noi sottoscritti docenti di matematica della scuola media superiore, al di là delle convinzioni personali che ciascuno di noi ha sulla validità del progetto di riforma del governo, ci troviamo tutti concordi nel denunciare con profonda convinzione il fallimento del sistema di valutazione degli studenti basato sui debiti formativi e, conseguentemente, riteniamo inadeguato anche il metodo di valutazione proposto nell’articolo 13 dello schema di decreto legislativo di riforma.
La nostra denuncia deriva dalle seguenti argomentazioni:
· contrariamente a quanto previsto dal comma 4 dell’articolo 2 dell’OM n.128 del 14 maggio 1999, nessun consiglio di classe si assume la responsabilità di non ammettere alla classe successiva uno studente la cui preparazione risulti assolutamente nulla (ripetiamo: non insufficiente, ma assolutamente nulla) in una, ma a volte anche in più discipline;
· allo studente di cui sopra viene così assegnato un debito formativo, che, già nel momento della assegnazione, si sa bene non sarà mai colmato;
· in una disciplina quale è quella che noi insegniamo (ma non è l’unica), la mancanza assoluta di preparazione sul programma di un intero anno scolastico impedisce l’acquisizione del programma dell’anno successivo;
· lo studente che non ha colmato il debito dell’anno precedente, quand’anche non venisse ammesso alla classe successiva, si troverebbe nella assurda situazione di dover ripetere l’anno scolastico sbagliato, in quanto le mancate basi del suo apprendimento riguardano non quell’anno, ma il precedente;
· alcuni studenti si sono ormai resi pienamente conto della stortura insita nella valutazione basata sui debiti, e, sicuri della promozione, selezionano la (a volte anche le) disciplina nelle quali non profondere il minimo impegno; va da sé che la disciplina selezionata è spesso la matematica, il cui presupposto tutti sanno essere un impegno attento, continuo e non superficiale;
· gli studenti di cui sopra giungono così alla fine del ciclo di studi senza avere assorbito pressoché nulla dei contenuti di alcune discipline (discipline spesso fondanti), malgrado il loro curriculum di promozioni evidenzi il contrario.
Da quanto sopra esposto, emerge il quadro di una scuola basata sulla finzione: il sei con l’asterisco, o rosso a seconda delle abitudini locali, a volte non nasconde più una “lieve” insufficienza (per la quale, per altro, nemmeno gli esami di riparazione hanno mai fermato alcuno studente), ma totale impreparazione, derivante spesso - ciò che è ancora peggio - da calcolata mancanza di volontà e da slealtà nei confronti della scuola, e incoraggia quella cultura della furbizia tipicamente italica, per la quale siamo tristemente famosi nel mondo.
Concludiamo così con l’osservare che il sistema dei debiti formativi si è dimostrato, alla fine, più inefficace degli esami di riparazione che, pur con i loro limiti, costituivano per lo studente poco volonteroso un non trascurabile incentivo ad affrontare la vita scolastica con un minimo di serietà e di impegno.
Adalberto Marchioni Anna Riva
Enrico Pontorno Ernesto Dedò
Spartaco Spadon Sofia Sabetti
Luigi Tomasi Luigi Taddeo
Roberto Ghetti Ivano Moschetti
Paolo Francini Maddalena Di Vincenzo
Maria Canton Rosa Iaderosa
Enrico Malacarne Simonetta Calatti
Maria Cantoni Daniela Gambi
Marco Ghellini Maria Grazia Montagna
Chiara Lugli Daniela Gambi
Sergio Toccante Maria Angela Chimetto
Aurelia Orlandoni Gustavo Toninel
Antonio Bernardo Giordano Bruno
Giovanni Porcellano Gianni Murer
Raffaele Mauro Paolo Bonavoglia
Marco Zoso Berardo Branella
Lucio tenaglia Mario Puppi
Aurelia Rossi Maria Batini
Roberta Nichelini Annamaria Miele
Cesare Ciancianaini