Travasi di sangue (.. E DI BILE)
 
Mentre alle statali si taglia, il Parlamento dialoga per ridare soldi alle private.  E sono d'accordo anche alcuni deputati del Partito Democratico e dell'Italia dei Valori. Perchè sono tutte scuole pubbliche, grazie al sistema paritario. E poi si vuole impedire ai bambini di andare a scuola dell'infanzia?
 
Chiediamo: chissà perché non si sono incrementate in tutti questi anni le scuole d'infanzia statali?
 
Altro che "senza oneri per lo Stato"!
 
leggete con attenzione per verificare, questo Resoconto stenografico della seduta della Camera del 10 novembre 2008

Esame dell'emendamento Rubinato Tab. 2.18.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Volontè. Ne ha facoltà.

LUCA VOLONTÈ. (Udc)

Signor Presidente, intervengo per assicurarmi innanzitutto che sia stata aggiunta la mia firma, come avevo segnalato all'inizio della seduta, e per svolgere una dichiarazione di voto favorevole da parte del nostro gruppo sull'emendamento della collega Rubinato Tab. 2.18, che riprende l'identico emendamento del collega Toccafondi Tab. 2.17. Con grande intelligenza entrambi questi colleghi, Toccafondi e Rubinato, hanno riposto alla nostra attenzione un elemento fondamentale di discussione su cui chiederei, appunto, un minimo di attenzione. Non voglio fare battute, ma mi sovviene che qualche settimana fa l'attuale Presidente del Consiglio si sia accorto di questo taglio di 134 milioni di euro contro le scuole paritarie ed abbia pubblicamente affermato che tale disguido sarebbe stato corretto durante la votazione nei due rami del Parlamento del provvedimento che stiamo per adessoesaminando (e cioè, il bilancio di previsione). Non è dunque esclusivamente la dichiarazione di un esponente dell'opposizione o delle opposizioni; a fronte di una serie di lamentele per questo taglio drammatico nei confronti delle scuole materne paritarie, il Presidente del Consiglio, qualche settimana fa, ha riconosciuto che non solo questo taglio c'era, ma che lo avrebbe ricostituito. Oggi ci troviamo a votare questo emendamento al nostro esame, e cioè a dar seguito non solo a ciò che chiede la Federazione italiana delle scuole materne, ma anche alle reali intenzioni pubbliche espresse dal Presidente del Consiglio. Mi attendo quindi che l'emendamento della collega Rubinato Tab. 2.18 che ho avuto il piacere di firmare (così come era stato formulato anche da parte del collega Toccafondi) e che abbiamo sottoscritto interamente come gruppo dell'UdC venga approvato e trovi il consenso da parte di tutta la maggioranza del Parlamento (da parte di chi ne è stato il presentatore, e cioè la collega Rubinato ed il suo gruppo parlamentare, del nostro gruppo parlamentare, degli altri gruppi parlamentari e certamente del gruppo parlamentare del Popolo della Libertà che costituisce il riferimento più ampio del Presidente del Consiglio, il quale aveva assicurato una ricostituzione dei fondi). Diversamente, caro Presidente e cari colleghi, diventerà difficile seguitare a dire che ci sono stati degli errori in materia di finanziamento alle scuole paritarie quando, nemmeno davanti alle paritarie che si occupano delle scuole materne, si ha il coraggio di rimettere i soldi che sono stati sottratti.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

Si tratta di una battaglia - lo dico a chi, da qualche anno, ha avuto il modo e l'onore di rappresentare il popolo italiano in questa Aula - che non è esclusivamente di questo Esecutivo. Molti esponenti che siedono nei banchi dell'attuale maggioranza, infatti, hanno compiuto nella scorsa legislatura questa battaglia, con me e con altri, nei confronti del Ministro Padoa Schioppa, prima ancora del Ministro Visco e dello stesso Ministro Tremonti (nel secondo Esecutivo guidato dal Presidente Berlusconi) che casualmente, già allora, aveva fatto cadere la sua forbice nei confronti dello stesso capitolo di bilancio di quelle scuole paritarie materne che riguardano decine, se non centinaia, di migliaia di famiglie italiane. È facile, poi, riempirsi la bocca con la creazione degli asili, con i finanziamenti volti a garantire la possibilità alle mamme di affidare i propri figli alle scuole materne, quando già si tagliano queste realtà di privato sociale, questo servizio pubblico, non svolto dallo Stato, che agisce nel territorio.

PRESIDENTE.

La invito a concludere.

LUCA VOLONTÈ (Udc)

Mi dispiace essermi accalorato, ma è un argomento che non riguarda la teoria politica con cui si sta assieme, e neanche la campagna elettorale, ma il concreto svolgimento di vita e di servizi che le famiglie italiane, da domani, possono, o non possono, avere a disposizione. Questo voto è anche a favore della coerenza del Presidente del Consiglio: pensateci voi.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rubinato. Ne ha facoltà.

SIMONETTA RUBINATO (PD)

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signori rappresentanti del Governo, è già stata illustrata, da chi mi ha preceduto, la gravità di questo taglio; io vorrei calarlo ancora di più nella realtà. Se a livello nazionale vi sono 531.258 bambini su 1.652.689 che frequentano scuole d'infanzia non statali, significa che in questo momento stiamo applicando un taglio gravissimo di un quarto dello stanziamento previsto in bilancio nel 2008 a carico di un terzo delle famiglie italiane. In alcune regioni, ciò è ancora più grave. Io provengo dalla regione Veneto, dove i bambini che frequentano le scuole paritarie per l'infanzia, non statali, sono quasi il 70 per cento, della popolazione scolastica dai tre ai sei anni. Il taglio previsto per il Veneto è di 9 milioni di euro per questo anno e poi crescerà nei prossimi anni. È chiaro, allora, che queste scuole o devono chiudere, oppure devono aumentare le rette. Nella realtà, non vi è in discussione il principio della parità giuridica tra le scuole statali e non statali. È in discussione il principio della parità di trattamento delle famiglie

italiane, dei bambini dai tre ai sei anni, perché in molte zone del Paese non vi è un'alternativa alla scuola d'infanzia paritaria non statale, alla scuola comunale, alla scuola tenuta dalla parrocchia, dal comitato dei genitori o da una IPAB. Si tratta di scuole che sono nate in applicazione di un sano principio di sussidiarietà, tutelato dalla Costituzione.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

Questi territori che hanno la capacità di trovare le risorse sul territorio stesso per garantire un servizio alle famiglie, si vedono «premiati» con un taglio del tutto indiscriminato e ingiustificato. Vi deve essere la consapevolezza piena che qui si sta minando il principio di parità di trattamento delle famiglie e dei bambini. Tra l'altro, la situazione, quella concreta, quella vera, è ancora più grave di quello che potremmo pensare essere la conseguenza di questo taglio, per un motivo molto semplice: questo taglio si interseca con le conseguenze negative di un'altra normativa «cappio», quella del Patto di stabilità. Le regioni, specialmente quelle che hanno un'alta percentuale di bambini che frequentano queste scuole, come il Veneto, solitamente stanziano dei contributi. Nei comuni dove si trovano queste scuole (in alcuni comuni del trevigiano vi sono solo queste scuole e, per esempio, in provincia di Treviso - il dato che conosco meglio - il 75 per cento dei bambini hanno solo queste scuole come offerta di un servizio all'infanzia), i contributi previsti per le stesse sono erogati con fatica dai comuni. Ebbene, il patto di stabilità impedisce e blocca i pagamenti alle scuole, sia da parte della regione, sia da parte dei comuni, perché hanno il problema di rispettare un tetto di spesa. Pensate che in Veneto, solo da una settimana - e siamo ad ottobre -, sono stati finalmente liquidati i primi soldi da parte della regione a queste scuole. Inoltre, tali scuole hanno dovuto sostenere la dovuta applicazione dell'aumento contrattuale agli insegnanti (un aumento considerevole). Non solo non ne teniamo conto, ma addirittura tagliamo di un quarto il finanziamento che è stato previsto in un momento in cui la vigenza del rinnovo contratto ancora non sussisteva. Lo dico per dare il senso della gravità del fatto che, nonostante le parole del Premier, non si sia trovato il modo per reperire 113 milioni di euro, che non sono relativi all'adeguamento dovuto per gli aumenti contrattuali degli insegnanti, ma si tratta semplicemente di mantenere ciò che era già stanziato nel bilancio 2008. Si riescono a trovare le risorse per molte altre questioni che forse non sono così urgenti come questa. Si riescono a trovare risorse per i banchieri, si riescono a trovare risorse per i concessionari autostradali, ma non si riescono a trovare le risorse per garantire l'apertura di questi servizi essenziali sul territorio e per le famiglie, nonostante che l'attuale maggioranza, su questo tema, si sia molto spesa e abbia dato, a parole, ampie garanzie. Evidentemente, nonostante le promesse elettorali, questo tema non è una priorità nell'agenda di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toccafondi. Ne ha facoltà.

GABRIELE TOCCAFONDI (PDL)

Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione gli interventi sull'emendamento in esame e devo dire che condivido moltissime argomentazioni sollevate. Sono le mie stesse argomentazioni sollevate in Commissione, come il Governo sa, però manca un passaggio fondamentale e chiave sull'argomento. Oggi in Aula il Governo ha usato parole chiare: sulla questione del reintegro di tali fondi alle scuole non statali, il Governo ha dichiarato la propria volontà e l'impegno a reintegrare tale fondo entro l'anno con un'adeguata opertura finanziaria. Non si tratta solo di una questione formale, ma assolutamente di sostanza, perché gli emendamenti - si sa - vanno ad incidere su altre spese di altri Ministeri, non sempre piacevoli, soprattutto nel contesto di questa finanziaria, così diversa da quelle degli anni precedenti.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

Quindi, è chiaro che è molto più utile se il reintegro della spesa lo fa direttamente il Governo e non il Parlamento, che andrebbe ad incidere esclusivamente su altri capitoli di spesa anche molto, molto importanti. Però, Presidente, mi lasci anche dire che oggi con gli interventi in Aula, soprattutto da parte del Partito Democratico, dobbiamo prendere atto che il Partito Democratico è per il pieno riconoscimento della scuola privata e che lavorerà per noi in questi cinque anni per la reale parità scolastica e sarà anche al nostro fianco per spiegare ai manifestanti che non è vero che si taglia alla scuola pubblica per dare alla scuola privata. In questo senso, sono decisamente soddisfatto (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole De Pasquale.

Ne ha facoltà.

ROSA DE PASQUALE (PD)

Signor Presidente, vorrei dire a nome del PD, che il Partito Democratico non è per la scuola privata ma per la scuola pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico ). Infatti, sosteniamo questo emendamento perché da quando è in vigore la legge n. 62 del 2000, che delinea il sistema nazionale di istruzione, viene individuata nell'ambito della scuola pubblica tanto quella statale quanto quella paritaria, con eguale dignità e che conduce ad eguali diritti e doveri. Infatti, in tutte le regioni della nostra Italia vi sono diverse zone in cui lo Stato non è in grado di garantire l'apertura di scuole materne e primarie quante sarebbero necessarie per coprire tutta la richiesta delle famiglie. In questi casi, che sono davvero numerosi, il sistema integrato di scuola pubblica, come normato dalla legge 10 marzo 2000, n. 62, garantisce un servizio che nasce proprio nelle singole comunità territoriali...

PRESIDENTE

La invito a concludere, onorevole De Pasquale.

ROSA DE PASQUALE (PD)

...tramite una sinergia tra le diverse componenti (regioni, enti locali, comuni, associazioni, famiglie e quant'altro)* ,  che possono così assicurare anche la qualità del servizio offerto e garantire sul territorio spesso l'unico luogo di socializzazione, educazione e istruzione pubblica. Volevo dire...

PRESIDENTE

Onorevole De Pasquale, la ringrazio, ma il tempo a sua disposizione è terminato.

ROBERTO GIACHETTI (PD)

Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE

Ne ha facoltà.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

ROBERTO GIACHETTI

Signor Presidente, intervengo brevemente per rivolgere un invito, anche alla luce delle considerazioni che abbiamo ascoltato. Mi permetto soltanto di dire all'onorevole Toccafondi che dovremmo cercare di non scivolare troppo sulla considerazione secondo la quale è bene che il Parlamento non intervenga sui provvedimenti. Infatti, va benissimo che il Governo presenti le sue proposte: ma se il Parlamento eventualmente matura la possibilità di modificarle, magari migliorandole e raccogliendo le esigenze che unanimemente sono state prese in considerazione, probabilmente ciò è utile e forse è anche questa la funzione del Parlamento e della nostra Assemblea. Altrimenti, non si capisce bene perché dovremmo stare qui, se non semplicemente per prendere atto delle proposte del Governo e – mi consenta, onorevole Toccafondi - anche delle sue promesse, che a lei ispireranno tutta la fiducia del mondo, ma mi consentirà anche di dire che tutta questa fiducia in noi, forse, non la ispirano. Tuttavia, se lei ha presentato un emendamento sostanzialmente identico a quello presentato dall'onorevole Rubinato e poi lo ha ritirato, evidentemente anche lei ha qualche dubbio sul fatto che fosse necessario intervenire. Vorrei chiedere al Governo, al sottosegretario Vegas e anche al Ministro Vito se, alla luce di un dibattito - ripeto - sul quale non mi pare che vi sia una strutturale divergenza di vedute, non sia il caso di prendere in considerazione l'ipotesi di modificare il parere e di rimettersi all'Assemblea su un argomento di questo tipo, sul quale ritengo che sia diffuso il consenso anche da parte di tanti deputati della maggioranza.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Coscia. Ne ha facoltà.

MARIA COSCIA (PD)

Signor Presidente, prima di affrontare la questione da un punto di vista - se mi consentite - ideologico, ritengo che dobbiamo partire da un dato della realtà. In prevalenza la legge 10 marzo 2000, n. 62, affronta il tema delle scuole dell'infanzia comunali, oltre che delle scuole dell'infanzia né statali né comunali; in realtà, non c'è da parte dello Stato nel nostro territorio una capacità di rispondere a tutta la domanda esistente e tanto meno è prevista la generalizzazione della scuola dell'infanzia. Tant'è che in gran parte del Paese suppliscono i comuni e nel Mezzogiorno suppliscono realtà private.

PRESIDENTE

La prego di concludere.

MARIA COSCIA (PD) È dunque vero che per migliaia e migliaia di bambini viene messo in discussione il diritto allo studio e a frequentare una scuola importante come la scuola dell'infanzia. Ecco perché insistiamo per il voto favorevole sull'emendamento

Rubinato Tab. 2.18.Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Misiani. Ne ha facoltà.

ANTONIO MISIANI (PD)

Signor Presidente, desidero apporre la mia firma all'emendamento Rubinato Tab. 2.18 e segnalare un tema a quest'Assemblea. È stata posta la questione del taglio per il 2009 e il Governo ha assunto in Aula un impegno di cui bisogna prendere atto. Segnalo che il taglio sale al 42 per cento delle risorse nel triennio 2009-2011: quindi vi è un intero comparto, che copre il 42 per cento delle spese per i bambini che frequentano la scuola dell'infanzia e una quota consistente di quelle per la scuola primaria, che oggi non ha certezze sul futuro. Le risorse mancanti rischiano di scaricare costi aggiuntivi sugli enti locali, con le difficoltà che conosciamo o, peggio ancora, sulle famiglie, che oggi usufruiscono di un servizio pubblico offerto da una grande realtà privata, ma anche comunale: infatti, il comparto delle scuole non statali è una realtà ampia e variegata, laica, religiosa e comunale e questo servizio rischia di essere messo in difficoltà. Se il Parlamento è convinto - ed io credo che lo sia - che le scuole statale e paritaria non costituiscano un costo da tagliare, ma una risorsa da valorizzare, credo che un segnale vada dato approvando l'emendamento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Galletti. Ne ha facoltà.

GIAN LUCA GALLETTI (UDC)

Signor Presidente, intervengo solo per rimarcare il fatto che non stiamo parlando di scuola privata, ma di scuola paritaria. La scuola paritaria è quella che, soprattutto nella scuola materna, assicura la copertura delle domande delle famiglie. Ciò significa che quando le scuole paritarie chiuderanno - infatti, con questi tagli dovranno chiudere -, le famiglie non troveranno nella scuola pubblica un sostituto, perché le scuole pubbliche sono piene, e dovranno tenere a casa i figli: stiamo parlando di questo, stiamo parlando del venir meno di un servizio sul territorio. Così capita in tante zone del Paese: in Emilia-Romagna, ad esempio, questo servizio è diffuso e la copertura piena viene assicurata proprio dalle scuole paritarie. Le famiglie avranno come unica soluzione quella di cercare servizi alternativi, che sono molto più costosi della scuola paritaria. Allora, ancora una volta non cogliamo l'occasione per varare provvedimenti a favore della famiglia, ma adottiamo addirittura provvedimenti contro la famiglia. Trovo che questo non si possa inserire nel contesto.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

PRESIDENTE.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

ANTONIO BORGHESI (IDV)

Signor Presidente, penso che tutti noi abbiamo assistito, in queste settimane, alle proteste che si sono levate su questo tema e su questi tagli specifici e credo che quanto hanno detto i colleghi dovrebbe fare riflettere la maggioranza: continuate a parlare di interventi a favore delle famiglie, del potere delle famiglie, a favore delle classi più deboli, ma continuate a tagliare anche i servizi minimi indispensabili alle famiglie. Ciò non solo attraverso questa strada, perché i comuni che stanno facendo i loro bilanci sono costretti giorno per giorno a tagliare anche gli ulteriori servizi a favore delle famiglie. Questo è un Governo contro le famiglie, contro le classi deboli ed in questo caso anche contro la scuola paritaria, che è di supporto alla scuola pubblica.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Boccia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO BOCCIA (PD)

Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma sull'emendamento in esame e per ribadire semplicemente, a futura memoria, per quando in quest'Aula parleremo di costi standard, che le scuole materne sono una dimostrazione di come il basso costo non significa una maggiore copertura del servizio. Noi, non votando l'emendamento in esame, scaricheremo la differenza sulle tariffe, e quindi sulle famiglie, oppure direttamente sulle casse dei comuni, che quindi dovranno intervenire. La valutazione economica che ad oggi si fa sulle scuole materne, e più in generale anche sugli asili nido, ci porta a dire che più basso è il costo e più alto è il servizio coperto mentre, di fatto, laddove si interviene tagliando, così come ha fatto il Governo, si scaricherà inevitabilmente il costo di questo servizio sulle tariffe e quindi sulle famiglie e sulle casse dei comuni.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bobba. Ne

ha facoltà.

LUIGI BOBBA (PD)

Signor Presidente, intervengo anch'io per aggiungere la mia firma all'emendamento in esame, perché non si può negare a mezzo milione di bambini il diritto di accedere alla scuola dell'infanzia, facendoli diventare di fatto diseguali rispetto a tutti gli altri: si tratta del principio di uguaglianza e del diritto alla scuola e allo studio per tutti, garantito attraverso il sistema regolato dalla legge n. 62 del 2000, che introduce appunto le scuole paritarie nel più generale sistema pubblico. Dunque, è un taglio assolutamente inaccettabile che produce disuguaglianze ancora più inaccettabili.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale l'onorevole Delfino. Ne ha facoltà.

TERESIO DELFINO (UDC)

Signor Presidente, intervengo per apporre la mia firma all'emendamento Rubinato Tab.

2.18 e per ricordare che siamo a dieci anni dall'approvazione della legge concernente la scuola paritaria. In occasione di un grandissimo dibattito in quest'Aula, l'allora opposizione di centrodestra sosteneva la necessità di andare oltre e di dare più forza e più sostegno a questa libertà di scelta. Oggi, in questa finanziaria, vedo negata tale prospettiva. Signor Presidente, come membro dell'intergruppo per la sussidiarietà, vorrei, altresì, domandare ai tanti colleghi che ne fanno parte quale coerenza vi sia rispetto ad un impegno e ad una realtà scolastica che attui pienamente questo principio. Sottoscrivendo l'emendamento in oggetto, mi auguro che quella condivisione comune sulla libertà scolastica, sulla libertà di scelta dei familiari e sulla sussidiarietà trovi qualche accoglimento in relazione all'espressione del voto su di esso.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarubbi. Ne ha facoltà.

ANDREA SARUBBI (PD)

Signor Presidente, anche io vorrei apporre la firma all'emendamento in oggetto e rivolgere un appello ai colleghi della maggioranza che hanno dei bambini piccoli, che vanno negli asili e che sanno che in quelli statali semplicemente non vi è posto per tutti. Qui non si tratta di stabilire se una scuola è privata o pubblica, ma si tratta di dire se essa svolge un servizio pubblico oppure no. Chi è genitore di bambini piccoli sa cosa sto dicendo.

PRESIDENTE Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ciccanti. Ne ha facoltà.

AMEDEO CICCANTI (UDC)

Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma all'emendamento Rubinato Tab.

2.18, sottolineando il principio della sussidiarietà, che sta alla base della difesa di questo emendamento. Non è un caso che una delle riforme principali che tiene unita questa maggioranza è quella in materia di federalismo fiscale, già in discussione al Senato. In relazione al federalismo fiscale, è necessario avvicinare il più possibile i benefici al contribuente: il beneficiato e il contribuente devono trovarsi, in qualche modo, uno di fronte all'altro in termini più vicini possibile. Ebbene, questo già avviene per quanto riguarda la scuola paritaria: un milione e mezzo di bambini oggi frequentano la scuola paritaria. Con i tagli lineari che sono stati operati dal Ministro Tremonti in nove minuti e mezzo, senza procedere cioè ad un taglio selettivo della spesa pubblica, ben 500 mila bambini dovranno vedersi chiuse le scuole a causa di tale taglio indiscriminato.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

PRESIDENTE

La invito a concludere.

AMEDEO CICCANTI (UDC)

Io, che faccio parte dell'intergruppo per la sussidiarietà, rivolgo un appello a tutti colleghi, anche del Popolo della Libertà e della Lega Nord, che ne fanno parte, affinché votino l'emendamento in oggetto. È necessario, infatti, dare una risposta che ci è stata chiesta dalla società civile, anche in ragione di quella sussidiarietà orizzontale per la quale ci

battiamo. PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Capitanio Santolini. Ne ha facoltà.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (PD)

Signor Presidente, anche io chiedo di apporre la mia firma a questo emendamento e vorrei semplicemente ricordare che qui si tratta anche di questioni economiche e non solamente di questioni di principio, giustamente richiamate dai colleghi. Oggi, un bambino che frequenta una scuola non statale costa allo Stato circa 500 euro. Se questo bambino viene iscritto alla scuola statale, costerà 6 mila euro: è un problema di semplici conti che potrebbe fare chiunque. Pertanto, poiché tutti noi abbiamo ricevuto delle mail, in cui si sostiene che diamo i soldi ai ricchi e ai preti e che la scuola statale versa in gravi condizioni e noi ci prestiamo a queste operazioni, a quelle persone, che sono ideologicamente collocate, va spiegato questo semplice conto.

PRESIDENTE

La invito a concludere.

LUISA CAPITANIO SANTOLINI (PD)

Non credo che la destra, che ha sempre difeso la libertà delle famiglie e la scuola non statale, possa essere assommata a questa ideologia, quasi sempre di sinistra, che voleva negare l'esistenza e la sussistenza delle scuole non statali.

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Garagnani. Ne ha facoltà.

FABIO GARAGNANI (PDL)

Signor Presidente, sono compiaciuto della convinzione unanime dell'Assemblea sulla funzione sociale delle scuole paritarie. Senza entrare nel merito dei problemi toccati anche dal collega Toccafondi, che condivido, ricordo però, soprattutto ai colleghi del Partito Democratico, un minimo di coerenza. È la prima volta da sette anni, da quando sono in questo Parlamento, che sento parlare con questa enfasi giusta della scuola paritaria (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tuttavia, nelle Assemblee e nelle manifestazioni di questi giorni, voi vi distinguete per attaccare il Governo perché avrebbe penalizzato la scuola pubblica.

Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

Un'ultima considerazione. Cercate anche di volgere lo sguardo alle realtà dove governate voi: in Emilia Romagna non vi è una legge sul diritto allo studio e le scuole materne sono totalmente penalizzate da parte dell'intervento pubblico. Pertanto, cerchiamo di distinguere la demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) dalla consapevolezza della gravità dei problemi che sono oggetto della nostra attenzione. Siamo seri (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pezzotta. Ne ha facoltà.

SAVINO PEZZOTTA (UDC)

Signor Presidente, devo confessare di non aver compreso il perché di questo taglio. Avrei capito se fosse stato un taglio riferito a disfunzioni o a sprechi, invece qui stiamo mettendo in discussione quella che potremmo definire una libertà di insegnamento. Dico all'onorevole Garagnani, che è intervenuto prima di me, che qui non è il caso di attaccare, ma di votare! Pertanto lo invito ad essere coerente e a votare come me: cioè, a votare a favore (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nannicini. Ne ha facoltà.

ROLANDO NANNICINI

Signor Presidente, il tema non è attaccare chi presenta l'emendamento, però ricordo all'onorevole Garagnani che la legge n. 62 del 2000 è una legge del Governo di centrosinistra che era presieduto dall'onorevole D'Alema (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori). Vorrei concludere. Non sono abituato a sentir parlare di assenza di cifre in cui si dice che le regioni rosse non sostengono: vi sono leggi ben precise sull'assistenza e il diritto allo studio sia in Toscana, sia in Emilia Romagna. Quindi se le ripassi, voti con noi e si metta a ripassare meglio la lezione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)!

PRESIDENTE

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento

Rubinato Tab. 2.18, non accettato dalla Commissione né dal Governo.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

(Presenti 451 Votanti 442 Astenuti 9 Maggioranza 222 Hanno votato sì 198 Hanno votato no 244).Editing a cura della Redazione del sito WEB PavoneRisorse – 10.11.2008

*(NB : sono le fondazioni previste dal ddl Aprea)