In particolare i lavoratori si dichiarano contrari:
1. All’abbassamento dell’obbligo scolastico dai 15 ai 14 anni.
2. Alla sostituzione del concetto di obbligo scolastico con quello
di diritto – dovere all’istruzione.
3. Al riconoscimento dell’apprendistato e dell’alternanza scuola
– lavoro come forme valide per l’assolvimento del diritto – dovere all’istruzione.
3. Alla separazione dell’attuale sistema scolastico in due canali:
il primo liceale, statale e “propedeutico” all’università, il secondo
di istruzione e formazione professionale, regionale, “terminale”
e finalizzato al precoce inserimento nel mondo del lavoro.
4. Alla riduzione complessiva del tempo scuola e al contemporaneo
aumento del numero di discipline.
5. All’introduzione di materie opzionali obbligatorie ed opzionali
facoltative.
6. Alla scomparsa oppure alla forte riduzione oraria, in generale,
di insegnamenti come per esempio: educazione fisica, inglese, diritto.
7. All’introduzione del docente “tutor”.
8. All’introduzione del “portfolio” delle competenze e della “personalizzazione”
dei percorsi formativi.
Inoltre i lavoratori esprimo forte preoccupazione per gli effetti che potranno verificarsi dopo l’eventuale applicazione della “riforma“ nelle scuole superiori, in particolare per quanto riguarda:
1. L’aumento della dispersione scolastica dovuto all’abbassamento
dell’obbligo scolastico.
2. L’effettiva impraticabilità del passaggio degli studenti
dal canale istruzione e formazione al canale dei licei, per l’evidente
differenza tra gli obiettivi e le finalità dei due sistemi.
3. La disgregazione del sistema scolastico nazionale mediante il
doppio canale e la separazione tra scuole statali e scuole regionali.
4. L’obbligo per gli insegnanti di svolgere programmi di dimensioni
simili a quelle degli attuali, ma in un tempo estremamente inferiore a
quello previsto oggi.
5. La disgregazione del gruppo classe per effetto degli insegnamenti
opzionali obbligatori ed opzionali facoltativi.
6. La non dichiarata, ma reale, riduzione dell’organico sia del
personale docente che del personale ATA, per effetto della riduzione del
tempo scuola, della riduzione delle attività di laboratorio, della
scomparsa di alcuni discipline e della forte riduzione di altre.
7. La perdita di collegialità dovuta all’introduzione del
docente “tutor”.
8. La sostituzione dell’individualizzazione – percorsi diversi per
raggiungere stessi obiettivi – con la personalizzazione – percorsi diversi
per raggiungere obiettivi diversi.
Pertanto i lavoratori si impegnano a:
1. Promuovere la presa di posizione nei confronti della “riforma”
da parte del collegio docenti e del consiglio d’istituto.
2. Farsi carico dell’organizzazione per il mese di aprile un’assemblea
informativa sulla “riforma” che veda partecipi, oltre ai lavoratori della
scuola, anche genitori e studenti.
3. Promuovere l’adesione allo sciopero del 18 marzo e la partecipazione
alle iniziative previste in quella giornata.
4. Ostacolare l’attuazione della “riforma” partecipando ad iniziative
concordate con altre scuole e realtà presenti sul territorio
milanese.
5. Inviare il presente documento al MIUR, alla DSR, ai Sindacati
Scuola, al Coordinamento TPL, a ReteScuole.
Approvato all’unanimità
Milano, 17 marzo 2005
Assemblea dei lavoratori del Liceo Scientifico Statale Leonardo Da Vinci
di Milano