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Diritti, pane e rose

I lavoratori dei trasporti pubblici milanesi e di tutta Italia hanno posto con forza la necessità di rivedere la normativa in merito alla rappresentanza sindacale e al diritto di sciopero. Dopo un 2003 segnato da massicci scioperi "invisibili" perché costretti in orari "ammortizzabili", i ferrotranvieri milanesi e di molte città italiane hanno posto il 1° dicembre scorso al centro del dibattito la questione dei diritti.

Non può essere infatti contemplabile una dinamica sociale in cui il mero recupero dell'inflazione possa garantire stipendi equi. La retorica dei consumi e dello spendere non si addice a famiglie in cui in quattro si deve vivere con 2mila euro.

Dignità per i lavoratori significa quindi la possibilità di mantenere decorosamente la propria famiglia, ma anche di lavorare senza carichi insostenibili che hanno come obiettivo un aumento, questo sì selvaggio, della produttività, in cui la produttività è restare alla conduzione di un mezzo pubblico per oltre sei ore, senza diritto ad una pausa per espletare i più naturali bisogni fisiologici.

Questa logica perversa, che vuole trasformare il lavoratore in un subordinato obbediente trova forza nella logica dei sindacati confederali (CGIL, CISL e UIL), i quali non a caso sono uniti in Europa all'interno della CES, che approva e avvalla tutte le politiche in senso liberista promosse dai governi nazionali.

Non si tratta quindi di discutere delle gabbie salariali, ma più evidentemente di rivendicare retribuzioni coerenti con i costi della vita e tutele giuridiche necessariamente indispensabili per i lavoratori.

La stagione apertasi non è conclusa, anzi è solo l'inizio di un'azione, prima di tutto culturale e sindacale, perché i lavoratori si facciano consapevoli, in ogni settore, dell'importanza della revisione della legge 146, la quale di fatto non disciplina ma soffoca e comprime il diritto di sciopero, così come dell'intera normativa sulla rappresentanza sindacale che garantisce solo i sindacati d'accordo con una logica di ridimensionamento e di flessibilità imposta a tutti i livelli.

Procederemo nella battaglia democratica per una società più giusta, perché ferrotranvieri, insegnanti, operai, operatori della sanità hanno diritto – tutti – al pane, ma come ricordavano i lavoratori di un secolo fa, anche alle rose.

Milano, 3 febbraio 2004

Paolo Manzoni
Unicobas ATM Milano
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Davide Rossi
Segretario regionale lombardo
Responsabile Relazioni Internazionali
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