IL COORDINAMENTO ATA EX EELL

ED I SINDACATI CONFEDERALI

Cari colleghi, ho letto quanto scrive Gaetano Bellorio, che sconsiglia di fare una manifestazione ora. Come spiego in un messaggio successivo la manifestazione che volevamo organizzare, almeno non adesso. E a questo punto è evidente che non se ne parlerà prima di settembre.

Ma ora vorrei spendere due parole a proposito dell'atteggiamento da tenere verso i confederali. Premesso che non ho pregiudizi verso di loro, non posso esimermi dal far rilevare qual è stato il loro atteggiamento nei nostri confronti fino ad oggi, e, lo sottolineo ancora una volta, non si tratta di pregiudizi, ma di fatti acclarati, che tutti conosciamo bene: l'accordo di luglio 2000 che ha spianato la strada alla sentenza della Corte Costituzionale che ha tentato di mettere la pietra tombale sulla nostra questione (e pare che ci stia anche riuscendo, almeno dal punto di vista giudiziario), l'atteggiamento di sostanziale indifferenza che hanno tenuto fino alla fine dell'anno scorso (come giustamente fanno rilevare Augusto e Vincenzo nei loro ultimi messaggi), per terminare con la manifestazione di novembre.

Vorrei anche ricordarvi che a novembre non abbiamo assistito alla reviviscenza di chissà quale atteggiamento combattivo al nostro fianco e che il risultato di quel tentativo di mediazione è veramente poca cosa (comma 417 Art. 3 della Finanziaria, citato da Gaetano). Tra parentesi potrei dilungarmi su quanto avvenne in piazza Montecitorio, visto che ero presente, ma non lo faccio; vi basti sapere che sfiorammo lo scontro fisico perché "i signori di ogni mediazione", come li chiamo io, intendevano impedire ogni possibilità di partecipare alle delegazioni da parte dei lavoratori; le delegazioni dovevano essere decise interamente dai vertici sindacali (bella democrazia!).

Ma tralasciamo l'aspetto polemico e concentriamoci sullo stato attuale delle cose, solo per ricordare quello che tutti quanti (almeno quelli che hanno seguito gli sviluppi romani della vicenda) sappiamo. Bisogna intendere correttamente ciò che accadde tra novembre e dicembre e come: lo stanziamento ad hoc per risolvere il nostro problema, proposto da Folena, non passò in commissione bilancio e si pervenne alla formulazione del famoso comma 417 come forma di riparazione. Quindi questa è la storia del fallimento di quella mediazione, che lasciò come unica sua traccia quel comma della Finanziaria. In sostanza quello che è restato sono parole; parole che ci lasciano intendere poco di certo, ma un cosa senz'altro: i soldi per finanziare il nostro inquadramento dovranno schizzare fuori da quanto stanziato per il rinnovo contrattuale, cioè, attualmente, nulla. E chissà quando la vedremo questa trattativa, visto che proprio in questi giorni CGIL-CISL-UIL sono tornate alla carica con uno dei loro cavalli di battaglia, la triennalizzazione dei bienni economici. Risultato finale: forse se ne discuterà nel 2010 e sullo sfondo si profila lo scontro con gli altri statali perché soddisfare le nostre richieste significherà per loro un rinnovo contrattuale ancora più povero di quanto già si annunciava! Diciamo le cose come stanno: è stato un fallimento totale e solo per salvare la faccia i "nostri" sindacati hanno ottenuto quello che resta: il comma 417.

Dobbiamo tenere a mente quello che ci dissero i responsabili di Rifondazione durante il nostro incontro a Roma: il solo comma 417 di per sé non ci dà alcuna garanzia.

E' necessario chiedere che venga restituito il nostro diritto, fin qui negato ed è solo con le lotte che possiamo aprire questa strada.

Cerco di spiegare meglio cosa intendo con quest'ultima affermazione. Quello che è scritto nella Finanziaria 2008 va interpretato, anche se non bisogna essere Nostradamus per prevedere quello che accadrà se prendiamo per oro colato quel comma (nell'ipotesi più favorevole, cioè che si raggiunga un accordo che porti all'inquadramento a partire dal 1/1/2008): (1) come ci fu spiegato chiaramente durante l'ultimo incontro a Roma, accettare il tavolo contrattuale come sede di trattativa del nostro problema significa automaticamente escludere da ogni beneficio raggiunto quelli che sono in pensione, perché i contratti non si occupano dei pensionati, ma solo del personale in servizio; (2) verranno penalizzati anche i lavoratori che andranno in pensione a breve perché i benefici del nuovo inquadramento, quando si andrà a fare il calcolo della pensione, ricadranno solo sugli anni recenti, mentre per gli 8 anni passati il calcolo verrà fatto sulla vecchia retribuzione; (3) coloro che hanno percepito le somme e non hanno una sentenza passata in giudicato dovranno restituire i soldi; non solo quelli presi come arretrati al momento dell'applicazione delle sentenze, ma anche quelli percepiti indebitamente ogni mese; (4) tutti quelli citati ai punti precedenti perderanno il diritto agli arretrati relativi agli anni prima del 2008; e subiranno un danno economico (più blando perchè diluito su un lasso temporale più lungo) anche quelli che andranno in pensione a più lunga scadenza.

Ecco gli effetti possibili di un atteggiamento passivo da parte nostra che accetti il livello minimo di mediazione sindacale raggiunto con il comma 417.

Da tutto ciò emerge chiaramente che si è trattato di una mediazione al ribasso.

Io credo che sia necessaria un'azione incisiva da parte nostra, un'azione autonoma (con l'impegno di tutti quanti), perché solo così possiamo ottenere qualcosa. Finchè abbiamo aspettato che ci ammannissero la loro minestra riscaldata abbiamo ottenuto ben poco; i fatti lo dimostrano. Quindi se dialogare con i sindacati confederali significa muoverci autonomamente, prendendo iniziative senza aspettare imbeccate, per pungolarli, allora sono d'accordo; se invece la nostra sarà una politica attendista per vedere cosa esce fuori da questo tavolo delle trattative temo che raccoglieremo solo elemosine.

Marco Damasceni (Coord. ATA EX ENTI LOCALI)