Programmi ed orari d'insegnamento per i corsi di qualifica degli istituti professionali di Stato
Veduto il regio decreto-legge 21
settembre 1938, n. 2038, convertito nella legge 2 giugno 1939, n. 739;
Rilevata l'opportunità di definire
un'area di insegnamenti che sia comune nei contenuti formativi e culturali
e negli orari a tutti i corsi di qualifica degli istituti professionali
di Stato al fine di garantire agli alunni una preparazione di base omogenea;
Considerata altresì l'esigenza
di non definire rigidamente i programmi e gli orari degli insegnamenti
relativi ai singoli indirizzi dei corsi di qualifica al fine di garantirne
la continua adeguabilità in funzione del costante raccordo con il
mondo produttivo e con il sistema regionale di formazione professionale;
Valutate le esperienze acquisite a
seguito della sperimentazione effettuata negli istituti professionali di
Stato, denominata «Progetto '92», il cui impianto formativo
è stato strutturato in funzione delle esigenze sopra rappresentate;
Sentito il Consiglio Nazionale della
Pubblica Istruzione che, nell'adunanza del 23 aprile 1992, ha espresso
parere positivo all'istituzionalizzazione in tutti i corsi di qualifica
della sperimentazione assistita «Progetto '92»;
Art. 1
1. I corsi di qualifica degli istituti
professionali hanno durata triennale e sono articolati in:
– area di insegnamenti comuni a tutti
i corsi;
– area di insegnamenti di indirizzo;
– area di approfondimento.
Art. 2
I programmi e gli orari d'insegnamento
dell'area comune e le modalità di utilizzo dell'area di approfondimento
sono stabiliti secondo il testo allegato al presente decreto.
Art. 3
I programmi e gli orari dell'area
d'indirizzo sono periodicamente definiti, con appositi provvedimenti, in
relazione alle esigenze di cui alle premesse.
Art. 4
Entro l'anno scolastico 1994/95 i
programmi e gli orari di cui al presente decreto saranno estesi a tutte
le classi iniziali dei corsi di qualifica sulla base di una programmazione
triennale.
I corsi di qualifica dell'istruzione
professionale sono strutturati in un biennio caratterizzato da:
– un'area comune di formazione
umanistica e scientifica di h. 22 settimanali;
– un'area d'indirizzo, differenziata,
di h. 14 settimanali;
– un'area di approfondimento di
h. 4 settimanali.
Con il biennio si possono raggiungere le seguenti finalità:
– realizzare gli obiettivi generali
indicati nella presentazione;
– permettere ai giovani, dopo il
conseguimento del biennio, di iscriversi in base alle proprie capacità
e attitudini:
a) direttamente ad un terzo anno
dell'istruzione professionale per il conseguimento del diploma di qualifica;
b) direttamente ai corsi triennali
affini di altro ordine di studi;
c) con esami integrativi, al terzo
anno di qualsiasi scuola secondaria di II grado.
Il terzo anno è caratterizzato da:
– un'area comune di 12-15 ore settimanali,
a seconda degli indirizzi;
– un'area di indirizzo di 21-24
ore;
– un'area di approfondimento di
4 ore.
Al termine del triennio gli allievi
sosterranno l'esame per il conseguimento del diploma di qualifica.
Dopo il conseguimento di tale titolo
di studio lo studente può:
– accedere al mondo del lavoro;
– iscriversi ai corsi biennali
post-qualifica degli istituti professionali;
– passare, con esami integrativi,
al quarto anno di scuole secondarie di II grado di altro tipo;
– nei casi da definire con apposito
provvedimento, accedere previo un corso complementare da tenersi nei mesi
esti-
vi (al termine degli esami di qualifica)
alla classe IV di istituto tecnico di indirizzo coerente;
– frequentare successivi moduli
anche realizzati nella scuola in convenzione con la Regione per il conseguimento
di un secondo livello di qualifica, rispondente a più elevati contenuti
e a bisogni formativi professionali propri e del territorio
in conseguenza di processi innovativi
e tecnologico-produttivi.
Per l'area di formazione culturale
generale nel biennio si definiscono discipline comuni a tutti gli indirizzi
tali da rendere l'ordine professionale omogeneo con gli altri ordini di
scuola secondaria superiore per la gran parte delle discipline curricolari.
Agli allievi degli istituti professionali
sarà così non soltanto «consentita», ma anche
efficacemente garantita la duplice possibilità di accedere, al compimento
del biennio, al terzo anno di qualifica o, senza esami, al terzo anno di
istituto secondario affine.
La prima opzione postula sottolineature
degli aspetti strumentali del sapere, in vista di una formazione a breve
termine spendibile direttamente nell'attività lavorativa.
La seconda postula il completamento
degli aspetti culturali ed espressivi delle discipline, in vista della
prosecuzione degli studi per il conseguimento di un'istruzione più
avanzata.
La sintesi delle due esigenze corrisponde
all'obiettivo di una condizione formativa generale dell'uomo, del cittadino
e del lavoratore, che si pone come domanda fondamentale dell'educazione
e come diritto costituzionalmente garantito.
I programmi devono essere considerati
cogenti per quanto riguarda gli obiettivi, gli standard di preparazione
che ogni studente deve raggiungere, il livello della capacità d'apprendimento,
la padronanza dei princìpi e metodi; orientativi per quello che
riguarda gli specifici contenuti, che non possono, ma debbono essere trascelti
e completati attraverso moduli didattici dedicati, tra l'altro:
– alla conoscenza del quadro di sviluppo
sociale del sistema economico produttivo del territorio in cui opera la
scuola;
– all'approfondimento dei contenuti
più vicini alla cultura propria dell'area di indirizzo.
Il principio dell'equivalenza dei percorsi
formativi dei vari bienni e la collocazione di alcune discipline nell'area
comune non dispensano, infatti, dal considerare che esse sono esposte all'influenza
di fattori di varia natura i quali pur senza incidere sul loro carattere
comune, ne condizionano oggettivamente l'esplicarsi, tanto dal punto di
vista metodologico quanto con riferimento ai vari contenuti.
E' necessario tenere conto della contiguità
delle materie d'indirizzo.
Tale contiguità è un
dato di fatto e non può non produrre effetti.
Non avrebbe senso, infatti, ipotizzare
un insegnamento «indipendente» dalle discipline di formazione
generale dell'area comune, collocate nel limbo di una loro presunta autonomia
e universalità, indifferenti all'influenza del contesto didattico.
Sussistono, al contrario, condizioni e problemi di integrazione pedagogica
e di integrazione disciplinare, che non possono non conferire all'insegnamento,
pur nella prospettiva del risultato omogeneo, coloriture particolari e
"contaminazioni" dipendenti dalla natura specifica delle discipline dell'indirizzo.
Ferme restando, dunque, le indicazioni
programmatiche di ciascuna disciplina e i relativi suggerimenti metodologici,
si pone per i docenti la necessità di ulteriori riflessioni sulla
specificità dei curricoli di ciascun corso di qualifica.
I programi di seguito definiti si
muovono infatti oltre che sulle direttrici dell'irrobustimento dell'impianto
culturale e dell'ampliamento della valenza degli indirizzi di studio (con
conseguente riconsiderazione anche quantitativa) anche sul piano dell'organizzazione
modulare e flessibile dei percorsi con previsioni di uscite e rientri dal
mondo del lavoro e da altri ordini di studi, e su quello dell'organizzazione
della didattica.
Entrambi gli ultimi due aspetti, costituiscono
la condizione necessaria, ancorché non sufficiente, per il determinarsi
di una scolarizzazione nell'ambito dell'istruzione professionale, che sia
meno di oggi sottoposta ad un forte condizionamento sociale: si pensi al
primato delle ripetenze in tale ordine formativo, che per giunta si innesta
su una sorta di auto-selezione negativa dei soggetti al momento della scelta
degli indirizzi di studio dopo la scuola dell'obbligo, fattore questo determinante
per il diffondersi di atteggiamenti negativi su tale tipo di formazione.
La scelta del percorso scolastico
corto dopo il compimento dell'obbligo è stata considerata in passato
riservata, in generale, a quei cittadini le cui aspirazioni si volgevano
ad una preparazione «pratica», mirata ad un'attività
lavorativa il più possibile precoce.
Da qui la tradizionale aspettativa
di questi allievi, di itinerari di apprendimento limitati e «concreti»
e la scarsa disponibilità ad un impegno approfondito nello studio;
da qui ancora, la tradizionale disposizione dei docenti ad assecondare
tali aspettative mediante l'offerta di percorsi culturali modesti, fatti
di contenuti elementari e di metodologie d'insegnamento prevalentemente
addestrative.
In presenza di siffatte motivazioni
e comportamenti consolidati dalla tradizione, i presenti programmi pongono
invece prospettive di elevazione della dignità culturale del biennio
di adeguamenti alle nuove esigenze che emergono dal mondo produttivo.
Tale mutamento non può che
comportare l'adozione di metodologie congrue.
Tanto nel caso, infatti, in cui le
soggettive demotivazioni degli alunni siano espressioni di fattori personali
"naturali", quanto nel caso in cui su esse influiscano i condizionamenti
di natura socio-culturale ed economica o la modesta preparazione conseguita
al termine della scuola media, si rende necessario disporre procedure didattiche
nuove, di valore precipuamente liberatorio e promozionale; cioè
la messa in atto, nelle classi, di situazioni di apprendimento ricche,
stimolanti, articolate, irrituali, provocatorie, quindi produttive della
massima partecipazione di tutti gli allievi.
Centrale, per l'attuazione di programmi
è un serio discorso programmatorio.
La programmazione educativa e didattica
che la normativa vigente (D.P.R. 416/74, art. 4, comma 3ø ed altri)
prevede per le scuole di ogni ordine e grado, diventa veicolo unico ed
irrinunciabile per garantire unità didattica, articolazione educativa,
finalizzazione organica di contenuti e metodi, con particolare riferimento
a quella dimensione di professionalità che rappresenta l'asse portante
del progetto stesso.
E' necessario l'impegno a lavorare
organicamente insieme da parte di tutto il corpo docente, evitando particolarismi
e chiusure individuali che se sono senz'altro pericolose e nocive in istituzioni
scolastiche a valenza culturale generale, diventano distruttive e definitivamente
pregiudicanti in curricoli a valenza tipicamente professionale, in cui
la formazione culturale e generale deve porsi come supporto pregnante di
qualunque momento didattico. I consigli di classe e, successivamente, il
collegio dei docenti sono chiamati a creare una rete di legami di contenuti
e di metodologie sostanziali tra le varie attività disciplinari
giungendo in tal modo ad inserire l'alunno in un tessuto che presentandosi
a lui come fortemente unitario, gli agevoli la costruzione di una partecipazione
culturale e professionale altrettanto unitaria.
L'intero impianto dei programmi consente
un incremento sostanziale dell'autonomia decisionale dei docenti attraverso
lo strumento della programmazione didattica.
Con esso si vuol dare risposta positiva
al problema del rapporto centralità-autonomia nella pianificazione
degli itinerari formativi. Due sono le caratteristiche che devono essere
conciliate e rese compatibili:
– l'unitarietà dei singoli livelli
e indirizzi di studio (obiettivi formativi terminali identificati per il
perseguimento di una base culturale e di un'ampia valenza professionale
comune a tutta l'utenza), garanzia di una reale uguaglianza delle opportunità
formative;
– una maggiore rispondenza della formazione
alle esigenze contestuali proprie di ciascun allievo, di ciascuna scuola,
di ciascuna area geografica.
Per questo si valorizza una struttura
ed una formulazione elastica dei programmi che consentono di rendere compatibili
le due esigenze attraverso un'organizzazione flessibile della didattica.
Lo svolgimento dei programmi sarà
impostato su un impianto modulare; con esso:
– si avrà cura di non disperdere
il discente su una congerie enciclopedica di contenuti tale da impedire
una visione unitaria e di metodo dei problemi;
– si dovranno evidenziare, essenzialmente
gli snodi fondamentali del sapere di ogni singola disciplina, le questioni
di base, le chiavi razionali per l'accesso ad ogni ulteriore approfondimento
e sviluppo degli studi;
– contenuti e metodologie si dovranno
adattare agli obiettivi propri dell'ordine di studi, degli specifici indirizzi
professionali, delle esigenze economico-sociali del territorio.
In questo contesto anche i programmi delle discipline dell'area d'indirizzo devono:
– privilegiare i punti di raccordo
con i contenuti e gli obiettivi delle altre discipline del curricolo onde
concorrere a costituire un'organica cultura professionale;
– essere svolti con la metodologia
che più si adegua alle finalità generali di creazione nel
discente di una professionalità polivalente, base per l'innesto
di ogni ulteriore specializzazione;
– essere supportati con un'attività
pratica che, costituisca un'esperienza che consenta di seguire i processi
produttivi tipici nel settore di riferimento.
La dimensione dell'area di approfondimento
è fissata in 4 ore settimanali.
La gestione di questa area è
affidata alla programmazione autonoma di ciascun istituto, in vista del
conseguimento degli obiettivi generali individuati.
Ferma restando la frequenza obbligatoria
per tutti gli allievi, i gruppi classe potranno essere scissi, individuando
come momento aggregante per gli allievi le specifiche mete formative.
Tali ore possono essere svolte in
forma curricolare oppure esser raggruppate in uno o più moduli,
opportunamente collocati nella programmazione scolastica annuale.
Le materie possono essere indicate
in concreto, sempre nell'ambito della programmazione didattica, dai vari
consigli di classe.
Il collegio dei docenti, nell'individuare
le materie dell'area di approfondimento, terrà anche conto dell'opportunità
di attivare collegamenti operativi con le specifiche realtà territoriali
al fine di accentuare il carattere di orientamento pratico del settore
professionale proprio di ciascun tipo di biennio.
Nel primo anno del biennio l'utilizzazione
delle ore di approfondimento si articolerà per fasi. La prima fase
(che corrisponderà ai mesi iniziali dell'anno scolastico) sarà
dedicata alla verifica delle condizioni di ingresso degli allievi, alla
chiarificazione della loro scelta di indirizzo. Nella seconda fase si realizzerà
l'omogeneizzazione dei livelli culturali (attraverso opportune strategie
di sostegno) e la socializzazione degli allievi stessi. La fase di avvio
sarà gestita avvalendosi anche dei suggerimenti forniti dalle famiglie.
Nel secondo anno le ore di approfondimento
potranno essere finalizzate anche per dare agli allievi una dimensione
culturale tecnicooperativa direttamente legata alla qualità socioeconomica
del territorio.
Tali ore possono essere destinate
anche a fondare un raccordo tra insegnamenti e programmi dell'istituto
tecnico per agevolare le scelte degli allievi che desiderino uscire lateralmente
dall'ordine professionale e proseguire diversamente gli studi.
In questo secondo anno crescerà,
all'interno dei vari consigli di classe, il peso degli orientamenti e delle
opzioni collegati alle finalità tecniche operative e ai legami con
il territorio delle varie discipline.
Nel terzo anno l'area sarà
essenzialmente destinata allo sviluppo di moduli di approfondimento di
specifiche competenze professionali:
– interventi di rappresentanti altamente
qualificati che esercitino la professione nei rispettivi settori produttivi;
– esercitazioni di simulazione aziendale;
– esperienze di alternanza scuola-lavoro
da gestire anche in convenzione con le imprese.
FINALITÀ SPECIFICHE
Finalità specifiche del biennio sono:
a) nel settore delle abilità
linguistiche:
1. l'acquisizione della capacità
di usare la lingua nella ricezione e nella produzione orali e scritte,
in maniera sufficientemente articolata, in relazione agli scopi e alle
situazioni comunicative, e secondo una dimensione propriamente testuale;
2. l'acquisizione, in particolare,
dell'abitudine alla lettura, come mezzo insostituibile per accedere a più
vasti campi del sapere, per soddisfare nuove personali esigenze di cultura,
per la maturazione delle capacità di riflessione e per la maggiore
partecipazione alla realtà sociale;
b) nel settore della riflessione
sulla lingua:
3. l'acquisizione di una conoscenza
riflessa più sicura e complessiva dei processi comunicativi e della
natura e del funzionamento del sistema della lingua, allo scopo sia di
rendere più consapevole il proprio uso linguistico sia di cogliere
i rapporti tra la lingua, il pensiero e il comportamento umano sia di riconoscere,
nella lingua, le testimonianze delle vicende storiche e culturali;
4. l'acquisizione di un metodo più
rigoroso anche nell'analisi della lingua, in analogia con le esperienze
che si compiono in altri campi disciplinari;
c) nel settore dell'educazione letteraria:
5. la maturazione, attraverso l'accostamento
a testi di vario genere e significato e l'esperienza di analisi dirette
condotte su di essi, di un interesse più specifico per le opere
letterarie, che porti alla «scoperta» della letteratura come
rappresentazione di sentimenti e situazioni universali in cui ciascuno
possa riconoscersi e luogo in cui anche i gruppi sociali inscrivano e riconoscano
le loro esperienze, aspirazioni e concezioni.
N.B. - Le finalità vengono presentate distinguendo i tre settori istituzionali delle abilità linguistiche, della riflessione sulla lingua e dell'educazione letteraria. Tale partizione e l'ordine che ne consegue non costituiscono indicazione di priorità intrinseca o di sequenza nella prassi didattica, la quale deve invece attuare una forte circolarità e una chiara interconnessione fra le attività di ciascun settore.
Riferimenti generali
L'insegnamento dell'italiano si
colloca nel quadro più ampio dell'educazione linguistica, la quale
coinvolge tutti i linguaggi verbali e non verbali, e, impegna tutte le
discipline. La connessione fra i diversi linguaggi e la varietà
dei contenuti e delle situazioni di apprendimento, a cui la pratica dei
linguaggi va collegata, costituiscono punti di riferimento obbligati in
ogni fase del percorso formativo. In particolare la lingua primaria, come
strumento fondamentale per l'elaborazione e l'espressione del pensiero
e per l'ampliamento dell'intero patrimonio personale di esperienze e di
cultura, si offre come terreno di intervento diretto per tutti gli insegnamenti.
In tale contesto, l'insegnamento
dell'italiano assume come oggetto specifico dell'azione educativa e come
campo di acquisizioni culturali i processi di produzione e comprensione
in questa lingua, facendosi speciale carico di farne emergere la varietà
di caratteri e di funzioni. In tale azione esso trova particolari attinenze
con gli altri insegnamenti linguistici.
Si segnala in particolare che la
civiltà contemporanea ha accresciuto il suo interesse per il linguaggio,
del quale vengono messi sempre più in evidenza le connessioni con
i processi di sviluppo cognitivo e con il formarsi di una coscienza etnica
e culturale e il nesso indissolubile con i contenuti del sapere. Il linguaggio
stesso, e in special modo la lingua primaria, diventano perciò oggetto
centrale di osservazione riflessa, anche in funzione propedeutica nei riguardi
di altre direzioni di studio, come quelle della logica, della matematica,
della filosofia.
L'osservazione della lingua si
riconosce oggi percorso obbligato anche per l'approccio ai testi letterari,
nei quali il mezzo linguistico esprime al massimo le sue potenzialità.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Gli obiettivi, indicati secondo i settori istituzionali della disciplina, si riferiscono a capacità che lo studente deve dimostrare di aver acquisito al termine del biennio.
Abilità linguistiche
Comunicazione orale
a) Ricezione (ascolto)
Lo studente, superando il livello
della comprensione globale e generica dei discorsi altrui, deve saper:
1. individuare nel discorso altrui
i nuclei concettuali e l'organizzazione testuale, specialmente nelle esposizioni
argomentate;
2. evincere con chiarezza il punto
di vista e le finalità dell'emittente.
b) Produzione (parlato)
Lo studente, superando il livello
dell'esposizione casualmente sequenziale e indifferenziata, deve saper:
3. pianificare e organizzare il proprio
discorso, tenendo conto delle caratteristiche del destinatario, delle diverse
situazioni comunicative, delle diverse finalità del messaggio e
del tempo disponibile;
4. regolare con consapevolezza il
registro linguistico (usi formali e informali), i tratti prosodici (intonazione,
volume di voce, ritmo) e gli elementi che conferiscono efficacia al discorso.
Gli obiettivi indicati riguardano anche la comunicazione a distanza attraverso mezzi fonici e fonico-visivi, nella quale l'uso orale ha assunto aspetti particolari e svolge funzioni culturali e sociali nuove.
Lettura
Nella pratica della lettura, tenuto
conto delle diverse modalità e funzioni che caratterizzano la lettura
silenziosa e quella a voce, si segnalano separatamente due ordini di obiettivi.
Nella lettura silenziosa lo
studente deve saper:
5. compiere letture diversificate,
nel metodo e nei tempi, in rapporto a scopi diversi, quali la ricerca di
dati e informazioni, la sommaria esplorazione, la comprensione globale,
la comprensione approfondita, l'uso del testo per le attività di
studio;
6. condurre l'analisi e l'interpretazione
dei testi, sapendo:
6.1. individuare le strutture
e le convenzioni proprie dei diversi tipi di testo,
6.2. usare le proprie conoscenze
per compiere inferenze,
6.3. integrare le informazioni
del testo con quelle fornite da altre fonti.
Nella lettura a voce lo studente deve saper:
7. rendere l'esecuzione funzionale alla situazione, regolando gli aspetti fonici, prosodici e di direzione comunicativa.
Scrittura
Nella pratica della scrittura lo studente
deve raggiungere:
8. un'adeguata consapevolezza e capacità
di controllo delle differenze tra formulazione orale e formulazione scritta
del pensiero con particolare riferimento ai rapporti tra fatti prosodici
e punteggiatura, tra sintassi ellittica e sintassi esplicita, tra lessico
comune e lessico preciso o tecnico;
9. la capacità di realizzare
forme di scrittura diverse in rapporto all'uso, alle funzioni e alle situazioni
comunicative, distinguendo tra scritture più strumentali e di uso
personale e scritture di più ampia diffusione e di diversa funzione,
che richiedono più attenta pianificazione;
10. la consapevolezza della flessibilità
del progetto di scrittura e la conseguente capacità di modificarlo
quando occorra;
11. la capacità di utilizzare
intelligentemente e correttamente informazioni, stimoli e modelli di scrittura,
ricavati da altri testi.
Riflessione sulla lingua
Gli obiettivi della riflessione sulla
lingua si rapportano a finalità sia applicative, sia cognitive.
Lo studente deve saper:
12. analizzare con metodi di adeguato
rigore scientifico la lingua, sapendo collegare i fenomeni dei vari livelli
del sistema e istituendo confronti tra alcuni elementi fondamentali della
lingua italiana e quelli di altre lingue studiate o note, compresi i dialetti;
13. riconoscere la diversa utilizzazione
che hanno le stesse strutture linguistiche in diversi tipi di testo;
14. cogliere l'interrelazione tra
i contenuti del pensiero e le forme linguistiche;
15. istituire rapporti tra l'ambito
delle lingue verbali, i linguaggi formalizzati, quali quelli della matematica,
della logica e delle tecnologie dell'informazione, e le realizzazioni nei
linguaggi visivi;
16. cogliere il rapporto tra le tradizioni
linguistiche, le tradizioni culturali e le vicende della società,
rilevando gli aspetti della storicità della lingua e della varietà
linguistica nello spazio geografico.
Educazione letteraria
Lo studente deve saper:
17. riconoscere gli aspetti formali
del testo letterario nelle sue varie realizzazioni, rilevando la funzione
che in esso assumono l'ordine interno di costruzione, le scelte linguistiche
e, in particolare nella poesia, i tratti ritmici e prosodici e la stessa
configurazione grafica;
18. cogliere in termini essenziali,
attraverso elementi del linguaggio e riferimenti di contenuto, il rapporto
tra l'opera letteraria e il contesto culturale e storico generale in cui
essa si situa;
19. fornire, sulla base degli elementi
testuali e contestuali rilevati, un'interpretazione complessiva e metodologicamente
fondata del testo;
20. formulare giudizi motivati che
esplicitino il rapporto tra il messaggio dell'opera e l'esperienza culturale
e la sensibilità estetica del lettore.
CONTENUTI
Abilità linguistiche
Lo sviluppo delle abilità linguistiche
trova i suoi contenuti nelle specifiche attività che lo studente
deve svolgere sulla base di motivazioni e spunti concreti.
Per la ricezione e la produzione
orale tali attività sono:
– la pratica dei diversi generi di
scambio comunicativo, quali: la conversazione, la discussione, il dibattito,
l'intervista, l'esposizione libera o sulla base di appunti e scalette;
– rilevamenti e registrazioni della
produzione, di altri e degli studenti stessi in situazioni extrascolastiche,
anche attraverso i mezzi radiofonici e televisivi;
– l'utilizzazione consapevole delle
caratteristiche strutturali e testuali del parlato, che lo rendono funzionale
alla particolare modalità comunicativa e lo differenziano dall'uso
scritto.
Per la lettura i contenuti fanno riferimento sia all'ulteriore necessario sviluppo dell'abilità specifica, sia al soddisfacimento dei bisogni di cultura e di partecipazione alla vita sociale presenti nello studente. Le attività di analisi e comprensione dei testi devono:
– riguardare un'ampia varietà
di testi, riferibili a tipologie e tematiche diverse: da testi espositivi
e informativi a testi argomentativi, da testi scientifici e tecnici a testi
letterari;
– portare a individuare i caratteri
specifici della testualità e il loro vario manifestarsi nelle diverse
forme di testo;
– realizzarsi anche in letture strumentali,
eseguite in situazioni di uso concreto (a fini di studio, per preparare
dibattiti, relazioni, ecc.).
Per la scelta e le attività
riguardanti i testi propriamente letterari si rinvia a quanto è
detto nel paragrafo sull'educazione letteraria.
Per la scrittura le attività
consistono nella produzione di vari tipi di testo, allo scopo di accostarsi
alle utilizzazioni e alle finalità che la scrittura trova nella
vita reale e che possono essere così indicate:
– dare, registrare e chiedere informazioni,
in forme testuali quali appunti di lezioni e di conferenze, verbali di
discussione, annunci e comunicazioni di carattere privato o pubblico, ecc.;
– dare istruzioni per eseguire operazioni
o regolare attività;
– descrivere in termini oggettivi
o soggettivi luoghi, oggetti, persone, eventi;
– sviluppare argomentazioni su tema
dato, secondo istruzioni compositive indicate;
– trasferire contenuti di testi in
altra forma, mediante parafrasi, riscritture, riassunti di varia dimensione
e secondo prospettive diverse;
– interpretare e commentare testi,
redigendo recensioni di libri, film, spettacoli, note esplicative e osservazioni
valutative a margine di testi;
– rielaborare in modo creativo esperienze
personali, informazioni oggettive ed elementi fantastici, in forma di diari,
dialoghi, racconti, sceneggiature, ecc.
Sono altresì contenuto specifico
della didattica della scrittura, per ogni forma da praticare, tutti gli
aspetti, le fasi e le tecniche del processo di composizione, riguardanti
l'ideazione, l'ordine di costruzione e la graduale definizione formale
del testo (articolazione, correttezza e registro della lingua, ampiezza,
impostazione grafica) in rapporto alla sua funzione e destinazione, nonché
al tempo di elaborazione.
Le varie forme di produzione scritta
vanno il più possibile riferite alle attività scolastiche,
affinché tale pratica non abbia puro carattere di esercizio fine
a se stesso.
Riflessione sulla lingua
I contenuti della riflessione sono
dati dalla materia relativa ai processi di comunicazione e al funzionamento
del sistema della lingua. Tale quadro, parzialmente già noto allo
studente, deve ora acquistare decisiva chiarezza e completezza e perciò
deve ricomprendere tutti i principali nuclei tematici. Diventano argomenti
di particolare o nuova trattazione:
– le caratteristiche fondamentali di
un testo (unità, completezza, coerenza, coesione che ne realizzano
l'informatività) e le sue possibili articolazioni, sia nelle forme
dell'oralità, sia in quelle della scrittura;
– la varietà dei tipi di testo
(«tipologia dei testi»), che conduce ad esaminare il rapporto
tra la forma del testo e il suo contenuto;
– gli aspetti retorici, legati particolarmente
a valori semantici, nei diversi usi della lingua;
– le implicazioni principali del rapporto
tra semantica e sintassi nella struttura della frase: legami tra i costituenti,
reggenze, concordanze modali, temporali e aspettuali dei verbi;
– punti fondamentali nella vicenda
storia della lingua italiana, dalle sue origini latine ad oggi, e dei suoi
rapporti con i dialetti e con altre lingue;
– le varietà sociali e funzionali
della lingua (standard scritto, uso medio, usi regionali, linguaggi settoriali)
anche in relazione alle esperienze presenti negli studenti.
Educazione letteraria
L'educazione letteraria trova i suoi
contenuti nella diretta lettura ed analisi dei testi letterari,
affiancata da una conoscenza essenziale delle istituzioni (modelli
tematici e formali, procedimenti retorici, circuiti sociali e culturali)
che ne regolano la produzione e da iniziali esperienze di contestualizzazione
dei testi. L'analisi di tali testi permette di rilevare anche le inesauribili
risorse della lingua e offre occasione privilegiata per lo sviluppo di
abilità linguistiche generali.
La scelta dei testi deve tener conto
sia degli interessi e delle motivazioni culturali degli studenti, sia di
obiettivi più ampi e organici dell'educazione letteraria, dei quali
si fa interprete il docente in base alla programmazione. Mediante tale
scelta si deve proporre un orizzonte abbastanza largo di cultura, senza
pregiudiziali restrizioni di tempo, di spazio e di genere, e quindi tenendo
conto dei seguenti criteri:
– accanto ad opere di epoche relativamente
recenti e più affini con la cultura degli studenti, non devono mancare
adeguati contatti con testimonianze di altre epoche, anche antiche, per
attingere a motivi culturali profondi (memoria di miti e di figure, luoghi
ed eventi emblematici);
– la prevedibile maggiore presenza
di opere letterarie italiane non deve ridurre eccessivamente la presenza
delle altre culture europee ed extraeuropee. Per il panorama italiano non
deve mancare l'interesse per quanto è stato prodotto dalla nostra
cultura anche in altre lingue (latino, dialetti, altri idiomi) e a tal
fine si possono utilizzare buone traduzioni affiancate agli originali;
– occorre attingere alla varietà
di forme e generi della produzione letteraria, poiché questa si
configura come un sistema dotato di proprie istituzioni portatrici di significato;
va dato il dovuto spazio alla poesia, nella quale anche la funzione creativa
della lingua trova la sua massima espressione.
Una lettura varia e articolata di testi
letterari richiede anzitutto il ricorso ad adeguate scelte antologiche,
come terreno di esercitazione intensiva delle competenze letterarie ed
occasione e stimolo alla scoperta di opere intere. La scelta dei testi
deve essere organizzata in modo significativo mediante raggruppamenti e
percorsi, al fine di far rilevare la persistenza e l'evolversi di temi,
motivi e forme nel tempo, nelle diverse culture e nei vari tipi di rappresentazione.
La lettura di opere intere
costituisce scopo fondamentale dell'educazione letteraria. Quanto alla
loro dimensione, la scelta deve essere tale da consentire per ogni anno,
d'obbligo, sia la lettura collettiva e guidata di almeno un'opera narrativa
intera, sia la lettura più rapida e individuale di altre opere.
Circa i loro requisiti di qualità, si deve tenere responsabilmente
conto dei seguenti criteri, che sono tra loro interconnessi:
– la riconosciuta dignità letteraria
delle opere;
– la significatività tematica,
in rapporto agli interessi presenti ed educabili negli studenti;
– le caratteristiche formali e gli
aspetti linguistico-espressivi, in relazione alle possibilità di
accesso iniziale e a quelle di crescita e di affinamento della comprensione.
Si pone altresì l'esigenza di accostare lo studente anche alle espressioni letterarie di maggiore rilievo per valore artistico e per il contributo dato al patrimonio di memorie e di figure simboliche della collettività. In tale ambito, la lettura dei «Promessi Sposi» è tradizionalmente presente in questa fascia scolastica per il ruolo svolto dal romanzo nelle vicende della letteratura italiana moderna e per ragioni di prima accessibilità della forma e di varietà e ricchezza di temi. La lettura di questa, come di altre opere di particolare ampiezza e complessità, non va condotta né in modo estensivo e globale (tanto meno per riassunti) per giungere ad un generico inquadramento di contenuto, né perseguendo il disegno di una piena contestualizzazione storico-culturale, obiettivo proprio di una fase più matura: tale lettura deve seguire opportunamente itinerari selettivi che mettano in evidenza aspetti significativi dell'opera e integrarsi nelle altre esperienze di lettura e di educazione letteraria proprie del biennio.
INDICAZIONI SPECIFICHE
L'azione educativa da svolgere nel
biennio, in ciascuno dei tre settori in cui si articola la disciplina,
costituisce una coerente continuazione di quella svolta nei precedenti
gradi scolastici: essa ripropone in un nuovo ciclo gli stessi percorsi
fondamentali della disciplina, con lo scopo non solo di consolidare i risultati
già conseguiti dagli studenti, ma di far loro raggiungere livelli
chiaramente più avanzati, in relazione alle accresciute capacità
e ai maggiori bisogni della loro età.
Per il raggiungimento degli obiettivi
indicati si richiede in ogni caso che preliminarmente si compia la verifica
dei livelli di partenza nei vari ambiti di attività, rilevando in
particolare: quali abitudini linguistiche il singolo studente abbia derivato
dal suo contesto socioculturale, quale grado di competenza abbia raggiunto
nella comprensione e nella produzione dei testi e nelle conoscenze metalinguistiche.
Considerata la collocazione dell'insegnamento
dell'italiano nel quadro più ampio dell'educazione linguistica e
la trasversalità che questa assume nell'intero processo formativo
e di istruzione, in sede di programmazione collegiale vanno stabiliti concreti
collegamenti con tutte le discipline, in termini di obiettivi comuni e
di procedimenti operativi, per lo sviluppo delle capacità e delle
conoscenze relative al linguaggio. Intese particolari vanno instaurate
tra l'insegnamento dell'italiano e quello delle altre discipline linguistiche
per gli obiettivi di apprendimento, i contenuti e i metodi che ne accomunano
la didattica.
Per quanto riguarda la distribuzione
della materia nei due anni, si segnala che non sono stati proposti percorsi
vincolanti: spetta alla programmazione indicare quali strategie adottare
e quali itinerari seguire per garantire la gradualità, l'organicità
e la produttività dell'azione didattica. Spetta parimenti al docente
stabilire raccordi e connessioni tra singole attività, per evitarne
la rigida separazione e per non frammentare gli apprendimenti.
Abilità linguistiche
Tutte le attività per lo sviluppo
delle abilità linguistiche, sia orali che scritte, vanno specificamente
previste e programmate. A tale scopo vanno pienamente utilizzate l'interazione
comunicativa in classe e le attività di studio, in quanto occasioni
concrete per un esercizio finalizzato delle abilità.
Riguardo alla comunicazione orale,
è necessario che il docente faccia emergere l'importanza che in
questa hanno i vari fattori situazionali, facendone oggetto di osservazione
e guidando i comportamenti degli studenti nelle diverse forme di scambio
comunicativo. Tutti i componenti della classe vanno coinvolti in tali scambi.
E' particolarmente importante utilizzare la cosiddetta «interrogazione»
innanzitutto come occasione per l'esercizio dell'esposizione orale, distinguendo
perciò tale aspetto dal fine della valutazione.
Si richiama l'attenzione sul fatto
che, nell'uso orale, il comportamento comunicativo e linguistico tenuto
dai docenti nello svolgimento delle attività didattiche costituisce
la fonte e il modello più diretto per gli studenti.
Nella pratica della lettura
è essenziale attivare le diverse strategie e modalità, alternandole
e sottolineandone i diversi caratteri, e accertarsi che lo studente acquisisca
la capacità autonoma di applicare tali modalità alle diverse
tipologie dei testi e alle finalità della lettura.
Si segnala che è particolarmente
utile avviare gli studenti a frequentare strutture e luoghi (biblioteche,
librerie, archivi e simili) che favoriscono la lettura come attività
autonoma e permettono anche di soddisfare interessi personali.
Per quanto riguarda la scrittura
si sottolinea che le tecniche di produzione sono oggetto di insegnamento
esplicito e che pertanto occorre mettere al centro dell'attenzione didattica
il complesso di fasi e di operazioni attraverso le quali il testo prende
forma definitiva e adeguata agli scopi comunicativi. Anche la correzione
dei testi prodotti va considerata come parte del processo di addestramento
alla scrittura e a tal fine lo studente deve essere educato altresì
all'autocorrezione.
Ai fini della valutazione vanno considerati
tutti gli aspetti del processo di scrittura sopra indicati, e perciò
negli elaborati vanno verificate sia la presenza di informazioni, conoscenze
ed elaborazioni personali, sia la correttezza formale, sia la rispondenza
alle istruzioni compositive impartite.
Riflessione sulla lingua
La riflessione sulla lingua, nelle
sue molteplici direzioni, non va concepita a fini meramente normativi o
sussidiari all'uso, ma va invece rivalutata come fondamentale forma di
indagine sul rapporto fra i contenuti di pensiero e le forme linguistiche
e sulla realtà della comunicazione. Tale attività deve ora
mettere a frutto le maggiori capacità di astrazione e le potenzialità
di pensiero ipotetico-deduttivo dello studente, perché l'analisi
della lingua sia anche sede e occasione per accostarsi a problemi più
generali riguardanti i processi di conoscenza e di simbolizzazione affrontati
in altri campi disciplinari, compreso, in prospettiva, quello della filosofia.
Sotto il profilo del metodo è
necessario porre come oggetto concreto di osservazione il sistema linguistico,
attraverso itinerari ordinati e collegamenti con l'uso, evitando il prevalere
di esposizioni di teorie e l'assunzione rigida di un unico modello.
E' indispensabile altresì confrontare
e raccordare metodi e terminologie con quanto si apprende nella scuola
media e nell'insegnamento delle altre lingue.
Educazione letteraria
La lettura e l'interpretazione dei
testi letterari si fondano prioritariamente sull'analisi diretta delle
forme del testo. Bisogna pertanto educare lo studente a cogliere una parte
essenziale del significato del testo osservandone concretamente la lingua
nei suoi diversi livelli e gli altri aspetti formali. Nel condurre tale
analisi sono da evitare sia l'esposizione di teorie fine a se stessa, sia
gli eccessi di tecnicismo che la condurrebbero ad operazione meccanica.
E' altresì necessario collocare
l'opera nel suo contesto, ossia «storicizzarla», senza tuttavia
ricorrere ad inquadramenti storiografici ingombranti. Partendo dai segnali
interni all'opera stessa, vanno introdotti riferimenti alla personalità
e ad altre opere dell'autore e sviluppati essenziali confronti con altre
testimonianze coeve e di altra epoca, nonché con la cultura e le
esperienze proprie del lettore e del suo tempo.
Per le opere in traduzione risulta
molto utile mettere a confronto diverse traduzioni di uno stesso originale,
specialmente se questo è in una lingua nota allo studente.
L'esperienza sui testi letterari si
avvantaggia e si arricchisce notevolmente tramite opportuni collegamenti
e raffronti con manifestazioni artistiche di altro tipo, quali quelle figurative,
musicali e filmiche: vengono così in evidenza le analogie e differenze
e i reciproci apporti di forme, temi e rappresentazioni simboliche.
FINALITÀ SPECIFICHE
L'insegnamento di Storia è finalizzato a promuovere e a sviluppare:
1. la capacità di recuperare
la memoria del passato in quanto tale;
2. la capacità di orientarsi
nella complessità del presente;
3. l'apertura verso le problematiche
della pacifica convivenza tra i popoli della solidarietà e del rispetto
reciproco;
4. l'ampliamento del proprio orizzonte
culturale attraverso la conoscenza di culture diverse;
5. la capacità di riflettere,
alla luce dell'esperienza acquisita con lo studio di società del
passato, sulla trama di relazioni sociali, politiche, ecc. nella quale
si è inseriti;
6. la capacità di razionalizzare
il senso del tempo e dello spazio;
7. la consapevolezza della necessità
di selezionare e valutare criticamente le testimonianze.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del biennio lo studente deve dimostrare di sapere:
1. esporre in forma chiara e coerente
fatti e problemi relativi agli eventi storici studiati;
2. usare con proprietà alcuni
fondamentali termini e concetti propri del linguaggio storiografico (ad
esempio, cambiamento, cesura, ciclo, congiuntura, continuità, decadenza,
progresso, restaurazione, rivoluzione, sottosviluppo, sviluppo);
3. distinguere i molteplici aspetti
di un evento e l'incidenza in esso dei diversi soggetti storici (individui,
gruppi sociali, ecc.);
4. interpretare e valutare, in casi
semplici, le testimonianze utilizzate, distinguere in esse fatti, ragioni,
opinioni e pregiudizi, individuare inconsistenze e incoerenze, ecc.;
5. confrontare, in casi semplici,
le differenti interpretazioni che gli storici danno di un medesimo fatto
o fenomeno, in riferimento anche alle fonti usate;
6. ricostruire le concessioni sincroniche
e gli sviluppi diacronici riferiti ad un determinato problema storico studiato.
PRIMO ANNO
1. L'EREDITA' DEL SECOLO XVIII E DELLE
RIVOLUZIONI
a) Modificazioni nelle strutture demografiche
e produttive.
b) Impatto delle rivoluzioni industriale
inglese, americana e francese sulle relazioni fra gli Stati e sul rapporto
cittadini-istituzioni.
2. 1815-1870
2.1. Dinamiche politiche internazionali
a) L'assetto politico internazionale
stabilito a Vienna e le sue crisi in rapporto alle vicende di politica
interna e alle dinamiche economiche dei singoli Stati.
b) Trasformazioni della carta geopolitica
europea ed extraeuropea: affermazione dei liberali in Francia e in Inghilterra
e crisi della Santa Alleanza. Indipendenza dell'America Latina. La formazione
degli Stati nazionali, con particolare riguardo all'Italia e alla Germania,
nelle dinamiche dei rapporti internazionali. Gli imperi coloniali britannico,
francese e russo in Africa e in Asia. Gli Stati Uniti: la frontiera e la
conquista dell'Ovest.
2.2. Dinamiche politiche interne
a) Modelli di Stato, trasformazioni
istituzionali e amministrative, partecipazione politica, forme di rappresentanza.
b) Correnti ideali e movimenti politici.
c) Istruzione, stampa e opinione pubblica.
d) Correnti politico culturali in
Italia dagli inizi del Risorgimento al governo della Destra Storica. I
problemi dello Stato unitario: rapporto Stato-Chiesa, le scelte costituzionali,
amministrative, economiche e le loro conseguenze.
2.3. Dinamiche economiche
a) L'industrializzazione: consolidamento
in Inghilterra e sua diffusione in alcuni Paesi occidentali. Nuovi mezzi
di trasporto e nuove rotte. Graduale unificazione del mercato mondiale
e centralità inglese.
b) Conseguenze socio-economiche e
ambientali della prima rivoluzione industriale: sviluppo e sottosviluppo
come problemi interni agli Stati e come elemento di differenziazione fra
Stati diversi. Questione sociale. Urbanesimo e trasformazioni dell'organizzazione
del territorio.
c) Conseguenze socio-politiche della
prima rivoluzione industriale: i nuovi soggetti storici (imprenditori e
proletariato industriale). Il movimento operaio.
3. 1870-1914
3.1. Dinamiche politiche internazionali
a) Il concetto di imperialismo e le
sue interpretazioni.
b) Gli imperi coloniali e le nuove
modificazioni della carta geopolitica mondiale. Origine del Commonwealth
britannico. Crisi dell'impero ottomano.
c) Conseguenze dell'imperialismo nelle
relazioni internazionali delle grandi potenze europee: l'affermarsi dei
nazionalismi. Alleanze e loro modificazioni in conseguenza dell'acuirsi
delle tensioni politiche internazionali.
d) Reazioni all'egemonia europea nei
Paesi extraeuropei, in particolare in Cina e in Giappone.
e) L'Italia: la politica estera; la
politica coloniale.
3.2. Dinamiche economiche
a) La «Grande depressione»;
la seconda rivoluzione industriale; le modificazioni nell'agricoltura.
b) Le conseguenze socio-economiche:
il protezionismo; la conquista dei nuovi mercati e l'imperialismo; l'incremento
demografico; le grandi migrazioni internazionali; sviluppo e sottosviluppo
nell'età della II rivoluzione industriale.
c) Interazioni tra economia e fenomeni
socioculturali: scienza e tecnica; istruzione e sviluppo.
d) L'industrializzazione in Italia
e le sue conseguenze: la questione meridionale; la crisi agraria; l'emigrazione.
3.3. Dinamiche politiche interne
a) Nuove forme di pressione e rivendicazione
dei diritti sociali: sviluppo dei sindacati e di altri movimenti (per es.,
il femminismo); nascita dei partiti di massa; intervento delle Chiese nella
vita sociale e politica.
b) Conseguente modifica del rapporto
Statocittadini nei vari Stati europei: l'allargamento del suffragio; l'intervento
in campo socioassistenziale.
c) Movimenti di opinione e affermazione
di nuove ideologie politiche: l'internazionalismo socialista; il nuovo
nazionalismo; origini del razzismo. Modificazioni nella mentalità
e nella cultura: affermazione e crisi dell'idea di «progresso».
d) Movimenti, correnti politico-culturali,
forme di pressione e istituzioni in Italia fra il governo della Sinistra
storica e la prima guerra mondiale.
4. 1914-1918: LA PRIMA GUERRA MONDIALE
a) Cause remote e prossime. Gli schieramenti
di partenza.
b) Fasi essenziali del conflitto.
La svolta provocata dall'intervento degli Stati Uniti e dalla rivoluzione
russa. Esito della guerra.
c) L'Italia dalla neutralità
alla guerra.
d) Novità della I guerra mondiale:
carattere mondiale e di massa; le nuove tecnologie; espansione dell'intervento
dello Stato nei confronti dell'economia e della società.
SECONDO ANNO
1. 1918-1939
1.1. Dinamiche politiche internazionali
a) La conferenza per la pace del 1918
e i progetti di un nuovo ordine internazionale. I 14 punti di Wilson. La
società delle Nazioni.
b) I trattati di pace e i problemi
aperti. Spinta alla revisione dei trattati nei Paesi vinti.
c) La sconfitta di Wilson e l'isolazionismo
americano. La svolta degli anni '30. Il fascismo come fenomeno internazionale.
Le origini della seconda guerra mondiale.
1.2. Dinamiche politiche interne
a) Crisi del dopoguerra: incidenza
del modello sovietico sui movimenti operai nei vari Paesi; tensioni sociali,
tentativi rivoluzionari e loro sconfitta. L'emergere di ideologie e movimenti
controrivoluzionari.
b) Crisi del dopoguerra in Italia:
movimenti sociali, partiti politici; crisi dello Stato liberale. Il fascismo
da movimento a partito, a regime.
c) Sistemi democratici e sistemi totalitari.
La Germania dalla Repubblica di Weimar al Nazismo. La Russia dalla NEP
allo Stalinismo.
d) L'organizzazione del consenso nella
società di massa.
e) L'atteggiamento verso il dissenso:
i massmedia; tolleranza, discriminazione, persecuzione delle opposizioni
e delle minoranze etniche; i campi di concentramento sovietici; i lager
nazisti.
1.3. Dinamiche economiche
a) Nuove forme di interdipendenza
economica: crisi e ripresa post-bellica. Crisi del 1929 e sua diffusione
internazionale. Alcune «risposte» alla crisi. Il New Deal americano.
Le socialdemocrazie scandinave.
b) La Russia post rivoluzionaria:
dal «Comunismo di guerra» ai piani quinquennali: collettivizzazione
dell'agricoltura e sviluppo dell'industria pesante.
c) L'economia italiana.
2. 1939-1945: LA SECONDA GUERRA MONDIALE
a) Cause remote e prossime.
b) Gli schieramenti iniziali e le
loro modificazioni, fatti essenziali ed esito finale. Costo umano ed economico
della guerra.
c) Carattere di novità della
II guerra mondiale: estensione mondiale della guerra. Il coinvolgimento
delle popolazioni civili. Le ideologie in conflitto. Esasperazione dell'ideologia
razzista: l'olocausto. La resistenza come fenomeno internazionale. Uso
bellico dell'energia nucleare.
d) Modificazioni nella politica interna
degli Stati: aumento del potere dell'esecutivo anche nei Paesi democratici.
La censura; l'uso della propaganda e dei mass-media.
e) Espansione dell'intervento pubblico
sull'economia per lo sforzo bellico.
f) I rapporti fra i Paesi alleati
durante il conflitto. I progetti per il dopoguerra: la Carta Atlantica;
la nascita dell'ONU; le conferenze di Yalta e di Postdam.
g) L'Italia in guerra. L'antifascismo
e la crisi del fascismo. La resistenza. Le vicende italiane fra il 1943
e la fine del conflitto.
3. 1945-1989
3.1. Dinamiche politiche internazionali
a) La nuova carta geopolitica d'Europa.
La decolonizzazione.
b) Conseguenze politiche dell'energia
atomica. Il nuovo assetto della politica internazionale. Il bipolarismo
e l'equilibrio del terrore.
c) Crisi regionali e loro riflessi
nei rapporti fra le grandi potenze: la nascita dello Stato di Israele e
la questione palestinese, la Corea; il Vietnam; l'Afghanistan.
d) Nuovi poli di aggregazione internazionale:
il processo dell'unificazione europea; il movimento dei Paesi non allineati;
la lega araba.
e) La svolta del 1989 e la fine del
bipolarismo.
3.2. Dinamiche economiche
a) Le grandi trasformazioni nell'agricoltura,
nell'industria e nel settore terziario. Scienza e nuove tecnologie. Le
conquiste spaziali. Interdipendenza planetaria delle economie nazionali.
b) Modelli di economia: economie di
mercato, pianificate e miste.
c) Ripresa economica europea: la ricostruzione
e il piano Marshall; le fasi di espansione prima e dopo la crisi petrolifera.
d) Fasi e caratteristiche dello sviluppo
italiano.
e) Lo sviluppo del Giappone e di altri
Paesi dell'Asia orientale.
f) Organizzazioni economiche internazionali
e sovranazionali di iniziativa governativa (CEE, OPEC, COMECON) e privata
(le multinazionali).
g) Sviluppo e sottosviluppo: neocapitalismo
e neocolonialismo, Terzo e Quarto Mondo, nuove grandi migrazioni internazionali.
h) Il problema della gestione delle
risorse mondiali: questione ambientale, esplosione demografica e limiti
dello sviluppo.
3.3. Dinamiche politiche interne
a) I grandi modelli politico ideologici
(Stati Uniti, Gran Bretagna, Russia, Cina) con particolare riferimento
alle forme di rappresentanza e di organizzazione del consenso, alla politica
socio-assistenziale e alle forme di integrazione etnica.
b) Azione dei grandi modelli sulle
vicende di almeno un Paese appartenente alle diverse aree di influenza:
democrazie occidentali, democrazie popolari, repubbliche latinoamericane,
nuovi Stati del Terzo Mondo.
c) Le religioni di fronte ai processi
di modernizzazione: il Concilio Vaticano II; il risveglio islamico. I fondamentalismi
religiosi.
d) Società di massa, nuovi
consumi, massmedia. I nuovi soggetti storico sociali: ecologisti, pacifisti,
federalisti, donne, giovani.
e) L'Italia nel II dopoguerra: la
Repubblica; la nuova Costituzione; correnti politiche e d'opinione, movimenti
e governi.
Note generali
1. Il programma di storia contemporanea,
predisposto per i corsi non quinquennali, individua le radici che alcuni
dei massimi problemi del mondo attuale hanno nella storia degli ultimi
due secoli. Gli argomenti riguardano diversi ambiti spaziali (nazionali,
sovranazionali, planetari), nella ricerca di un equilibrio fra l'esigenza
di sottolineare il carattere di crescente planetarizzazione proprio della
storia contemporanea e l'esigenza di salvaguardare un'informazione appropriata
soprattutto sulla storia italiana, con particolare riguardo agli aspetti
politico-istituzionali.
2. Il programma è suddiviso
in punti, sottopunti e temi.
3. Il primo punto del primo anno
recupera il quadro informativo sulle grandi trasformazioni che concludono
la storia moderna e aprono la contemporanea. I punti successivi, corrispondenti
ai periodi nei quali si suole suddividere la storia contemporanea (1815-1870;
1870-1914; 1918-1939; 1945-1989) sono articolati in sottopunti che rispecchiano
tre aspetti fondamentali dello sviluppo storico complessivo (dinamiche
di politica internazionale, dinamiche di politica interna, dinamiche economiche).
Entrambi gli anni prevedono un punto, relativo a ciascuna delle due guerre
mondiali, nel quale invece i tre aspetti sono affrontati contestualmente.
Ciò consente di vedere in essi l'esito di processi precedenti ad
un tempo economici, politici, sociali e culturali e la svolta che produce
conseguenze di non breve durata in tutti i campi suaccennati. All'interno
dei diversi punti sono elencati, con lettere dell'alfabeto, i temi ritenuti
essenziali alla loro illustrazione, che ovviamente possono essere svolti
a livelli di approfondimento molto vario.
4. Spetta al docente scegliere
i temi da presentare a titolo di semplice informazione e i temi da approfondire.
Si può privilegiare uno dei tre aspetti, senza tuttavia trascurare
gli altri, oppure intrecciare i sottopunti relativi ad un periodo più
limitato secondo il modello proposto per le due guerre mondiali.
INDICAZIONI SPECIFICHE
La presentazione dei tratti salienti
delle culture e delle civiltà che nel tempo si sono susseguite o
nel tempo sono coesistite e coesistono, consente allo studente di arrivare
a riconoscerne e ad apprezzarne correttamente caratteri e valori, sapendo
cogliere differenze e analogie che intercorrono tra di esse. Lo studente
può essere portato a rendersi conto del fatto che lo studio della
storia, non importa quanto remota, ben lungi dal comportare il rischio
di una fuga dal presente, offre sussidi utili per una corretta lettura
di esso, se non altro nel senso di predisporre ad accettare il diverso.
E' anche opportuno far capire che il privilegio accordato alla civiltà
classica nella storia del mondo antico e alla civiltà europea nella
storia contemporanea non hanno alcun sottinteso etnocentrico, ma mirano
a consentire il riconoscimento della cultura di appartenenza come fatto
prezioso di memoria collettiva, meglio evidenziato proprio dal confronto
con culture diverse nel tempo e nello spazio.
Il confronto fra miti, leggende, diari,
memorie, ecc. da un lato e ricostruzioni storiche dall'altro, è
importante per far capire che il carattere specifico della conoscenza storica
risiede nel fatto di essere fondata sull'esame critico delle testimonianze.
Bisogna distinguere il «racconto storico» dalle altre forme
di narrazione, la cui attendibilità non è riscontrabile sulle
fonti. E' altresì necessario distinguere nella trattazione di un
fatto storico ben circoscritto il momento dell'accertamento dell'accaduto,
il punto di vista dello storico narratore e le argomentazioni di cui questo
si vale per coonestare la propria ricostruzione.
Attraverso il confronto tra le diverse
ricostruzioni di uno stesso fatto si può condurre lo studente a
comprendere che tale diversità è riconducibile non solo ai
differenti orientamenti metodologici culturali e ideali o, più semplicemente,
alle propensioni soggettive, spesso storicamente datate, degli storici,
ma che in più casi essa riflette anche un ampliamento ed un approfondimento
oggettivi delle conoscenze in materia. Perciò la possibile compresenza
di diverse e spesso anche contraddittorie interpretazioni dello stesso
fatto non è frutto di arbitrarietà, ma rispecchia la difficoltà
insita nell'esercizio del «mestiere di storico» e non giustifica
quindi l'insorgere di un atteggiamento di scetticismo nei confronti della
possibilità di conoscere il passato anche più lontano e meno
documentato e il passato anche più recente per il quale la documentazione
diventa disponibile solo col trascorrere degli anni. Allo studente vanno
presentate le ragioni che possono motivare la diversità delle opinioni
fra gli storici. Esse sono da cercare sia nella varietà degli orientamenti
metodologici culturali e ideali sia nel diverso peso che viene attribuito,
a seconda dei casi, all'una o all'altra categoria di testimonianze (ad
esempio, alle testimonianze archeologiche rispetto a quelle linguistiche,
nella ricostruzione dei grandi movimenti migratori dell'antichità
o, per la storia contemporanea, ai documenti riservati rispetto alla pubblicistica).
Nella presentazione degli snodi fondamentali
della storia (ad esempio, per quanto riguarda la storia antica e altomedievale,
l'espansione di Roma in Occidente e in Oriente, o l'espansione arabo-musulmana
nel bacino del Mediterraneo: per la storia contemporanea la formazione
degli imperi coloniali o l'avvento dell'era nucleare) è necessario
distinguere i diversi aspetti (politici, sociali, culturali, economici,
religiosi, ambientali, ecc.) di un evento storico complesso e le relazioni
che intercorrono fra essi. Va messa in evidenza la diversa incidenza e
l'interazione di distinti soggetti storici (gruppi sociali, singoli individui,
etnie, Nazioni, Stati) nello svolgersi di avvenimenti di grande importanza,
anche utilizzando risultati e concetti derivati da altre scienze sociali,
in particolare la geografia, il diritto e l'economia.
Il linguaggio della storiografia attinge
largamente e più di altre discipline al linguaggio comune, ma alcuni
termini che esso usa (continuità, cesura, decadenza, ecc.) hanno
un significato tecnico specifico. Di questo linguaggio, che comprende concetti,
espressioni, descrizioni di mutamenti storici attraverso modelli (ad esempio,
continuità, cesura, rivoluzione/restaurazione, decadenza, progresso,
ciclo/congiuntura) lo studente deve essere guidato a servirsi in modo corretto.
Può risultare utile a tale scopo valorizzare l'interrogazione, il
dialogo, il confronto e la discussione in gruppo.
Un punto importante dello studio della
storia va certamente individuato nel saper cogliere le relazioni che intercorrono
fra i diversi fenomeni storici e i tempi più o meno lunghi (lunga,
media, breve durata) in cui sono osservati. A questo proposito si può
far notare che la cronologia utilizzata per la storia politica non si adatta
di per sé a tutti gli altri aspetti della vicenda umana (ad esempio,
per la storia antica, la cronologia che scandisce le trasformazioni culturali
avvenute in età preistorica è a maglie molto più larghe
di quella che registra la successione delle varie civiltà protostoriche
del vicino Oriente, e la cronologia di queste ultime è molto più
approssimativa di quella della guerra del Peloponneso) e che queste differenze
non dipendono solo dallo stato delle fonti, ma anche dalla natura dei fatti
studiati e dalla velocità maggiore o minore con cui avvengono i
cambiamenti nei differenti campi (ad esempio, per la storia contemporanea,
mentre la prima rivoluzione industriale si è estesa ai vari Paesi
europei in tempi diversi, i moti del '48 hanno interessato vari Paesi a
distanza di giorni o di settimane). Analogamente, un altro punto importante
va individuato nel saper cogliere le relazioni che intercorrono fra i diversi
fenomeni storici e gli spazi più o meno estesi (ambito locale, regionale,
continentale) in cui sono analizzati. Per rendere evidente questa connessione
è vantaggioso servirsi di sussidi cartografici, ricorrendo caso
per caso a scale rappresentative diverse.
FINALITÀ DELL'INSEGNAMENTO
La matematica, parte rilevante del
pensiero umano ed elemento motore dello stesso pensiero filosofico, ha
in ogni tempo operato su due fronti: da una parte si è rivolta a
risolvere problemi ed a rispondere ai grandi interrogativi che man mano
l'uomo si poneva sul significato della realtà che lo circonda; dall'altra,
sviluppandosi autonomamente, ha posto affascinanti interrogativi sulla
portata, il significato e la consistenza delle sue stesse costruzioni culturali.
Oggi queste due attività si
sono ancor più accentuate e caratterizzate. La prima per la maggiore
capacità di interpretazione e di previsione che la matematica ha
acquistato nei riguardi dei fenomeni non solo naturali, ma anche economici
e della vita sociale in genere, e che l'ha portata ad accogliere e a valorizzare,
accanto ai tradizionali processi deduttivi, anche i processi induttivi.
La seconda per lo sviluppo del processo di formalizzazione che ha trovato
nella logica e nell'informatica un riscontro significativo. Sono due spinte
divergenti, ma che determinano con il loro mutuo influenzarsi, il progresso
del pensiero matematico.
Coerentemente con questo processo
l'insegnamento della matematica si è sempre estrinsecato e continua
ad esplicitarsi in due distinte direzioni: a «leggere il libro della
natura» ed a matematizzare la realtà esterna da una parte,
a simboleggiare e a formalizzare, attraverso la costruzione di modelli
interpretativi, i propri strumenti di lettura dall'altra, direzioni che
però confluiscono, intrecciandosi ed integrandosi con reciproco
vantaggio, in un unico risultato: la formazione e la crescita dell'intelligenza
dei giovani.
Infatti lo studio della matematica:
– promuove le facoltà sia intuitive
che logiche,
– educa ai procedimenti euristici,
ma anche ai processi di astrazione e di formazione dei concetti,
– esercita a ragionare induttivamente
e deduttivamente,
– sviluppa le attitudini sia analitiche
che sintetiche,
determinando così nei giovani
abitudine alla sobrità e precisione del linguaggio, a cura della
coerenza argomentativa, gusto per la ricerca della verità.
Ed è appunto nella fase adolescenziale,
nel biennio della Scuola secondaria superiore, che l'insegnamento della
matematica enuclea ed affina queste varie attività, caratterizzandole,
ma nello stesso tempo fondendole in un unico processo culturale e formativo.
Queste finalità sono comuni
a tutti gli indirizzi di studio perché concorrono, in armonia con
l'insegnamento delle altre discipline, alla promozione culturale ed alla
formazione umana dei giovani, anche se intendono intraprendere studi non
scientifici o decidono di orientarsi nel mondo del lavoro.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del biennio lo studente dovrà essere in grado di:
1. individuare proprietà invarianti
per trasformazioni semplici;
2. dimostrare proprietà di
figure geometriche;
3. utilizzare consapevolmente le tecniche
e le procedure di calcolo studiate;
4. riconoscere e costruire semplici
relazioni e funzioni;
5. comprendere il senso dei formalismi
matematici introdotti;
6. cogliere analogie strutturali;
7. matematizzare semplici situazioni
problematiche in vari ambienti disciplinari;
8. riconoscere le regole della logica
e del corretto ragionare;
9. adoperare i metodi, i linguaggi
e gli strumenti informatici introdotti;
0. inquadrare storicamente qualche
momento significativo dell'evoluzione del pensiero matematico.
CONTENUTI
Tema n. 1 - Geometria del piano e dello spazio
a) Piano euclideo: figure e loro proprietà;
congruenze (isometrie) e loro composizione; poligoni equiscomponibili;
teorema di Pitagora; teorema di Talete.
b) Piano cartesiano: retta, parabola,
iperbole equilatera e circonferenza.
c) Coseno e seno degli angoli convessi.
Relazione fra lati ed angoli nei triangoli rettangoli.
d) Esempi significativi di trasformazioni
geometriche nello spazio. Individuazione di simmetrie in particolari solidi
geometrici.
Lo studio della geometria nel biennio
ha come finalità preminente quella di condurre progressivamente
l'allievo dall'intuizione e scoperta di proprietà geometriche alla
loro descrizione razionale, e rappresenta come tale una guida privilegiata
alla consapevolezza argomentativa. A ciò il docente potrà
pervenire adottando un metodo che, facendo leva sulle conoscenze induttive
apprese dall'allievo nella scuola media, proceda allo sviluppo razionale
di limitate catene di deduzione; è tuttavia necessario che ogni
ipotesi o ammissione cui si farà ricorso sia chiaramente riconosciuta
e formulata in modo esplicito, quali che siano le ragioni che inducono
ad assumerla tra i punti di partenza del ragionamento.
Il docente potrà cioè
condurre l'allievo a familiarizzarsi con il metodo ipotetico-deduttivo
su parti circoscritte dalla geometria, senza la preoccupazione di pervenire
alla costruzione di un sistema globale di assiomi. Un traguardo importante
dello studio della geometria sarà il piano cartesiano, come modello
del piano euclideo. Con la sua introduzione saranno disponibili, per la
risoluzione dei problemi geometrici, sia il metodo della geometria classica
che quello della geometria analitica, e l'allievo sarà stimolato
ad usare l'uno o l'altro in relazione alla naturalezza, all'espressività
e alla semplicità che l'uno o l'altro offre nel caso particolare
in esame. La rappresentazione della parabola e dell'iperbole equilatera
verrà effettuata rispetto a sistemi di riferimento scelti opportunamente.
Il coseno e seno di un angolo sono
introdotti, limitatamente agli angoli convessi, in relazione allo studio
delle proprietà dei triangoli e per le necessità proprie
delle altre scienze; lo studio delle funzioni è riservato al periodo
successivo.
Gli elementi di geometria dello
spazio hanno lo scopo di alimentare e sviluppare l'intuizione spaziale.
E' in facoltà del docente presentare prima la geometria piana e
poi quella dello spazio, oppure fondere, in relazione agli argomenti comuni,
le due esposizioni.
Tema n. 2 - Insiemi numerici e calcolo
a) Operazioni, ordinamento e loro proprietà
negli insiemi dei numeri naturali, interi; razionali.
b) Valori approssimati e loro uso
nei calcoli elementari. Introduzione intuitiva dei numeri reali.
c) Calcolo letterale: monomi, polinomi,
frazioni algebriche.
d) Equazioni, disequazioni e sistemi
di primo e secondo grado.
I numeri naturali, interi, razionali,
già noti agli studenti, saranno ripresi in forma più sistematica
e si perverrà ai vari ampliamenti a partire da effettive necessità
operative.
Il numero reale sarà introdotto
in via intuitiva, come processo costruttivo che può nascere sia
da esigenze di calcolo numerico, sia da un confronto fra grandezze omogenee.
E' importante premette esempi di calcolo approssimato, in cui sarà
posto l'accento sulla significatività delle cifre.
Il docente programmerà lo
sviluppo da dare al calcolo letterale per abituare l'allievo alla corretta
manipolazione di formule, sempre sostenuta dalla comprensione delle procedure
da seguire. Si sottolinea, a questo proposito, l'inopportunità del
ricorso ad espressioni inutilmente complesse, tenendo presente che la sicurezza
nel calcolo si acquisisce gradualmente nell'arco del biennio.
Lo studio delle equazioni, delle
disequazioni e dei sistemi sarà connesso alla loro rappresentazione
sul piano cartesiano, con relative applicazioni a problemi di varia natura;
nella risoluzione il docente si limiterà a considerare le soluzioni
nell'insieme dei numeri reali.
Tema n. 3 - Relazioni e funzioni
a) Insiemi ed operazioni su di essi.
b) Prodotto cartesiano.
c) Funzioni x è ax + b, x è
ax2 + bx + c, x è a/x e loro grafici.
Il docente, dopo aver riorganizzato
le conoscenze sugli insiemi che gli allievi hanno già acquisito
nella scuola media, avrà cura di stabilire opportuni collegamenti
tra le nozioni logiche e quelle insiemistiche: connettivi logici ed operazioni
tra insiemi, predicato con un solo argomento e sotto-insiemi dell'insieme
universo.
Il concetto di funzione, fondamentale
per stabilire relazioni di dipendenza, consentirà di visualizzare
leggi e fenomeni di connessione interdisciplinare con altri ambiti.
L'introduzione delle funzioni x
è ax + b, x è ax2 + bx + c, x è a/x
troverà un naturale collegamento con la rappresentazione della retta,
della parabola e dell'iperbole equilatera nel piano cartesiano.
Tema n. 4 - Elementi di probabilità e statistica
a) Eventi aleatori. Frequenza e probabilità.
Al concetto di probabilità
si perverrà avvalendosi di opportune esemplificazioni tratte da
situazioni reali.
L'analisi dei problemi sarà
facilitata da appropriate rappresentazioni: diagrammi di EuleroVenn e,
soprattutto, grafici di vario tipo.
Tema n. 5 - Elementi di logica e di informatica
a) Proposizioni elementari, connettivi,
valore di verità di una proposizione
composta, predicati.
b) Costruzione di semplici algoritmi
e loro rappresentazione.
c) Prima introduzione ai linguaggi
formali.
Gli elementi di logica non devono
essere visti come una premessa metodologica all'attività dimostrativa
(quasi che occorresse imparare le «regole del ragionamento»
prima di mettersi a fare matematica), ma come una riflessione che si sviluppa
man mano che matura l'esperienza matematica dello studente. Fin dall'inizio
si abituerà lo studente all'uso appropriato del linguaggio, ad esprimere
correttamente le proposizioni matematiche e a concatenarle «logicamente»
per dimostrare teoremi.
Sarà dato opportuno risalto
alle analogie e alle differenze che intercorrono tra il linguaggio naturale
e i linguaggi formali.
I contenuti proposti troveranno
il loro naturale sviluppo nell'integrazione con l'attività di laboratorio.
Quest'ultima, distribuita lungo
tutto l'arco del biennio, integra gli elementi di contenuto dei vari temi
e costituisce essa stessa un momento di riflessione teorica.
Essa consisterà in:
– analisi dei problemi e loro soluzione
informatica attraverso sia la costruzione di un programma e il controllo
della sua esecuzione, sia l'utilizzo di programmi già disponibili;
– esplorazioni e verifiche di proprietà
matematiche, rappresentazioni grafiche e calcoli, come momenti costitutivi
del processo di apprendimento della matematica e delle sue successive sistematizzazioni.
INDICAZIONI METODOLOGICHE
Il programma, in analogia con quello
della scuola media, è distribuito in cinque grandi «temi».
L'ordine con cui sono proposti i cinque
temi non è da interpretare come ordine di svolgimento; anzi si suggerisce
che il docente li presenti in modo parallelo, mettendone in luce le reciproche
relazioni e connessioni, senza comunque che ciascun argomento perda la
propria identità e caratteristica.
Fermo restando per tutti l'acquisizione
dei contenuti indicati, è auspicabile che il docente trovi il modo
di curare l'introduzione dei concetti e degli aspetti esemplificativi e
applicativi tendenzialmente orientati secondo gli interessi preminenti
dei vari indirizzi.
Consapevole che il carattere fondamentale
dell'educazione matematica è il porre e risolvere problemi, il docente
riconoscerà l'utilità che l'insegnamento sia condotto per
problemi e porterà l'allievo a scoprire le relazioni matematiche
che sottostanno a ciascun problema e quindi a collegare razionalmente e
a sistemare progressivamente le nozioni teoriche che avrà via via
apprese. In questo itinerario didattico le nozioni più astratte
non saranno proposte a priori, ma si faranno scaturire come sintesi di
situazioni incontrate in vari settori.
E' evidente che il termine problema
va inteso nella sua eccezione più ampia, riferito cioè non
solo a problemi attinenti a fenomeni naturali, o della vita reale in genere,
ma anche a quelli che scaturiscono dall'interno della stessa matematica.
In questo caso potrà essere utile sviluppare l'argomento seguendone
l'evoluzione storica: potrebbe essere una buona occasione per fare vedere
agli allievi come il progresso della matematica sia stato spesse volte
determinato dalla necessità di risolvere antinomie e difficoltà
che man mano si presentavano nel suo interno e far loro percepire il gusto
della ricerca storica, anche in ambito matematico. In questa prospettiva
potranno essere trattate, ad esempio, l'evoluzione storica dei concetti
di numerazione e di numero, la nascita dell'algebra. Si sottolinea infine
l'opportunità che il docente dia particolare importanza all'uso
dell'elaboratore che via via potenzierà nei contesti matematici
che verranno progressivamente sviluppati (ad esempio, calcolo approssimato,
soluzione di un'equazione o di un sistema, eventi probabilistici). Con
esso potrà anche ottenere, attraverso la visualizzazione di processi
algoritmici, non attuabile con elaborazione manuale, che l'allievo verifichi
sperimentalmente le nozioni teoriche già apprese.
Mediante l'approfondimento delle conoscenze,
dei linguaggi e dei metodi propri dell'informatica il docente potrà
così rafforzare negli allievi l'attitudine ad astrarre ed a formalizzare,
per altra via conseguita.
MODALITÀ DI VALUTAZIONE
Le fasi di verifica e valutazione dell'apprendimento
devono essere strettamente correlate e coerenti, nei contenuti e nei metodi,
col complesso di tutte le attività svolte durante il processo di
insegnamento-apprendimento della matematica. La valutazione non deve quindi
ridursi ad un controllo formale sulla padronanza delle sole abilità
di calcolo o di particolare conoscenze mnemoniche degli allievi; deve invece
vertere in modo equilibrato su tutte le tematiche e tenere conto di tutti
gli obiettivi evidenziati nel presente programma.
A tale fine l'insegnante si avvarrà
di verifiche scritte e orali. Le verifiche scritte potranno essere articolate
sia sotto forma di problemi ed esercizi di tipo tradizionale, sia sotto
forma di «test», potranno anche consistere in brevi relazioni
su argomenti specifici proposti dal docente o nella stesura (individuale
o a piccoli gruppi) di semplici programmi costruiti nell'ambito del «laboratorio
di informatica». Le interrogazioni orali saranno volte soprattutto
a valutare le capacità di ragionamento e i progressi raggiunti nella
chiarezza e nella proprietà di espressione degli allievi.
Nel corso delle verifiche scritte
si consiglia di consentire l'uso degli stessi sussidi didattici utilizzati
nell'attività di insegnamentoapprendimento (calcolatrici tascabili,
strumenti da disegno e - se ritenuto opportuno - manuali e testi scolastici).
Si raccomanda altresì un'attenta
ricognizione dei livelli di partenza ed intermedi dei singoli allievi,
mediante accertamenti opportunamente calibrati, anche al fine di intraprendere
azioni mirate di consolidamento e, se necessario, di recupero, prima di
procedere oltre con lo sviluppo del programma.
FINALITÀ SPECIFICHE
Le finalità dell'insegnamento di Lingua straniera sono le seguenti:
1. l'acquisizione di una competenza
comunicativa che permetta di servirsi della lingua in modo adeguato al
contesto;
2. la formazione umana, sociale e
culturale mediante il contatto con altre realtà, in un'educazione
interculturale che porti a ridefinire i propri atteggiamenti nei confronti
del diverso da sé;
3. l'educazione al cambiamento, derivante
dal fatto che ogni lingua recepisce e riflette le modificazioni culturali
della comunità che la usa;
4. il potenziamento della flessibilità
delle strutture cognitive, attraverso il confronto con i diversi modi di
organizzare la realtà che sono propri di altri sistemi linguistici;
5. l'ampliamento della riflessione
sulla propria lingua e sulla propria cultura, attraverso l'analisi comparativa
con altre lingue e culture;
6. lo sviluppo delle modalità
generali del pensiero, attraverso la riflessione sulla lingua.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Al termine del biennio lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
1. comprendere una varietà di
messaggi orali di carattere generale finalizzati a scopi diversi e prodotti
a velocità normale cogliendo la situazione, l'argomento e gli elementi
del discorso: atteggiamenti, ruoli e intenzioni degli interlocutori, informazioni
principali, specifiche e di supporto;
2. individuare il senso globale di
brevi messaggi dei mass-media (radio, cinema, TV) su argomenti di interesse
generale, spettacoli, notiziari, ecc.;
3. esprimersi su argomenti di carattere
generale in modo efficace e appropriato, adeguato al contesto e alla situazione,
pur se non sempre corretto dal punto di vista formale;
4. comprendere il senso e lo scopo
di testi scritti per usi diversi;
5. inferire il significato di elementi
non noti di un testo sulla base delle informazioni ricavabili dalle caratteristiche
degli elementi stessi e dal contesto;
6. produrre semplici testi scritti
di tipo funzionale e di carattere personale e immaginativo, anche con errori
e interferenze dall'italiano, dal dialetto o da altre lingue, purché
la comprensibilità non ne venga compromessa;
7. identificare l'apporto dato alla
comunicazione dagli elementi paralinguistici (intonazione, ritmo, accento,
ecc.) ed extralinguistici (gestualità, mimica, postura, prossemica,
ecc.);
8. individuare l'apporto culturale
specifico implicito nella lingua straniera e confrontarlo con quello della
lingua italiana o di altre lingue;
9. individuare e sistematizzare strutture
e meccanismi linguistici che operano ai diversi livelli: pragmatico, testuale,
semanticolessicale, morfo-sintattico e fonologico.
CONTENUTI
Comprensione e produzione orale
I testi orali per lo sviluppo dell'ascolto,
monologhi e dialoghi presentati a viva voce o registrati, devono:
– riguardare situazioni comunicative
di vita quotidiana: comunicazione personale (conversazioni, interviste,
ecc.) e comunicazione di massa (notiziari radiofonici e televisivi, spot
pubblicitari, cronache sportive, ecc.);
– essere espressi a velocità
normale;
– presentare una varietà di
pronunce.
La produzione orale deve:
– riguardare situazioni quotidiane;
– riferirsi alle esperienze e agli
interessi degli studenti;
– essere finalizzata inizialmente
alla comunicazione di informazioni e successivamente all'espressione, all'argomentazione
e alla giustificazione delle opinioni;
_ tenere conto delle regole dell'interazione,
anche in presenza di più interlocutori.
Comprensione e produzione scritta
I testi per la lettura sono
prevalentemente di tipo funzionale (lettere, istruzioni, pubblicità,
annunci, facili articoli, ecc.) e devono rappresentare via via una gamma
sempre più ampia fino ad includere testi di tipo immaginativo (brevi
racconti, semplici poesie, canzoni, ecc.).
I testi scritti devono:
– riguardare argomenti di attualità
relativi ai vari aspetti della vita e della cultura dei Paesi stranieri;
– offrire occasioni di confronto con
la realtà italiana;
– essere possibilmente rappresentati
da materiali autentici.
I testi prodotti dagli studenti devono:
– essere orientati alla comunicazione
(lettere di vario tipo, resoconti, ecc.) e all'espressione (diari, brevi
composizioni, ecc.);
– rispettare le convenzioni determinate
dal contesto comunicativo: tipo di destinatario, scopo della comunicazione,
ecc.;
– riguardare argomenti precedentemente
trattati in classe.
Riflessione sulla lingua
Nell'arco del biennio la riflessione
sulla lingua deve essere condotta in un'ottica interculturale e interlinguistica
e riguardare:
– apporti dei linguaggi non verbali
alla comunicazione;
– variabilità della lingua:
registro formale/informale, varietà geografiche e sociali, ecc.;
– caratteristiche della lingua in
relazione ai diversi mezzi: parlato, scritto, forme multimediali;
– diversità di realizzazione
linguistica di uno stesso atto comunicativo o di una stessa nozione;
– coesione e coerenza del testo e
struttura dei diversi tipi testuali;
– lessico: formazione delle parole,
significato degli affissi, rapporto tra elementi lessicali appartenenti
alla stessa area semantica, ecc.;
– strutture morfosintattiche (caratteristiche
fondamentali della frase e dei suoi costituenti, costruzione del periodo,
aspetti della morfologia delle diverse categorie di parole);
– sistema fonologico.
Note generali
1. Gli obiettivi elencati riguardano
in generale la competenza comunicativo-relazionale; l'obiettivo 9 si riferisce
alla riflessione sulla lingua.
2. La lingua straniera come disciplina
comune è, secondo la norma, la stessa iniziata nella scuola media.
3. Base dell'insegnamento linguistico
è il testo nelle sue varietà. E' importante che le tematiche
presentate siano significative sotto il profilo culturale, motivanti per
gli studenti ed espresse in modo da presentare un livello di difficoltà
linguistica adeguata alla loro competenza. Una puntuale articolazione dei
contenuti, individuati in funzioni, nozioni e forme linguistiche e riconducibili
nelle grandi linee alle proposte del Consiglio d'Europa, spetta al docente
in sede di programmazione.
INDICAZIONI SPECIFICHE
Gli obiettivi prefissati possono essere
meglio raggiunti facendo ricorso ad attività di carattere comunicativo
condotte abitualmente in lingua straniera e in cui le abilità linguistiche
di base siano usate in una varietà di situazioni adeguate alla realtà
dello studente. La lingua può essere acquisita in modo operativo
mediante lo svolgimento di attività su compiti specifici perché
in tal modo viene percepita come strumento e non come fine immediato di
apprendimento.
Per sviluppare nello studente una
competenza comunicativa che lo porti a formulare messaggi chiari occorre
considerare il testo come minima unità significativa. Il docente
può facilitare l'acquisizione della lingua a livello non consapevole
strutturando situazioni motivanti e, in seguito, può guidare lo
studente nel processo di formalizzazione in modo da farlo giungere a gestire
sempre più autonomamente il proprio apprendimento.
Nelle attività di ascolto
è importante accertare se e in quale misura il testo viene compreso.
Da qui discende la necessità di un'attenta selezione del materiale
da proporre. Le difficoltà di comprensione, infatti, non si limitano
ad aspetti di ordine lessicale e sintattico, ma includono la distanza del
testo dalla realtà (sia linguistica che culturale) dello studente
e la sua incapacità a mettere in atto strategie appropriate. E'
pertanto utile abituarlo a identificare il contesto sulla base di elementi
extralinguistici e ad attivare strategie di ascolto differenziate. Infatti
lo studente, a seconda del tipo di testo e dello scopo per cui lo ascolta,
può focalizzare l'attenzione su elementi diversi, quali la situazione,
l'argomento, l'atteggiamento dei parlanti, le informazioni principali e
quelle specifiche.
La produzione orale si favorisce
dando allo studente la più ampia opportunità di usare la
lingua straniera in attività comunicative in coppia o in gruppo:
giochi linguistici, drammatizzazione, simulazione, role-play, ecc.
Le attività comunicative richiedono che si privilegi l'efficacia
della comunicazione e che si tollerino errori di carattere formale. Sarebbe
infatti controproducente interrompere l'esposizione dello studente per
correggere errori di questo tipo. Si può intervenire in un secondo
tempo, coinvolgendo nella correzione lo studente con il suo sottogruppo
o l'intero gruppo classe. Se è stata fatta una registrazione, si
può utilizzare il riascolto.
Nel contesto comunicativo assume particolare
rilevanza il consolidamento di un sistema fonologico corretto e funzionale.
E' importante che lo studente si renda conto che una pronuncia scorretta
del fonema può interferire nel processo di comunicazione, che un'intonazione
non appropriata può stravolgere il significato di un enunciato e
che il contorno intonativo, diverso da lingua a lingua, trasmette anche
le dimensioni affettive del discorso.
Nelle attività di lettura,
analogamente a quanto si è detto per le attività di ascolto,
le conoscenze extralinguistiche influenzano notevolmente la comprensione
del testo. Tuttavia il testo scritto ha caratteristiche di permanenza che
consentono l'attivazione di particolari strategie per favorire la comprensione,
basate sulla verifica delle ipotesi formulate prima della lettura e durante
la stessa. E' pertanto utile sollecitare aspettative e ipotesi sul testo
ed utilizzare varie tecniche di lettura a seconda dei diversi scopi ai
quali è finalizzata e che possono essere:
– la lettura globale, per la comprensione
dell'argomento generale del testo;
– la lettura esplorativa, per la ricerca
di informazioni specifiche;
– la lettura analitica, per la comprensione
più dettagliata del testo.
Per far cogliere il significato del
testo può essere utile ricorrere ad una lettura silenziosa, accompagnata
da attività individuali o di gruppo.
Nella produzione scritta il
legame tra abilità ricettive e produttive è molto stretto;
partendo dalla lettura e riflettendo sulle caratteristiche del testo, lo
studente ha la possibilità di individuare la specificità
del codice scritto, di analizzare le peculiarità delle diverse tipologie
testuali e di identificare le regolarità nella loro organizzazione.
Un approccio efficace allo scritto può essere garantito da questo
lavoro propedeutico.
Esistono varie attività che
aiutano a sviluppare l'abilità della scrittura: quelle di carattere
manipolativo permettono l'acquisizione di automatismi linguistici e sono
propedeutiche ad attività di carattere funzionale che abituano lo
studente a tenere conto delle caratteristiche dei vari tipi di testo e
che richiedono maggiore autonomia. Possono servire allo scopo la scrittura
di paragrafi su modelli dati, le composizioni guidate, le riformulazioni
di testi con modifica di alcune variabili della situazione, il completamento
di racconti, le composizioni libere, ecc.
Le attività che consentono
l'integrazione di più abilità avvicinano ulteriormente
lo studente ad un uso reale della lingua. Sono utili per questo scopo esercizi
di tipo cloze, dettati e completamento di minisituazioni. Ma vi
sono anche altre attività che posseggono un carattere più
comunicativo. Per esempio:
– prendere appunti da un testo orale;
– prendere appunti da un testo scritto;
– ricostruire un testo da appunti
presi;
– riferire oralmente o per iscritto
il contenuto di un dialogo;
– riassumere testi orali e scritti;
– effettuare interviste sulla base
di questionari predisposti.
Il riassunto ha particolare rilevanza
formativa perché mette in gioco diverse competenze, tra le quali
l'individuazione degli elementi essenziali del testo e l'uso di strutture
sintattiche complesse per la produzione di un testo di arrivo sintetico
e coerente.
Quanto al dettato, che coinvolge le
abilità di comprensione e di produzione, è importante che
si basi su lessico noto, sia letto a velocità normale e sia scandito
per segmenti significativi.
Il consolidamento della competenza
comunicativa richiede, nel biennio, una maggior consapevolezza delle regole
del sistema rispetto a quanto appreso alla scuola media e implica un'analisi
più articolata delle componenti la comunicazione, dei meccanismi
di coesione testuale, delle differenze tra codice scritto e codice orale,
delle funzioni della lingua e della sua variabilità.
La riflessione sulla lingua
- realizzata di norma su base comparativa con l'italiano e con eventuali
altre lingue ed effettuata sulla base dei testi - non costituisce un processo
isolato rispetto alle attività che promuovono lo sviluppo delle
abilità linguistiche né si limita solo alla presentazione
di meccanismi formali, ma è volta a far scoprire l'organizzazione
dei concetti che sottendono i meccanismi stessi.
La consapevolezza della specificità
della cultura straniera, in un confronto sistematico con quella italiana,
può essere raggiunta tramite la riflessione linguistica e tramite
l'analisi dei testi.
Nel primo caso si opera a livello
morfosintattico (es.: sistema dei pronomi personali, modalità del
verbo, ecc.) e lessico-semantico (es. diversi modi di classificare e definire
fenomeni reali e regole sociali). Nel secondo caso l'analisi dei testi
concerne le informazioni implicite ed esplicite relative a vari aspetti
e problemi della realtà straniera.
Integrando ove possibile la grammatica
formale con la grammatica nozionale, centrata sul significato, si riesce
a spiegare tutta una serie di fenomeni linguistici che difficilmente potrebbero
essere chiariti in altro modo. Allo scopo di evitare disorientamento nello
studente è auspicabile una stretta collaborazione, soprattutto a
livello metodologico e terminologico, fra docenti di lingua straniera e
docenti di italiano.
Il dizionario, soprattutto
monolingue, è un utile strumento di lavoro per l'arricchimento lessicale
e per il controllo della correttezza ortografica, morfologica e della pronuncia,
purché lo studente abbia acquisito le tecniche indispensabili per
un'efficace consultazione.
La tecnologia mette a disposizione
validi strumenti per l'apprendimento delle lingue straniere: audioregistratore,
videoregistratore, laboratorio linguistico, elaboratore, TV, ecc. Il laboratorio
linguistico è utile per lo sviluppo delle abilità di
comprensione nonché per un corretto apprendimento della struttura
fonologica della lingua e per l'acquisizione di automatismi.
L'elaboratore è un validissimo
supporto per l'apprendimento della correttezza ortografica, per lo sviluppo
delle abilità di lettura e di scrittura, per il consolidamento della
competenza linguistica, per gli interventi di recupero e per la verifica.
Software flessibile, software didattico valido e sistemi autore offrono
possibilità diverse d'intervento.
La verifica può avvalersi
sia di procedure sistematiche e continue (griglie di osservazione, ecc.)
sia di momenti più formalizzati con prove di tipo oggettivo e soggettivo.
Le prove oggettive, utili per la verifica
delle abilità ricettive, non sono invece funzionali alla verifica
degli aspetti produttivi della competenza comunicativa, per la quale è
consigliabile avvalersi di prove soggettive. Le variabili da controllare
in queste prove sono numerose ed è pertanto opportuno partire da
una griglia contenente una serie di parametri che riducano l'inevitabile
soggettività della loro lettura.
Prove di tipo discreto o fattoriale
- necessarie soprattutto nei primi tempi per la verifica dei singoli elementi
della competenza linguistica - sono utili solo se vengono integrate da
altre di carattere globale, volte a verificare la competenza comunicativa
dello studente in riferimento sia ad abilità isolate (comprensione
dell'orale o dello scritto, produzione orale o scritta) sia ad abilità
integrate (conversazione, risposta a lettere, appunti, ecc.).
L'analisi dell'errore è parte
essenziale della verifica e rappresenta uno strumento diagnostico fondamentale
per impostare le attività di recupero: a questo proposito è
importante distinguere tra semplice sbaglio (deviazione non sistematica
dalla norma ai vari livelli sul piano dell'esecuzione) ed errore (vera
e propria lacuna nella competenza linguistica o comunicativa).
FINALITÀ SPECIFICHE
Il corso di Diritto e di Economia promuove e sviluppa:
1. la comprensione della realtà
sociale attraverso la conoscenza dei principali aspetti giuridici ed economici
dei rapporti sociali e delle regole che li organizzano;
2. l'acquisizione di competenze nell'uso
del linguaggio giuridico e di quello economico, anche come parte della
competenza linguistica complessiva;
3. la consapevolezza della dimensione
storica della norma giuridica e delle teorie economiche per capire le costanti
e gli elementi di relatività e di dipendenza rispetto al contesto
socio-culturale in cui si è inseriti;
4. l'educazione civile, civica e socio-politica
attraverso l'esperienza, fatta anche nella scuola, di vivere in relazione
con gli altri in una prospettiva di rispetto, di tolleranza, di responsabilità
e di solidarietà.
Riferimenti generali
L'introduzione dell'insegnamento
di Diritto ed Economia nei primi due anni della secondaria superiore risponde
ad una esigenza di formazione del cittadino in quanto tale e non ha funzione
strettamente propedeutica a successivi studi triennali di indirizzo, anche
di quelli orientati in senso professionalizzante.
L'insieme delle finalità
elencate caratterizza il corso non come giustapposizione di due discipline,
ma come integrazione di esse in una serie di tematiche che partono da realtà
vicine agli studenti e si sviluppano - senza contraddire la logica intrinseca
di ciascuna disciplina - fino ad arrivare a problematiche istituzionali.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Alla fine del corso lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
1. riconoscere, spiegare e utilizzare
il linguaggio economico e il linguaggio giuridico necessari ad ogni cittadino;
2. individuare le essenziali categorie
concettuali del diritto e dell'economia;
3. interpretare il testo costituzionale
identificando:
3.1. le radici storiche, le
matrici culturali ed i valori ad esse sottesi, la strutturazione formale
ed il funzionamento reale della Costituzione;
3.2. le istituzioni in cui
si articola l'ordinamento giuridico dello Stato;
4. conoscere i settori di attività
prevalenti sul territorio e i fondamentali operatori del sistema economico;
5. descrivere il ruolo dello Stato
nell'economia;
6. consultare in modo autonomo i testi
e le fonti giuridiche ed economiche;
7. confrontare soluzioni giuridiche
e modelli economici con situazioni reali;
8. distinguere tra il valore cogente
della norma positiva e la storicità delle soluzioni giuridiche,
nonché tra le potenzialità e i limiti degli schemi interpretativi
dei sistemi economici.
CONTENUTI
1. Origine e funzioni del diritto:
istituzioni e norma nell'evoluzione storica della società.
2. Giustizia e diritto.
3. Soggetti, oggetti e relazioni nell'esperienza
giuridica.
4. L'affermarsi dei diritti umani.
Uguaglianza formale, partecipazione e uguaglianza sostanziale. Qualità
della vita e diritto all'ambiente.
5. Dallo Stato di diritto allo Stato
sociale. Problemi e prospettive.
6. Caratteri e principi fondamentali
della Costituzione italiana.
7. La Costituzione della Repubblica:
sviluppo della persona tra libertà e solidarietà; diritti
e doveri del cittadino nei rapporti civili, etico-sociali, economici e
politici. Approfondimento dei seguenti temi: famiglia, scuola, lavoro,
ambiente.
8. L'ordinamento dello Stato italiano:
organi costituzionali e loro principali funzioni. Le autonomie locali con
riferimento allo Statuto della Regione di appartenenza.
9. Stato italiano e Organizzazioni
internazionali.
CONTENUTI
1. Il problema economico. Rapporto
tra società umana, ambiente e risorse. Origine ed evoluzione dei
sistemi economici moderni.
2. Descrizione del sistema economico
2.1. – Famiglie: reddito, consumo,
risparmio.
– Imprese: produzione, scambio, investimenti.
– Stato: servizi pubblici e tributi.
– Resto del Mondo: importazioni ed
esportazioni.
2.2. Flussi reali e flussi monetari.
3. Produzione e mercati, strutture,
processi produttivi, tecnologie. Il ruolo dell'innovazione. I prezzi, coordinamento
dello scambio e ripartizione del reddito.
4. Il reddito nazionale: nozione e
componenti; indici quantitativi e qualità della vita.
5. Processi di crescita e squilibri
dello sviluppo. Occupazione e disoccupazione. Evoluzione storica dell'intervento
dello Stato nell'economia.
6. Integrazione economica europea.
7. Sviluppo e sottosviluppo. Interdipendenze
internazionali. Ambiente e sviluppo sostenibile.
8. Economia e giustizia. L'indirizzo
costituzionale.
INDICAZIONI SPECIFICHE
Una corretta impostazione didattica di questo insegnamento si configura come un percorso che:
– motiva allo studio delle due discipline
partendo dall'interesse dell'adolescente per i problemi del contemporaneo
e della vita associata;
– prende lo spunto da situazioni che
rientrano nell'esperienza individuale, familiare e sociale dello studente;
– passa, attraverso approssimazioni
successive, da una fase descrittiva del fenomeno a progressive concettualizzazioni
e generalizzazioni;
– risale in seguito a sistemazioni,
individuazioni di categorie generali, formulazioni di principi, enunciazioni
di tendenze, inquadramenti storici complessivi;
– applica i principi ricavati a situazioni
nuove rispetto a quelle di partenza;
– utilizza al massimo documenti e
testi originali, da affiancare ai manuali (Costituzione, I conti degli
Italiani);
– valorizza l'aspetto problematico
ed il dibattivo socio-culturale e politico sempre in atto rispetto alle
discipline trattate.
Per la verifica degli apprendimenti
è opportuno servirsi, oltre che di forme orali, anche di esercitazioni
scritte opportunamente strutturate (test, questionari, prove oggettive)
o libere (saggi, relazioni, riassunti, schemi).
FINALITÀ SPECIFICHE
L'insegnamento di Scienze della Terra si propone di far acquisire:
1. la consapevolezza dell'importanza
che le conoscenze di base delle Scienze della Terra rivestono per la comprensione
della realtà che ci circonda, con particolare riguardo al rapporto
tra salvaguardia degli equilibri naturali e qualità della vita;
2. la comprensione degli ambiti di
competenza e dei processi di costruzione delle conoscenze specifici delle
Scienze della Terra, anche nel contesto di problematiche pluridisciplinari;
3. la comprensione delle relazioni
che intercorrono tra le Scienze della Terra e le altre discipline scientifiche,
anche in riferimento alle attività umane;
4. la consapevolezza del carattere
sistemico della realtà geologica ai diversi livelli di scala;
5. il consolidamento e lo sviluppo
della capacità di lettura del territorio nei suoi aspetti naturali
ed antropici, attraverso l'applicazione consapevole dei processi di indagine
caratteristici delle Scienze della Terra;
6. la comprensione dell'importanza
delle risorse che l'uomo trae dalla Terra, anche in rapporto ai problemi
conseguenti all'utilizzazione di quelle esauribili e di quelle rinnovabili;
7. la consapevolezza della necessità
di assumere atteggiamenti razionali e lungimiranti per interventi di previsione,
prevenzione e difesa dai rischi geologici, nell'ambito della programmazione
e pianificazione del territorio;
8. un atteggiamento di riflessione
critica sull'attendibilità dell'informazione diffusa dai mezzi di
comunicazione di massa nell'ambito delle Scienze della Terra, con particolare
discriminazione tra fatti, ipotesi e teorie scientifiche consolidate.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Al termine del corso lo studente deve dimostrare di essere in grado di:
1. utilizzare in modo appropriato e
significativo un lessico geologico fondamentale, commisurato al livello
di una divulgazione scientifica generica;
2. utilizzare le conoscenze acquisite
su litosfera, atmosfera e idrosfera per impostare su basi razionali i termini
dei problemi ambientali;
3. raccogliere dati (sia tramite osservazioni
e misurazioni dirette, sia mediante consultazioni di manuali e di testi)
e porli in un contesto coerente di conoscenze e in un quadro plausibile
di interpretazione;
4. individuare in modo corretto, nell'esame
di fenomeni geologici complessi, le variabili essenziali, il relativo ruolo
e le reciproche relazioni;
5. comprendere sia la funzionalità
esplicativa sia i limiti dei modelli interpretativi di fenomeni geologici
complessi;
6. individuare categorie per caratterizzare
oggetti geologici (rocce, minerali, fossili, ecc.) sulla base di analogie
e differenze;
7. riconoscere nella realtà
quanto raffigurato da illustrazioni e carte e viceversa;
8. prospettare procedure di indagine
per acquisire conoscenze su fenomeni geologici semplici;
9. descrivere i possibili effetti
dei fenomeni sismici e vulcanici sul territorio e i comportamenti individuali
più adeguati per la protezione personale;
10. descrivere i principali problemi
inerenti la risorsa acqua e il suo uso su basi razionali;
11. raccogliere ed elaborare dati
per caratterizzare le condizioni climatiche della regione di residenza
e individuare le relazioni esistenti fra tali condizioni, l'idrografia,
le forme del rilievo, lo sviluppo di suoli e le coperture vegetali;
12. descrivere le più evidenti
caratteristiche geomorfologiche della regione di residenza, riferendole
in modo appropriato agli agenti responsabili del modellamento del paesaggio,
e individuare le eventuali modificazioni prodotte o indotte dall'intervento
umano sull'ambiente;
13. distinguere, nell'ambito di semplici
situazioni geologiche che possono assumere carattere di rischio, quali
eventi siano prevedibili e quali imprevedibili, quali siano naturali e
quali determinati o indotti dalle attività umane;
14. inquadrare le attività
sismiche, vulcaniche e tettoniche in un contesto più ampio di dinamica
terrestre;
15. distinguere tra risorse esauribili
e risorse rinnovabili e descrivere le possibili conseguenze sull'ambiente
dello sfruttamento delle risorse materiali ed energetiche.
N.B. - Gli obiettivi da 1 a 8 sono trasversali a tutti i contenuti; gli obiettivi da 9 a 15 sono riferiti a contenuti specifici.
CONTENUTI
1. LE SCIENZE DELLA TERRA
a) I rapporti Uomo-Terra.
b) Gli ambiti di studio: litosfera,
idrosfera, atmosfera.
c) Le conoscenze geologiche come supporto
ai processi di decisione.
d) I modi di produzione della conoscenza
delle Scienze della Terra.
2. MANIFESTAZIONI DELLA DINAMICA TERRESTRE:
VULCANI E TERREMOTI
a) Vulcani: distribuzione e tipologia
dell'attività vulcanica.
b) Attività vulcanica e uomo:
risorse energetiche e rischio vulcanico.
c) I prodotti del consolidamento dei
fusi: dalle rocce effusive al processo magmatico.
d) Attività sismica e uomo:
rischio sismico.
3. IDROSFERA E ATMOSFERA
a) Acque marine e acque continentali:
serbatoi e flussi a diversi valori di scala.
b) L'acqua come risorsa: distribuzione,
accumulo e sfruttamento.
c) L'atmosfera come sistema dinamico.
d) L'acqua nell'aria.
e) Il ciclo dell'acqua.
f) Tempo meteorologico e clima.
g) Il motore della dinamica atmosferica
e del ciclo dell'acqua: posizioni reciproche TerraSole e flusso energetico
Sole-Terra.
4. IL MODELLAMENTO DELLA SUPERFICIE
TERRESTRE
a) L'effetto degli agenti atmosferici
e dell'acqua superficiale sui materiali rocciosi: degradazione, erosione,
trasporto, sedimentazione.
b) Dai sedimenti al processo sedimentario.
c) I processi morfogenetici e il paesaggio
come risultante sistemica.
d) Suolo e protezione del suolo.
e) L'attività antropica come
fattore predisponente e determinante di processi superficiali.
f) I rischi geomorfologici e idrogeologici.
5. DAI FENOMENI AI MODELLI
a) La dinamica globale e la teoria
della tettonica a placche.
b) Processi tettonici ai diversi livelli
di scala.
c) La dinamica globale e il problema
dell'interno della Terra.
d) I dati sismici, gravimetrici e
chimici per la costruzione del modello della struttura interna della Terra.
6. IL PASSATO DELLA TERRA
a) Dal tempo storico al tempo geologico.
b) Principi e criteri per la ricostruzione
della storia della Terra.
c) L'evoluzione della Terra e l'evoluzione
dei viventi.
7. LE RISORSE MINERARIE
a) Processi di concentrazione dei
materiali utili.
b) Problemi legati allo sfruttamento
delle risorse non rinnovabili.
c) Problemi ambientali legati allo
sfruttamento delle risorse minerarie.
INDICAZIONI SPECIFICHE
La scelta degli obiettivi ha privilegiato
gli aspetti metodologici e si è orientata non solo all'acquisizione
di conoscenze, ma anche alla riflessione sui modi di conseguirle. Dal punto
di vista della strategia, gli obiettivi tendono a suggerire una metodologia
di insegnamento motivante e coinvolgente.
I contenuti sono presentati secondo
una sequenza consigliabile, anche se non vincolante. Nell'affrontare i
contenuti si ritiene opportuno, in linea di massima, privilegiare i problemi
connessi alla realtà locale o nazionale. Alla scelta e alla strutturazione
dei problemi è essenziale dedicare la massima attenzione, perché
da un lato sia garantita l'adeguatezza sul piano cognitivo e, dall'altro,
sia favorito il contributo della spinta proveniente dagli interessi degli
studenti, componente essenziale della motivazione all'apprendimento.
E' importante che gli itinerari didattici
prendano avvio da una situazione problematica creata da:
– presentazione di fatti e fenomeni
dal vero o tramite sussidi didattici;
– curiosità dello studente;
– suggerimenti del docente;
– ricerche e documenti relativi al
territorio.
E' necessario analizzare i problemi
in modo critico, distinguendo fra osservazioni, fatti, ipotesi e teorie.
Agli studenti bisogna chiarire, per i singoli argomenti, la motivazione
della scelta e il livello di scala a cui si colloca il fenomeno trattato.
L'articolazione degli argomenti richiede l'inquadramento in un contesto
strutturato che faccia emergere i capisaldi concettuali e le metodologie
proprie delle Scienze della Terra (il carattere sistemico della realtà
geologica ai diversi livelli di scala, il tempo geologico, la ciclicità
di molti fenomeni geologici, il fondamento empirico della conoscenza, il
principio dell'attualismo). Bisogna inoltre tenere presente di trattare
i vari fenomeni geologici in correlazione con i fenomeni biologici, dando
il giusto rilievo all'identificazione delle loro reciproche connessioni.
In questo quadro va favorito il coinvolgimento
diretto degli studenti in attività svolte individualmente o a gruppi,
comprendenti la raccolta, il più possibile autonoma, di informazioni,
l'esecuzione di rilevazioni e misure, l'individuazione di criteri di classificazione,
l'ordinamento dei dati (tabulazione, costruzione di grafici, semplici elaborazioni
statistiche, ecc.).
Il lavoro di campagna è un'attività
di particolare interesse metodologico; evidenzia come il primo grande laboratorio
sia il territorio. Per la costruzione delle conoscenze è fondamentale
l'osservazione dei fenomeni. Tuttavia, poiché la lunghezza dei tempi
geologici non consente all'osservazione la possibilità di percezione
delle variazioni verificatesi nel tempo, si rende opportuna l'integrazione
con modelli teorici e pratici. Questi ultimi richiedono una struttura logica
e concettuale adeguatamente predisposta.
Le attività pratiche offrono
occasione per esercitarsi nell'uso di alcuni procedimenti caratteristici
dell'indagine scientifica e costituiscono un valido mezzo di coinvolgimento
degli studenti.
Non si può ovviamente ignorare
l'opportunità di ricorrere a mezzi audiovisivi per illustrare fenomeni
difficilmente accessibili all'osservazione diretta.
Per procedere alla verifica degli
apprendimenti, oltre alle interazioni verbali (interrogazioni, discussioni),
sono indispensabili esercizi scritti di relazione e descrizione sulle attività
pratiche; sono anche utili forme scritte di analisi e sintesi di brani
di libri di testo e di articoli di riviste e giornali. Tutto ciò
serve a verificare la capacità di esporre con linguaggio rigoroso
e appropriato gli argomenti studiati.
FINALITÀ SPECIFICHE
Finalità del corso di Biologia sono le seguenti:
1. la comprensione graduale, secondo
il punto di vista scientifico, dei problemi di fondo, metodologici e culturali,
posti dalle caratteristiche peculiari del fenomeno vita;
2. l'acquisizione di alcune conoscenze
essenziali ed aggiornate in vari campi della biologia, che vanno dalla
biochimica e dalla genetica alla fisiologia, alla patologia e all'ecologia;
3. l'acquisizione di determinate conoscenze
sulla specie umana, in salute e in malattia;
4. la strutturazione, in un quadro
di rigorosa scientificità, delle informazioni di tipo biologico
possedute dagli studenti;
5. l'introduzione all'uso delle espressioni
scientifiche proprie della biologia, chiarendo il significato dei singoli
termini e stimolando l'arricchimento linguistico.
Riferimenti generali
Dato costitutivo della struttura
del corso è che la biologia possiede, su basi metodologiche e storiche,
una caratterizzazione scientifica propria e distinta, che deve la sua ragione
fondamentale alla peculiarità del fenomeno vita.
In molti campi della biologia si
è avuto recentemente un grande sviluppo. Innovazioni biotecnologiche
interessano la medicina, l'agricoltura, l'alimentazione e la produzione
industriale, con effetti di profondo cambiamento sulla vita umana e sull'ambiente.
L'acquisizione di conoscenze biologiche aggiornate stimola la partecipazione
a tali processi di cambiamento e favorisce la formazione di coscienze vigili
ed attente agli equilibri biologici ed ambientali, in vista di un effettivo
miglioramento della qualità della vita.
Le conoscenze sulla specie umana
favoriscono inoltre il processo di formazione della propria personalità
e di un positivo rapporto con gli altri e con l'ambiente.
Non può trascurarsi il fatto
che molti risultati della ricerca biologica vengono interiorizzati da parte
dei giovani, spesso in modo disordinato, attraverso i mezzi di comunicazione
di massa e i discorsi quotidiani; grandi sono quindi i rischi di superficialità
e di manipolazioni ascientifiche ed acritiche. La scuola ha il compito
di intervenire per assicurare un apprendimento della biologia che acquisisca
e mantenga carattere di rigorosa scientificità anche nell'espressione
linguistica.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Lo studente alla fine del corso deve dimostrare di essere in grado di:
1. rilevare, descrivere, rappresentare,
spiegare le caratteristiche fondamentali degli esseri viventi, ai diversi
livelli: molecolare, cellulare, organismico, ecosistemico;
2. rilevare le caratteristiche qualitative
di strutture biologiche anche attraverso l'uso di semplici dispositivi
di osservazione;
3. rilevare ed elaborare le caratteristiche
quantitative di strutture e processi biologici attraverso l'uso di semplici
strumenti di misurazione e di elaborazione dati;
4. comunicare i risultati riguardanti
le caratteristiche studiate attraverso forme di espressione orale, scritta,
grafica;
5. spiegare ed usare autonomamente
i termini specifici della biologia;
6. descrivere il rapporto tra strutture
e funzioni ai diversi livelli di organizzazione;
7. descrivere gli aspetti unitari
fondamentali dei processi biologici;
8. individuare le caratteristiche
funzionali fondamentali della cellula e riconoscerle negli organismi pluricellulari;
9. indicare per alcune funzioni fondamentali
le corrispondenze tra processi ai livelli cellulare ed organismico e processi
al livello molecolare;
10. descrivere e spiegare diversi
criteri per la classificazione biologica;
11. descrivere la specie come fondamentale
categoria tassonomica;
12. ricostruire il percorso filogenetico
dei vertebrati fino alla specie umana;
13. descrivere i caratteri distintivi
della specie umana;
14. individuare i più semplici
meccanismi di regolazione omeostatica e riconoscere la differenza fra salute
e malattia;
15. descrivere le relazioni tra i
cicli biologici ed i grandi cicli della natura;
16. individuare le interazioni tra
mondo vivente e non vivente, anche con riferimento all'intervento umano;
17. valutare autonomamente l'impatto
delle innovazioni tecnologiche in ambito biologico ed ambientale.
CONTENUTI
1. Peculiarità della vita. Diversità
degli organismi, viventi e loro divenire. Interazioni tra mondo vivente
e non vivente. Adattamento. Le comunità biologiche.
2. Caratteristiche unitarie dei fenomeni
biologici. Teoria cellulare. Le cellule: strutture e funzioni. Cellule
procariotiche ed eucariotiche. Pluricellularità.
3. Materiali di costruzione delle
cellule. Biomolecole. Metabolismo cellulare. Il flusso dell'energia per
la vita. Il progetto biologico e la sua codificazione.
4. Ciclo di divisione cellulare. Riproduzione
e differenziamento. Trasmissione dei caratteri ereditari. Cromosomi e geni.
Variabilità del patrimonio ereditario. Distribuzione dei geni nelle
popolazioni.
5. Evoluzione biologica. Criteri per
la classificazione biologica. La specie, e le altre categorie tassonomiche.
Filogenesi dei vertebrati. La specie umana. Il ciclo biologico dell'uomo.
L'omeostasi, le sue alterazioni ed i concetti di salute e di malattia.
6. L'ambiente come sistema complesso.
Ecosistemi, strutture e funzioni. Le attività umane e l'ambiente.
Tutela della vita umana e dell'ambiente.
Nota generale
I contenuti indicati per il corso
sono suddivisi in sei gruppi . In sede di programmazione essi possono essere
sviluppati secondo gli itinerari didattici ritenuti più opportuni
dal docente. Una corretta impostazione metodologica è richiesta
per garantire costantemente l'organicità e la coerenza nella trattazione
di tali contenuti, che sono da considerarsi fondamentali.
Note specifiche
Le osservazioni che seguono riguardano,
nell'ordine e separatamente, i sei gruppi di contenuti.
1. La natura vivente viene trattata
inizialmente in modo globale, privilegiando il momento osservativo, al
fine di far acquisire allo studente un'adeguata immagine della realtà
biologica nel suo complesso.
E' opportuno chiarire i rapporti
di interdipendenza tra gli organismi e i livelli trofici.
2. Prima di trattare delle caratteristiche
unitarie della vita, è opportuno introdurre alcuni principi generali
di metodologia scientifica applicata alla biologia, con qualche riferimento
alla storia della medesima.
3. Per la comprensione dei fenomeni
biologici a questo livello si devono fornire opportune informazioni e si
deve ricorrere ad appropriati modelli per superare i problemi legati all'eventuale
mancanza di adeguate conoscenze chimico-fisiche.
Trattando della trasmissione del
progetto codificato nella sequenza DNA-RNA-proteine, si può eventualmente
introdurre il concetto di informazione biologica.
4. A questo livello, la trattazione
del differenziamento si limita a rendere evidente, attraverso esempi opportunamente
scelti, come le cellule si modifichino in rapporto a funzioni specializzate.
E' opportuno limitare la trattazione
della distribuzione dei geni nelle popolazioni al contenuto della legge
di Hardy-Weinberg e al suo significato in rapporto alle teorie evolutive.
5. Può essere interessante
trattare, prima di sviluppare i contenuti di questo gruppo, i problemi
dell'origine della vita.
Presentando la specie umana, è
significativo sottolineare la continuità filogenetica con gli altri
vertebrati e al tempo stesso mettere in evidenza il peculiare adattamento
umano e la cultura.
Trattando del ciclo biologico della
specie umana, si possono dare informazioni sulla sessualità e sulla
procreazione e si possono illustrare le modificazioni dell'organismo alle
varie età.
Con riferimento alla regolazione
omeostatica si possono trattare i sistemi di difesa naturale contro le
malattie.
Si possono infine inserire indicazioni
di igiene personale e sociale, con particolare riguardo alle tossicodipendenze.
La discussione di problemi ampi
e delicati, connessi alla trattazione di alcuni degli argomenti sopra indicati,
quali la sessualità e le tossicodipendenze, dovrebbe comunque rientrare
in un progetto educativo globale che preveda il coinvolgimento responsabile
dell'intero Consiglio di classe e delle famiglie, nel rispetto del grado
di maturazione psico-fisica dei singoli studenti.
6. E' possibile prospettare un
quadro sistemico ampio degli organismi viventi nell'ambiente, nel quale
si inserisce la specie umana con una peculiarità dovuta alla sua
evoluzione culturale.
Va sottolineato il grande potenziale
di trasformazione dell'ambiente acquisito dall'uomo attraverso lo sviluppo
tecnologico, con cenni alle biotecnologie.
Non dovrebbe trascurarsi, a proposito
delle innovazioni tecnologiche, un richiamo alle prospettive ed ai problemi,
anche etici, posti dal loro sviluppo.
INDICAZIONI SPECIFICHE
L'apprendimento dei principali metodi
e dei risultati della ricerca biologica, anche se proporzionato evidentemente
all'età degli studenti e alle scelte di indirizzo, deve sempre essere
condotto su basi rigorosamente scientifiche. In particolare va messo in
evidenza il procedimento caratteristico delle scienze sperimentali, che
prevede una continua interazione tra elaborazione teorica e verifica empirica.
Anche l'apprendimento va raggiunto sia attraverso la trattazione teorica
sia attraverso semplici sperimentazioni. Un'attenzione alla visione storica
dello sviluppo della biologia può offrire l'opportunità di
metterne meglio in evidenza i problemi di fondo, metodologici e culturali.
La complessità dei fenomeni
biologici richiede adatte procedure di osservazione, di misurazione, di
impianto delle sperimentazioni e di analisi dei risultati, differenziate
per i diversi livelli di organizzazione degli esseri viventi. Da ciò
deriva l'importanza di un'impostazione anche sperimentale dell'insegnamento,
mediante l'uso diretto e programmato del laboratorio da parte degli studenti.
Alcuni semplici strumenti, tra cui un microscopio e un elaboratore di dati,
sono già sufficienti a consentire l'esecuzione di esperienze su
contenuti fondamentali del programma.
E' molto importante guidare gli studenti
a osservare fenomeni biologici direttamente sul territorio, evidenziando
l'interdipendenza tra i fenomeni osservati e le componenti abiotiche del
territorio stesso. A tale scopo sono utili le visite guidate in parchi
naturali e in aree protette.
Gli studenti vanno sollecitati a intraprendere
attività di indagine e guidati nelle operazioni di raccolta, ordinamento,
rappresentazione, elaborazione e sistemazione dei dati di cui vengono in
possesso e nell'interpretazione di essi in base a semplici modelli esplicativi.
La comunicazione dei risultati raggiunti può essere fatta attraverso
grafici, disegni e modelli materiali.
Il corso è suddiviso in sei
gruppi di contenuti, che possono essere percorsi con flessibilità,
sempre perseguendo l'organicità e la coerenza nella strategia didattica
utilizzata. Qualsiasi essa sia, si ritiene necessario che il docente ne
faccia partecipi gli studenti che, in tal modo, possono riconoscersi nel
processo.
Gli strumenti che possono essere usati
per la verifica del raggiungimento degli obiettivi si possono ricondurre
ai seguenti.
Test per la verifica di obiettivi
specifici relativi a segmenti curricolari limitati: essi permettono di
saggiare in tempi brevi il livello di acquisizione di contenuti e il possesso
di abilità semplici, e quindi di individuare le capacità
non acquisite per le quali progettare interventi di recupero.
Interrogazioni, intese come discussioni
aperte anche all'intera classe, relazioni scritte e orali, questionari,
per la verifica di obiettivi relativi a più ampi segmenti curricolari:
essi permettono di valutare l'acquisizione di contenuti più vasti
e il grado di raggiungimento di obiettivi più complessi: inoltre
diventano occasione di confronto interno sulla formazione culturale raggiunta
attraverso gli argomenti trattati.
Schede e relazioni del lavoro compiuto,
per la verifica delle attività di tipo sperimentale condotte in
laboratorio o nel territorio: esse sono impostate includendo, in successione
logica, la descrizione del materiale di sperimentazione, la raccolta e
l'elaborazione dei dati sperimentali, l'interpretazione del fenomeno studiato,
la progettazione di ulteriori sperimentazioni.
FINALITÀ SPECIFICHE
L'insegnamento di Educazione Fisica si propone le seguenti finalità:
1. l'armonico sviluppo corporeo e motorio
dell'adolescente, attraverso il miglioramento delle qualità fisiche
e neuromuscolari;
2. la maturazione della coscienza
relativa alla propria corporeità, sia come disponibilità
e padronanza motoria sia come capacità relazionale, per superare
le difficoltà e le contraddizioni tipiche dell'età adolescenziale;
3. l'acquisizione di una cultura delle
attività di moto e sportive che tenda a promuovere la pratica motoria
come costume di vita e la coerente coscienza e conoscenza dei diversi significati
che lo sport assume nell'attuale società;
4. la scoperta e l'orientamento delle
attitudini personali nei confronti di attività sportive specifiche
e di attività motorie che possano tradursi in capacità trasferibili
al campo lavorativo e del tempo libero;
5. l'evoluzione e il consolidamento
di un'equilibrata coscienza sociale, basata sulla consapevolezza di sé
e sulla capacità di integrarsi e differenziarsi nel e dal gruppo,
tramite l'esperienza concreta di contatti sociorelazionali soddisfacenti.
Riferimenti generali
L'educazione mediante il movimento
contribuisce allo sviluppo integrale della personalità e si avvale
sia dell'educazione del corpo intesa come sviluppo e conservazione ottimale
del medesimo sia dell'educazione al corpo intesa come atteggiamento positivo
verso il corpo stesso.
L'insegnamento dell'Educazione
fisica nei primi due anni della secondaria superiore, cioè nel periodo
iniziale dell'adolescenza, deve tener conto dei rapidi ed intensi cambiamenti
psicofisici che avvengono in questa età, della grande disomogeneità
di situazioni personali, delle significative differenze esistenti fra i
due sessi e della variabilità del processo evolutivo individuale.
E' comunque essenziale che ogni
studente sia guidato ad ottenere un significativo miglioramento delle conoscenze,
delle capacità e delle competenze motorie rispetto alla propria
situazione iniziale.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Lo studente al termine del biennio deve dimostrare:
a) un significativo miglioramento della sua capacità di:
1. tollerare un carico di lavoro submassimale
per un tempo prolungato;
2. vincere resistenze rappresentate
dal carico naturale e/o da un carico addizionale di entità adeguata;
3. compiere azioni semplici e/o complesse
nel più breve tempo possibile;
4. eseguire movimenti con l'escursione
più ampia possibile nell'ambito del normale raggio di movimento
articolare;
5. avere disponibilità e controllo
segmentario;
6. realizzare movimenti complessi
adeguati alle diverse situazioni spazio temporali;
7. attuare movimenti complessi in
forma economica in situazioni variabili;
8. svolgere compiti motori in situazioni
inusuali tali che richiedono la conquista, il mantenimento ed il recupero
dell'equilibrio;
b) di essere in grado di:
9. conoscere e praticare, nei vari
ruoli, almeno due discipline individuali e due sport di squadra;
10. esprimersi con il corpo ed il
movimento in funzione di una comunicazione interpersonale;
11. trasferire capacità e competenze
motorie in realtà ambientali diversificate, là dove è
possibile;
12. conoscere le norme elementari
di comportamento ai fini della prevenzione degli infortuni ed in caso di
incidenti;
13. organizzare le conoscenze acquisite
per realizzare progetti motori autonomi e finalizzati.
N.B. - Gli obiettivi da 1 a 4 si riferiscono all'ambito delle qualità fisiche, da 5 a 8 alla funzionalità neuromuscolare, da 9 a 11 alle capacità operative e sportive. Gli obiettivi 12 e 13 riguardano l'aspetto teorico-pratico.
CONTENUTI
1. Attività ed esercizi a carico
naturale.
2. Attività ed esercizi di
opposizione e resistenza.
3. Attività ed esercizi con
piccoli attrezzi e ai grandi attrezzi codificati e non codificati.
4. Attività ed esercizi di
rilassamento, per il controllo segmentario ed intersegmentario, per il
controllo della respirazione.
5. Attività ed esercizi eseguiti
in varietà di ampiezza, di ritmo, in situazioni spaziotemporali
variate.
6. Attività ed esercizi di
equilibrio in situazioni dinamiche complesse ed in volo.
7. Attività sportive individuali.
Due specialità da scegliere fra: atletica leggera, ginnastica artistica,
ginnastica ritmica, pattinaggio, nuoto, sci, ecc.
8. Attività sportive di squadra.
Due specialità da scegliere fra: pallacanestro, pallavolo, calcio,
pallamano, ecc.
9. Organizzazione di attività
ed arbitraggio degli sport individuali e di squadra.
10. Attività tipiche di ambiente
naturale (ove è possibile): sport di orientamento, escursioni, campeggio,
vela, ecc.
11. Attività espressive codificate
e non codificate.
12. Ideazione, progettazione e realizzazione
di attività motorie finalizzate derivanti dall'attività svolta.
13. Informazioni sulla teoria del
movimento e sulle metodologie dell'allenamento relative alle attività.
14. Esercitazioni di assistenza diretta
e indiretta relative alle attività svolte.
15. Conoscenze essenziali sulle norme
di comportamento per la prevenzione degli infortuni e in caso d'incidente.
Note generali
1. La lista non prevede una distinzione
in attività fondamentali e complementari in quanto la scelta di
un'attività può essere condizionata dalla situazione ambientale
e dai mezzi disponibili.
2. Le attività elencate
devono essere utilizzate tenendo conto che ciascuna di esse, a seconda
della metodologia adottata, può essere utile al conseguimento di
obiettivi diversi.
INDICAZIONI SPECIFICHE
Nell'insegnamento dell'Educazione fisica
vanno tenute preliminarmente presenti due indicazioni generali ugualmente
importanti: da un lato la necessità di valutare la situazione iniziale
degli studenti nei confronti degli obiettivi che dovranno essere conseguiti
e, dall'altro, l'esigenza di individuare modalità diverse nell'applicazione
del programma unico in relazione alle differenze esistenti tra i due sessi.
Indicazioni più specifiche
per i singoli gruppi di obiettivi possono essere le seguenti.
Miglioramento delle qualità
fisiche
Una scelta adeguata di attività
motorie protratte nel tempo in situazione prevalentemente aerobica secondo
oculati carichi crescenti e/o adeguatamente intervallati (metodo continuativo
- alternato o intervallato - Jogging - crosspromenade - situazioni
sportive, ecc.) promuove il miglioramento della resistenza.
Per lo sviluppo della forza il docente
deve porre attenzione, in particolare, alla forza veloce e resistente,
utilizzando prevalentemente il carico naturale o bassi carichi addizionali
(20/30% del peso corporeo) in esecuzioni dinamiche, non escludendo nessun
settore corporeo.
L'incremento della velocità
si può ottenere ricorrendo a prove ripetute su brevi distanze (25/30m)
e a tutta quella gamma di esercizi interessanti i diversi distretti corporei
che favoriscono il miglioramento della rapidità di esecuzione. Sono
altresì utili esercizi che, esigendo dal soggetto una risposta immediata
allo stimolo esterno (uditivo, visivo e tattile), favoriscono il miglioramento
della velocità di reazione.
La mobilità articolare, nel
rispetto dell'età auxologica, è favorita da movimenti ampi
ed eseguiti con intervento attivo del soggetto.
Affinamento delle funzioni neuromuscolari
La presa di coscienza e l'elaborazione
di tutte le informazioni spaziali, temporali e corporee e il conseguente
controllo del movimento, costituiscono un passaggio fondamentale per l'affinamento
delle funzioni neuromuscolari. E' pertanto opportuno scegliere fra i contenuti
una vasta gamma di attività individuali e di gruppo, con e senza
attrezzi (piccoli e grandi, codificati e non).
Tali attività, utilizzare in
forme variate e sempre più complesse e in situazioni diversificate
e inusuali, favoriscono un continuo affinamento delle funzioni di equilibrio
e di coordinazione per una sempre più efficace rappresentazione
mentale del proprio corpo in azione.
Acquisizione delle capacità
operative e sportive
Per lo sviluppo delle capacità
operative nei vari ambiti delle attività motorie si devono privilegiare
le situazioni-problema implicanti l'autonoma ricerca di soluzioni e favorire
il passaggio da un approccio globale a una sempre maggiore precisione anche
tecnica del movimento.
Un'adeguata utilizzazione delle diverse
attività permette di valorizzare la personalità dello studente,
generando interessi e motivazioni specifiche utili a scoprire e orientare
le attitudini personali che ciascuno deve sviluppare nell'ambito a lui
più congeniale. A tal fine il docente può anche cogliere
e valorizzare stimoli culturali legati alla tradizione e alle realtà
locali.
La pratica degli sport individuali
e di squadra, anche quando assume carattere di competitività, deve
realizzarsi in armonia con l'istanza educativa, sempre prioritaria, in
modo da promuovere in tutti gli studenti, anche nei meno dotati, l'abitudine
alla pratica motoria e sportiva. Le molteplici opportunità offerte
dallo sport favoriscono l'assunzione di ruoli diversi e di responsabilità
specifiche (di arbitraggio, organizzativi, progettuali), promuovendo una
maggiore capacità di decisione, giudizio e autovalutazione. In particolari
situazioni ambientali e strutturali possono trovare spazio anche sport
quali lo sci, il nuovo, il pattinaggio, la vela, ecc.
L'attività motoria realizzata
in ambiente naturale e da questo caratterizzata tende all'unificazione
di esperienze e conoscenze derivanti da discipline diverse e costituisce
occasione per il recupero di un rapporto corretto dell'uomo con l'ambiente.
Per l'attività espressiva,
il passaggio da attività globale di tipo espressivo-comunicativo
codificata e non codificata a varie tecniche di comunicazione non verbale
consente allo studente di leggere criticamente i messaggi corporei propri,
gli altrui e quelli utilizzati dai mezzi di comunicazione di massa.
Aspetto teorico-pratico
E' importante che il docente, cogliendo
gli spunti emergenti nello svolgimento dell'attività didattica,
non tralasci di spiegare le norme elementari di comportamento ai fini della
prevenzione degli infortuni e della prestazione dei primi soccorsi avvalendosi,
eventualmente, della collaborazione di Enti e strutture che, nel territorio,
abbiano specifica competenza.
Per conquistare una consolidata cultura
del movimento e dello sport che si traduca in costume di vita, lo studente
deve interiorizzare principi e valori ad essi collegati. Ciò può
essere conseguito mediante informazioni sulla teoria del movimento e sulle
metodologie dell'allenamento costantemente correlate con l'attività
pratica svolta.
Per quanto riguarda la verifica è
opportuno tener conto che all'interno di ogni singolo obiettivo deve essere
valutato il significativo miglioramento conseguito da ogni studente. Al
termine «significativo» si attribuisce un duplice valore: una
misura quantitativa, se è possibile la definizione precisa del livello
raggiungibile all'interno di un obiettivo; un'indicazione soltanto qualitativa,
se tale definizione non è quantificabile. Va sottolineato, infatti,
che la prestazione motoria umana appartiene alla categoria delle produzioni
complesse, categoria per la quale è difficile definire costantemente
criteri oggettivi.
Il docente può far ricorso
oltre che alla pratica delle attività sportive, individuali e di
squadra, a prove di valutazione ormai note e/o a prove multiple per la
valutazione di qualità e funzioni diverse.
FINALITÀ DELL'INSEGNAMENTO
Le indicazioni programmatiche per l'insegnamento
dell'italiano per la classe terza degli istituti professionali puntano
a far coincidere caratteri ed esigenze fra di loro profondamente diversificate,
fino al punto che possono considerarsi opposte.
Si tratta, infatti, da una parte di
designare uno sviluppo programmatico che abbia valenza conclusiva, ponendosi,
quindi, nell'ottica di una visione finale, panoramica, concludente degli
argomenti proposti, e dall'altra di delineare un'ipotesi programmatoria
che consenta un proficuo inserimento nelle classi successive, all'alunno
che intenda realizzare un proseguimento degli studi.
Si è pertanto ritenuto di operare
non in entrambe le direzioni, cosa che sarebbe stata difficile e forse
anche non producente, ai fini di una corretta impostazione culturale del
programma in questione, ma proponendosi una direzione che avesse una valenza
compensativa in entrambe le opzioni didattico-culturali che la classe finisce
implicitamente con l'avere.
Si osserva in via preliminare che
lo studio dell'italiano nella classe terza non può non porsi come
proseguimento dello studio impostato nel biennio, per la qual cosa il primo
obiettivo da raggiungere consiste nel rafforzamento e consolidamento delle
finalità già poste e perseguite nel biennio stesso. Pertanto
finalità più specifiche da perseguire nell'ambito della classe
terza possono essere in primo luogo l'approfondimento della riflessione
sulla lingua, parlata e scritta, che deve collocarsi in prospettive di
opportuna creatività, almeno in ordine alle attività specificatamente
connesse con il profilo professionale che queto tipo di istruzione mira
a disegnare. Accanto a questa finalità vanno
registrate poi anche le seguenti:
– organizzare l'interesse, che le letture
fatte nel corso del biennio hanno suscitato, in forme articolate, che consentano,
pur tenendo conto dei limiti temporali rappresentati dalla durata di un
solo anno, di sviluppare un approccio diacronico con la vicenda letteraria
italiana, vista soprattutto come espressione dell'evoluzione storica e
sociale di una civiltà nel suo divenire;
– organizzare le capacità di
«lettura» di un testo che attraverso il biennio sono state
stimolate, trasferendole sul piano dell'analisi, intesa come ricerca e
riconoscimento delle valenze socio-culturali che ciascun testo implica
ed esprime;
– sviluppare le capacità critiche
dell'alunno, attraverso la valutazione dei documenti linguistico-letterari
esaminati, per giungere ad una più generale capacità di espressione
di proprie valutazioni personali in ordine a fatti e problemi;
– mettere l'alunno in condizione di
recepire l'esistenza di diversità ideologiche e culturali, nel tempo
e nello spazio, allo scopo di farli acquisire, al di là di un'organicità
di conoscenze, il rispetto per la pluralità delle idee.
Linee operative
Nello sviluppo del programma del terzo
anno si propone, come momento essenziale di attenzione e di lavoro, la
verifica e l'approfondimento degli itinerari metodoligici avviati nel corso
del biennio in ordine all'educazione linguistica, della quale dovranno
essere ulteriormente perfezionati processi di formazione soprattutto nella
conoscenza della struttura della lingua e nell'organizzazione del lessico.
In tale contesto si ritiene di fondamentale
importanza, anche nella prospettiva di una sempre più specifica
acquisizione delle competenze professionali, l'avviamento all'uso del linguaggio
specialistico, soprattutto relativamente a:
– corrispondenza commerciale:
– relazioni su lavori d'ufficio;
– rapporti epistolari con Enti pubblici
o privati.
In ordine a tale modalità di
comunicazione e ad altre che potranno essere opportunamente individuate,
dovranno essere svolte numerose esercitazioni scritte, d'intesa con i docenti
di lingue straniere e di laboratorio trattamento testi.
Per quanto concerne l'irrinunciabile
prospettiva dell'educazione letteraria, il programma d'italiano del terzo
anno deve tendere ad una sistemazione in grandi linee storiche degli approcci
conoscitivi e di sensibilità che nel corso del biennio sono stati
realizzati tutte le volte che il privilegiato cammino metodologicolinguistico
ha determinato incontri con testi e momenti della vicenda letteraria italiana.
Tale sistemazione non può,
ovviamente, aspirare ad una compiutezza che nasca da un percorso minutamente
diacronico, ma può invece costruirsi attraverso approcci modulari
con autori di opere (lette nella loro integrità o in scelte ampiamente
rappresentative) di diversi momenti storici.
D'altra parte l'articolazione del
programma, che risulta abbastanza libera e programmabile in funzione di
singole specifiche situazioni didattico-culturali e che si colloca intorno
a «rose» di autori distinte in funzione dei vari momenti dello
svolgimento storico della nostra vicenda letteraria, può essere
concepita e interpretata in una duplice ottica.
Si tratta, da una parte di costruire
un itinerario culturale che abbia senso di completezza, rispettando nello
stesso tempo la capacità programmatoria e i limiti temporali ai
quali si è già fatto cenno e dall'altra di consentire un
approccio con pagine e personaggi della vicenda letteraria che si pongano
con caratteristiche minimali di computezza, evitando frammentarismi e particolarismi
che corrono il rischio di risultare snaturanti, soprattutto per chi non
abbia successive occasioni didattiche di ulteriore rapporto con la valenza
complessiva della storia letteraria.
Nell'ambito della programmazione didattica
si sceglieranno almeno cinque autori, e per ciascun autore da una parte
significativa della sua produzione, in modo tale che almeno un autore sia
tratto tra quelli rappresentativi del periodo pre-rinascimentale, uno tra
quelli del periodo che va dal Rinascimento al Settecento e tre tra quelli
del periodo che va dall'Ottocento all'Età contemporanea.
La conoscenza dell'autore va autonomamente
approfondita in relazione alla sua evoluzione, ma anche finalizzata all'inserimento
nel contesto storico-ambientale.
La lettura delle opere deve caratterizzarsi
attraverso la puntualità dell'interpretazione, la conoscenza della
formazione critica fondamentale, il collegamento con le altre opere dello
stesso autore e con le altre espressioni artistiche coeve.
Sarà infine necessario che,
sempre nell'ambito della programmazione didattica, sia recuperata, ove
opportuno e possibile, la realtà culturale del territorio acquisendone
i risvolti più validi.
La definizione di linee programmatiche
per l'insegnamento della storia nel terzo anno, presenta problematiche
analoghe e parallele a quelle che già si sono accennate nella premessa
metodologica al programma di italiano, sia in relazione ai ristretti spazi
temporali disponibili, sia in relazione alla duplice valenza educativodidattica
che il monoennio non può non avere.
Fortunatamente, per quanto riguarda
la storia, l'ampia articolazione tematica prevista dai programmi del biennio
fornisce una piattaforma cognitiva abbastanza ricca ed organizzata, che,
nei casi in cui sia stata realizzata un'efficace programmazione didattico-educativa,
potrebbe consentire di supporre l'esistenza di una visione complessiva
dello svolgimento delle principali realtà storiche.
Nella prospettiva della realizzazione
di una visione culturale, da una parte organicamente complessiva e dall'altra
concretamente e approfonditamente riferita a singoli specifici contenuti
cognitivi, il programma di storia verrà sviluppato in articolata
connessione con quello di italiano e si realizzerà attraverso l'approfondimento
dei periodi e momenti storici relativi agli autori, coerentemente scelti
in sede di programmazione didattica per l'italiano.
E' appena il caso di aggiungere che
un siffatto taglio operativo potrà trovare validità e concretezza
di risultati solo attraverso un coerente taglio metodologico, che privilegi
gli aspetti di fenomenologia socio-culturale delle vicende storiche, continuando,
del resto, in tal senso l'impostazione metodologica del biennio.
Infatti solo la collocazione dei previsti
approfondimenti in una tale ottica metodologica consentirà di evitare
improponibili visioni parziali o settoriali dei problemi, fenomeni e momenti
esaminati, per giungere invece ad una visione complessiva nella quale il
singolo dato approfonditamente acquisito si ricomponga in superiore unità
in prospettiva di vicenda civile.
FINALITÀ DELL'INSEGNAMENTO
L'insegnamento delle lingue straniere
nel terzo anno tende a consolidare ed affinare le competenze linguistiche
teoriche e pratiche, descrittive e comunicative acquisite dallo studente
nel corso del biennio; concorre all'approfondimento delle tematiche culturali,
sociali e istituzionali tipiche delle singole società; si caratterizza
per l'analisi delle situazioni e dei contesti operativi in cui l'uso appropriato
dei linguaggi settoriali e tecnici del linguaggio primario si integrano
funzionalmente in relazione al perseguimento di scopi speciali.
La particolare collocazione al termine
del ciclo breve del sistema scolastico e la funzione preparatoria rispetto
a moduli formativi successivi (scolastici, regionali o aziendali) evidenziano
la peculiarità e l'importanza di questo particolare momento educativo.
L'insegnamento delle lingue straniere
contribuisce alla formazione generale, umana e culturale dello studente
mediante il perseguimento e il conseguimento di competenze comunicativo-relazionali
che approfondiscono, completano e precisano le potenzialità ricettive
e produttive delle abilità orali e scritte indicate tra gli obiettivi
del biennio.
La valenza formativa dell'insegnamento
linguistico si traduce nell'acquisizione della consapevolezza della funzione
strumentale della lingua in relazione alla conoscenza e all'interpretazione
della realtà, alla partecipazione, all'interscambio comunicativo
sul piano cognitivo e affettivo, allo sviluppo di capacità di analisi
e sintesi e di modalità di pensiero rigoroso e creativo.
L'analisi comparata dei significati
culturali di cui la lingua straniera è portatrice, favorisce lo
sviluppo della curiosità intellettuale, della consapevolezza critica
e della tolleranza nei confronti delle diversità dei sistemi sociali,
delle istituzioni, della varietà dei costumi, delle consuetudini,
degli atteggiamenti e degli stili di comportamento che caratterizzano la
qualità della vita nei diversi Paesi.
Il raccordo funzionale con il curriculum
e l'attività pedagogico-didattica del biennio e il sapiente impiego
delle moderne metodologie e tecnologie didattiche consentiranno di concentrare
nella crucialità del terzo anno il conseguimento di obiettivi altrimenti
perseguibili soltanto con molta gradualità.
Risulteranno indispensabili, insieme
con l'aggiornamento degli insegnanti e l'alto livello della qualità
dell'insegnamento, la pratica della programmazione e la metodologia interdisciplinare.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Il curriculum del terzo anno ricapitola
finalità, obiettivi, contenuti e metodologie del biennio unitario,
dai risultati formativi del quale prende avvio l'iter della programmazione;
fonda la specificità della tassonomia dei suoi contenuti, delle
nozioni e delle funzioni sullo stretto collocamento interdisciplinare con
le discipline afferenti agli specifici settori operativi.
Al termine del terzo anno, lo studente
dovrebbe aver consolidato gli obiettivi specificati per il biennio, acquisito
una conoscenza generale della lingua di livello intermedio e una competenza
comunicativo-relazionale che lo metta in grado di raggiungere i seguenti
obiettivi:
– comprendere espressioni d'uso quotidiano
e professionale, sia dalla viva voce dell'insegnante, sia da materiale
registrato, inferendo eventuali elementi lessicali ignoti dal contesto
linguistico e dalla situazione, anche simulata, di comunicazione;
– sostenere una conversazione, esprimendosi
con efficacia funzionale, accettabile correttezza formale (grammaticale,
fonologica, intonativa) e proprietà lessicale su argomenti generali
e professionali;
– sviluppare l'abilità di lettura
estensiva ed intensiva di testi autentici di tipo generale (es. tratti
da quotidiani o riviste) o di tipo professionale specifico (es. telex,
telegrammi, lettere commerciali, istruzioni, modulistica, itinerari turistici,
pubblicazioni specializzate, ecc.) caratterizzati dalla monosemia della
terminologia tecnica;
– comunicare per iscritto, con rispetto
delle regole del sistema morfosintattico, proprietà lessicale generale
e specifica, vigile contenimento delle interferenze della lingua madre;
(rielaborazione scritta di appunti, riassunti di materiali orali e scritti,
redazione di telex, telegrammi, lettere).
Abilità ricettive
Le abilità di comprensione
orale e di lettura saranno sviluppate, da un lato coerentemente con gli
obiettivi e le indicazioni metodologiche del biennio e, dall'altro, con
la caratterizzazione marcata dei messaggi e del lessico propri dei settori
professionali specifici.
Si abituerà lo studente a comprendere
testi orali e scritti di tipo informativo, descrittivo, regolativo o prescrittivo,
espositivo o argomentativo e narrativo, sia di contenuto generale, sia
di natura professionale: conversazioni anche telefoniche, istruzioni, relazioni,
descrizioni, richieste di informazioni, ecc.
Abilità produttive
Coerentemente con gli obiettivi e
le indicazioni metodologiche del biennio e in relazione alla specificità
degli argomenti e di linguaggi propri dei settori professionali a cui il
terzo anno in particolare prepara, si svilupperanno le abilità produttive
dell'espressione orale e scritta. Oltre alle caratteristiche della scorrevolezza
e scioltezza, già annoverate tra gli obiettivi del biennio, la produzione
orale e scritta evidenzierà maggiore flessibilità e correttezza
formale.
L'uso funzionale della lingua si estenderà
a contesti situazionali propri dell'attività lavorativa nei settori
specifici operativi.
A partire dalle attività svolte
per lo sviluppo delle attività ricettive si impegneranno gli alunni
in esercizi di rielaborazione e reimpiego creativo degli elementi linguistici
acquisiti. Si farà largo uso di attività di «role play»
per abituare gli alunni ad usare la lingua con disinvoltura in un'ampia
gamma di ruoli speciali. Si promuoverà la consapevolezza delle varietà
stilistiche e dei diversi gradi di riprodurle nell'uso linguistico con
adeguamento al contesto di situazione.
I materiali linguistici autentici
registrati (nastri, videocassette, film, notiziari, interviste, trasmissioni
radiofoniche e televisive) di carattere quotidiano e professionale, utilizzati
per lo sviluppo delle abilità di comprensione all'ascolto costituiranno
le occasioni per motivare la partecipazione da situazioni realistiche,
mediante produzioni di propri testi e messaggi orali e scritti. L'impegno
in attività complesse del mondo del lavoro, esperienze di interazione
scuola-lavoro comporterà lo sviluppo contemporaneo ed integrato
di più abilità e competenze.
INDICAZIONI METODOLOGICHE
L'insegnamento come processo e interazione
didattica comporta la centralità dell'alunno che apprende e dell'insegnante
che, mediante l'assunzione di una molteplicità di ruoli («informant»,
«motivator», conduttore, guida), fornisce all'alunno ogni opportunità
perché possa usare la lingua correttamente e funzionalmente, in
modo efficace e realistico in una varietà di situazioni e contesti
generali e professionali. In quanto strumento per lo svolgimento di compiti
specifici e attività lavorative, la lingua straniera verrà
insegnata ed appresa operativamente nel perseguimento di obiettivi pratici,
nell'esplicamento di funzioni di ordine generale e riferite alla soluzione
di problemi professionali. Coerentemente con l'impostazione metodologica
dell'insegnamento del biennio, si farà uso quasi esclusivo della
lingua straniera nell'interazione didattica, sia nel rapporto docente-alunno
e docente-classe, sia nell'attività di coppia e nel lavoro di gruppo.
Si farà largo uso di varie tecniche di animazione nel contesto di
attività finalizzate alla produzione e all'interscambio di messaggi
formalmente corretti che assolvano a precise funzioni comunicative d'ordine
generale e professionale.
La riflessione sulla lingua straniera
comporterà il confronto con le strutture della lingua madre, l'acquisizione
consapevole di un sistema morfosintattico e fonologico già impiegato
operativamente nel corso dell'acquisizione della competenza comunicativa.
Quest'ultima comporta la conoscenza dell'appropriatezza delle diverse forme
linguistiche al tema, alle circostanze spazio-temporali e alle relazioni
di ruolo degli interlocutori che caratterizzano il contesto situazionale
in cui si realizza la comunicazione.
Lo studente consoliderà la
consapevolezza dell'importanza di un uso appropriato della pronuncia, del
ritmo e dell'intonazione ai fini dell'espressione completa del significato,
mediante l'ascolto e l'imitazione di modelli autentici. La correzione degli
errori nell'uso del codice orale non interromperà la fase della
produzione, ma si porrà come autocorrezione al momento del riascolto
della registrazione della prestazione individuale. L'autovalutazione sarà
favorita dall'impiego sistematico dei sussidi audiovisivi.
L'alunno sarà educato a comprendere
e ad utilizzare le varietà linguistiche in cui si realizza l'interazione
tra la lingua comune e la microlingua settoriale.
Nello sviluppare l'abilità
di lettura e interpretazione di un testo scritto e l'abilità di
comprensione di messaggi parlati, si dovrà muovere possibilmente
dal già noto, dagli interessi e dalle esperienze degli alunni per
estendere progressivamente il campo degli argomenti e delle situazioni.
La lettura del testo scritto e l'ascolto del testo parlato saranno preceduti
da un momento di preparazione, prelettura o preascolto, volto a stimolare
l'interesse e a favorire la comprensione.
La scelta di testi autentici d'attualità
tratti dalla produzione giornalistica, di difficoltà compatibile
con il livello di competenza linguistica dell'alunno, consentirà
a quest'ultimo di accedere alla viva originalità culturale del Paese
straniero e alla nozione di «relativismo culturale».
Conformemente alla metodologia adottata
nel biennio, si applicheranno ai testi scelti le consuete tecniche di lettura
silenziosa e rapida (lettura estensiva, «skimming», volta all'individuazione
di informazioni specifiche) e lettura intensiva mirante alla comprensione
di ogni elemento rilevante sul piano semantico, strutturale e fonologico,
analisi testuale e commento linguistico. Si sottolinea l'importanza della
rapidità di lettura nella situazione di lavoro. La redazione di
prove oggettive di valutazione di lettura rapida fisserà i tempi
di esecuzione; per i test di «skimming» saranno formulate domande
riguardanti i momenti salienti del discorso; per i test di «scanning»
si propongono all'alunno le domande anteriormente alla lettura del testo
con il valore di istruzioni relative alla ricerca di informazioni specifiche.
Analogamente, ogni aspetto della competenza linguistica sarà oggetto
di verifica mediante test fattoriali. La verifica della capacità
di comprensione e produzione di testi caratterizzati dall'impiego di linguaggi
settoriali e per scopi speciali riguarderà il lessico, le strutture
morfosintattiche, le funzioni attivate e, per il codice scritto, la coesione
e la coerenza testuale. La verifica riguarderà le singole abilità
produttive e ricettive in relazione ai codici orale e scritto, oppure l'integrazione
di diverse abilità.
Alle esercitazioni di tipo integrato
coinvolgimenti più abilità (comprensione all'ascolto, appunti
e successiva relazione, ad es.) faranno puntuale riscontro appositi test
di verifica globale. La valutazione formativa «in itinere»
e la valutazione sommativa o finale contribuiranno al processo di autovalutazione
dell'alunno.
Coerentemente con le indicazioni già
date per il biennio e con la variante della maggiore specificità
del linguaggio settoriale, si utilizzerà il dettato di brani di
contenuto tecnico e professionale, letti con ritmo e intonazione normali,
si analizzeranno i testi con attenzione alle idee dominanti, alla gerarchia
delle informazioni e ai meccanismi di coesione testuale, si studierà
il sistema morfosintattico su base comparativa in relazione allo studio
delle funzioni della comunicazione linguistica. La collaborazione metodologica
tra i docenti in lingue straniere e di italiano si estenderà ai
docenti di materie tecniche e professionali per il loro contributo settoriale
all'educazione linguistica generale. Risulterà indispensabile la
pratica della programmazione collegiale dell'attività didattica.
La qualità dell'insegnamento
dipende dalla cultura e dalla didattica dell'insegnante, dall'autenticità
della lingua che parla e dei modelli che propone, dagli interessi e dalle
motivazioni che sa suscitare, dall'efficacia delle metodologie che impiega
nell'azione educativa. L'insegnamento delle lingue straniere trae giovamento,
forse più di ogni altro insegnamento, dai sussidi audiovisivi prodotti
dalla tecnologia contemporanea. Risultano particolarmente efficaci ai fini
della simulazione di situazioni e contesti di attività lavorativa
gli stessi strumenti utilizzati già nel biennio per lo sviluppo
delle abilità linguistiche e la fissazione di strutture fonologiche
e morfosintattiche: il magnetofono, il videoregistratore, la televisione,
il laboratorio linguistico. Quest'ultimo, ad esempio, consente la perfetta
simulazione della conversazione telefonica. Il mezzo televisivo rende anche
il contesto paralinguistico, ad esempio l'espressione del volto a sostegno
dello schema intonativo del discorso. Con tutti questi sussidi è
possibile arrestare il flusso dei suoni e delle immagini, frazionarlo in
segmenti ripetibili, concentrarsi su singoli suoni e immagini, compiere
a nastro fermo, inferenze, fare previsioni in ordine allo sviluppo della
sequenza narrativa, partecipare ad una discussione controllata, assumere
ruoli ad imitazione dei modelli, trasferire i segmenti di lingua appresi
ad altre situazioni («follow-up activities» individuali, di
coppia o di gruppo). Sarà compito dell'insegnante programmare l'alternanza
tra l'attività in aula e l'attività in laboratorio e stabilire
i tempi di impiego dei sussidi audiovisivi nell'economia della lezione.
L'impiego dell'elaboratore elettronico
e del relativo software applicativo, ai fini dell'acquisizione dell'abilità
di lettura e scrittura ortograficamente corretta e per interventi di recupero,
risulta favorito dalle competenze contemporaneamente sviluppate dall'alunno
in informatica e, ove previsto, nel laboratorio di trattamento testi. L'eventuale
impiego del docente madre-linguista, sia in autonomia, sia in compresenza,
è subordinato alla pratica obbligatoria della programmazione congiunta
con il docente titolare di classe.
CONTENUTI
L'accertamento preliminare dei livelli
di competenza raggiunti dagli alunni nel corso del biennio (mediante i
consueti strumenti oggettivi di rilevazione, test di ingresso, ecc.) consentirà,
da un lato, di individualizzare l'insegnamento e dall'altro, di consolidare
e potenziare la competenza comunicativa già acquisita e proseguire
l'approccio integrato alla cultura straniera. Si svilupperanno tutti gli
elementi essenziali della comunicazione già indicati per il biennio,
dalle funzioni linguistiche ai ruoli sociali, ai contesti situazionali,
all'atteggiamento psicologico dei parlanti.
Al tempo stesso, la sistematicità
della riflessione sulla lingua garantirà il possesso sicuro del
sistema morfosintattico, indispensabile sostegno all'attività di
testi linguistici generali e tecnici di chi opera in ambienti e situazioni
di lavoro.
L'impiego di materiali linguistici
autentici, nel codice orale e nel codice scritto, l'uso di macrofunzioni
specifiche e l'esercizio delle abilità produttive e ricettive di
base in contesti simulati di situazioni professionali, consentiranno l'acquisizione
da parte degli alunni di una competenza linguistica generale e speciale
fondata nel concreto e conseguita nell'attività procedurale.
Si sottolinea la validità generale
delle finalità, degli obiettivi e delle indicazioni metodologiche,
in relazione all'educazione linguistica degli operatori dei vari indirizzi.
Si adegueranno, pertanto, i contenuti
alla specificità della situazione d'impegno dei relativi linguaggi
settoriali. Ad esempio, nel settore industriale si utilizzeranno strumenti
didattici, quali cataloghi, articoli specializzati, manuali d'uso delle
attrezzature ed apparecchiature scientifiche. Per il settore alberghiero,
invece, prevarrà la conoscenza comunicativa che renderà possibile
il contatto con la clientela straniera.
Nel terzo anno vengono ripresi
e approfonditi finalità, obiettivi e contenuti del programma del
biennio.
OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO
Il presente programma mira ad inserire
le
competenze raggiunte alla fine del
biennio nell'ambito proprio della specializzazione.
Al termine del terzo anno l'allievo
dovrà dimostrare di:
– possedere le nozioni e i procedimenti
indicati e padroneggiarne l'organizzazione soprattutto sotto l'aspetto
concettuale;
– sapere condurre concretamente personali
procedimenti di deduzione ed induzione;
– avere compreso il valore strumentale
della matematica per lo sviluppo delle altre scienze e nelle applicazioni
tecnologiche;
– sapere elaborare informazioni ed
utilizzare consapevolmente metodi di calcolo e strumenti informatici;
– sapere affrontare situazioni problematiche
di natura applicativa, scegliendo in modo flessibile e personalizzato le
strategia di approccio.
INDICAZIONI METODOLOGICHE
I contenuti di seguito indicati seguendo
il metodo adottato nel programma per il biennio, di cui il presente programma
e il naturale proseguimento sono distribuiti per TEMI, allo scopo di dare
risalto ai concetti fondamentali attorno a cui si aggregano i vari argomenti.
Come è suggerito nel programma
per il biennio, il docente avrà cura di predisporre il suo itinerario
didattico in modo da mettere in luce analogie e connessioni tra argomenti
appartenenti a temi diversi, allo scopo di realizzarne l'integrazione e
di facilitarne la comprensione da parte degli allievi.
Nel ribadire le indicazioni metodologiche
riportate nel programma del biennio, si insiste sull'opportunità
che l'insegnamento sia condotto per problemi; si prospetti cioè
una situazione problematica che stimoli i giovani dapprima a formulare
ipotesi di soluzione mediante il ricorso non solo alle conoscenze già
possedute, ma anche all'intuizione ed alla fantasia, quindi a ricercare
un procedimento risolutivo e scoprire le relazioni matematiche che sottostanno
al problema.
Si raccomanda comunque che nella risoluzione
dei problemi sia curato non soltanto l'aspetto strumentale della matematica,
ma anche e soprattutto l'aspetto formativo.
Ai fini della formazione professionale
degli allievi il docente terrà presenti le connessioni della matematica
con le discipline tecniche di indirizzo e darà a ciascun argomento
uno sviluppo adeguato alla sua importanza nel contesto di queste discipline.
In ogni caso la realtà operativa
costituirà il punto di riferimento della trattazione, in modo da
dotare il giovane di abilità connesse alla modellizzazione di semplici
situazioni problematiche ed al trattamento di dati, e quindi condurlo ad
operare razionalmente e con consapevolezza.
L'uso dell'elaboratore elettronico
sarà via via potenziato utilizzando strumenti e metodi propri dell'informatica
nei contesti matematici che vengono progressivamente sviluppati.
Ciò consente anche, mediante
la realizzazione di procedure di calcolo non attuabili con elaborazione
manuale, il consolidamento delle nozioni teoriche via via apprese.
CONTENUTI
Nel quadro riportato di seguito sono indicati gli argomenti dei temi che dovranno essere introdotti nel programma di matematica dei vari indirizzi.
Tema n. 1 - Geometria del piano e dello spazio
a) Piano cartesiano: ellisse, iperbole.
b) Le trasformazioni geometriche nel
piano: omotetie e similitudini.
c) Incidenza, parallelismo, ortogonalità
nello spazio. Angoli di rette e piani, angoli diedri, triedri. Solidi notevoli.
d) Il problema della misura: lunghezza,
area e volume.
Le coniche saranno definite come
luoghi geometrici e le loro equazioni saranno riferite a sistemi di assi
cartesiani opportunamente scelti.
L'introduzione delle trasformazioni
per similitudine, che prosegue il tema delle trasformazioni lineari nel
piano, tenderà a fare recepire all'allievo il concetto del progressivo
ampliamento dei relativi gruppi di trasformazioni e a fare vedere come
le proprietà che caratterizzano le varie figure vanno restringendosi
man mano che si passa dalla geometria delle congruenza a quella della similitudine.
Il programma di geometria classica
è completato con l'enunciazione e la dimostrazione delle principali
proprietà dello spazio e dei solidi elementari, per le quali comunque
si farà ampio ricorso ad ammissioni di carattere intuitivo.
Il problema della misura sarà
affrontato con un approccio molto generale, con particolare riferimento
al calcolo della lunghezza della circonferenza e dell'area del cerchio,
e potrà essere inquadrato anche sotto il profilo storico.
Tema n. 2 - Insiemi numerici
a) Numeri complessi e loro rappresentazione
grafica.
b) Sistemi lineari.
L'introduzione dei numeri complessi si avvarrà anche dell'uso delle coordinate polari e sarà accompagnata da numerose e varie applicazioni; ad esempio, le radici nesime dell'unità potranno essere collegate con il problema di inscrivere un poligono regolare di n lati in una circonferenza.
Tema n. 3 - Funzioni ed equazioni
a) Potenze ad esponente razionale e
reale. Logaritmi e loro proprietà.
Equazioni esponenziali e logaritmiche.
b) Funzioni circolari. Equazioni goniometriche.
c) Risoluzione dei triangoli. Teorema
del coseno e teorema dei seni.
Gli esercizi di applicazione dei Concetti di esponenziale e di logaritmo e quelli sulle relative equazioni saranno limitati ai casi più semplici; per il calcolo del logaritmo di un numero o del numero di dato logaritmo si farà ricorso a strumenti automatici di calcolo. E' opportuno che negli esercizi sulle equazioni goniometriche non si ecceda nella complessità e ripetitività delle equazioni stesse. Per la determinazione dei valori delle funzioni goniometriche ci si avvarrà di strumenti automatici di calcolo. Nella risoluzione dei triangoli si farà esclusivamente ricorso al teorema del coseno ed al teorema dei seni.
Tema n. 4 - Analisi numerica
a) Progressione aritmetica e geometrica.
Successione numerica e limite di una successione. Il numero .
b) Interpolazione. Integrazione numerica.
Ai valori approssimati di si perverrà
attraverso l'uso di strumenti automatici di calcolo. Gli argomenti di analisi
numerica riportati sono rappresentativi di problemi risolubili mediante
metodi costruttivi che permettono con una precisione arbitraria in un numero
finito di passi eseguibili da un calcolatore la determinazione delle loro
soluzioni. Poiché i calcolatori operano nel discreto è necessario
tenere conto, nell'analizzare i diversi metodi proposti, del fenomeno della
propagazione degli errori.
I metodi numerici si avvarranno
dell'acquisizione intuitiva dei concetti di derivata e di integrale, ottenuta
attraverso la rappresentazione grafica di una funzione.
Tema n. 5 - Elementi di matematica finanziaria
a) Situazioni economiche e principio
di equivalenza finanziaria.
b) Rendite ed ammortamenti.
Nell'affrontare problemi di carattere
economicofinanziario l'attenzione sarà principalmente rivolta alle
procedure e ai metodi matematici.
Si evidenzierà, inoltre,
il significato economico connesso alle diverse operazioni. Sarà
evitata la risoluzione di problemi che richiedano calcoli particolarmente
laboriosi e ripetitivi per i quali si ricorrerà a strumenti automatici
di calcolo.
Tema n. 6 - Elementi di informatica
a) Insiemi di dati e loro strutture
notevoli.
b) Procedure ricorsive e loro rapporto
con le procedure iterative.
c) Ampliamento delle strutture dei
linguaggi.
d) Pacchetti applicativi.
Nel trattare le procedure ricorsive
il docente si preoccuperà di applicarle a semplici contesti concreti
e di evidenziare sia la differenza concettuale con le procedure iterative,
sia l'opportunità di scegliere tra le une e le altre.
Sarà rafforzata la conoscenza
dei linguaggi di programmazione studiati nel biennio in modo da dominarne
le strutture e le procedure fondamentali.
La presentazione di pacchetti applicativi,
scelti in funzione del livello di competenza degli alunni, costituirà
utile occasione per rafforzare in contesti concreti l'esercizio di controllo
della coerenza tra problema, metodo di risoluzione e strumenti adottati.
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Area comune | ||
Italiano |
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Storia |
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Lingua straniera |
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Diritto ed economia |
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Matematica ed Informatica |
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Scienze della Terra e Biologia |
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Educazione Fisica |
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Religione (per coloro che se avvalgono) |
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Area di indirizzo | ||
Discipline di indirizzo |
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Area di approfondomento |
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Legenda: s.= scritto; o.= orale;
p.= pratico.
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Area comune |
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Italiano - Storia | |
Lingua straniera | |
Matematica ed Informatica | |
Educazione Fisica | |
Religione (per coloro che se avvalgono) | |
Area di indirizzo | |
Materie tecniche e professionali |
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Area di approfondimento |
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* Variabili nei diversi indirizzi
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Agricoltura |
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Operatore agro-indistriale |
Industria e artigianato |
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Operatore elettronico industriale Operatore per telecomunicazioni |
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Operatore termico |
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Servizi |
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Operatore ai servizi di sala e bar Operatore servizi di segreteria e ricevimento |
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Operatore impresa turistica |
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Settori atipici |
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Edile |
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Meccanico |
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Trasporti |
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Chimico |
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Elettrico/elettronico |
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Abbigliamento/Moda |
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Servizi sociali |
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E.A.T. Gestione Aziendale |
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E.A.T. Impresa Turistica |
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Alberghiero Cucina/Sala |
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Alberghiero Serv. Segreteria |
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Agrario |
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Industria e Artigianato | ||
Indirizzi | Edile |
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Meccanico |
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Trasporti |
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Chimico |
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Elettrico/Elettronico |
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Abbigliamento/Moda |
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Servizi | ||
Indirizzi | Servizi sociali |
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Economico - Aziendale - Turistico | ||
(Gestione aziendale) |
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(Impresa turistica) |
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Alberghiero | ||
(Cucina/salabar) |
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(Servizi segreteria) |
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Agricoltura | ||
Indirizzi | Agrario |
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PROVE: scritta
e orale negli indirizzi con 3 o 4 ore settimanali
orale negli indirizzi con 2 ore settimanali |
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