l'AltrascuolA Unicobas
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COMUNICATO STAMPA 29.10.2004

E' MORTO ANTONIO CECCOTTI,

NEL 1986 IL FONDATORE DEI COBAS DELLA SCUOLA

Il sindacato l'AltrascuolA Unicobas inchina le proprie bandiere in memoria del Professor Antonio Ceccotti, a tutti gli effetti il fondatore dei Cobas della Scuola.

Nella seconda metà degli anni '80 Antonio Ceccotti e pochi altri si assunsero la responsabilità di coordinare l'enorme massa di input che giungevano dalle scuole, quando finalmente gli insegnanti italiani si sollevarono contro lo strapotere e l'arroganza dei sindacati Confederali e dell'autonomo SNALS, facenti il paio con vergognose iniziative governative volte ad umiliare la funzione docente con "formatori" ministeriali dall'accento sindacalese.

Era nato un movimento possente, subito capace di strappare - al primo contratto utile e pur vergognosamente escluso dalle trattative – mezzo milione di vecchie lire d'aumento pro capite. Almeno mezzo milione gli insegnanti in blocco degli scrutini, almeno 80.000 in piazza nella prima e più grande manifestazione che la scuola europea ricordi.

Eravamo con lui anche quando cominciammo a scontrarci sulla necessità, per noi impellente, di trasformare quell'enorme patrimonio umano e politico in una struttura permanente a carattere sindacale. Su questo Antonio, comprensibilmente affezionato alla "purezza" della realtà movimentista che aveva creato, non volle sentire ragioni e nel '90 fummo costretti a separarci. Dato che la Gilda aveva imboccato altre strade, l'Unicobas fu la prima realtà sindacale che, conservandone radici ed aspirazioni, nacque da quel movimento.

Oggi, pur rivendicando la scelta di costruire un'organizzazione stabile capace di contrastare anche sul terreno del patrocinio la presenza dei sindacati concertativi, d'apparato e di partito, rimpiangiamo l'assenza dell'interlocutore e dello spirito d'autonomia, che mai venne meno in Antonio Ceccotti. Pur quando, emarginato all'interno dei "suoi" Cobas anche da persone e compagni che lui stesso aveva "chiamato" e che all'epoca d'oro non c'erano, preferì ritirarsi piuttosto che cedere ad una prassi che non condivideva, che per lui era carente d'autonomia.

Antonio è stato uno dei non pochi esempi gloriosi di una generazione straordinaria e forse irripetibile. Saputo che era andato in pensione, avevamo scherzato sul fatto che Antonio da qui a poco sarebbe stato l'animatore di un nuovo movimento, magari di nuovi pensionati e noi con lui in un vicino futuro, perché era impossibile che si ritirasse a vita "privata". La malattia del vivere lo ha ucciso prima. Ma siamo sicuri che ne sentiremo parlare ancora, in un'altra dimensione.

Addio, Antonio

che la terra ti sia lieve!

Stefano d'Errico

(Segretario nazionale )