Adnkronos, 28 ottobre 2008

Scuola, Senato presidiato dagli studenti ''La protesta non smetterà''
Una delegazione di giovani incontra i senatori per dire no alla riforma Gelmini: ''La maggioranza ha detto che domani il decreto passerà. Non ci hanno ascoltato''. Tensione quando un ragazzo ha cercato di scavalcare le transenne: identificato, è stato subito rilasciato.
L'Unicobas: ''Sciopero di tutti gli Atenei''


Il Giornale.it
n. 244 del 2008-10-11 pagina 4

Altri scioperi in arrivo questo mese di Redazione

Si allarga intanto il fronte della protesta nella scuola, dopo la manifestazione di ieri che ha portato complessivamente in piazza 300mila studenti in tutta Italia. L’altro ieri Cgil Cisl Uil scuola insieme a Snals e Gilda hanno proclamato lo sciopero generale per il 30 ottobre, con manifestazione nazionale a Roma. Ieri, si sono aggiunti alla protesta anche gli insegnanti di Unicobas.

Rimane fissata al 17 ottobre lo sciopero generale del sindacalismo dibase (Cub, Cobas, Sdl) che avrà riflessi anche sulla scuola.Gli studenti sciopereranno assieme ai sindacati il 30 ottobre e proseguiranno la mobilitazione nella settimana del 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca.

Intanto, la Confederazione degli studenti, una delle associazioni universitarie, ha deciso di lanciare lunedì una raccolta di firme per chiedere le dimissioni del ministro Gelmini"Qui giace l'Università pubblica", ha aperto il corteo che ha visto sfilare circa 5mila studenti con gli slogan "contro la scuola dell'indecenza ora e sempre Resistenza" e poi ancora "non chino la testa continuo la protesta". Studenti liceali, universitari, dottorandi e ricercatori tutti insieme a urlare "contro la 133 tutti uniti senza bandiere né partiti". Sfilano anche studenti liceali col grembiule nero e ricercatori in camice bianco con il lutto al braccio. Tanti i necrologi affissi ai muri del centro dove si "L'anno 2008, dopo lenta e dolorosa agonia si è spenta l'Università pubblica. La cara estinta è morta in seguito a una pugnalata al cuore ricevuta dal Ministro della Pubblica Istruzione Maria Stella Gelmini nell'indifferenza del popolo italiano. Ne danno il triste annuncio gli studenti, i dottorandi, i ricercatori e i professori tutti. Non fiori ma opere di bene". Il tutto si è concluso con una festa di slogan e balli.

I lucchetti di Viareggio. Per evitare che studenti e professori entrassero ugualmente in aula nonostante la manifestazione, nella notte gli ingressi di cinque istituti superiori versiliesi sono stati sigillati con colla e silicone e i cancelli chiusi con dei lucchetti. Ad accorgersene, questa mattina, e' stato il personale delle cinque scuole - il liceo scientifico "Barsanti e Matteucci", il nautico "Artiglio", l'istituto professionale "Marconi" e l'Itc "Piaggia" a Viareggio e il liceo sperimentale "Chini" a Lido di Camaiore - al momento dell'apertura. Per consentire lo svolgimento delle lezioni sono dovuti intervenire i vigili del fuoco. Sugli episodi sta indagando il commissariato di polizia.

In 40 mila a Roma. Bandiere rosse con la freccia dell'Unione degli studenti, striscioni, tanta allegria e musica a tutto volume.

Il corteo della capitale ha dato vita ad un sit-in davanti al ministero dove una delegazione di studenti è stata poi incontrata da alcuni dirigenti del dicastero.

A illustrare le motivazioni degli studenti Valentina Giorda, dell'Unione degli studenti che, ricordando che le manifestazioni si svolgono in più di 90 città sottolinea come "il ministro Gelmini non ci ha voluto ascoltare ma, con la protesta di oggi sarà costretta a farlo".

"La riforma -spiega- è stata una riforma imposta, senza ascoltare l'opinione di nessuno. Una riforma imposta per decreto in modo scorretto con la quale si vuole far tornare indietro la scuola di 50 anni". Al centro delle critiche degli studenti "il voto in condotta, che intende dare una soluzione di forza a quello che e' invece un disagio. Gli fa eco Luca De Zolt della rete degli studenti medi. "Siamo in piazza per svelare le spalle di un governo fatto di 'balle e pupe' che fa passare una riforma con un atto di bullismo. L'unica vera riforma -sottolinea- sono gli 8 miliardi di tagli alla scuola pubblica il resto non porta la scuola nel futuro ma nel passato, in una scuola che non serve piu' che e' quella dei nostri genitori".

Zolt lancia quindi due nuovi appuntamenti, per il 30 ottobre alla manifestazione nazionale per una mobilitazione generale della scuola con i sindacati e il 17 novembre in piazza per la giornata mondiale di mobilitazione studentesca indetta dal Social forum. Tra gli striscioni esposti dagli studenti "Gelmini ministro della distruzione", e ancora, "Gelmini dai un taglio ai tagli", o "Tagli al nostro futuro no agli stipendi dei politici sì".

Napoli, città blindata. L'imponente spiegamento di forze dell'ordine per l'arrivo in città di Berlusconi non ha scoraggiato 30 mila studenti napoletani che, insieme agli universitari hanno manifestato contro i provvedimenti della Gelmini. "La battaglia continua", promettono gli studenti. "Ci mobiliteremo per scuole e università che siano pubbliche, dove sia garantito un reale accesso alle conoscenze, soprattutto attraverso gli investimenti economici. Lotteremo per un'idea di scuola completamente opposta agli attacchi del nuovo ministro".

Aule deserte a Bari. Scuole vuote e strade piene a favore della difesa del "diritto allo studio" e contro i tagli operati dal governo. Molta musica, e numerose bandiere dell'Unione degli Studenti coloravano il corteo.

Palermo, a scuola di democrazia. Oltre cinquemila studenti hanno manifestato sotto gli striscioni della Rete Degli Studenti e dei Giovani Comunisti che denunciano la "demolizione della scuola pubblica" riportata "a quarant'anni fa attraverso il ripristino dei grembiuli alle elementari, del maestro unico e del 5 in condotta". Hanno chiesto al prefetto Giancarlo Trevisone di farsi portavoce del malessere della scuola e degli studenti palermitani. "Qui, - spiegano i ragazzi - la scuola pubblica è il mezzo più importante per garantire i principi di democraticità ed uguaglianza nel Paese".



Virgilio Notizie 7.10.08

Scuola/ D'Errico (Unicobas): voto fiducia dl vergogna per paese
Smantellamento istruzione colpa anche opposizione e sindacati

Roma, 7 ott. (Apcom) - "Il ricorso al voto di fiducia per approvare il decreto Gelmini è una vergogna per il paese le cui colpe vanno anche ricondotte al comportamento di opposizione e sindacati": è questo il duro commento di Stefano D'Errico, leader degli Unicobas, alla scelta del governo di ricorrere al maxi-emendamento e alla fiducia dell'aula per l'approvazione del dl 137 che introduce il maestro unico, la riduzione delle ore d'insegnamento alla primaria ed il voto di condotta.

"Questa soluzione - sostiene D'Errico che venerdì scorso ha promosso uno sciopero della scola unitariamente a cui ha aderito il 20 per cento del personale - manderà all'incanto la scuola pubblica. Si comincia con lo smantellamento dei 'gioielli' di famiglia tramite l'eliminazione del tempo pieno alle elementari considerate il fiore all'occhiello della scuola italiana ed infatti quinta al mondo".

Per il leader Unicobas questa manovra è sola la prima di una lunga serie: "Si passerà a ridurre le ore per materia, poi i licei verranno portati a quattro anni ed infine si ridimensioneranno tecnici e professionali".

D'Errico se la prende anche con i partiti e i 'colleghi' sindacalisti: "La vergogna cui stiamo assistendo - sottolinea - è colpa anche delle opposizioni che non hanno mai fatto il loro lavoro all'altezza della situazione. E pure dei sindacati della scuola che invece di operare unitariamente lo scorso 3 ottobre ci hanno fatto manifestare da soli", conclude il rappresentante Unicobas.



Virgilio Notizie 7.10.08

Scuola/ Fiducia dl, sindacati trovano coesione a 'giochi fatti'
Unità ritrovata si concretizzerà quando decreto sarà già legge

Roma, 7 ott. (Apcom) - Mentre il governo si appresta a votare la fiducia sul decreto Gelmini, che prevede il ritorno al maestro unico alle elementari e il modello base d'insegnamento settimanale ridotto a 24 ore, i sindacati della scuola ritrovano la coesione e annunciano lo sciopero generale per la fine del mese. L'unità ritrovata si concretizzerà quando il testo potrebbe però essere già convertito in legge.

Una circostanza non sfuggita ad una fetta dei lavoratori che avrebbero preferito maggiore prontezza e unitarietà di fronte a mutamenti così rilevanti per l'assetto scolastico italiano. A determinare questa situazione di impasse sindacale tra le sigle firmatarie del contratto (in particolare tra Flc-Cgil, Cisl e Uil che assieme rappresentano quasi il 70 per cento degli iscritti al comparto istruzione) hanno concorso diversi fattori: primo tra tutti la sofferta trattativa per salvare l'Alitalia. La nota frattura della Cgil ha infatti avuto ripercussioni in tutti gli altri settori sindacali: il 'salto in avanti' di Guglielmo Epifani, non andato giù a Cisl e Uil, è stato infatti solo parzialmente ricomposto dal successivo accordo.

Il 'raffreddamento' dei rapporti tra i confederali ha così comportato serie difficoltà nell'affrontare unitariamente i provvedimenti imposti dal governo sul fronte scuola: nella quasi totale assenza di reazione sindacale, insegnanti e non docenti hanno 'incassato', in successione, le decurtazioni in busta paga volute dal ministro Renato Brunetta per i periodi di malattia inferiori ai dieci giorni, la manovra finanziaria contenente i tagli di 7,8 miliardi di euro in tre anni (pari a 84 mila docenti e 42.500 Ata) ed infine il dl 137 sul maestro unico in queste ore in dirittura d'arrivo.

Il malcontento dei lavoratori non ha però prodotto immediati frutti: la Cgil ha insistito nella linea unilaterale prima attraverso la chiusura sulla riforma dei contratti e poi quando, a fine settembre, Epifani ha minacciato lo sciopero generale della scuola sottolineando di essere disposti a scendere in piazza 'anche da soli': una precisazione che ha di nuovo complicato i piani di chi cercava di ricucire i rapporti. Tanto che sabato scorso il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, annunciando a sua volta lo sciopero, ha bacchettato, pur senza nominarlo, proprio il leader Cgil per un 'un certo radicalismo sindacale infantile, sterile e direi pericoloso'.

Una volta ritrovata la coesione i sindacati firmatari di contratto hanno infine dovuto fare i conti con le sigle minori: mentre confederali, Snals-Confsal e Gilda erano alla ricerca di una posizione comune, Unicobas e Cobas indicevano i loro scioperi. (...)Ora per le rappresentanze maggiori dei lavoratori della scuola si parla insistentemente di una mobilitazione comune, promossa anche dalla Gilda, per il 31 ottobre: la data del resto è stata già individuata (e concessa dal Miur) da Flc-Cgil, Cisl e Snals per scioperare contro i nodi irrisolti relativi ai dirigenti scolastici. Se però, come probabile, a fine mese il decreto Gelmini dovesse essere trasformato in legge si rischierebbe di andare in piazza solo a livello simbolico. Con il fondato rischio di una bassa adesione dei lavoratori e che la mancata mobilitazione generale possa dare ragione al ministro quando sostiene che a protestare sono solo 'frange isolate'.

E a ben poco potrebbe servire il sit-in 'salva la scuola' condotto da ieri a piazza Montecitorio da coordinamenti, in prevalenza romani, di insegnanti, genitori, personale non docente, studenti delle scuole di specializzazione, movimenti e associazioni. Una protesta, quasi disperata, contro l'approvazione del decreto, cui si sono uniti esponenti del Pd, dell'Sd e della Cgil.



AGI - Ultimissime 10.10.08

CORTEI IN 100 PIAZZE
SCUOLA: 300.000 STUDENTI IN PIAZZA CONTRO GELMINI
 
Studenti in piazza in 100 citta' contro i provvedimenti su scuola, universita' e ricerca adottati dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e dal governo Berlusconi. Parola d'ordine "Suoniamole alla Gelmini. Nessun voto in condotta, maestro unico, riforma o privatizzazione potra' fermare la nostra musica. Se la ministra vuole cambiare la nostra scuola gliele suoneremo". Secondo l'Unione degli studenti alle manifestazioni hanno aderito 300.000 persone: 40.000 a Roma, 30.000 a Milano, 40.000 a Napoli e altrettanti a Torino, 15.000  a Salerno, Firenze e Genova, 10.000 a Bologna, Bari e Trieste, 2.000 a brindisi, 3.000 a Bergamo. Si allarga intanto il fronte dello sciopero nella scuola. Ieri Cgil Cisl Uil scuola insieme a Snals e Gilda hanno proclamato lo sciopero generale per il 30 ottobre con manifestazione nazionale a Roma. Oggi, si sono aggiunti alla protesta anche gli insegnanti aderenti a Unicobas. Anche l'Uds ha dato l'adesione. Rimane fissata al 17 ottobre lo sciopero generale del sindacalismo di base (Cub, Cobas, Sdl) che avra' riflessi anche sulla scuola. Ad alimentare il clima di tensione ci ha pensato questa mattina il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli: "I bidelli sono 160mila. Tantissimi". Molti temono che intendesse dire "troppi". (AGI) - Roma, 10 ott. -



LA STAMPA.IT 10/10/2008 (14:7) - LE MANIFESTAZIONI

Scuola, studenti in piazza in cento
città italiane contro la riforma Gelmini
 
Studenti italiani in piazza contro la Gelmini
 
I cortei contro i provvedimenti
su scuola, università e ricerca
ROMA
La protesta contro la riforma Gelmini ha portato oggi in piazza decine di migliaia di studenti. 300mila, secondo l’Unione degli studenti che snocciola questi dati: a Roma in 40.000 hanno preso parte alla manifestazione, 30mila a Milano, 40mila a Napoli e altrettanti a Torino, 15mila a Salerno, Firenze e Genova, 10mila a Bologna, Bari e Trieste, 2mila a Brindisi, 3mila a bergamo.

Altre migliaia di studenti hanno manifestato nelle altre città. Parola d’ordine della giornata di protesta: «Suoniamole alla Gelmini. Nessun voto in condotta, maestro unico, riforma o privatizzazione potrà fermare la nostra musica. Se la ministra vuole cambiare la nostra scuola gliele suoneremo».

Nella capitale, il corteo ha raggiunto il ministero dell’Istruzione dove una delegazione è stata ricevuta da alcuni dirigenti del dicastero. Si allarga intanto il fronte della protesta nella scuola. Ieri Cgil Cisl Uil scuola insieme a Snals e Gilda hanno proclamato lo sciopero generale per il 30 ottobre con manifestazione nazionale a Roma. Oggi, si sono aggiunti alla protesta anche gli insegnanti aderenti a Unicobas. Rimane fissata al 17 ottobre lo sciopero generale del sindacalismo di base (Cub, Cobas, Sdl) che avrà riflessi anche sulla scuola.

Gli studenti sciopereranno assieme ai sindacati il 30 ottobre e proseguiranno la mobilitazione nella settimana del 17 novembre, giornata internazionale di mobilitazione studentesca. Questa mattina, intanto, il ministro della Semplificazione Roberto Calderoli ha gettato altra benzina sul fuoco: «I bidelli sono 160mila. Tantissimi». Molti temono che intendesse dire «troppi».