Il Governo Berlusconi contro la scuola pubblica
 

La finanziaria 2006, rispetto al 2005, porta un nuovo pesante taglio per la scuola pubblica.

Alle scuole statali sono stati pesantemente tagliati i fondi  per  il  "funzionamento" didattico e amministrativo, per l’integrazione degli alunni diversamente abili, per le segreterie e per i laboratori didattici.

Le spese per “il funzionamento didattico e amministrativo” delle scuole statali  negli ultimi 4 anni sono state pesantemente tagliate;
questi fondi  sono stati ridotti  dai  331  milioni di euro del 2001 ai 185  milioni di euro del 2005.
Di conseguenza  le scuole non sono più in grado di far fronte alle spese necessarie come l’acquisto di libri, il pagamento delle bollette, il materiale per le esercitazioni didattiche degli alunni ecc.

I fondi per la Legge 440/97 approvata dal precedente governo di centro sinistra per sostenere l’autonomia scolastica, per la qualità della scuola, per la formazione del personale, per i piani dell'offerta formativa, per la III area dei professionali, per gli interventi per l’integrazione degli alunni diversamente abili, sono passati dai  258  milioni di euro del 2001 ai  196 milioni di euro del 2005.

Aumentate invece le spese per la scuola non statale. Tra l'altro, a partire dal 2002, con una direttiva approvata dal
governo Berlusconi sono stati finanziati per la prima volta anche i Pof della scuola non statale.
La legge 440/97 invece era stata approvata per sostenere esclusivamente l’autonomia scolastica delle sole istituzioni scolastiche pubbliche.

I finanziamenti alla “scuola non statale” sono passati dai 476 milioni di euro del 2001 ai 532 milioni di euro del 2006.
Mentre si riducono drasticamente i fondi destinati alle istituzioni scolastiche statali, la scuola non statale beneficia di numerosi aumenti.
L’ultimo regalo arriva quest’estate (G.U. n. 181 del 5 agosto 2005) con  l’ aumento dei contributi (circa il
40%) a favore delle famiglie che iscrivono i figli alle scuole private per un importo complessivo di 50 milioni di
euro.

Che dire poi della "pedestre" Riforma Moratti (Legge 28 marzo 2003, n.53)!
La inutile e caotica legge 53/2003, che non sfiora neanche uno dei veri problemi della scuola italiana,  getta solo fumo negli occhi, limitandosi a spostare e a mescolare alcuni aspetti marginali e ad eliminare i pochi elementi ancora funzionanti.
Per realizzare questi inutili e superficiali movimenti previsti dalla riforma Moratti, era stata  stimata la necessità di un investimento pari a  8.320
milioni di euro nell’arco di un quinquennio a partire dal 2004. Ma allo stato attuale i finanziamenti ammontano solo a  531 milioni di euro.
Evidentemente il governo Berlusconi ci sta prendendo in giro pure sulla pseudo-riforma che intenderebbe propinarci.

Negli ultimi 4 anni per effetto della politica del governo Berlusconi il fenomeno del precariato ha assunto dimensioni numeriche
impressionanti (oltre il 35% degli addetti),  ma, incredibilmente, gli stanziamenti per gli stipendi dei supplenti
sono passati  dagli  899 milioni di euro  del 2004 ai  565 milioni di euro per il 2007.
Di conseguenza le scuole si ritrovano indebitate persino nei confronti dei supplenti ai quali è sempre più difficile pagare gli stipendi.

Come se non bastasse, il comma 213 della legge finanziaria 2006 colpisce  i  lavoratori della scuola, docenti ed ATA, con l’abrogazione  dell’indennità di trasferta.

Che dire poi del furto ai danni dei lavoratori ATA e ITP  provenienti dagli Enti Locali!
Essi avevano appena ottenuto un importante riconoscimento da alcune importanti sentenze della Corte di Cassazione, che finalmente avevano stabilito in maniera autorevole questa elementare verità:

"al dipendente ATA già in servizio presso gli enti locati, vanno applicati i trattamenti economici e normativi stabiliti dal c.c.n.l, del rapporto scuola, considerandolo come appartenente al detto comparto fin dalla costituzione del rapporto di lavoro con l'ente locale".

Ma, quando questi lavoratori cominciavano a sperare di essere finalmente retruibuiti come gli altri colleghi di pari grado del comparto scuola,
interviene  il Governo Berlusconi  a  bloccare la retribuzione di chi non ha fatto in tempo a concludere la causa di lavoro, inserendo nella finanziaria 2006 (comma 218) il testo dell'accordo 20/7/2000 (invalidato dai Giudici).

Non sfugge il legame tra i soldi sottratti alle istituzioni scolastiche pubbliche ed ai lavoratori della scuola e la politica del Governo Berlusconi che prevede, tra l'altro, sia l'aumento dei finanziamenti alle scuole private sia uno sperpero di denaro pubblico mediante una demagogica (e inutile) distribuzione di "bonus".

Nè si può fare a meno di collegare questi pesanti tagli con le recenti ripetute dichiarazioni del Presidente del Consiglio, che si è permesso arbitrariamente di manifestare il suo dispregio contro la scuola pubblica, etichettando come "marionette dei comunisti" tutti i lavoratori della scuola.

Il Governo Berlusconi ha dimostrato, nei fatti, di essere veramente ostile alla scuola pubblica italiana.