Il problema della penalizzazione del personale ATA, transitato dagli enti locali allo Stato, a partire dal primo gennaio 2000, è ancora irrisolto, a danno di lavoratori che riescono a racimolare in busta paga circa 900 euro al mese.

Nonostante la legge 124/99 prevedesse l’inquadramento del suddetto personale secondo il criterio dell’anzianità, maturata ai fini economici e giuridici, degli anni di servizio prestati presso l’ente locale, una pessima interpretazione dell’accordo del 20 luglio 2000 li ha inquadrati secondo tutt’altro parametro, non riconoscendo il dettato della legge citata ed allineando i livelli retributivi verso il basso e ciò con effetti deleteri sia di natura giuridica che economica.

A tutto questo segue il valzer delle sentenze, per fortuna il più delle volte favorevoli ai ricorrenti. Fa eccezione purtroppo la regione Piemonte e la Campania.  A complicare ancora di più le cose è l’ultima finanziaria, il cui comma 218 (art 1) assume arbitrariamente , senza il confronto con le O.O.S.S., l’accordo del luglio 2000 e lo reinterpreta come legge. Oramai la questione è diventata materia della Corte Costituzionale e per fortuna dei lavoratori le sentenze di Cassazione hanno avuto per loro un esito felice. Non si può pretendere però che tanti di loro debbano affrontare gli alti costi di un processo del genere per il riconoscimento dei loro diritti.

L’Unicobas Scuola quindi propone:

La Segreteria Nazionale Unicobas Scuola