Un nuovo maggio francese

di Davide Rossi *

Questo nuovo maggio francese, a cui abbiamo avuto la fortuna di poter partecipare per alcuni giorni (13 – 17 maggio), rappresenta un movimento di lotta contro la riforma delle pensioni, ma anche un movimento straordinario per una diversa Europa che si vuole fondata sui diritti e non sul liberismo.

Emozioni, volti, strade imbandierate meriterebbero ampie descrizioni. Ne proponiamo una sintesi per punti.

Sciopero riconducibile: sciopero ad oltranza, sino a che il governo non ritiri il provvedimento contestato, sì, perché in Francia non esiste, per il momento, una regolamentazione dello sciopero come quella italiana. Da notare che i colleghi in sciopero, anche per un mese, si incontrano tutte le mattine a scuola cercando di convincere un numero sempre maggiore di insegnanti ad aggiungersi alla lotta, nel pomeriggio partecipano alle riunioni cittadine, di quartiere e di settore, o alle manifestazioni che si susseguono più volte nella settimana, percorrendo anche lunghissime distanze a piedi per il contemporaneo sciopero dei mezzi di trasporto, anch'esso "riconducibile". Chi pensa poi che ai colleghi francesi venga effettuata una maxi – trattenuta sullo stipendio si sbaglia. Tra le rivendicazioni poste per terminare lo sciopero una delle prime è che non vengano fatte trattenute, ma venga garantito l'intero stipendio a tutti gli scioperanti. Un mese di sciopero quindi, ma senza toccare lo stipendio.

AG: assemblea generale, ve ne sono di diverso tipo, quella di scuola, a cui partecipano ogni mattina gli insegnanti in sciopero, quelle di settore o interprofessionali, di quartiere, cittadine, regionali, un discutere insieme e insieme cercare le strade più opportune per costruire una risposta efficace contro la riforma delle pensioni che vuol vedere i francesi lavorare sino per 42 anni e mezzo, ma anche per una diversa scuola e una diversa società. Certo non manca chi cerca di resuscitare vecchi assemblearismi per ricavarne uno spazio personale, ma in ogni caso prevale generalmente la concretezza dell'agire rispetto a logiche di piccolo tornaconto.

FESAL – E: Abbiamo avuto modo, pur nel turbinoso moltiplicarsi di iniziative, di incontrare i colleghi di SUD Education di Parigi nella loro sede, in cui campeggia lo striscione "FESAL FEDERAZIONE EUROPEA DEL SINDACALISMO ALTERNATIVO UNICOBAS SCUOLA LOMBARDIA", anch'essi concordano sulla necessità di costruire la FESAL – E partendo da chi sente necessario offrire agli insegnanti e ai lavoratori della scuola un livello di solidarietà europea per le lotte comuni e di riflessione su quanto si va realizzando contro la scuola nel complessivo processo di mercificazione dei saperi e dei percorsi scolastici. Interessante l'analisi, da proseguire certamente, in merito al concetto di "servizio" e "servizio pubblico" in particolare, perché il carattere di uguaglianza che lo accompagna oltralpe non appartiene ormai più al mondo politico europeo, il quale anzi riducendo scuola e sanità a servizi e non più diritti sociali inalienabili, ne sta avviando una privatizzazione in base al criterio secondo cui i servizi non sono dovuti e si pagano. L'esempio italiano della riduzione del tempo scuola previsto dalla riforma Moratti che intende far passare da 40 a 27 le ore nella scuola primaria, mettendo a carico delle famiglie le restanti 13 ore è risultato chiaro e preoccupante agli amici di SUD Education. Con i colleghi francesi concordiamo poi nel ritenere il passaggio alla costituzione della FESAL –E utile per aiutare gli insegnanti e le organizzazioni che in qualche modo sono interessate, ma stanno aspettando appunto che qualcuno inizi questo percorso.

La presenza e la partecipazione dell'Unicobas: Martedì 13 in piazza tutta la giornata con un milione di parigini che gridavano "oggi nella piazza, domani si continua" e "sciopero generale interprofessionale" a cui abbiamo aggiunto – in italiano – e con un certo successo, "è ora, è ora, pensione a chi lavora", mentre un altro milione di lavoratori percorreva le strade delle altre città transalpine. Mercoledì siamo intervenuti ad una assemblea generale promossa dal G10 Solidale portando un caloroso saluto, la nostra solidarietà, la convinzione che dovessero essere i sindacati di base francesi a promuovere lo sciopero generale senza attendere le organizzazioni concertative, molto titubanti, e mettendosi anzi alla testa di tutti i lavoratori in sciopero mostrando la necessità di un diverso sindacalismo. Giovedì nuova manifestazione pomeridiana dopo le AG sino al ministero dell'istruzione, transennato e difeso dalle forze dell'ordine, venerdì incontro con gli amici di SUD Education.

Prospettive: la lotta francese che ha portato ancora milioni di cittadini in piazza è importante perché riforme peggiorative dei sistemi pensionistici sono in programma in tutta l'Unione Europea. Una vittoria francese è necessaria anche per rilanciare in tutto il continente la battaglia per i diritti sindacali, i diritti sociali, la scuola e il suo futuro. Temi che stanno straordinariamente a cuore all'Unicobas così come a quanti con noi hanno deciso di lavorare per un'altra Europa e un altro mondo.

Milano, 19 maggio '03

*Responsabile Relazioni Internazionali UNICOBAS SCUOLA e C.I.B. UNICOBAS e Coordinatore del gruppo SCUOLA ed EDUCAZIONE, RICERCA SCIENTIFICA E UNIVERSITA' della RETE SINDACALE EUROPEA

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