PER LA LIBERTA' D'INSEGNAMENTO E PER I DIRITTI SINDACALI CRESCE NELL'UNIONE EUROPEA UN PROGETTO UNITARIO DEI SINDACATI ALTERNATIVI DELLA SCUOLA

di Davide Rossi e Stefano d'Errico

La sede parigina di SUD Education ha visto animarsi nel primo fine settimana di marzo un confronto di ampio respiro tra le maggiori organizzazioni alternative della scuola europea. Un confronto franco, ampio, partecipato in grado di prospettare con capacità progettuale scenari d'azione concreta. SUD Education di Francia e Svizzera, C.G.T. spagnola, C.N.T. francese e Unicobas Scuola per l'Italia, si sono trovati concordi nel riscontrare percorsi comuni ai diversi governi europei, volti a trasformare la scuola in un elemento costitutivo di una società organizzata secondo criteri di produttività, povera di cultura e anzi orientata ad una feroce mercificazione del sapere. I sindacati presenti hanno invece rimarcato la straordinaria distinzione tra una visione riduttiva della scuola che intende trasformarla in un semplice servizio flessibile e ad uso e consumo delle logiche dominanti e un'idea, la nostra, di scuola come istituzione che promuove la ricerca didattica, il dialogo e la crescita di studenti e docenti che vivono con passione il quotidiano confrontarsi con i saperi, storici, umanistici, scientifici, ma soprattutto critici, i soli che lontano da omologanti conformismi permettano lo sviluppo autentico di quelle conoscenze necessarie e indispensabili per i giovani, cittadini europei di domani. Convergenza si è manifestata nel rifiutare interpretazioni utilitaristiche del ruolo degli insegnanti che sempre più vengono schiacciati dalle diverse legislazioni nazionali all'interno di compiti impiegatizi, che nulla hanno da condividere con la scuola. Gli insegnanti europei devono poter aggiornarsi, devono vedere riconosciuto il loro diritto a leggere, studiare, partecipare a manifestazioni culturali. Gravissimo è l'intensificare le prestazioni senza rendersi conto che la professione docente non può essere paragonata, per la sua specificità, unicità, ad altre attività lavorative. Confondere la qualità con la quantità, proprio nella scuola in cui esse sono inversamente proporzionali, è un pericolo che i sindacati alternativi respingono. Come procedere quindi? Concordando momenti comuni di lotta, ma anche realizzando un coordinamento che risulti efficace, visibile, riconosciuto da insegnanti, studenti, famiglie e società civile, che sempre più devono diventare consapevoli della gravità della situazione.

Con determinazione si è sottolineato che non si può più, non si deve più permettere alla sola C.E.S., la sigla che riunisce nella Confederazione Europea dei Sindacati le organizzazioni concertative, di avere voce e diritto di rappresentanza nelle sedi europee del mondo dell'istruzione.

Gli italiani hanno lanciato l'idea di creare la F.E.S.A.L.: Federazione Europea del Sindacalismo Alternativo, una struttura che nel rispetto della più larga e assoluta autonomia nazionale dei singoli sindacati, metta positivamente in rete le energie e le intelligenze che in ogni parte d'Europa si vanno ogni giorno di più costituendo attraverso il sindacalismo alternativo. Al lavoro di coordinamento e di informazione tra i diversi sindacati si unisce la chiara volontà di offrire a tutte le scuole d'Europa, dal Baltico all'Adriatico, dall'Atlantico al Mediterraneo, un soggetto alternativo, forte e credibile, unito da richieste esplicitamente rivolte a tutti coloro che credono indispensabile una scuola democratica per un futuro democratico, autenticamente moderno, multiculturale, solidale, in cui alla libertà di insegnamento e alla libertà di apprendimento si associ una inderogabile battaglia di pieno rispetto dei diritti sindacali all'interno dell'Unione Europea.

Ecco quindi che gli incontri e gli appuntamenti si sono moltiplicati già nel corso del confronto parigino, alla stesura di un documento unitario che valorizzi quelli già prodotti nel corso di questi mesi si associa la volontà di essere presenti a Siviglia il 22 giugno, in occasione della manifestazione in risposta al contemporaneo incontro dei governi europei, a Granada ai primi di luglio, ospiti della C.G.T. per la costituzione ufficiale della F.E.S.AL. e l'approvazione del documento fondativo, quindi in autunno, a Venezia in novembre per il Social Forum Europeo e a Berlino nel marzo 2003 rispetto ala questione scuola. Diversi appuntamenti per rivendicare con forza la centralità della scuola, che merita ben più di quanto prevedano di investirvi le dominanti politiche neoliberiste. Proprio per rendere nota la nostra proposta alternativa chiederemo, dopo Granada, incontri ufficiali con le commissioni cultura, istruzione e lavoro del Parlamento Europeo, con i commissari preposti a questi settori, con il Consiglio d'Europa e con il presidente della Convenzione Europea, incaricata di stendere la futura Costituzione unitaria, anche per quanto attiene alle libertà sindacali, sempre più minacciate nell'Unione dalla politica consociativa e monopolistica dei sindacati di stato, alla quale corrispondono legislazioni miranti ad eliminare il sindacalismo di base.

Tali incontri vogliono trasformarsi anche in momenti di mobilitazione nazionale ed Europea a sostegno delle nostre richieste.

Questa straordinaria opportunità per tutti gli insegnanti europei di trovarsi uniti in un grande progetto alternativo, per la scuola, per il futuro, per il domani, non deve essere lasciata sfuggire. Insieme, uniti da un sentire forte e convinto dell'importanza del cambiamento, certi che le nostre comuni idee sono un patrimonio decisivo e sempre più condiviso, indispensabile per restituire libertà e centralità alla scuola, dobbiamo attrezzarci per crescere e impegnarci in ogni angolo d'Europa.