Unicobas scuola

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COMUNICATO STAMPA 23.6.2000

RIUSCITA LA MANIFESTAZIONE PER BLOCCARE IL PIANO DI “DIMENSIONAMENTO”

E LA SOPPRESSIONE DELLE SCUOLE

(REGIONE LAZIO - V. C. COLOMBO, 212).

Dopo la riuscita della manifestazione odierna, si auspica che si addivenga formalmente alla decisione di congelare il piano di dimensionamento.

Tale auspicio è gratificato dalla dichiarazione della Regione che intende notificare la sospensiva del piano di dimensionamento alla Conferenza delle Regioni.

Gli organismi collegiali di insegnanti, non docenti, genitori ed alunni di più di 100 scuole di Roma e provincia hanno già aderito alla manifestazione. L’Unicobas denuncia il piano “di dimensionamento” approvato da Comuni, Provincia, Regione secondo i dettami di quella sorta di “autogestione della miseria” che il Ministero della Pubblica Istruzione chiama “autonomia scolastica”.

Il piano, che colpisce quasi 200 scuole della capitale (su circa 800), già rinviato dal ‘99 al 2000 per la mobilitazione del nostro sindacato, è ora operativo. La parte pubblica è al lobbysmo sfrenato: salvaguardia dei “feudi” legati alle burocrazie sindacali compiacenti; disagio massimo imposto all’utenza; violazione delle stesse norme (già restrittive) sancite dal vergognoso “regolamento Bassanini”; tentativo di “secretare” sino all’ultimo il piano.

La norma prevedeva l’intervento sulle scuole con meno di 500 alunni, però ne salvaguardava quelle di rilevante interesse sociale. Era sancito che non si potessero creare mega-scuole con più di 900 alunni. Di fatto, invece, le “deroghe” sono del tutto discrezionali: mentre sono state fuse, accorpate, verticalizzate o soppresse tutte le scuole sotto i 500 alunni (anche se con 499 unità), si sono creati “mostri” con 1.300 studenti. Sono state “fuse” scuole distanti anche più di 20 chilometri dalla nuova presidenza, pur in presenza di altri istituti nel medesimo comune o quartiere. Sono state smembrate scuole floride con più di 500 alunni, per “ingrassare” feudi allo sbando che avrebbero dovuto venire accorpati a loro volta. Infine l’operazione non è altro che palese spreco di danaro pubblico ed inutile disgrazia per la scuola: infatti il “disordino” dei cicli accorperà elementari e medie ed il piano dovrà presto venire integralmente rivisto.

Con un mero passaggio burocratico saltano molte presidenze e centinaia di posti di segretario ed applicato, personale per il quale non è prevista a tutt’oggi alcuna destinazione. Parallelamente viene messa a rischio la qualità della didattica, dal momento che non si tiene nel minimo conto il criterio della continuità dei medesimi insegnanti che hanno operato sino ad oggi nelle classi.

Ma grazie all’iniziativa legale anche il TAR comincia a mettere in crisi il piano. La lotta contro lo smembramento delle scuole è di principio e di sostanza. L’Unicobas la ritiene prioritaria, ed il blocco dei piani approvati, già conseguito in 4 regioni, è fra le rivendicazioni forti recapitate al Ministro De Mauro, come la distribuzione agli insegnanti dei 1.260 miliardi del defunto “concorsaccio”.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)