Crediamo di fare cosa utile e gradita fornire ai nostri iscritti delle indicazioni concrete su come affrontare l'attuale delicata situazione.
coordinamento interdisciplinare,
collegialità"), dei diritti sanciti dal Dpr 275/99 ("Regolamento
sull'autonomia") che attribuisce alle Istituzioni scolastiche "autonomia
didattica" e "autonomia organizzativa" ed in particolare ai principi dell'art.
8 che consentono "l'adeguamento dell'organizzazione didattica alle effettive
esigenze formative senza condizionamenti connessi a modelli predeterminati
ed impartiti dall'esterno".
Come deve agire e cosa deve
approvare il Collegio dei Docenti?
E' fondamentale che i colleghi
capiscano che l'organizzazione oraria dell'offerta formativa in ore obbligatorie,
ore facoltative opzionali e ore di mensa, si debba configura come insieme
unitario e coerente, in cui le ore opzionali abbiano caratteristiche congruenti
con le attività di insegnamento, apprendimento e formazione previste
nelle ore obbligatorie.
Poiché l'unitarietà e la coerenza dell'offerta formativa trovano la loro realizzazione in un'organizzazione del lavoro in cui è prevista l'assoluta identità tra funzione docente e funzione tutoriale e perciò, come tale, propria di tutti i docenti della classe ed attribuita ad essi senza alcuna distinzione, va da sé che il Collegio non debba prevedere alcun conferimento di incarico di tutor a chicchessia, né, di conseguenza, deve porsi il problema di individuare i criteri a tal fine.
In questa maniera se ne blocca anche la designazione da parte del Dirigente Scolastico, in quanto, senza i criteri elaborati dal Collegio, qualsiasi nomina è illegittima.
Come si capisce dalla formulazione della proposta, non si tratta del cosiddetto tutoraggio multiplo o plurimo propagandato da alcune organizzazioni sindacali, che potrebbe trasformarsi in un pericoloso boomerang, né di una distribuzione nominale plurima del ruolo di tutor, né tanto meno di una mera petizione di principi, bensì della definizione di una funzione, che è propria della funzione docente in quanto tale, e da essa non disgiungibile.
La controriforma Moratti risponde ad esigenze di risparmio ma è anche un'operazione ideologica che si cerca di far passare attraverso le Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati.
Tali Indicazioni rappresentano un chiaro arretramento culturale e di contenuti rispetto agli Orientamenti della Scuola dell'Infanzia del 91, ai programmi della Scuola Elementare dell'85, i programmi della Scuola Media del 79, per di più sono illegittime (in quanto allegato al D.L.vo 59) ed hanno un carattere provvisorio e transitorio!
Le Case Editrici, fiutando l'affare commerciale, hanno modificato i testi adattandoli alle nuove Indicazioni, quando queste non erano ancora state emanate, con fascicoletti aggiuntivi sulle educazioni, indicazioni fai-da-te sul port-folio, riassunti ad integrazione delle parti mancanti.
Ma proprio la condizione di illeggittimità e provvisorietà delle Indicazioni offre ai colleghi un ulteriore spunto per cercare di inceppare il cammino della riforma bloccando l' adozione dei nuovi libri.
Infatti, sulla base delle competenze
proprie degli Organi Collegiali e della libertà di insegnamento,
nei Consigli di classe e nel Collegio docenti è possibile confermare
i vecchi programmi e i libri di testo non modificati; è' possibile
anche non adottare alcun libro di testo e/o utilizzare materiale alternativo.