Si, è vero che il nuovo esecutivo, presieduto da Romano Prodi si è appena insediato ed occorre lasciargli il tempo di lavorare in pace.
Si, è vero che dopo la sovraesposizione mediatica della lady Brichetto Moratti ci attendiamo un ministro che chiacchieri poco ed agisca molto.
E' anche vero, però, che molti dei neoministri all'indomani del giuramento hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche, nelle quali hanno esposto i loro intenti riformatori, se non addirittura la loro volontà abrogazionista nei confronti di quanto è stato promosso nella precedente legislatura.
C'è chi ha proposto di bloccare la controriforma pensionistica, chi di rivedere la legge che regola l'immigrazione ed il famoso "pacchetto Castelli"...
...e la scuola? Quella famosa scuola di cui tanto si è parlato (spesso anche a sproposito) nella campagna elettorale? Quella scuola di base che tanto ha ostacolato e limitato la realizzazione della "Riforma Moratti"?
Dal Ministro della Scuola, l'on. Fioroni un silenzio assordante ... o quasi, perché effettivamente il ministro una dichiarazione l'ha rilasciata, affermando che finalmente si ritornerà alla vecchia dizione di SCUOLA PUBBLICA.
Bene, bravo, un coro di congratulazioni da tutte le parti.
Anche noi condividiamo tale scelta; ci permettiamo, però, anche di ricordare (a chi ha evidentemente memoria corta) che il ministro con tale scelta non opera solo in discontinuità con il precedente esecutivo, ma ha semplicemente riparato ad un torto commesso al tempo del ministro Berlinguer, spinto a tale scellerata scelta (eliminare il termine pubblica), dalle indicazioni dell'allora ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini.
... e adesso vogliono anche l'indennita' di vacanza contrattuale
Dopo aver a lungo pontificato sull'inutilità dei ricorsi per ottenere il pagamento dell'IVC, dando una mano alla CGIL nell'opera di boicottaggio e depistaggio, improvvisamente, con una inversione ad U, anche i COBAS scoprono l'utilità di questi ricorsi e lo hanno deliberato, addirittura, nella loro ultima assemblea nazionale.
Oltre a congratularci con la loro scelta (è sempre meglio capire tardi, piuttosto che mai) vorremmo puntualizzare alcuni punti:
In sostanza, vorremmo evitare
di trovarci in quella fastidiosa situazione di tessere faticosamente una
tela, per vederla poi disfare da altri, non si sa se per effettiva incapacità
o per meditati calcoli politici; perciò riprenderemo a settembre
l'iniziativa legale per i ricorsi in massa per ottenere il pagamento dell'indennità
di vacanza contrattuale.
Hanno la coda di paglia
Domenica 21 maggio nel corso della trasmissione di Mirella Gabanelli, Reporter è stata presentato uno speciale molto interessante sui Fondi pensione.
Una volta di più si è chiarito come in questa vicenda i lavoratori abbiano tutto da perdere e nulla da guadagnare, mentre gli unici a beneficiarne siano i gestori, qualunque essi siano, assicurazioni o banche (intanto, come hanno ben messo in evidenza gli autori dell'inchiesta, è la stessa cosa).
A tre giorni di distanza dalla messa in onda, il Fondo Espero ha diramato una nota, rilanciata da tutti i sindacati promotori del fondo, nella quale ha tenuto a precisare che trasmissioni del genere possono indurre solo confusione e che, comunque, la stessa era incentrata sui fondi "aperti", mentre il fondo del personale della scuola appartiene alla famiglia dei "chiusi".
Il fatto che i gestori del Fondo Espero abbiano deciso di emanare un comunicato in merito a quanto trasmesso dimostra, in primo luogo, come abbiano la coda di paglia e quanto risulti a loro fastidiosa qualunque forma di critica o di perplessità esposta sulla loro attività.
E' inquietante il fatto che la nota sia stata sollecitata dalla CISL Scuola (come si può leggere dal sito della stessa organizzazione) ed ancora più inquietante è il fatto che su nessun sito degli altri Fondi Pensionistici Complementari ci sia alcuna nota in merito alla trasmissione tranne che, appunto, sul sito di Espero.
Ma perché se la sono presa così tanto?
In fondo i giornalisti non hanno parlato dei Fondi chiusi, anche se in un paio di volte ne hanno citati alcuni ed hanno intervistato il Direttore generale del più numeroso, cioè, il Cometa, ponendo qualche legittimo dubbio sulle modalità di gestione di tali fondi ed in particolare accennando a possibili conflitti d'interessi.
Per di più i giornalisti hanno taciuto l'altro aspetto vergognoso della faccenda "FP" e cioè la truffa del silenzio assenso che partirà dal 1° gennaio 2008, col beneplacito delle organizzazioni sindacali.
Evidentemente i gestori del fondo si sono sentiti chiamati in causa da un'inchiesta del genere ed hanno sentito il dovere di tranquillizzare i 50.000 nuovi aderenti, racimolati in fretta e furia alla fine dello scorso, giusto a tempo per far partire il Fondo stesso.
Ma ciò che hanno scritto nella difesa d'ufficio del loro operato non ci convince affatto.
Ad esempio si legge che:"Il sistema di previdenza complementare è incentrato sul concetto di "contribuzione definita" ovvero è predefinito il livello di contribuzione mentre è variabile il risultato finale", un modo, più edulcorato, per dire che non è garantito che potremo rientrare in possesso di quanto avremo investito nel corso della nostra adesione al fondo.
Oppure "La gestione finanziaria di un fondo pensione chiuso (come Espero) è orientata alla massima prudenza. In particolare all'inizio si comincia con un unico comparto di investimento per poi passare ad un'offerta più ampia", capiterà, cioè, al Fondo Espero (quando i risultati non saranno quelli auspicati), quello che è capitato ai sottoscrittori del Fondo Cometa.
Si darà ai soci l'opportunità di investire in maniera diversificata , lasciando, così, a ciascuno la gestione della propria pensione integrativa, in una dimensione sempre più individualizzata e di completo isolamento, perdendo di vista, invece, la dimensione di solidarietà intergenerazionale, tipica della pensione pubblica.
La nota raggiunge il massimo della sfrontatezza, o per meglio dire, del cinismo, là dove, con l'aiuto della matematica attuariale, si vuole negare l'evidente discriminazione che subiranno le donne che aderiranno ai fondi integrativi le quali, a causa dell'aspettativa di vita più lunga(sic!), percepiranno un assegno pensionistico inferiore di quello spettante ai colleghi maschi, destinati (sempre secondo i calcoli statistici), evidentemente, ad una dipartita precoce.
Alla faccia delle lotte per la liberazione della donna e per il riconoscimento di uguali diritti e pari opportunità tra i sessi!
Probabilmente gli amministratori del "fondo chiuso Espero" gradirebbero tanto che le nostre bocche fossero "chiuse", per poter fare i loro affari senza problemi, ma noi non ci stiamo, e continueremo a lottare ed a stare al fianco di chi si impegna per impedire la TRUFFA della pensione integrativa e per rilanciare una seria politica a favore della previdenza pubblica.