Unicobas scuola

Ufficio Stampa della Segreteria Nazionale V.Conegliano, 13 00182 Roma

Tel., segr. e fax: 06 7027683 7026630 7020209 - http://www.unicobas.it



- COMUNICATO STAMPA 26.02.2001 -

PROTESTA CONTRO IL CONTRATTO BIDONE:

28 FEBBRAIO E 1° MARZO NIENTE LEZIONI LA PRIMA ORA

Si annuncia massiccia l'adesione agli scioperi della prima ora proclamati dall'Unicobas contro l'elemosina governativa accettata dai sindacati Confederali. Almeno il 50% delle scuole aprirà un'ora dopo il previsto: i docenti si presenteranno per le lezioni solo a partire dalla seconda ora; gli amministrativi, i tecnici e gli ausiliari apriranno gli istituti con un'ora di ritardo rispetto al previsto.

Il contratto sottoscritto da CGIL, CISL e UIL è una vera beffa: nulla a che fare con l'aspettativa di un'equiparazione ai salari europei. Si tratta di £. 120.000 nette medie su due anni, mentre la differenza che separa la retribuzione degli insegnanti della U.E. da quelli del nostro Paese è pari a £. 1.500.000 nette mensili.

Di questa miseria solo £. 97.000 lorde (£. 36.000 a recupero dall'1/7/2000 più £. 61.000 da Gennaio di quest'anno) compariranno nel tabellare fisso degli stipendi, per un introito di £. 57.000 nette. Il resto è mero salario accessorio e non pensionabile, non percepibile durante la malattia e che non contribuirà alla tredicesima mensilità ed all'indennità di buonuscita: una mancia messa in busta paga solo per essere tassata! Dei 1260 miliardi accantonati per il bocciatissimo concorsone a quiz, 300 vengono ancora alienati per discutibili operazioni di selezione arbitraria o "cottimista"; altri 116 miliardi, recuperati tramite l'accorpamento di scuole, l'affollamento delle classi, l'aumento dei carichi di lavoro e la mancata assunzione dei precari, vengono destinati come prebenda per la "flessibilità organizzativa e didattica". In tal modo, si introduce un'ulteriore forma di impiegatizzazione: la funzione docente nulla ha a che fare con la catena di montaggio e la qualità che essa esprime è inversamente proporzionale alla quantità oraria ed al numero di alunni per classe. Da notare poi, che circa i due terzi degli eufemistici "aumenti" vigono solo dal 1 Gennaio di quest'anno, lasciando in buona parte, scoperto il 2000, quasi fosse passato "in cavalleria". Non si recupera così neanche l'erosione inflattiva, oggi al 3%, coperta solo per la metà.

La parte normativa è altrettanto vergognosa: nell'art. 13 (da noi impugnato in sede legale) viene persino tolto il diritto di indire assemblee in orario di servizio ai singoli componenti delle Rappresentanze Sindacali Unitarie. Si vorrebbe così imporre la dittatura della maggioranza sui diritti sindacali ed impedire assemblee di più scuole. Con una buona dose di "stalinismo di ritorno" e con buona pace dello Statuto dei Lavoratori, i Confederali negano così i diritti di quanti sono stati eletti a Dicembre dai lavoratori della scuola in liste diverse dalle loro. E' questa una singolare eccezione nel mondo del lavoro, ove il godimento delle prerogative sindacali è garantito ad ogni membro della R.S.U..

L'elezione delle R.S.U. testimonia di come i sindacati tradizionali abbiano "tenuto" solo grazie ad un meccanismo elettorale concepito in loro favore che ha impedito la presentazione di liste nazionali. Hanno fatto le elezioni "politiche" nella scuola imponendo la presentazione di liste seggio per seggio, ma hanno perso ugualmente in modo clamoroso nell'80% delle scuole dove l'Unicobas è riuscito ad essere presente, nonostante ci avessero negato da più di un anno il diritto di assemblea in orario di servizio e qualsiasi permesso sindacale. La scuola non è quindi affatto "pacificata": ad armi pari li avremmo sorpassati.

Inoltre rimane aperta la battaglia contro il "Disordino dei cicli", una legge iniqua (taglio di 80.000 cattedre) e di sfascio che si impone di ora in ora all'attenzione delle cronache a causa delle boutades demenziali partorite da Viale Trastevere: ultima in ordine di tempo, quella dell'ormai tristemente noto "salto della quaglia". Non solo si vieta d'ufficio la bocciatura (contro ogni deontologia ed in dispregio della libertà d'insegnamento), ma si gioca con gli alunni e con la ratio dell'apprendimento imponendo estemporanee promozioni "a scavalco" con il salto a piè pari di un anno. Così gli studenti di domani avranno, con la promozione garantita, anche l'insuccesso assicurato nella vita e nel mondo del lavoro.

Stefano d'Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)