Unicobas Scuola
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COMUNICATO STAMPA 6.7.2001

LA "RIFORMA" BERLINGUER E' FINITA COSI' COME ERA COMINCIATA

ORA OCCORRE UN VERO RIORDINO:

L'UNICOBAS INVIA AL MINISTRO MORATTI LA PROPRIA BASE DI DISCUSSIONE

Era cominciata all'insegna del dilettantismo ed è finita con un autogol. Il "disordino" dei cicli, che Berlinguer ed il clone De Mauro hanno tentato con arroganza di imporre da soli e contro tutti (in primis contro i docenti e gli alunni della scuola italiana) è naufragata in modo ridicolo. Tanto che le premesse per lo stop erano contenute nello stesso decreto del Governo dell'Ulivo, tanto arronzato e frettoloso da non essere in grado neanche di superare il vaglio della Corte dei Conti. Questa è la giusta fine di una controriforma senza programmi e con contenuti demenziali (riduzione del sapere classico e persino della storia, utilizzazione degli insegnanti delle medie su anni di competenza della scuola elementare, taglio di 80.000 cattedre...). Ora occorre un nuovo, vero dibattito sulla questione scuola.

UNA SINTESI DEL NOSTRO PROGETTO DI RIFORMA

Rilanciamo la nostra proposta. La creazione di un ciclo primario i cui primi 5 anni vengano però lasciati alle cure degli insegnanti elementari senza discriminazioni; sesto e settimo anno ai docenti di scuola media, un terzo dei quali dovrebbe passare al ciclo secondario superiore. Obbligo vero a 18 anni e creazione di un anno di baccellierato post-diploma, di orientamento ed atto a consolidare le competenze, riconosciuto in sede universitaria. Mantenimento e sviluppo dei saperi classici e dei saperi "forti". Ricollocazione degli istituti tecnici e professionali in un ambito di più ampio respiro e non secondo la logica del mero avviamento professionale. Possibile mobilità interna degli alunni su livelli relativi alle proprie capacità ed in questo senso introduzione di crediti formativi seri, che rendano possibili meditate mutazioni di indirizzo ed il recupero delle lacune; possibilità altresì di creare gruppi per età mentale, per competenze e per livelli di sapere. Nuovi programmi che procedano alla necessaria integrazione di saperi manuali ed intellettuali, rivalutazione delle funzioni artigianali: pari dignità per ogni ordine e grado di scuola, "orizzontalizzazione" in luogo della piramide gentiliana. Possibilità di realizzare settori di scuola a tempo pieno, diviso in approccio curricolare e multifunzionale integrati nell'ambito della giornata. Ridare maggior peso ai commissari esterni negli esami finali per le scuole private. No a qualsiasi ipotesi di delegificazione del titolo di studio. Revisione della prassi attinente alle sanzioni disciplinari, rese oggi di fatto inefficaci, ma concessione agli studenti del diritto di "sciopero didattico". Allargamento del confronto studenti-docenti sul piano formativo, ma per ristabilire il rispetto dei ruoli: ambito metodologico didattico di stretta competenza degli insegnanti senza (dannose ed inqualificabili) intromissioni. Uscita dell'intero comparto scuola dal pubblico impiego e recupero degli automatismi salariali biennali d'anzianità (anticipazione comunque dello sviluppo retributivo) e del ruolo, nonché di un contratto di natura pubblica. Ruolo unico docente a parità di orario (18 h.) e retribuzione, per ogni ordine e grado di scuola, con apposita indennità di funzione docente che ne preveda la collocazione su di un livello da "laurea rivalutata". Potenziamento dei poteri dei Consigli Scolastici Distrettuali, Provinciali, Regionali e del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione (direttamente decisionali): elezione diretta degli stessi con suffragio universale di tutte le componenti della scuola. Revisione della formazione di base dei docenti, con lauree direttamente abilitanti quinquennali comprendenti un biennio metodologico-didattico, esami di psicologia dell'età evolutiva ed un anno di tirocinio pratico selettivo. Revisione del meccanismo del reclutamento dei docenti tramite abolizione dei concorsi ed assunzione diretta dei più meritevoli dalle graduatorie universitarie (nel frattempo assunzione dei precari aventi servizio, attraverso un anno di serio tutoraggio). Sdoppiamento delle figure "gestionali": Direttore Amministrativo (oggi già presente) per il piano gestionale-contabile e Coordinatore didattico elettivo su base triennale, scelto nell'ambito del Collegio Docenti fra quanti abbiano almeno 5 anni di ruolo e titolo di frequenza relativo ad un apposito corso propedeutico (passaggio degli attuali dirigenti ai ruoli ispettivi). Un anno sabatico di aggiornamento con distacco dal servizio ogni 5, con incarichi di ricerca didattica in sede universitaria ed in ambito europeo. Massimo di 20 alunni per classe (15 in presenza di portatore di handicap). Utilizzazione degli insegnanti in esubero per piani di recupero ed approfondimento varati dai Collegi Docenti, attraverso la loro destinazione alle scuole all'interno di un organico funzionale realmente maggiorato. Creazione di un canale di flusso verso l'Università per l'assorbimento di docenti di tutti gli ordini e gradi in funzione di tutoraggio e ricerca, nell'ambito della nuova formazione di base relativa all'insegnamento. Definizione di un codice deontologico vincolante per la professione. Creazione di un osservatorio sull'istruzione, inteso come struttura super partes all'interno della quale siano rappresentate tutte le componenti del mondo della scuola. Potenziamento dell'educazione permanente e ricorrente, con la creazione di specifici ruoli per i Centri Territoriali. Particolare attenzione alle scuole "a rischio", nel cui ambito la continuità didattica va garantita attraverso il riconoscimento di maggiore anzianità di servizio ai fini pensionistici (in analogia a quanto avviene per gli incaricati all'estero) ai docenti che non presentano domanda di trasferimento per un triennio. Buono fiscale standard per l'acquisto di libri e materiale didattico; ingresso gratuito nei musei, cinema e teatri.

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)