Unicobas scuola
federazione sindacale dei comitati di base
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COMUNICATO STAMPA 24.9.2000

CIAMPI ELOGIA GLI INSEGNANTI ITALIANI:
ALLORA IL GOVERNO FACCIA QUALCOSA DI SERIO

Il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ha oggi dichiarato che gli insegnanti italiani sono bravi, seri e preparati e che meritano la stima del Paese. Il Governo, a questo punto, pare l’unico soggetto istituzionale a non essersi accorto che la situazione della scuola italiana richiede un intervento serio e straordinario. Occorre che a partire dall’immediato si riconosca finalmente che la politica fin qui seguita va completamente abbandonata. Questa ha prodotto il declassamento retributivo dei docenti italiani a livelli da terzo mondo, ha confuso i ruoli nella scuola e ridotto lo status normativo degli insegnanti ad un’inaccettabile condizione impiegatizia. La scuola italiana è stata provocata in modo indecente. Si è tentato di sottoporre contrattualmente gli insegnanti a ridicoli quiz per “selezionarne” un 20% a fronte di un 80% aprioristicamente ritenuto inetto e “somaro”; con una sorta di “autonomia della miseria” si tenta di introdurre nella scuola la logica operaista del cottimo, come se la funzione docente potesse esprimersi agli stessi livelli di qualità su 18 o 32 ore di insegnamento; secondo alcuni “pedagogisti di stato”, i professionisti dell’educazione dovrebbero sottoporre al vaglio degli alunni gli stili metodologico-didattici, come se i medici venissero subordinati istituzionalmente alle indicazioni “terapeutiche” dei pazienti, secondo altri i docenti dovrebbero subire i giudizi dei presidi, come se gli avvocati venissero “valutati” dai magistrati; infine si vorrebbero imporre controriforme autofinanziate con il taglio di 80.000 cattedre (Riordino dei Cicli). E’ ora di finirla! La vertenza scuola verrà chiusa positivamente solo quando si sarà dato un segnale tangibile. Guai se Governo, Confederali e SNALS, pensassero di chiudere la partita con un nuovo eufemistico “aumento” che non comporti un significativo avvicinamento, già con questa finanziaria, agli stipendi europei.

RICHIESTE PER LA VERTENZA SCUOLA ED APPELLO A GILDA E COBAS

Per quanto detto, non basterebbe certo uno stanziamento che si attesti intorno al raddoppio della proposta indecente di De Mauro: se 400 miliardi corrispondono, per un milione di lavoratori, a 30.000 lire, 1.000 miliardi non passano la soglia delle 75.000 lire. Semplicemente quanto già spettante per l’adeguamento all’inflazione del contratto scaduto dal Dicembre scorso. Per questo motivo l’Unicobas sciopererà il 9 Ottobre e sarà in piazza con CGIL, CISL, UIL e SNALS, onde evitare che la tigre della protesta, nata a Febbraio con il no al “concorsaccio”, venga “cavalcata” ed addomesticata con un accordo al ribasso. Ma l’Unicobas ha proclamato anche lo sciopero dell’intera giornata per il 16 Ottobre, onde mantenere unito il fronte che si è espresso nei mesi passati contro le svendite di Confederali e SNALS. A questo proposito l’Unicobas lancia un appello a Gilda e Cobas, affinché anche questi sindacati siano in piazza il 9 Ottobre per dare un segnale di unità della categoria e per non consegnare l’egemonia nelle mani di forze che, nella loro piattaforma, non menzionano proposte in merito ai 1.260 miliardi ancora congelati per improprie differenziazioni estemporanee e clientelari, che invece devono servire per creare immediatamente la base per l’indennità di funzione docente. Altrettanto importante è mettere in cantiere iniziative comuni di Unicobas, Gilda e Cobas per il 16 Ottobre.

APPELLO ALLA COSCIENZA DEMOCRATICA DEL PAESE

Dal 13 al 16 Dicembre di quest’anno si terranno le elezioni che definiranno la rappresentatività dei sindacati nel comparto scuola. Queste elezioni sono già state rinviate d’ufficio dal Novembre ’98. Così il Governo D’Alema ha sinora conservato CGIL, CISL, UIL e SNALS al riparo dagli effetti di una pesantissima contestazione. Non solo, ma ha imposto che si dovessero formare liste in ognuna delle 11.000 scuole italiane, quando invece in altri settori del Pubblico Impiego, come ad esempio gli Enti Locali - dove le elezioni si sono regolarmente svolte due anni fa - bastava presentarsi a livello di Comune, Provincia o Regione (non certo in ogni singolo ufficio). Questo meccanismo avvantaggia i sindacati tradizionali, i soli a godere di permessi e distacchi, anche perché nel frattempo è stato tolto a tutti gli altri persino il diritto di tenere assemblee in orario di servizio.

Una tripla truffa elettorale. In primis perché la legge sulle Rappresentanze Sindacali Unitarie viene interpretata a discrezione: mentre ad esempio al Comune di Roma (50.000 dipendenti) bastavano 200 firme su di un’unica lista per tutti gli uffici, per il Provveditorato della capitale (analogo numero di dipendenti) occorrono circa 700 liste per essere presenti in tutte le scuole. Secondariamente, perché la legge Bassanini, sempre approvata nel ‘97 dal Governo D’Alema (anche con il voto favorevole di Rifondazione Comunista, che oggi paradossalmente sostiene i Cobas), è di per sè antidemocratica: si calcola la “rappresentatività” in base ad un 5% di media richiesto fra voti ed iscritti. In tal modo un sindacato giovane come il nostro deve alzare la percentuale di voti per compensare la carenza di iscritti, mentre i sindacati di stato, raggiungendo comunque il 10% sul totale dei sindacalizzati, hanno il 5% garantito anche a voti zero! Poco importa se il 10% dei voti è numericamente molto superiore, visto che i sindacalizzati sono solo il 35%. Infine, chi non ottiene il quorum nazionale è fuori da tutto: sarebbe come se i partiti che non raggiungessero da Ragusa a Bolzano una media spuria fra voti ed iscritti (!) perdessero il diritto ai seggi ed alla rappresentanza non solo in Parlamento, ma persino nei Consigli Regionali, Provinciali, Comunali e Circoscrizionali, pur avendo magari vinto le corrispondenti elezioni locali. E’ il caso dell’Unicobas, che proprio a Roma e provincia (così come in molti altri centri), pur essendo il doppio della UIL, al contrario di questa sigla non viene chiamato alle trattative di Provveditorato e non può convocare assemblee.

L’Unicobas lancia un appello alle forze politiche con sensibilità democratica, affinché si correggano tali vergogne, indegne di un paese civile, imponendo un trattamento equo per le elezioni RSU nella scuola e rivedendo l’iniquo DL 396/97, innanzitutto con il calcolo di soglie provinciali per la rappresentatività e con l’istituzione di 3 tipi di consultazione parallela: nazionale, provinciale e di singola scuola.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)