PREOCCUPAZIONE PROFESSIONALE

Riflessioni semiserie di un insegnante della Formazione Professionale "pubblica"

- per gli addetti ai lavori ed altri soggetti a vario titolo coinvolti -

Carissimi,

devo confessarvi che da molte notti non riesco a chiudere occhio. In particolare da quando ho appreso, durante una riunione di partito (sapete sono anch'io uno di sinistra), che la formazione professionale non è istruzione, che non ha nulla a che spartire con la scuola e men che mai è ipotizzabile una integrazione con essa.

Da allora, credetemi, sono in preda ai rimorsi di coscienza ed ai sensi di colpa, poiché io, come molti altri che come me la pensano, in perfetta buona fede ed in base alla convinzione che mi impedisce di vedere in dei ragazzini di 14, 15, 16 anni… dei semplici aspiranti lavoratori, mi sono sempre adoperato, sia come insegnante che come rappresentante sindacale, affinché venisse tutelato l'aspetto scolastico-educativo almeno nei corsi ricorrenti di 1° livello.

Oggi mi rendo conto di aver sbagliato tutto; che aver dato molta importanza alle materie di cultura tecnico-scientifica da me insegnate ed essermi battuto affinché le materie letterarie, storico-sociali e linguistiche non avessero un ruolo secondario all'interno dei suddetti corsi, ha rappresentato solo il tentativo di voler esercitare abusivamente una funzione a me non consentita e quel che è peggio di impedire a migliaia di giovani di andare a scuola (intendo dire quella vera).

Come ho fatto a non accorgermene!

Eppure i segnali, sia da parte sindacale che politica, sono chiari!

Da decenni, infatti, CGIL-CISL-UIL continuano a firmare contratti di categoria che con la figura dell'insegnante non hanno nulla a che spartire: basti pensare alle 36 ore settimanali, alle 1590 ore annuali….

Basti pensare che chi insegna, per punizione, ha la carriera bloccata al 5° livello a 1100 euro al mese.

Inoltre, quelle figure di sistema come i "promotori", i "valutatori",… accomunerebbero i nostri CFP più a delle aziende commerciali che non a strutture di natura scolastica.

E come ignorare i segnali politici provenienti da alcune Amministrazioni Locali di sinistra, come il Comune di Roma, gestore di attività di FP, così orientati verso il modello confindustriale dell'alternanza formazione-lavoro che, con i suoi corsi biennali con oltre 1100 ore (7 mesi e più) di stage aziendale, in cui agli allievi non è rimborsato neanche il panino per la pausa pranzo nell'ambito delle 8 ore giornaliere di lavoro, risuonano come un duro monito anche nei confronti di quei ragazzini che invece di andare a scuola (sempre quella vera) scelgono la "formazione professionale".

Be', scusate se ho usato l'ironia per raccontare cose che, seppur vere, mi risulta difficile prendere sul serio; del resto certe posizioni sulla FP somigliano molto a quelle dello "scienziato" che dopo aver staccato le zampe ad una formica intende dimostrare che le formiche non sono in grado di camminare.

Sarebbe bello svegliarsi domattina e scoprire che si è trattato solo di un brutto sogno.

Scoprire una Sinistra, non più contraddittoria e disorientata, rendersi conto che la FP ricopre da decenni un ruolo parallelo a quello della scuola e che per migliaia di giovani ha rappresentato e continua a rappresentare la prosecuzione di un percorso di crescita collettivo, non solo in senso professionale ma anche culturale, civile ed umano, in alternativa ad un precoce abbandono scolastico e a tutto ciò che ne consegue.

Una Sinistra che, nelle attuali condizioni, invece di sollevare steccati tra settori dell'istruzione, che inevitabilmente si traducono in una intollerabile ed odiosa discriminazione anche tra i giovani, cominciasse magari solamente a pensare come mettere un po' di ordine in un settore, come quello della Formazione Professionale, dove l'anomalia è la regola.

Un settore dove, ad esempio, CGIL-CISL-UIL sono al contempo sindacati e padroni, ovvero gestori di Enti;

dove anche nelle strutture pubbliche gli operatori hanno un contratto privato;

dove regole e programmi cambiano da Regione a Regione, da Provincia a Provincia, da Comune a Comune;

un settore dove vige un contratto di categoria che grazie all'approssimazione del suo testo, non si applica, bensì si interpreta, spingendo la deregolamentazione fino a livello di Ente e addirittura di CFP;

dove, con i fondi "provvisori" europei, si finanziano attività di formazione ricorrente (cosa accadrà quando non ci saranno più?);

un settore dove gli Enti privati (perlopiù cattolici) si prodigano in corsi con forte "vocazione scolastica" mentre quelli pubblici (vedi il Comune di Roma) in tirocini, apprendistato e affini;

un settore dove gli Enti privati (sempre cattolici) si integrano con la scuola pubblica ed accolgono i ragazzi minori di 15 anni mentre gli Enti pubblici (vedi sempre il Comune di Roma) non si integrano con la scuola e spediscono i quattordicenni presso gli Enti cattolici. Insomma, non c'è più religione! o forse è meglio dire che non c'è più politica?

Un settore dove ormai di veramente pubblico c'è rimasto solo il finanziamento.

Bene, penso sia abbastanza per ritenere indispensabile ed urgente la ridefinizione di una linea di Sinistra sulla FP che oltre a mirare al riordino e riqualificazione del sistema a livello nazionale, punti anche a ricostruire una opposizione alla "Riforma Moratti" che appaia credibile, anche vista dall'interno del bistrattato mondo della Formazione Professionale.

Franco Casale

RSU della FP del Comune di Roma

E.Mail: franco.casale@tiscali.it