Articolo pubblicato su “La Repubblica” del 7 aprile 2005 , di Sebastiano Messina:
 

“Faceva un certo effetto, martedì sera, sentire l’uomo più ricco e più potente d’Italia mentre spiegava al popolo che la sinistra “continua ad avere in mano i poteri forti”. Che sarebbero, secondo il presidente del Consiglio, i seguenti: «Le scuole superiori, le università, i giornali, le radio, le televisioni, la magistratura, il Consiglio di Stato e la Corte Costituzionale». Un leader sconfitto ha diritto a una dose minima giornaliera di allucinazioni, e dunque non è giusto infierire su uno che, essendo il padrone di Mediaset e il burattinaio della Rai, vede nei suoi avversari i tiranni della TV.

Però -anche sorvolando, per carità di patria, su un presidente del Consiglio che dipinge la Corte costituzionale come un avamposto dei comunisti - non si può ignorare il primo dei «poteri forti»: le scuole superiori. La convinzione che un terremoto elettorale di queste proporzioni possa essere causato dai professori di latino e greco, dai supplenti di matematica o dai bidelli del secondo turno, e l’idea balzana di definire «poteri forti» quelli che guadagnano mille euro al mese, sono la prova che quest’uomo ha clamorosamente sbagliato mestiere Braccia rubate al cabaret."