istituto per la totale assenza di strutture architettoniche e di servizi adatte a bambini così piccoli, trasforma di fatto gli insegnanti in baby sitter;

3)                Detto inserimento, unito a quello altrettanto forzoso dei bambini di cinque anni e mezzo nella prima classe elementare, porterà alla costituzione di classi fortemente disomogenee, in cui il notevole divario di età (fino a venti mesi) non consentirà un’effettiva eguaglianza di apprendimento e di maturazione emotiva, affettiva e personale;

4)                La figura del docente tutor non solo crea artificiose differenziazioni tra colleghi, ma svilisce di fatto la funzione docente in sé, attribuendo a uno solo di essi ciò che è da ormai molti anni patrimonio comune di ogni insegnante e di qualsiasi organo collegiale della scuola pubblica: affidare a un solo insegnante, anche in  termini orari precisi e rigidi, un ruolo così determinante come quello tutoriale, essenziale per la funzione docente, risulta estremamente limitativo e penalizzante per l’autonomia didattica ed organizzativa delle istituzioni scolastiche. E’ innegabile anche che, dopo anni di sperimentazione e pratica di tempo pieno e tempo modulare, di collegialità, di contitolarità, di cooperazione educativa, l’insegnante prevalente non rappresenti un’innovazione bensì un regresso, un grave ritorno al docente “tuttologo”, che comporterebbe come conseguenza una dequalificazione della didattica e del livello dell’offerta formativa fornita agli alunni. Va inoltre nuovamente rilevato che non è prevista alcuna copertura finanziaria né per i corsi obbligatori che i futuri tutor dovranno frequentare, né per la  stessa attività aggiuntiva;

5) L’istituzione del Portfolio delle Competenze Individuali appesantisce a dismisura ed inutilmente le incombenze burocratiche degli insegnanti e può trasformarsi in una precoce “schedatura degli alunni” con un conseguente condizionamento della carriera scolastica, generando inoltre confusione di ruoli tra docenti e famiglia in merito alla valutazione, che è competenza esclusiva della funzione docente. Vanno pertanto evitati possibili conflitti tra soggetti con responsabilità educative diverse, quali sono gli insegnanti e i genitori, ad esempio assegnando a questi ultimi il ruolo di valutatori  degli stili di apprendimento utilizzati dai loro figli;

6)                E’ inaccettabile la formula organizzativa dell’orario di 27+3+10 ore settimanali non solo perché è evidentemente risibile (basti pensare che 10 ore settimanali di mensa equivarrebbero a 2 ore quotidiane: quasi un pranzo nuziale!) ma soprattutto perché di fatto sancisce l’abolizione del tempo pieno, con la contrazione dell’orario didattico obbligatorio e in particolare la drastica e del tutto anacronistica contrazione delle ore di insegnamento della lingua inglese, ciò che va a detrimento degli essenziali diritti degli studenti e della possibilità di scelta delle famiglie; questa rigida strutturazione dell’orario settimanale rende tra l’altro impossibile effettuare eventuali supplenze di personale docente, con ulteriore danno per gli studenti;

7)                E’ inammissibile la presenza tra i docenti  di figure esterne, non solo al singolo Istituto ma in assoluto al mondo della scuola, le quali, che agiscano individualmente o costituite in società, incrinano sia la collegialità e complementarità dei Consigli di Classe, sia il rapporto educativo-didattico tra docente e alunno, ledendo inoltre la dignità professionale degli insegnanti. Tutto ciò comporta inoltre un esorbitante dispendio economico per l’Istituto, apportando ulteriori differenziazioni tra scuola e scuola e quindi tra alunni e alunni.

8)                Questa Riforma mostra in ogni suo aspetto di avere come modello di riferimento una scuola del centro storico di una grande città, o consimili situazioni di privilegio, quando invece la realtà deve fare i conti, in questo Istituto come in molti altri nelle stesse condizioni, con la forte presenza in ogni classe di alunni provenienti da situazioni molto difficili o addirittura decisamente drammatiche (famiglie divise, ragazzi rimasti senza uno o entrambi i genitori, disoccupazione, forte immigrazione interna ed esterna, contesti culturali eterogenei e fortemente deprivati): nella nostra realtà ambientale la realizzazione di questa Riforma  non potrà portare altro che grave danno agli alunni e alle loro famiglie.

9) Inoltre il Collegio dei Docenti dell’Istituto Comprensivo Pestalozzi, esprimendo con fermezza la propria opposizione al progetto di riforma Moratti nella sua complessità e nei suoi regolamenti attuativi, revoca la disponibilità ad effettuare qualsiasi tipo di  prestazione richiesta non strettamente inerente alla didattica, ad iniziare dall’adesione al progetto INVALSI, il cui materiale si delibera venga restituito al mittente; infine il Collegio delibera la non-adozione di nuovi libri di testo per il prossimo anno scolastico.

                                                                       I Docenti dell’I.C. Pestalozzi