NELLE MARCHE LA SCUOLA PUBBLICA FUNZIONA TROPPO BENE,
PER IL GOVERNO E' ORA DI TAGLIARE POSTI!!!
 
Come era nelle previsioni la squadra governativa si è alacremente messa al lavoro per affondare la scuola pubblica e quindi aprire ulteriormente il "mercato" alla scuola privata.

Anche la nostra regione e la provincia di Pesaro e Urbino non sfuggiranno all'azione delle forbici governative con centinaia di posti in meno a partire dal 2009.

Se queste decimazioni di organico ridurranno la qualità della scuola pubblica e renderanno più complicato il diritto allo studio, al governo poco importa rispetto alla riduzione di spesa che ne otterrà.

Ben poco potranno fare i dirigenti degli uffici scolastici regionali e provinciali, dal momento che se non collaborano con la politica dei tagli, rischiano tagli allo stipendio ed addirittura il licenziamento!

Una ben triste prospettiva quindi, già aperta tra il 2006 ed il 2008 dal governo Prodi con 47mila posti soppressi.

Infatti, nell'articolo 70 della finanziaria approvata il 18 giugno dal consiglio dei ministri, Tremonti taglia 70mila posti docente e 40mila posti ATA per un risparmio di 7532 mld di euro.

Dal 2009 il rapporto docente/alunni sale dell'1%, con conseguente diminuzione delle classi necessarie.

Fino a poco tempo fa, questi risparmi venivano più o meno re-investiti nel settore, ma dal 2010  solo il 30% verrà restituito alla categoria per riconoscere però solo il merito e la professionalità.

Nel frattempo le già dimezzate immissioni in ruolo previste per settembre 2008 potrebbero diventare altamente improbabili.

Non può che inchinarsi al diktat di Tremonti, la ministra Gelmini, felice di dare il suo contributo spargendo "i semi del merito" per aumentare lo stipendio solo ai "meritevoli"  con un terzo dei risparmi sui tagli.

Riavrà così un ruolo il carrozzone dell'istituto nazionale di valutazione che individuerà i più bravi con graduatoria doppia fatta di scuole e docenti.

Che importa poi se mancheranno insegnanti per il sostegno ai disabili, agli alunni stranieri, per le sostituzioni, per progetti qualificati!!

Non se ne sta inoperosa nemmeno l'onorevole Valentina Aprea, presidente della commissione cultura della Camera, presentatrice il 12 maggio scorso di un ddl per l'assunzione diretta del docente da parte dei dirigenti scolatici, la divisione dei docenti in 5 livelli, l'eliminazione delle rappresentanze sindacali dalle scuole.

L'armonia regna dunque sovrana nel governo per quanto riguarda la mission "distruzione della scuola della repubblica"!

Ma per realizzare tutto ciò aspettano di far saltare il banco del contratto nazionale e procedere per regolamenti amministrativi con  i quali si intende modificare materie  di natura contrattuale, quali gli orari di lavoro, la durata delle lezioni, l'organizzazione del lavoro (si ritorna al maestro unico??) e di natura legislativa quali la struttura dei programmi, il tempo prolungato, materie ed indirizzi nella scuole superiori.

Insomma una vera e propria restaurazione organizzativo/didattica della scuola italiana, una controriforma che apre la strada alla devoluzione della scuola pubblica alle regioni, come già previsto dalla riforma del Titolo V della Costituzione.

Naturalmente non ci sono soldi per il contratto di categoria.

Ora, tutti i lavoratori e le lavoratrici della scuola, il movimento sindacale della scuola, le associazioni professionali, familiari e di tutela del soggetti più deboli sono chiamati ad una mobilitazione pari almeno a quella che nel quinquennio 2001-2006 impedì nella scuola pubblica l'instaurazione del modello aziendalistico tanto caro all'allora ministra Moratti e che vide docenti, genitori e studenti trovare l'unità per contrastare quel disegno non tanto dissimile dal pessimo futuro che sembra attenderci.

Da settembre, uniti si può!

Unicobas-scuola di Pesaro e Urbino

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Pesaro, 9 luglio 2008