MA CHI L'HA DETTO CHE "NON C'E' PIU' RELIGIONE?"

Almeno quattordicimila insegnanti di religione, con il placet del Vicariato cittadino relativo, saranno immessi in ruolo.

Così lo stato italiano apre le porte ad assunzioni dirette ma discrezionali su di un insegnamento facoltativo, come non era mai successo neanche ai tempi del fascismo o del quarantennio democristiano.

Inoltre gli insegnanti IRC avranno la possibilità di occupare cattedre di altri insegnamenti qualora venga tolta loro l'idoneità dalla curia: scommettiamo che non si assume più nessuno nelle altre discipline per far posto a loro?

Contemporaneamente, infatti, si chiudono i battenti per i precari delle materie curricolari: nonostante settantamila cattedre vacanti, non è infatti prevista neanche una immissione in ruolo ed anche questo non era mai successo (e ciò avviene per il secondo anno consecutivo).

Altri "record" del governo Berlusconi e del ministro dell'Opus Dei Moratti.

Contestualmente il TAR Lazio annulla i 18 punti per i precari abilitati e favorisce i sissini.

Evidentemente il TAR Lazio è dello stesso "partito" del sottosegretario Valentina Aprea, oggi grande difensore dei "sissini" (ieri li aveva inventati Berlinguer).

Ma qual è la posizione dell'Unicobas?

Gli insegnanti di religione cattolica, molti dei quali svolgono un'attività non necessariamente censurabile, devono venire sottratti all'arbitrio dei vicariati (che possono licenziarli, come successo, anche solo per un comportamento non consono ai diktat di un certo integralismo cattolico - ad esempio se convivono e non si sposano).

Sono lavoratori senza le tutele dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori.

Vanno quindi ricompresi nei ruoli ma su cattedre di storia delle religioni, materia molto più consona ad un Paese multietnico, laico e democratico.

Va da sé che non debbano poi poter transitare su altre cattedre (almeno che non abbiano i requisiti richiesti per tutti gli altri).

Per quanto riguarda i "sissini", si mettano in coda e maturino il servizio svolto da chi li ha preceduti, che non hanno certo il diritto di superare con punteggi
aggiuntivi (la querelle dei 18 punti nacque con l'attribuzione di punteggi aggiuntivi per i "sissini" a scapito degli altri).

Infine, le cattedre vacanti vanno coperte con quanti hanno maturato servizio (conteggiandolo dalla prima nomina) e conseguito abilitazioni (con punteggi ad hoc
aggiuntivi), per poi ristrutturare la formazione di base dei docenti con un biennio obbligatoriamente ad indirizzo metodologico-didattico, laurea e tesi
ad indirizzo didattico (per tutti gli ordini e gradi di scuola), esami anche di psicologia dell'età evolutiva ed almeno un anno di tirocinio pratico
seriamente tutorato, con la formazione di graduatorie di livello universitario e l'abolizione dei carrozzoni degli attuali concorsi.

Va da sé che anche la lotta contro controriforme pensionistiche, aumento degli alunni per classe, trasformazione dei docenti a tempo indeterminato in "tappabuchi"
per le supplenze e per una vera riforma della scuola che non tagli il tempo delle materie curricolari (e quindi le cattedre), che sviluppi e non uccida
il tempo pieno ed il tempo prolungato, che non trasformi la scuola dell'infanzia in succursale degli asili-nido, cioè una riforma antitetica a quella della Moratti oggi (e di Berlinguer ieri), anche tutte queste sono lotte per i precari e dei precari.

Anche dei precari di sostegno, colpiti pure dalla riduzione delle cattedre dovuta al taglio delle "deroghe" ed all'allargamento del rapporto insegnante
di sostegno-alunni diversamente abili.