I PRIMI SEGNALI DELLA "RIFORMA" MORATTI

Il Parlamento ha votato la Legge delega al Ministro per la riforma della scuola: le linee guida sono quelle già tracciate, come la scelta subito dopo la scuola media tra i licei e l'istruzione professionale, e l'alternanza scuola-lavoro. I contenuti verranno stabiliti con regolamenti attuativi, senza più alcuna discussione.

Intanto cominciamo ad avvertire i primi segnali di una manovra che, mentre propaganda con spot televisivi ed opuscoli la nuova riforma, taglia sui fondi alla scuola pubblica e, in concreto, attenta alla qualità dell'istruzione delle scuole statali e al diritto allo studio di qualità per tutti.

La legge finanziaria approvata nel dicembre scorso, al solo fine di risparmiare, punta alla diminuzione dell'organico, e dunque all'aumento del numero degli alunni per classe con un forte peggioramento del rapporto numerico docenti – alunni. Già quest'anno, nella nostra scuola, tutte le prime classi erano composte da 28 / 29 studenti, un numero decisamente elevato e difficile da seguire con la dovuta attenzione, nel rispetto delle diverse individualità.

L'anno prossimo la situazione peggiorerà ulteriormente.

L'obiettivo di tagliare l'organico viene perseguito anche con un altro meccanismo che incide in modo pesante e diretto sulla didattica e che dal prossimo anno sarà operativo anche nel nostro Liceo.

Finora le cattedre dei docenti erano articolate in modo che si riferissero ad una o più sezioni, a seconda delle materie, e in modo che i docenti potessero accompagnare gli alunni nell'intero percorso formativo, o nel biennio e nel triennio. Gli insegnanti d'inglese svolgevano ad esempio 17 ore nelle classi, con un'ora a disposizione (cioè utilizzata per supplire un collega assente, dal momento che i supplenti si possono chiamare solo se l'assenza supera gli 11 giorni); gli insegnanti di filosofia e storia avevano 15 ore di lezione (una sezione) e 3 ore a disposizione.

Queste cattedre sono state portate a 18 ore piene. Ciò significa che, per far tornare i conti, alcuni insegnanti non avranno la prima, ma più seconde o terze, ecc. e che l'attuale suddivisione delle materie non è più garantita. Significa, ad esempio, che una quinta avrà un insegnante per matematica, uno per fisica, uno per storia e uno per filosofia.

E ogni anno tutto dovrà essere rivisto, perché l'obiettivo resta sempre comunque solo quello del risparmio. Intanto gli insegnanti aspettano ancora il rinnovo di un contratto scaduto nel 2001.

Non c'è più alcun criterio didattico, la continuità della progettazione e del lavoro scompaiono, gli studenti dovranno abituarsi a cambiare docente ogni anno.

Si baratta la qualità in nome del risparmio nel settore della scuola, il luogo in cui si costruiscono i valori e le risorse per il futuro.

Sottolineiamo infatti che l'organizzazione dell'orario di cattedra alla quale siamo costretti è deciso "dall'alto" in formule che non hanno a che vedere con la nostra professionalità né con la qualità di un fare scuola serio; siamo consapevoli che gli unici a "perderci" da queste operazioni saranno i veri soggetti della scuola, studenti e famiglie compresi. Non sentiamo di avere in nessun modo la promessa autonomia per decidere di costruire una scuola di buon livello ( un esempio per tutti: i tabulati di orari che sono arrivati propongono persino che un insegnante possa tenere 5 quinte classi nello stesso anno!). Siamo costretti a gestire una situazione che non abbiamo voluto e che soprattutto non serve affatto a far crescere la scuola. Ci si chiedono e vi si chiedono sacrifici in nome di una migliore utilizzazione delle risorse: ma in realtà si impongono cambiamenti che peggiorano il già faticoso esercizio dei nostri compiti di insegnanti e che sviliscono sempre di più anche gli spazi di crescita culturale che la nostra scuola finora riusciva a mantenere. Compreso il nostro liceo.

Chiediamo che venga messa a verbale nei Consigli di Classe e nel prossimo Collegio dei Docenti la nostra protesta contro queste manovre che dequalificano e sviliscono l'attività didattica; chiediamo invece la valorizzazione e il potenziamento dell'istruzione pubblica gestita democraticamente.

Invitiamo anche genitori e studenti ad associarsi a questa nota di protesta.

5 maggio 2003

Il Comitato dei docenti del liceo Scientifico Statale Malpighi di Roma