Unicobas scuola
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- COMUNICATO STAMPA 17.11.2000 -

La disposizione sul precariato è solo un escamotage per ridurre i posti.

Secondo gli stessi calcoli del Ministero della Pubblica Istruzione, 67.000 sarebbero le cattedre necessarie da subito per far fronte alle esigenze di ricambio dovute al turn over (dati ufficiali). Va anzi sottolineato che tali cattedre sono già state sottratte ai precari, che avrebbero avuto diritto ad essere assunti dallo scorso Settembre. Si consider, infine, che sarebbero necessari altre 30.000 assunzioni per i ruoli del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Da questi semplici enunciati, si ricava che il numero di assunzioni è inadeguato. Infatti il Governo ha operato il calcolo sulla base di una media “ministeriale” spuria, che non ha tenuto conto del fatto che la scuola ha una sua specificità, dovuta anche anche all’illegittimo decreto del ‘97 che ha scaglionato i pensionamenti del comparto, la qual cosa ha ridotto il volume delle domande di quiescenza che avrebbero inciso molto su quell’anno, ma ha altresì prodotto picchi più alti negli anni successivi, che non sono stati tenuti in conto nel calcolo della media, “parificata” d’ufficio a quella degli anni precedenti, nonché degli altri ministeri.

Un esempio in più di come venga considerato il mondo della scuola, amministrato con logiche impiegatizie di quart’ordine e sottoposto a continui gravosi “risparmi”. In proposito, va rilevato come la legge finanziaria continui a non comprendere alcun investimento per il raggiungimento della media salariale europea: casa fanno CGIL, CISL, UIL e SNALS? Evidentemente le manovre di Ottobre erano solo boutades propagandistiche per carpire voti nelle elezioni delle Rappresentanza Sindacali Unitarie del 13 Dicembre. Ma i lavoratori della scuola hanno ben capito l’antifona, e per loro sarà molto dura!

Con il decreto sulle assunzioni, siamo quindi di fronte ad un altro provvedimento che ha come unico risultato quello di ridurre il numero delle cattedre ed i posti dei non docenti, aumentando i carichi di lavoro pro-capite, naturalmente “gratis et amore Dei” (aumento degli alunni per classe, aumento delle ore di lezione, incremento delle responsabilità amministrative e di custodia e vigilanza). In linea con la politica di “autogestione della miseria” che viene spacciata per autonomia scolastica. In linea con il “Disordino” dei Cicli, una riforma che, come tutti sanno ormai, si vorrebbe autofinanziare con il taglio di 80.000 cattedre.

Contro tutto ciò, la scuola darà di nuovo un segnale di forza, con il grande sciopero che si sta preparando, che affosserà definitivamente una politica scolastica assolutamente inaccettabile, a cominciare dalla contro-riforma sui Cicli. Rispetto alla data, si sta di nuovo lavorando per una scadenza unitaria anche con Gilda e Cobas.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)