Dopo aver conosciuto la Legge Finanziaria, il mondo del lavoro comincia
a prendere coscienza del fatto che per la scuola (impropriamente inserita
nel "pubblico impiego" e posta a servizio del mondo politico e dell'impresa),
nonché per i lavoratori dipendenti tutti, non c'è nessun
"governo amico". Tagli al personale, crescita del numero di alunni per
classe, aumento delle aliquote delle tasse e delle spese sanitarie, diminuzione
dei trasferimenti ai comuni, sconti alle categorie protette ed elargizioni
alla Confindustria ed alla piccola e media impresa, accordo con i sindacati
concertativi affinché gestiscano i fondi pensione trattandoli come
fondi a rischio e siano facilitati dalla truffa del silenzio-assenso, mancata
abrogazione della controriforma Moratti, della Legge 30 e del pacchetto
Treu (gli ultimi due, strumenti della precarietà). Tutto questo
è inaccettabile, come inacettabile è che non si provveda
davvero a colpire l'evasione fiscale, evitando ancora una volta l'unico
modo per far emergere il sommerso: rendere tutto deducibile.
La "cappa" del governo Berlusconi, con le sue vergogne e l'impoverimento
del Paese che ne è seguito, aveva reso i lavoratori permeabili all'influenza
della CGIL e dei sindacati di stato, facendo dimenticare le malefatte passate,
concorsone in testa. Oggi è di nuovo ben chiaro cosa rappresentino
questi sindacati, oppositori di facciata sino a ieri, pronta-firma oggi,
anche rispetto ad un contratto miserabile come quello che si prospetta
a causa della povertà dei relativi fondi nella Legge Finanziaria.
Evidentemente non è bastato quanto è stato fatto con il mancato
controllo sui prezzi da parte di Tremonti durante l'introduzione dell'euro:
devono continuare a pagare sempre gli stessi!
Una ventata nuova nel Paese: confortanti i dati di adesione allo
sciopero e le cifre relative alle manifestazioni svoltesi in tutta Italia.
L'Unicobas è stato ben visibile in piazza a Roma, Milano, Livorno,
Bari ed Ancona. Non è che l'inizio.
CIB Unicobas
(Segreteria nazionale)