LA GAZZETTA DEL SUD
27.2.2011
Disagi nei tribunali, a marzo sciopero degli avvocati

RomaMese di marzo difficile sul fronte della scuola, dell'università e del pubblico impiego, in attesa di conoscere la data dello sciopero generale indetto dalla Cgil («lo faremo quando sarà utile», ha detto il segretario generale Susanna Camusso). Ma il prossimo mese, forti disagi potrebbero verificarsi nei tribunali a causa dello sciopero degli avvocati che durerà dal 16 al 22 marzo.
Il primo marzo si fermeranno i metalmeccanici aderenti a Usi-Ait che sempre lo stesso giorno organizza uno sciopero per le aziende attive nella distribuzione di servizi turistici e sociali nelle regioni e negli enti locali. L'8 marzo sarà il turno della scuola: Sisa e Usi Ait hanno proclamato uno sciopero nazionale riguardante il personale a tempo determinato e inderminato, docente o Ata, impiegati presso il ministero dell'istruzione, dell'Università e della Ricerca, nelle scuole e istituti o nei servizi esternalizzati. Sempre in tema di scuola, il 18 marzo, l'Anief ha proclamato un altro sciopero del personale docente e Ata del comparto, mentre il 25 marzo sarà la volta della Flc Cgil che fermerà l'operatività del personale docente, educativo, dirigente e Ata in Italia e all'estero.
L'11 marzo sciopero generale nel comparto pubblico e privato escluso il settore scuola, organizzato da Usb e Cib Unicobas. Il 15 marzo sarà la volta di Telecom Italia con i lavoratori aderenti alla Snater che si fermeranno le ultime due ore di ogni turno lavorativo. Dal 16 al 22 marzo, invece, disagi nei tribunali a causa dello sciopero degli avvocati che si asterranno dalle udienze per protestare contro la media conciliazione. Il 23 marzo sarà la volta del trasporto aereo: a incrociare le braccia i lavoratori Filt Cgil, Ipa e Avia di Alitalia e AirOne. Il 25 marzo per l'intera giornata incroceranno le braccia i lavoratori del pubblico impiego aderenti a Fp Cgil.
Rivolta alle altre organizzazioni sindacali la segretaria nazionale Cgil Susanna Camusso ha lanciato dal palco di Mestre un appello: «Fermatevi, perché c'è una deriva pericolosa quella degli accordi separati, la politica del manovratore di treni, quella politica che esclude il diritto dei lavoratori, quella di chi sta impoverendo il Paese».
«Se ci sono differenze tra noi – ha proseguito – mettiamoci d'accordo almeno sul fatto che chi decide se una soluzione è giusta o no sono i destinatari di quell'accordo: siano i lavoratori, non il governo, altrimenti rischiamo di non rappresentare più il lavoro». «I lavoratori – ha sottolineato Camusso – non possono essere ritenuti intelligenti quando ci danno lavoro e non essere ascoltati se ci danno torto, torniamo dai lavoratori e facciamo loro decidere rappresentati ed accordi».
Riferendosi invece al "sistema delle imprese" la leader Cgil ha detto: «non ci piace la doppia verità per cui in privato dicono che il governo non ha risolto il problema, ma in pubblico dicono che ha ragione».(t.r.)