Unicobas scuola

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COMUNICATO STAMPA 1.8.2000

BASTA CON I CONCORSI, COACERVO DI CLIENTELE E PRESSAPPOCHISMO

I gravi episodi citati dalle cronache recenti su scambi e indegne compra-vendite di cattedre, danno ragione all’Unicobas. Da anni il nostro sindacato sta ponendo la questione dell’inadeguatezza dello strumento concorsuale relativamente alla selezione del corpo docente. Si tratta di una roulette ove capita che si promuovano a vincitori neofiti imbelli (e persino dei perfetti analfabeti) e succede che si interdica il ruolo ad aspiranti preparati e ricchi di specializzazioni di ambito metodologico-didattico (che però non danno luogo ad alcun punteggio) e ad insegnanti capaci che già hanno alle spalle anni di cattedra da precari.

La scuola non può assorbire chiunque aspiri ad un semplice posto di lavoro, nè fungere da acefalo serbatoio di contenimento della disoccupazione intellettuale del Paese. La soluzione è stata trovata solo sulla carta, ma non è ancora funzionante: l’istituzione di lauree adeguate, con esami obbligatori di metodologia, didattica e psicologia dell’età evolutiva, comprendenti almeno un anno di tirocinio pratico full time e direttamente abilitanti all’insegnamento, attraverso le quali vengano formate graduatorie uniche di ambito provinciale per assumere i più meritevoli. Occorre eliminare i concorsi e, nel frattempo, assumere solo i precari, con un selettivo tutoraggio sul campo. Occorre creare un ordine, ed elaborare un rigido codice deontologico della funzione docente e finalmente retribuire gli insegnanti come professionisti.

Infatti, se è assurdo prevedere la laurea come titolo di accesso e poi consegnare a docenti di scuola comune la selezione finale, come avviene con il meccanismo dei concorsi, è paradossale pensare che il titolo di studio garantisca di per sè la qualità dell’insegnamento, se non è propedeutico ad esso e se non comprende una prolungata prova sul campo (non certo prove estemporanee di “concorso”), per una professione ove si può essere anche equivalenti ad Einstein nel campo dei saperi, ma non risultare ugualmente adatti nell’interazione didattica, ove si richiedono adeguate capacità relazionali, pedagogiche ed empatiche.

Nei recenti episodi, l’inadeguatezza del meccanismo è stato poi aggravato dalla scelta del Ministero dell’Istruzione, che l’anno scorso ha bandito per le elementari ancora concorsi per diplomati nonostante dall’85 i nuovi programmi prevedessero la laurea anche per questo ordine di scuola. Ma il fondo si tocca finalmente perchè a soprassedere a tutte le operazioni vengono chiamati i soliti sindacati consociativi, che fanno dei concorsi un brodo di coltura per le loro operazioni clientelari. Sono stati infatti CGIL, CISL, UIL e SNALS ad impedire che la perversa logica dei concorsi venisse abbandonata: troppo remunerativi per rinunciarvi i corsi-farsa di preparazione, organizzati su scala industriale! L’Unicobas si augura che vengano scoperti anche gli eventuali padrini sindacali che si celano dietro i corrotti!

Questo ennesimo scandalo, dimostra che la scuola italiana è allo sfascio completo. Altro che facili assicurazioni e contumelie: De Mauro ha ereditato un dicastero allo sfascio, governato da sindacati che volevano imporre per contratto un concorsone a quiz dopo 10/18 anni dall’assunzione, senza premurarsi che venisse curata a monte la formazione di base dei docenti. Confederali ed “autonomi” rappresentano il sindacalismo concorsopatico: quello di dieci concorsi che si intrecciano e danno luogo da un lato ad un vergognoso mercato delle vacche e dall’altro al disordine, all’incuria ed all’impossibilità pratica di governare il sistema scolastico. Con il valzer delle cattedre, a Settembre ne faranno le spese gli alunni e decine di migliaia di precari che, nel caos totale delle graduatorie dei concorsi riservati (non pronte neanche quelle), si vedranno negato il diritto ad essere assunti.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)