COMUNICATO STAMPA 17.10.2001

CONFERMATO LO SCIOPERO GENERALE DEI DOCENTI

PER VENERDI' PROSSIMO 19 OTTOBRE 2001

L'Unicobas conferma lo sciopero proclamato per Venerdì prossimo 19 Ottobre 2001 con manifestazione dal Ministero dell'Istruzione a Montecitorio (h. 10.00). Lo sciopero è determinante perché, attuandosi in una situazione di vera e propria ebollizione del personale scolastico raggiungerà un largo seguito. Lo sciopero è determinante perché cade nel giorno nel quale la Moratti incontra CGIL, CILS, UIL, SNALS e GILDA, e serve ad evitare che vengano raggiunte mediazioni inaccettabili alle spalle dei docenti italiani. La manifestazione partirà dal ministero in contemporanea con l'avvio del confronto sindacati-ministro, così le OO. SS. e la Moratti avranno modo di verificare direttamente, affacciandosi alla finestra qual'è la rabbia che le proposte indecenti introdotte nella Legge Finanziaria hanno determinato nella scuola reale, per ricordare loro che il vero interlocutore non sono le sigle sindacali, ma gli insegnanti e la scuola stessa. Una categoria stanca di essere truffata, Governo dopo Governo, con tagli vergognosi dell'organico. Una categoria che, spesso con la connivenza delle organizzazioni sindacali, è stata fatta oggetto di attacchi indiscriminati che ha dovuto respingere da sola, come nel caso del concorsaccio sindacal-berlingueriano. Una categoria, quella dei docenti, ridotta a retribuzioni indegne di un paese civile: 1/4 dello stipendio degli svizzeri, 1/3 di quello dei francesi, la metà di quella dei tedeschi ed inferiore di 1.000.000 netto alla media retributiva, anche se si analizza il rapporto con spagnoli, greci, portoghesi e coreani.

La Legge Finanziaria della Moratti è l'ultimo insulto e verrà respinto totalmente in blocco. Non si può mediare sull'aumento d'orario imposto a 24 ore. Non si può mediare su un assurdo giuridico come lo straordinario obbligatorio. Non si può mediare sulla trasformazione dei professionisti dell'educazione in tappabuchi costretti a fare 6 ore di supplenza a settimana oltre alle loro 18 ore di cattedra. Non si può mediare sul licenziamento di fatto della stragrande maggioranza dei precari derivante dall'eliminazione di fatto del diritto alla sostituzione per malattia del personale di ruolo. Non si può mediare sul taglio immediato di almeno 34.000 cattedre dovuto all'accorpamento degli "spezzoni" alle cattedre normali. Non si può mediare sulla distribuzione della qualità della didattica derivante dall'utilizzazione del docente "qualsivoglia" (insegnante di educazione fisica che viene spedito a coprire l'assenza di quello di lettere, il quale a sua volta andrà poi a sostituire il docente di matematica, che verrà comandato sulla sostituzione di quello di educazione fisica).

Costringeremo la Moratti a cedere, così come ha ceduto Berlinguer. Cederà anche sull'idea perversa di imporre al corpo docente italiano un codice deontologico dettato d'ufficio da grigi burocrati ministeriali. Ad una categoria di professionisti va per prima cosa riconosciuta l'autonomia professionale. che nel nostro caso è assai importante, trattandosi di libertà d'insegnamento. Non s'è mai visto un ministro della Sanità dettare le regole della funzione medica, né un ministro di Grazia e Giustizia imporre agli avvocati la "valutazione" dei magistrati. La Moratti non può pensare di trattarci come impiegati o di farci valuta presidi. La categoria sta alzando la testa e rivendica l'istituzione di un ordine professionale dei docenti, finalmente in un paese dove esistono perfino l'ordine delle ostetriche e quello dei radioestetisti ma non si ha considerazione alcuna della centralità sociale e del ruolo della scuola. Il contratto della scuola deve essere portato fuori dal campo del Pubblico Impiego, col quale non abbiamo nulla a che vedere e riconsiderato a livello dell'Università, perché analoga è la funzione che vi si svolge: così come l'Università la scuola non può soggiacere alle follie introdotte nel '95 con la privatizzazione del rapporto di lavoro dei pubblici dipendenti. La scuola, secondo il dettato costituzionale, è un'istituzione ed in quanto tale, esattamente come l'Università, deve avere regole a parte, definite in modo diverso da quelle previste per i "servizi". Questi sono, insieme al raggiungimento di una retribuzione di livello europeo, gli obiettivi dello sciopero di Venerdì 19 Ottobre 2001, contro l'intera logica negoziale vista sinora e non solo contro una Legge Finanziaria che prevede al massimo 50.000 lire d"aumento" pro-capite.

Il Governo, la sua lady di ferro e gli stessi sindacati che tino ad oggi hanno tentennato e che ancora pietiscono incontri inconcludenti, si renderanno conto Venerdì di quanto potente sia la rivolta della scuola militante. I sindacati Confederali, l'autonomo SNALS e la neo filogovernativa GILDA hanno perso un'occasione d'oro per uno sciopero unitario e per non farsi marginalizzare nei fatti dalla loro stessa prassi attendista. I Cobas hanno dimostrato ancora una volta di seguire logiche autistiche, dettate più dall'esigenza di difendere la propria visibilità di bandiera che non gli interessi della scuola. Gli uni e gli altri seguono indicazioni politiche e di partito, la stessa CGIL Scuola ha le mani legate da Cofferati perché per scioperare aspetta "il via libera" di Cofferati che intende utilizzare la giusta protesta della scuola per finì generai-generici con il rischio che anneghi, nell'ambito di uno sciopero intercategoriale, nel mare magno delle rivendicazioni dei metalmeccanici e di altre categorie.

Solo l'Unicobas punta effettivamente, e senza mediazione alcuna ad eliminare integralmente e nei tempi dovuti, l'indecente pacchetto scuola introdotto nella Legge Finanziaria.