Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Letizia Moratti
Viale Trastevere, 76/A
00153 ROMA

Gli Istituti Tecnici corrono il grosso rischio di venir cancellatii. Infatti la bozza di decreto attuativo sul superiore prevede la loro "trasformazione" in licei tecnologici e l'eliminazione di buona parte delle materie professionalizzanti e dei rispettivi laboratori, il tutto nell'ottica di un rafforzamento dell'impostazione gentiliana della nostra scuola, di una notevole riduzione dei "costi di gestione" con un taglio agli organici di circa il 30% tra docenti ed ATA, con il rischio di eliminazione di intere figure professionali come gli insegnanti tecnico pratici e gli assistenti tecnici. Oltre alla perdita secca di ore dovuta ai nuovi piani orari, un ulteriore batosta agli organici può derivare dalla distinzione tra materie obbligatorie, opzionali obbligatorie e opzionali facoltative qualora per coprire le materie opzionali venisse privilegiato il ricorso agli "esperti", senza contare poi che l'alternanza scuola-lavoro porterà gli allievi fuori dalle scuole per mesi a lavorare gratis nelle aziende.

Inoltre il diploma liceale non sarà più immediatamente spendibile per l'accesso al lavoro, ma occorrerà specializzarsi con un corso IFTS o con una laurea triennale, quindi la controriforma va anche nella direzione dell'eliminazione del valore legale del titolo di studio nel senso che l'iscrizione all'albo professionale viene posticipata di due-tre anni. Questo produrrà un forte calo delle iscrizioni.

Si prefigura quindi un'impostazione estremamente classista dove a 13 anni gli allievi dovranno scegliere tra liceo + università/IFTS oppure l'avviamento al lavoro (canale regionale) .

Nel decreto vengono introdotti il tutor, il portfolio, l'insegnamento personalizzato e la valutazione del comportamento, tutti elementi già ampiamente contestati dalla grande maggioranza delle scuole elementari e medie italiane e che hanno portato alla situazione di stallo attualmente esistente in questo tipo di scuole. Si poteva evitare di ripetere l'errore, ma evidentemente di errore non si tratta, bensì di imperterrita volontà di procedere nell'eliminazione di tutti i processi collegiali e paritetici a favore della gerarchizzazione e dell'individualismo. Il portfolio, che probabilmente verrà associato al libretto di lavoro (vedi accordi con Confindustria), può configurarsi come una vera e propria schedatura preventiva.

Il metodo con cui viene gestita dal MIUR questa breve (dovrebbe chiudersi a febbraio con la presentazione del decreto al Consiglio dei Ministri) fase di consultazione, apertasi il 13 gennaio con la pubblicazione via internet dei piani orari dei vari licei è singolare.

Già prima del 13 esisteva una "bozza" di decreto senza intestazione e data, dopo il 13 sono apparsi i piani orari dove il latino, che era stato introdotto insieme alla filosofia ed alla seconda lingua nei licei tecnologici, è scomparso. In questo momento su alcuni siti sindacali stanno comparendo, con tanto di intestazione del MIUR, altri piani orari per i licei tecnologici dove anche la filosofia viene eliminata. Sul sito del MIUR permangono invece i piani con la filosofia. Viene il sospetto che se aspettiamo ancora, a suon di eliminare e di raschiare il fondo del barile, rimarrà ben poco: che tipo di scuola è quella proposta dove non c'è il latino e la filosofia (quindi non è un liceo) e dove ci sono pochissimi laboratori (quindi non è un istituto tecnico)? Forse un nuovo tipo di scuola, la scuola del nulla! E questa dovrebbe sotterrare quel valido intreccio di sapere e saper fare che costituiscono gli attuali istituti tecnici? Non siamo d'accordo!

CHIEDIAMO:

L'azzeramento di tutto l'attuale percorso legislativo (abrogazione della legge 53) e l'inizio di una consultazione ampia e duratura sulla riforma della scuola con i diretti interessati: docenti, personale ATA, allievi, genitori, cittadini;

L'eliminazione della divisione classista tra Licei statali e formazione Professionale Regionale: Stato e Regioni collaborino insieme al sostenimento dell'istruzione pubblica dove tutto il personale deve continuare a dipendere dallo Stato e dove gli istituti tecnici vedano valorizzato il loro ruolo;

Il potenziamento della collegialità del lavoro e delle decisioni e quindi l'eliminazione della figura del tutor che gerarchizza la categoria accentrando su di sé le funzioni proprie di ogni docente e del consiglio di classe;

Mantenimento in prima battuta dell'attuale assetto delle materie di studio e dei laboratori in vista un loro eventuale potenziamento e non della loro demolizione;

Mantenimento del valore legale del titolo di studio e quindi della possibilità di iscrizione all'Albo professionale con il diploma di istituto tecnico ed il tirocinio.
 
                                                                                   Distinti saluti

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