1) I viaggi d'istruzione non sono un obbligo per i docenti: rappresentano
piuttosto una consuetudine e un'opportunità che l'Istituzione
Scolastica offre agli
allievi. Chiarito questo punto deve essere altrettanto chiaro che né
la consuetudine,
né l'opportunità possono fondarsi sullo spirito
di sacrificio e di volontariato degli
insegnanti accompagnatori, poiché di questo e non di altro
si tratta. Quando nel
corso di un viaggio d'istruzione, gli insegnanti accompagnatori, sono
responsabili 24 ore
su 24 degli studenti, quando non viene riconosciuto il diritto al rimborso
dei pasti nel
trattamentodi mezza pensione, quando pur essendo, come spesso
capita, in servizio anche
in giorni festivi, questi non vengono né recuperati né
retribuiti come straordinari,
quando alla fine il compenso equivale ad un'umiliante elemosina,
di che cosa si può parlare
se non di volontariato? Si potrà obiettare che si tratta
di una questione
sindacale generale, ma ciò è solo in parte vero. In regime
di Autonomia questa materia può essere
oggetto di disposizioni specifiche di ogni singola Istituzione scolastica
e di
appositi stanziamenti nell'ambito del fondo d'Istituto, cose
che dovrebbero essere discusse
in sede di trattative decentrate.
2) Negli ultimi anni si è andata affermando e sempre più
consolidando la
tendenza alla marginalizzazione del ruolo formativo dei docenti,
costretti da norme
e contratti a dedicare sempre meno tempo alla ricerca didattica e ad
affaccendarsi
intorno a moltre altre cose, forse importanti, ma che richiederebbero
figure specifiche
a tempo pieno e ben altri finanziamenti di quelli attuali. Il nuovo
Ministro e il nuovo
Governo, sin dai primi atti hanno cominciato a destrutturare
il lavoro dei Governi e dei
Ministri precedenti, non per ridare ai docenti il proprio ruolo
effettivo, tra l'altro
mortificato da retribuzioni del tutto inadeguate, ma per proporre
e forse disporre, dopo tre anni,
la modifica degli esami finali, con commissioni interne per tutte
le scuole comprese quelle
private, l'equiparazione ai fini delle graduatorie di coloro che hanno
insegnato
nella Scuola pubblica e di chi ha insegnato in quella privata,
estensione a 31
giorni di assenza del docente titolare il periodo di tempo necessario
per il conferimento
della supplenza. Tutto questo e altro ci dice che la qualità
della scuola e la dignità
professionale dei docenti, a questo Ministro e a questo Governo,
interessano, se possibile, ancor
meno che a tutti i precedenti.
3) La nostra capacità contrattuale è praticamente
nulla, non essendo la
nostra una categoria forte. Forse se cominciassimo a far
pesare anche su altre categorie,
come quelle degli operatori turistici e dell'indotto relativo
qualche preoccupazione,
avremmo più voce in capitolo. Tuttavia non è così
che riusciremo a modificare la
situazione. Il Ministro e il Governo, gli attuali e quelli che verranno,
debbono sapere che siamo
stanchi di abdicare alla nostra dignità di professionisti
della cultura; la Scuola Pubblica
funziona perché il nostro senso di responsabilità
la fa funzionare: non dobbiamo perciò
aderire a direttive che stravolgono il senso e la finalità
del nostro lavoro. Come protesta
immediata da concordarsi con le altre scuole del Distretto e
del territorio, e se
possibile di tutta l'Italia, potremmo proporre di non presentare
alcuna lista al rinnovo degli
Organi Collegiali e le dimissioni da tutti gli incarichi
accessori, quali funzioni obiettivo
ecc.
4) La sospensione dei viaggi d'istruzione non è, chiaramente,
un'iniziativa rivolta contro gli
studenti e pertanto si è convenuto
di non astenersi da: visite guidate da svolgersi in orario
scolastico, gemellaggi e progetti specifici
in corso.
I Docenti del
Liceo Scientifico Statale A. Landi di Velletri (RM)