Unicobas scuola
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COMUNICATO STAMPA 15.02.2002

L'umore plumbeo dei 100mila manifestanti ha preso nel corso della mattinata i colori allegri e variopinti di una molteplice volontà capace di rivendicare, ad una voce, rispetto per i diritti dei lavoratori, contro la vergognosa libertà di licenziamento pretesa dal governo. Studenti e insegnanti hanno posto poi con forza la centralità e l'importanza della scuola, duramente attaccata dalla riforma "taglia-tutto" Moratti. Migliaia e migliaia hanno chiesto uno stipendio europeo, assegni mensili per l'acquisto di libri, ingresso a mostre e musei. Insieme si sono respinte le folli intenzioni del ministro che vuole eliminare il tempo pieno alle elementari e il tempo prolungato alle medie, sopprimere le classi con meno di 25 studenti, anche se intermedie o terminali, eliminare le maestre e i professori di musica, artistica, tecnica ed educazione fisica confinandoli nelle attività pomeridiane e sostituendoli in caso di pensionamento con prestatori d'opera, a ore, senza competenze didattiche. E poi ancora distruggere l'istruzione professionale e parte di quella tecnica regionalizzando e permettendo lo sfruttamento degli studenti da parte delle imprese. A questo forsennato attacco, mentre i confederali si contentano di un miserevole aumento e di un tavolo di dialogo che non deciderà nulla perché Tremonti e la Finanziaria sono chiari, netti e vincolanti, il mondo dell'istruzione ha risposto, consapevole che è interesse di tutti, dell'intera società, difendere la scuola pubblica e respingere gli oltre 6Omila tagli di cattedre programmati, che avrebbero come unico risultato quello di trasformare le aule parcheggi minando ogni possibilità di dialogo, di ascolto, di ricerca educativa.

Proprio lo striscione dell'Unicobas per l"Ordine dei docenti" ha raccolto il consenso di tanti e tanti giunti da ogni parte d'Italia, a dimostrazione che è sempre più forte il bisogno di tutela contro i programmati premi di produttività che riaprono spiragli a concorsoni e valutazioni inventate a tavolino dal professor Bertagna, il riformatore bocciato persino agli Stati Generali. Il successo delle nostre proposte spiega anche le alte percentuali di adesione allo sciopero, come risulta dai dati relativi alle province dove l'Unicobas è più presente, cominciando dal 60% di Roma, dove il nostro sindacato ha appena vinto con il 24% le elezioni provinciali ENAM conseguendo il primo dei quattro seggi in palio e distanziando la Gilda di 20 punti percentuali, la Uil di 18 punti, i Cobas di 14 punti, la Cisl di 11 punti. lo Snals di 4 e la Cgil di 3.

Dignità, libertà, considerazione e qualità, un autentico progetto alternativo che la scuola ha visto essere condiviso dalle altre categorie in piazza. a partire dai tanti lavoratori della C. I .B. Unicobas (Confederazione Italiana di Base), dalla sanità agli enti locali, dagli operai dei cantieri navali di Massa Carrara, agli operai dell'Ansaldo di Sesto San Giovanni.

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)