C'E' CHI DICE NO!!!
ASTENSIONE GENERALIZZATA DA TUTTE LE ATTIVITÀ AGGIUNTIVE E DI PROGETTO ALL'INTERNO DEI VARI ISTITUTI SCOLASTICI.
C'è un personaggio creato dalla fantasia di Herman Melville, Bartleby lo scrivano, che oppone al mondo fatto di scartoffie, vuoti numeri e burocrazia la sua personalissima resistenza, condensata in questa breve ma incisiva frase: « Preferirei di no!». Egli si oppone a causa di un malessere esistenziale, determinato dallo stesso genere di vita che è costretto a vivere, racchiusa tra le pareti di poche stanze, che ruota attorno ad abitudini consolidate e che si attiene ad un modello di ordine e di efficienza.
Non si può fare a meno di pensare quanto le condizioni di chi lavora nella scuola dell' "autonomia" siano simili a quelle di Bartleby, di quanta solitudine ci nutriamo quotidianamente nel nostro operare, di come siamo sempre più espropriati della nostra autonomia professionale condizionati dall'idea imperante di scuola/azienda, di come siamo ridotti a meri esecutori dei principi d'efficienza ed efficacia.
Proprio queste considerazioni ci fanno sperare che il collega medio possa adottare, con uno scatto d'orgoglio, la stessa fermezza, accompagnata dal giusto disincanto, con cui Bartleby si astiene da ciò che non lo interessa più, da ciò che non lo convince più e soprattutto da ciò che non lo appassiona più, con la semplice formula:
« Preferirei di no!».
Si pensi alla carica deflagrante che avrebbe tale forma di lotta, tanto più potente quanto improvvisa, quanto più caratterizzata dall'insolito comportamento di lavoratori che, così facendo, romperebbero le regole del gioco, uscirebbero da quello che da sempre è considerata la normalità dell'attività didattica.
L'iniziativa che si propone alla categoria è limitare le proprie prestazioni alle sole ed esclusive attivita' d'insegnamento in classe, astenendosi da tutte le altre (attività aggiuntive e progettuali)
consapevoli del fatto che se ci fosse una mobilitazione generale si potrebbero raggiungere gli stessi risultati del 17 febbraio 2000.
Solo che allora gli insegnanti chiusero le scuole contro l'umiliazione del "concorsone", ora si tratterebbe di dire NO
PER una retribuzione ai livelli europei
PER arrestare e capovolgere il processo di dequalificazione/distruzione della scuola e della capacità/dignità lavorativa della categoria (processo che oggi trova gli strumenti più temibili nella privatizzazione e in una"autonomia" L. 59/'97 intesa come aziendalizzazione).
PER affermare invece una linea di valorizzazione dell'istruzione, del lavoro scolastico e della gestione pubblica democraticamente condotta.