Unicobas scuola
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COMUNICATO STAMPA 30/10/2000

DISORDINO DEI CICLI: SE NON VIENE RIFORMATO E’ UN DISASTRO PER LA SCUOLA PUBBLICA.

L’UNICOBAS PROCLAMA LO STATO DI AGITAZIONE.

Il documento che verrà presentato in Parlamento Venerdì prossimo sul riordino dei cicli non risolve affatto i problemi aperti dalla legge approvata nel Febbraio scorso. All’interno di un quanto mai approssimato meccanismo, l’unica certezza è il taglio del 25% delle cattedre risultanti dalla somma delle scuole elementari e delle medie. Infatti, con la creazione di un unico settennio comprendente il totale degli insegnanti dei due ordini di scuola, verranno “tagliate” d’ufficio circa 80.000 cattedre.

Viene prevista una “fusione” tra docenti elementari e medi che, a partire dal terzo anno, non rispetta minimamente le relative professionalità acquisite. Quello che è certo è che il triennio centrale del nuovo ciclo primario si rivela una trappola senza sbocchi, ove è prevista una vergognosa competizione per la titolarità fra laureati di scuola elementare (60%) e media. E’, del resto, vessatorio pensare di concentrare sul primo biennio i diplomati di scuola elementare, costringendoli a ripetere all’infinito le prime due classi. Né l’utenza viene trattata con maggior riguardo, visto che il 20% sarà costretto a gravosi trasferimenti di decine di chilometri a causa dell’inadeguatezza dell’edilizia scolastica. Verrà stravolto tutto quanto ha prodotto una scuola elementare che, come testimoniano le ricerche OCSE, è stata finora capace di collocarsi ai vertici mondiali.

Dal documento della Commissione per la Riforma non si evincono peraltro indicazioni significative, capaci di far scorgere la strada per l’elaborazione di nuovi programmi di riferimento per il settennio di base: la confusione è assoluta e la politica fin qui seguita pare consapevolmente mirata a raggiungere l’obiettivo di un abbassamento del livello generale dell’istruzione primaria. Che dire poi del surrettizio ritorno dell’ottica di quell’avviamento professionale, giustamente eliminato con la scuola media unica del ‘63? Tale assurdità risulta evidente, visto che all’alunno di oggi verrà richiesto di determinare a 12 anni di età il proprio indirizzo.

Avremo, infine, una “primarizzazione” del ciclo secondario, gioco forza indotto a ridurre il livello dei saperi a causa dell’arretramento della fascia d’età degli studenti (il primo anno si formerà nello spazio oggi occupato dalla terza media). Il tutto per un risibile innalzamento dell’obbligo a 15 anni, per una complessiva offerta formativa di 9 anni che ci lascia all’ultimo posto in Europa, ove la media dell’obbligo è di 10/11 anni.

L’Unicobas ha fatto presente al Sottosegretario alla P.I. Sen. Manzini, nell’incontro di Venerdì 27 u.s., che non intende accettare una riforma a costo zero (sono previsti solo 600 miliardi di spesa), autofinanziata con l’eliminazione di decine di migliaia di insegnanti. Se l’orientamento del Governo non cambierà verrà deciso al più presto di mettere in atto tutte le iniziative di sciopero necessarie a bloccare la controriforma in atto.

L’Unicobas, quindi, proclama immediatamente lo stato di agitazione e nei prossimi giorni concretizzerà un calendario di iniziative di lotta. Le OO.SS. tutte devono assumersi le proprie responsabilità in questo momento di pesante attacco alla scuola.

L’Unicobas richiede il rispetto delle professionalità acquisite dal personale docente, la collocazione degli insegnanti delle elementari sui primi cinque anni del ciclo primario, l’assorbimento di 1/3 del personale di scuola media nel ciclo secondario, l’innalzamento a 18 anni dell’obbligo e la creazione di un anno di bacelierato in funzione di preorientamento universitario, nonché l’ingresso nell’obbligo dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia.
 

 

Stefano d’Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)