A TUTTO IL PERSONALE DOCENTE, RICERCATORE, TECNICO-AMMINISTRATIVO E PRECARIO
E AGLI STUDENTI DELL'UNIVERSITA' DI BARI

MOZIONE DELL'ASSEMBLEA DEL 26 FEBBRAIO '04

L'Assemblea Generale del personale t.a., docente e degli studenti
dell'Università di Bari, convocata dalla R.S.U. CIB-Unicobas il giorno
26/2/2004 presso l'aula XI della facoltà di Agraria, pur vedendo una
limitata partecipazione causata probabilmente da un'insufficiente
pubblicità della stessa, in realtà dovuta al ritardo con cui è stata
autorizzata dal Rettore, forse anche a causa di forme di boicottaggio
strisciante da parte di alcuni uffici dell'amministrazione, ha ampiamente
discusso del ddl delega Moratti per il riordino della docenza
universitaria, delle prospettive dell'Università pubblica, e del ritardo
del rinnovo contrattuale del personale t.a..
MORATTI - CRUI, GIÙ LE MANI DALL'UNIVERSITÀ
Il giudizio unanime espresso sul citato ddl è stato totalmente negativo,
perciò l'Assemblea ne chiede il ritiro incondizionato, senza inutili
discussioni di merito a "tavoli tecnici" fasulli, come dimostrato
dall'esito dell'incontro del 25/2 tra funzionari ministeriali e delegazione
sindacale. L'Assemblea valuta negativamente anche il ruolo assunto dalla
CRUI, appiattita sulle posizioni ministeriali e divenuta, praticamente, una
delle "controparti governative" dell'intero mondo universitario. Il Rettore
Girone dovrebbe dissociarsi pubblicamente.
Il ddl delega Moratti, uno strumento legislativo autoritario che non
permette una sua profonda modificazione in ambito parlamentare, anche per
la netta chiusura del governo di destra, se attuato causerà effetti
devastanti, con:
- Un aggravamento della precarizzazione del lavoro universitario già in
atto per il personale t.a. e quello ricercatore, la messa ad esaurimento
del ruolo degli attuali ricercatori, sostituiti con ricercatori precari,
l'assunzione di nuovi associati ed ordinari precari, ancor più assoggettati
ai potentati locali;
- La limitazione della libertà di ricerca di base e della didattica
universitaria, sempre più asservite alle logiche privatistiche e del
"libero mercato", che penalizzerebbero soprattutto le università meridionali;
- Uno smantellamento progressivo della ricerca pubblica (già avviato con la
riforma del CNR) che favorirà la fuga dei cervelli, per il mancato
stanziamento di nuove risorse economiche e per il dirottamento di
consistenti finanziamenti, destinati ora alla didattica, per l'indennità di
tempo pieno estesa agli attuali docenti a tempo definito, che in ogni caso
continueranno a svolgere attività privata;
- La libera attività privata permessa a tutti i docenti, con un'inevitabile
ricaduta negativa sugli impegni per la ricerca e sulla qualità della
didattica;
- L'accentramento a livello nazionale dei concorsi, che saranno così
controllati dai gruppi di potere più forti e indirizzati dai partiti, in
aggiunta all'attuale controllo a livello locale (voluto dall'ex-ministro
Berlinguer), che non risolverà l'annoso problema del reclutamento di nuovi
docenti, già soggetto a pesanti manipolazioni.
PROPOSTE PER LO SVILUPPO DELLA RICERCA E DELL'ISTRUZIONE PUBBLICHE
L'Assemblea ritiene che in questo particolare momento di congiuntura
economica, l'investimento massiccio di risorse economiche ed umane per la
ricerca e l'istruzione pubbliche, secondo una visione eco-compatibile e di
forte solidarietà locale ed internazionale, contribuirebbe a rilanciare il
miglioramento della qualità della vita di tutto il paese, con indubbi
benefici in tutti i campi e creazione di nuova occupazione per i giovani.
Il potenziamento dell'Università in generale e della ricerca pubblica in
particolare, una lungimiranza mancata anche ai governi di centro-sinistra
(vedi mancata approvazione della legge sulla terza fascia), deve prevedere:
- Il pieno riconoscimento del ruolo docente dei ricercatori, trasformandolo
in ruolo di professori universitari;
- Lo sblocco delle assunzioni sia del personale t.a., con la sostituzione
del personale messo in pensione, sia per quello docente, con la previsione
di massicce assunzioni di giovani docenti, provenienti dalle migliaia di
ricercatori precari, in sostituzione delle migliaia di professori che
andranno in pensione nei prossimi anni;
- L'assunzione di giovani ricercatori, post-dottorato, con contratti a
termine non superiori a 3 anni e non oltre il limite di età di 30 anni, con
una valutazione finale dell'attività svolta per il passaggio al ruolo docente;
- Il ruolo unico docente, articolato in tre fasce, con scorrimenti
verticali di carriera mediante valutazione periodica dell'attività
didattica e di ricerca svolte effettivamente;
- L'innalzamento e l'adeguamento delle retribuzioni universitarie a quelle
europee, con tempo pieno e incompatibilità con l'esercizio delle
professioni private per tutti (docenti e personale t.a.);
- La valorizzazione della professionalità del personale t.a., con pieno
coinvolgimento nei progetti di ricerca;
- L'estrazione a sorte ed a rotazione delle commissioni giudicatrici per i
concorsi di dottorato, per i contratti di ricerca e per l'assunzione di
personale t.a., nonché delle eventuali commissioni per la valutazione
dell'attività svolta per la progressione dei docenti;
- Programmi e prove dei concorsi per il personale t.a. effettivamente
corrispondenti alle mansioni da svolgere.
CON UN PICCOLO CONTRIBUTO DI TUTTI, RIUSCIREMO A FERMARE UN PROGETTO INIQUO
- L'Assemblea aderisce a tutte le iniziative di lotta unitarie, come
scaturite dalla mozione finale dell'Assemblea della Sapienza di Roma il
17/2/2004, per il ritiro del decreto Moratti e per il rinnovo del contratto
del personale t.a., possibilmente coinvolgendo gli studenti e tenendo conto
delle loro esigenze;
- SOLLECITA UNA PARTECIPAZIONE MASSICCIA ALLA GIORNATA DI OCCUPAZIONE DEL
RETTORATO IL 4 MARZO;
- SI IMPEGNA A PROMUOVERE UN COORDINAMENTO LOCALE DEI RICERCATORI
STRUTTURATI E PRECARI, APERTO A TUTTI, IN COLLEGAMENTO COL COORDINAMENTO
NAZIONALE DEI RICERCATORI UNIVERSITARI COSTITUITOSI A ROMA IL 5/2/2004.