PROVVEDIMENTI LEGISLATIVI SULLA SCUOLA - ECCO TUTTA LA VERITA’

Negli ultimi giorni, i rappresentanti politici del governo e dell’opposizione,si sono attivati  nell’illustrare (in modo sempre parziale e non privo di forzature) i provvedimenti adottati, con inspiegabile urgenza e senza alcun preventivo dibattito e confronto, sulla Scuola italiana.

Noi docenti dell'Istituto Comprensivo di Cecchina vogliamo offrire ai nostri concittadini, con questo documento, un parere puramente tecnico su quanto avverrà, nel tentativo di far luce sugli aspetti più importanti presenti all’interno di queste misure.

Per quanto attiene al Decreto legge 137/2008 (cosiddetto “decreto Gelmini” o anche, ufficialmente, decreto anti-bullismo nelle scuole), le due innovazioni principali sono le seguenti:

v     Insegnante unico nella scuola primaria (articolo 4).  Tale dispositivo andrà ad incidere

Ø       sull'organizzazione del tempo scuola,  ridotto a 24 ore settimanali (4-5 ore al giorno) oltre le quali, eccettuate le dichiarazioni di intenti, a livello normativo c'è il buio circa la possibilità erogazione del servizio scolastico in termini di orario. Come si ovvierà a tale inconveniente? Si dice con il personale in esubero, ma fino a quando, se ai pensionamenti non faranno seguito nuove assunzioni?

Evidenti i disagi cui andrebbero incontro le famiglie: chi si occuperà dei bambini il pomeriggio? Chi pagherà (famiglie? Ente locale?) il costo di eventuali ore aggiuntive per realizzare neanche più  la didattica, ma almeno una sorta di baby parking?

Ø       sulla progettualità della scuola: si ridurranno le risorse professionali indispensabili per lo svolgimento delle attività aggiuntive (interventi di recupero per gli alunni in difficoltà o di approfondimento per i più capaci; progetti di integrazione,  progetti speciali, manifestazioni varie) con il conseguente impoverimento dell'offerta formativa.

Ø       sul rapporto numerico tra alunni e insegnante, che inciderà in modo negativo sull'attenzione prestata al lavoro dei singoli alunni e sul controllo dei comportamenti dentro e fuori la scuola, rendendo ad esempio le uscite didattiche più difficili e meno sicure.

 v     Istituzione delle classi ponte con separazione degli alunni immigrati in classi apposite (emendamento già approvato al decreto in questione); crediamo che tale provvedimento vada contro:

 Ø       ogni logica di integrazione e necessità pedagogica: la lingua non si impara leggendo o scrivendo da soli, bensì nel confronto e con lo scambio – da italiano a straniero e viceversa  - particolarmente importante in età giovanile. Meglio sarebbe formalizzare da parte del Ministero l’organizzazione di appositi corsi di alfabetizzazione (assegnando ad esempio alle scuole maggiori risorse umane), senza con ciò negare l'opportunità di condivisione e scambio fra tutti gli alunni. Attualmente le scuole già offrono, con le poche risorse disponibili, corsi di lingua italiana per alunni stranieri: sarebbe più economico semplicemente intensificarli.

Ø       la loro stessa realizzabilità, a livello locale , dato che il flusso migratorio è normalmente discontinuo e imprevedibile (si legga a questo proposito l'articolo di Corrado Giustiniani su Il Messaggero del 16 ottobre 2008 - reperibile in Internet).

Tutto ciò senza considerare il costo, in termini sociali, pagato dal personale precario della scuola che, pur spesso con anni e anni di servizio e di esperienza maturati, si vedrà  sbarrata la possibilità di continuare a contribuire col proprio lavoro all'andamento della Scuola, con queste conseguenze:

Ø      invecchiamento progressivo della Scuola, poiché il blocco del turn over e il blocco delle nuove assunzioni lascerebbe in servizio solo i docenti più anziani, con la crescita del gap generazionale e della distanza culturale fra studenti ed insegnanti

Ø      esuberi previsti di oltre 84.000 unità di personale in tre anni: il pur gravissimo caso del personale Alitalia, da tutti seguito con il fiato sospeso, impallidisce davanti a tali cifre; ciò andrà ad aggravare la già pesante situazione di crisi che il Paese si trova a vivere.

Ø      oltre a tali esuberi, altri 45.000 circa colpiranno il personale non docente. Una scuola con meno bidelli sarà una scuola meno controllata, meno sicura soprattutto proprio da quegli episodi di bullismo contro cui  il decreto a parole è stato emanato e che avvengono, di norma, fuori dell'aula – dove solo il bidello può intervenire. Inoltre i collaboratori scolastici attualmente svolgono anche attività di assistenza di base agli alunni con difficoltà fisiche, considerando la diminuzione delle ore per gli Assistenti Educativi  prevista dagli Enti locali.

Il decreto Gelmini, istitutivo del maestro unico e delle classi per gli alunni immigrati, costituisce infatti  - benché ciò venga poco pubblicizzato - soltanto la prima tappa di un disegno di riordino della scuola italiana, che nell’arco di un triennio vedrà attuarsi quanto discende dall’art 64 della legge 133/2008  (cosiddetta“legge Brunetta”). Secondo il piano programmatico stabilito dal Ministero dell'Istruzione insieme al Ministero dell'Economia verrà attuato quanto segue:

·        per il personale docente, ridefinizione dell'organico di istituto, in base a nuovi criteri, evidentemente con la “razionalizzazione” delle risorse disponibili

·        per  i non docenti, attribuzione alle scuole di un “organico essenziale”, prevedendo a livello territoriale la possibilità di non ben precisati interventi aggiuntivi

ma non è tutto: si prefigura infatti

·        accorpamento delle classi di concorso per i docenti, senza alcuna garanzia circa il rispetto della preparazione professionale e scientifica: chi fino a ieri ha studiato e insegnato alcune discipline, manterrà la stessa competenza nel doversi improvvisare insegnante di tutt'altro?

·        accorpamento delle istituzioni scolastiche, con soppressione di classi a ridotto numero di alunni e, nuovamente, aumento del  numero di alunni affidati ad ogni insegnante

·        istruzioni poco chiare riguardo alla scuola dell'infanzia: orario solo antimeridiano o anche pomeridiano, e a quali condizioni?

·        per le scuole medie, orario obbligatorio di sole 29 ore settimanali, con prevedibile riduzione delle ore di insegnamento per  alcune discipline (italiano e storia, con evidente impoverimento della crescita culturale  dei giovani, della loro conoscenza del nostro passato e della capacità di capire il presente), proprio mentre tutto il resto del mondo aumenta anni e ore di scuola, consapevole dell'importanza strategica dell'istruzione per il futuro.

·        per gli istituti secondari superiori, riduzione delle ore  riservate alla didattica  a solamente 32 (istituti tecnici) e 30 (licei) ore settimanali, per soli quattro anni. E non oltre.

Il Decreto - e con esso le altre misure previste - non mirano dunque a realizzare un piano pedagogico alternativo, piuttosto si rivelano finalizzate a “obiettivi di contenimento” (art. 4  del Decreto, comma 1, poi emendato e tradotto con il più neutro “razionalizzazione”) della spesa scolastica. Un programma di tagli mascherato da riforma e attuato senza scopi educativi.

Sulle esternazioni, calcolate o estemporanee, dei vari rappresentanti politici circa il nostro lavoro e le gratificazioni – troppe o troppo poche – che avremmo, preferiamo non pronunciarci: continuiamo  a svolgere con passione, dignità e professionalità il nostro lavoro quotidiano. Malgrado tutto.

Gli insegnanti dell'Istituto Comprensivo Albano Loc. Cecchina