Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Letizia Moratti
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oggetto: SCUOLA SUPERIORE: CHE FINE FARÀ L’EDUCAZIONE FISICA ?

I “nuovi” programmi di educazione fisica del 1° ottobre 1982 D.P.R. n. 908, nell’indicazioni generali, “perseguivano l’obbiettivo dell’educazione della persona, pertanto, nella loro azione complessiva, concorrevano allo sviluppo psico-fisico dei giovani”. Si stabiliva inoltre, che le attività motorie e sportive (oggi possiamo parlare di scienze motorie) dovevano inserirsi nel contesto dell’azione educativa poiché contribuivano alla formazione e alla maturazione della personalità dell’alunno.

Ventitrè anni or sono, dunque, il Ministero della P.I. assegnava notevole importanza all’attività fisica nelle Scuole di ogni ordine e grado,  anche e soprattutto come fattore determinante per la conservazione della salute dell’intera popolazione scolastica. All’insegnante di educazione fisica, nel biennio degli istituti di istruzione di II grado, ad esempio, era demandato il compito di armonizzare lo sviluppo muscolare, nonché favorire la maturazione della propria corporeità, sia come padronanza motoria, sia come capacità relazionale al fine di superare difficoltà e contraddizioni tipiche dell’età adolescenziale, caratterizzata da rapidi e intensi cambiamenti psico-fisici. Pertanto, l’insegnante di educazione fisica  veniva ad essere fattore determinante per l’armonico processo di maturazione, per una piena consapevolezza di sé e delle capacità di potersi integrare e differenziare in un gruppo.

Nel triennio, oltre alla rielaborazione degli schemi motori, al potenziamento delle capacità “condizionali” e al perfezionamento del linguaggio motorio, detti programmi stabilivano un’attività più controllata ed armonica per aiutare lo studente verso scelte sportive personali. Le caratteristiche delle finalità e degli obbiettivi richiedevano metodologie intese anche come indagine continua da parte del docente alla correzione dell’errore; cioè avrebbe consentito di creare i presupposti di abilità e competenze con lo scopo di indirizzare i giovani verso l’organizzazione di progetti autonomi,  utilizzabili soprattutto dopo la conclusione degli studi secondari, fattori questi capaci di creare un’abitudine alla pratica sportiva che trovava attenzione e spazio anche in orario extrascolastico. Ne derivava, quindi, e siamo nel lontano 1982, la necessità da parte dei docenti, di porre attenzione al grado di sviluppo psicomotorio dei giovani  nella sua interezza, con chiarezza di obbiettivi ed interventi.

Attraverso la Scuola, l’attività motoria concorreva dunque alla formazione dell’uomo, del cittadino, divenendo una materia più codificata, rispondendo ai bisogni di crescita sociale e soprattutto della persona nella propria totalità intellettuale, fisica, psicologia,. Veniva ampiamente riconosciuta la necessità e l’importanza dell’educazione fisica per promuovere la formazione dell’uomo nella considerazione che tale materia doveva divenire parte integrante dell’educazione e non relegalata ai margini e in una posizione subalterna dettata, per troppi decenni da una concezione oscurantista e approssimativa. Questi dunque i presupposti, gli obbiettivi, le finalità di una materia  la cui importanza universalmente riconosciuta nei paesi più avanzati, rischia tra non molto tempo, di essere relegata a livello mondiale agli ultimi posti del sistema dell’istruzione con una sola ora settimanale per classe.

Non a caso allora, Signor Ministro, abbiamo parlato usando il passato. Il presente rimarrà tale per le scienze motorie nella Scuola italiana, fino all’a.s. 2006/07, poi, Lei si assumerà tutta la responsabilità di aver stravolto ed annullato ciò che di buono è stato fatto finora, nel rispetto del lavoro svolto da una intera categoria di docenti, nel rispetto dei programmi del 1982 che, anche se lontani, qui opportunamente per sua completa disinformazione, si è voluto accennare e ricordare.
                                                                                                           Distinti saluti

Alessandra Pane
 
Napoli, 17/03/05