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NON FARANNO LO SCIOPERO DELLA SCUOLA. UNA BEFFA. SOLO UNA MENZIONE A MARGINE NELLO SCIOPERO GENERALE DEL 26 MARZO. L'UNICOBAS: NON ADERIRE E NON SABOTARE

Al termine della manifestazione del 28 Febbraio alcuni esponenti confederali avevano annunciato uno sciopero della scuola per battere la controriforma Moratti. Ma evidentemente serviva solo per dire alla loro base: "Non scioperate con Unicobas e Cobas, aspettate … che scioperiamo noi!"

Ma, come era prevedibile e come avevamo anticipato ieri, la montagna confederale ha partorito il nulla assoluto sulla scuola rispetto allo sciopero generale del 26 Marzo, con "appendici" al tema pensioni da parte delle OOSS di categoria e la ridicola "differenziazione" sull'intera giornata anziché le 4 ore. Tutto fumo: i colleghi non sanno infatti che nella scuola esiste l'istituto della "ultrattività". Vale a dire che nella scuola, differentemente da quanto previsto per il settore privato ed il rimanente settore pubblico, SE SI SCIOPERA PER PIU' DI UN'ORA VIENE TRATTENUTO L'IMPORTO DELL'INTERA GIORNATA. Perciò lo sciopero dell'intera giornata era d'obbligo e non è certo dovuto alla lotta contro la "riforma" Moratti. La verità è che nel fronte Confederale sono in parecchi a condividere la riforma (vd. le dichiarazioni a "Porta a porta" di Angeletti della UIL: "non abbiamo mai detto che la riforma elimina il tempo pieno").

Tale posizione è vergognosa, per vari motivi. Non si vuole certo negare la critica alla posizione del governo sulle pensioni, però va denunciata la moda sindacale delle mobilitazioni a senso unico. Nel 2002 l'autismo sull'art. 18, da un anno l'autismo sulle pensioni. Pensano forse i Confederali che la distruzione del sistema pubblico dell'istruzione ed il taglio di 130.000 posti fra docenti ed ATA, previsti nella controriforma Moratti, non abbiano abbastanza "dignità sindacale" per uno sciopero GENERALE INTERCATEGORIALE SPECIFICO PER LA SCUOLA? Eppure una brutta controriforma pensionistica può venire recuperata con una legge futura che restituisca ad esempio i diritti acquisiti sottratti, mentre una cattiva riforma della scuola non ha possibilità d'appello: non esistono anni di recupero per chi abbia frequentato una scuola deprivata.

E' IN GIOCO IL FUTURO DEL PAESE, ma insegnanti e lavoratori della scuola, studenti e società civile, oltre a non esser degni di una lotta di tutte le categorie, NON MERITANO, a quanto pare, NEMMENO UNO SCIOPERO DI CATEGORIA INDETTO DA CGIL, CISL E UIL SCUOLA CHE CADA IN UN GIORNO SPECIFICO.

La verità è che siamo di fronte ad un ennesimo INCIUCIO a danno della scuola: CISL, UIL, SNALS - ed inizialmente anche Gilda che il 1° Marzo ha lanciato l'ennesimo sciopero solitario da farsi 28 giorni dopo il nostro e solo a causa delle proteste interne e dell'avvenuta adesione all'iniziativa del 1° Marzo delle federazioni di Bologna, Bari, Venezia ed Enna - hanno accettato "tavoli tecnici" ove si prospetta il taglio di 50.000 cattedre alle elementari con il posticipo di un anno, di altri 30.000 posti alle medie fra 3 anni, oltre che di almeno 50.000 cattedre al superiore. E' oltretutto indegno accettare l'introduzione del "tutor" (che elimina la collegialità e riduce gli altri docenti a mere e dequalificate figure di contorno) solo perché il Ministro promette di rimettere alla contrattazione l'inaccettabile differenziazione stipendiale che ne consegue. Inoltre stanno dicendo sì alla trasformazione della scuola dell'infanzia in asilo-nido, alla riduzione dei professionali a dependance regionalizzate del mondo dell'impresa con la relativa consegna degli studenti agli appetiti di Confindustria, vero co-gestore della futura scuola morattiana sin dalle nuove medie uso avviamento.

Di fronte a tali prospettive anche la CGIL Scuola (che sul suo sito nazionale blatera dal 28 Febbraio di un presunto "sciopero della scuola" proclamato contro la riforma Moratti), prende in giro la categoria. In realtà non sa far altro che seguire i partner confederali che nel frattempo partecipano a tavoli di "confronto" ai quali la CGIL non aderisce. Il sindacato di Epifani aveva peraltro già "fatto finta di non vedere" a fronte dell'accordo raggiunto dalla Moratti con l'ANCI (comuni italiani), ove si accettava la trasformazione del tempo pieno in un dequalificante dopo-scuola a termine (un anno di vita in più...poi si vedrà) e unicamente custodialistico, incentrato sulle ore di mensa (10) e sulla marginalizzazione delle educazioni.

Bene ha fatto quindi l'Unicobas a proclamare per primo ed effettuare lo sciopero del 1° Marzo scorso. L'unico che, con adesioni rilevanti, ha posto all'ordine del giorno la battaglia sindacale contro la Moratti.

L'Unicobas non aderirà a qualsivoglia sciopero che non sia specifico per la scuola.

Raccoglieremo in altra data, e con ancora maggior forza, la protesta che cresce ("non aderendo e non sabotando" rispetto allo sciopero sulle pensioni), visto che è ormai chiaro anche alla base Confederale quanta poca considerazione per la scuola abbia chi la dirige.