Unicobas scuola
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- COMUNICATO STAMPA 28.11.2000 -

MA I CONFEDERALI VOGLIONO DAVVERO SCIOPERARE?

La permanente inerzia organizzativa e le imbarazzate dichiarazioni degli ultimi giorni sono un sintomo chiaro: vacilla la convinzione dei Confederali sullo sciopero del 7 Dicembre, solo lo SNALS, il vero artefice dello “strappo”, pare, forse, vagamente determinato. Tutto ciò dimostra - se ce ne fosse ancora bisogno - la disinvoltura con la quale questi soggetti trattano le questioni della scuola, nonché il sostanziale disprezzo delle capacità intellettuali dei docenti e del restante personale.

Avendo sposato solo sloganisticamente (strumentalmente e per ultimi) l'adeguamento alla media salariale europea, ogni cosa si consuma in un gioco delle parti ed in una pantomima dal sapore vagamente antagonistico ad un governo col quale i Confederali non solo sono sostanzialmente conniventi, ma del quale sono stati i principali ispiratori in materia economica, e col quale concordano ancora nel sotrarre agli aumenti contrattuali i 1.260 miliardi accantonati per una ristretta clientela pari al 20% (ancora esami di “merito”?)

Non sarebbe quindi male se lo SNALS chiarisse la propria posizione e se i Confederali ci dicessero se il 7 Dicembre:

1) sciopereranno davvero;

2) sciopereranno, come noi, contro il “Disordino” dei Cicli che causerebbe a regime la perdita di 80.000 cattedre (come pronosticò nel giugno '98 l'Unicobas e come confermò anche la CISL);

3) sciopereranno contro l'aziendalizzazione della scuola, che sta dando alla testa ad un esercito di presunti presidi “manager” che spesso non sanno far altro - con le pur dovute eccezioni - che affermare ad ogni occasione il loro nuovo potere (ricordiamo ai Confederali che LORO hanno voluto ed ottenuto, per i dirigenti, aumenti che si aggirano intorno ai 25 milioni annui, mentre agli insegnanti hanno riservato una tazza di caffé e la loro insopportabile demagogia);

4) sciopereranno contro la politica del Ministro del Tesoro VISCO che, come si evince dal recente decreto-truffa sulle assunzioni (60.000 in meno) preferisce docenti, amministrativi ed ausiliari in condizione di precarietà invece che a tempo indeterminato, sulle migliaia di posti liberi in organico, solo perché costano di meno e consentiranno presto ulteriori drastici tagli?

Risulta a tutti chiaro che siamo di fronte ad una sceneggiata meramente elettoralistica (elezione delle Rappresentanze Sindacali Unitarie del 13 Dicembre e politiche della prossima primavera). La categoria non è così imbelle da dimenticare quanto è stato fatto sino ad oggi: non sarà sufficiente qualche latrato alla luna per recuperare le brutte figure collezionate sino alla firma del contratto del “concorsaccio”. L'Unicobas ha proclamato lo sciopero del 7 dicembre nella chiarezza di un progetto pienamente autonomo da ogni padrino politico. Anche in polemica con Rifondazione Comunista che, con i Cobas e la CUB (il partito ed i 2 soggetti “sindacali” saranno in piazza insieme), chiede 500.000 lire d’aumento per tutti indifferentemente, dagli operatori ecologici ai docenti. L'Unicobas, che invece manifesterà a Montecitorio (dove si discute dei contenuti della riforma scolastica), si differenzia da demagogie di basso profilo, strumentalizzazioni e concezioni operaiste esportate nel campo di una vertenza che ha un suo specifico inalienabile: l’esigenza di una categoria di professionisti di veder riconosciuto un trattamento adeguato che la allontani dal calderone impiegatizio, con il quale non ha nulla a che fare. Nella piazza di Montecitorio, dove convergeranno dalle h. 10.00 “cicli, bicicli e tricicli, contro il “Disordino” dei Cicli”, non vi sarà spazio né per mediazioni al ribasso, né per strumentalizzazioni politiche.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)