Unicobas scuola

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COMUNICATO STAMPA 1° FEBBRAIO 2002

NO ALLA CONTRORIFORMA MORATTI ANTICIPATA DAL NUOVO DECRETO: INACCETTABILE IL TAGLIO DI 56.500 DOCENTI .

SCIOPERO GENERALE: A ROMA MANIFESTAZIONE NAZIONALE IL 15 FEBBRAIO

( P.zza Esedra h. 9.30)

Il nuovo decreto Moratti non è altro che un mezzo per anticipare parti della controriforma. Il taglio di 56.500 docenti verrà prodotto per forza tramite una riduzione del tempo scuola e l'eliminazione del tempo pieno alle elementari e del tempo prolungato alle medie: la scuola si trasforma in struttura per privilegiati, lasciando la massa in pasto alle scuole private. Inoltre la qualità del sistema formativo pubblico viene pesantemente attaccata anche tramite un accorpamento selvaggio delle classi sotto i 25 alunni: questo determina non solo il taglio dei docenti ma soprattutto l'eliminazione della continuità didattica, facendo saltare gli insegnanti che hanno seguito le classi sino ad oggi per sostituirli in omaggio ad una politica di mero risparmio volta allo smantellamento del diritto allo studio.

Quel che resta del nuovo testo della riforma Moratti è ancora pieno di progetti inqualificabili. Prima vergogna fra tutte il doppio percorso formativo, con il ritorno al vecchio avviamento. Questo in ordine agli istituti professionali ridotti a scuola di serie b (4 anni) e senza un diploma "vero", primo elemento di delegificazione del titolo di studio. Istituti in più sottoposti, con la regionalizzazione (possibile anche per gli organici), alle incognite di appetiti e clientele degli enti locali - non incombe forse la scuola padana? - ed a nuove disparità per l'allestimento di supporti scolari fra regioni ricche e povere. Nonché rispetto all'affidamento degli studenti all'impresa, con la scuola a fare da spettatore, adibita solo a registrare nel curricolo l'apprendistato presso terzi. Né il quinto anno (opzionale) risolverebbe il problema di un percorso "proletario differenziale". Un primo successo è stato già ottenuto: dal primo testo sono decaduti la scuola di base "a punti" ed il "bonus" per ridurre con la frequenza nella materna il resto dell'iter di studi, i licei a 4 anni, la sparizione (o quasi) dell'educazione motoria, del latino dallo scientifico e della matematica dal classico. Ma incombe ancora una riduzione del tempo scuola e della qualità e delle materie appena menzionate. Infatti con il decreto Moratti si ripropone la riduzione del tempo scuola a 25 h. settimanali con 300 h. "aggiuntive" per insegnamenti opzionali. Per quanto riguarda la scuola dell'infanzia, sarebbe molto più conseguente l'ingresso nell'obbligo dell'ultimo anno della stessa, anziché l'anticipazione dell'età d'ingresso. Che dire infine delle "valutazioni" dell'istituto "INVALSI" (dove viene "riposizionato" Bertagna)? E' paradossale che, dopo la clamorosa bocciatura del concorsone per docenti di berlingueriana memoria, si propongano di nuovo quiz e standard formativi per valutare le scuole e che sempre a quiz calati dall'alto debbano venire informate le prove relative al passaggio fra i vari segmenti dei corsi di studio, sottomettendo la libertà di insegnamento a diktat burocratico-ministeriali.

Gli altri motivi di malessere risiedono in una legge finanziaria che regala esami farsa alle scuole paritarie e penalizza gli insegnanti delle commissioni interne (che dovrebbero lavorare senza compenso aggiuntivo), taglia le opportunità di lavoro per i precari trasformando i docenti di ruolo in tappabuchi per le supplenze, con circa 15.000 lire nette per gli straordinari, destina al rinnovo contrattuale meno di 50.000 lorde di "aumento" a fronte di un milione di divario con il resto d'Europa. Ed incombe comunque una riforma degli organi collegiali della scuola tutta tarata su di una logica aziendale che nulla ha a che vedere con una comunità educante. Gli insegnanti non sono travet ai quali imporre logiche impiegatizie e codici deontologici ministerial-clericali: ribadiamo che un vero cambiamento d'indirizzo si realizzerà solo quando ai docenti verrà riconosciuto l'ordine professionale, quando la scuola verrà portata fuori dal calderone del pubblico impiego e le verrà riconosciuto uno stipendio europeo. Per questo l'Unicobas, organizzazione in fortissima crescita come dimostrano i dati relativi alle elezioni ENAM del Novembre scorso, proclama lo sciopero dell'intera giornata per il 15 Febbraio, con manifestazione nazionale a Roma e propone a tutti i sindacati dell'istruzione di dar vita ad uno specifico spezzone di corteo per la scuola in quella giornata, richiamando anche le organizzazioni extraconfederali al massimo dell'unità.

Stefano d'Errico (Segretario nazionale)