La scuola unita contro l’attentato di Brindisi: un atto di gravità
inaudita
(da'La tecnica della Scuola')
di A.G.
19/05/2012
Da associazioni, sindacati, docenti e studenti parole di condanna e rabbia. Si
propende per la matrice mafiosa. E se così fosse si chiede all’unisono
una risposta forte da parte dello Stato e delle istituzioni. Ma serve anche coesione
e solidarietà sociale.
Sgomento, dolore, rabbia, incredulità. Sono i sentimenti che sta provando
il mondo della scuola per l’attentato avvenuto oggi a Brindisi, davanti
all’istituto professionale femminile Morvillo-Falcone, a seguito del quale
una ragazza ha perso la vita, un’altra è in gravissime condizioni
ed altre sette risultano ferite.
Sulla matrice dell’attentato il Cidi, Centro iniziativa democratica insegnanti,
sembra non avere dubbi: “morire per l’esplosione di una bomba davanti
alla scuola. Pochi giorni prima dell’anniversario della strage di Capaci,
nel giorno dell’arrivo a Brindisi della carovana antimafia organizzata da
Libera. È un atto di una ferocia senza precedenti (mai si era arrivati
a colpire mortalmente degli studenti ndr), perché colpire i nostri giovani
è uccidere un’altra volta tutti i morti di mafia”. Secondo
il Cidi, di fronte a tale ferocia per i docenti italiani c’è solo
una strada da percorrere: “continuare, come sempre, a insegnare il valore
della legge e della convivenza civile, l'amore per la libertà, il significato
della democrazia, come si fa nell’Istituto Morvillo Falcone di Brindisi,
una scuola impegnata in prima linea nell’impegno per la cultura della legalità”.
Sono in tanti a supporre che dietro all’attentato vi sia la mafia. “La
scuola Morvillo-Falcone aveva vinto il Primo premio della prima edizione del concorso
sulla Legalità”, ha ricordato il portale studentesco Universinet.it
chiedendo anche “una immediata reazione dello Stato contro la barbarie terroristica
di stampo mafioso che ha colpito un istituto da sempre impegnato in prima linea
per promuovere la cultura della legalita' contro tutte le mafie”.
Immediate sono state anche le reazioni dei sindacati che operano nel comparto
scuola. Alle prime dei Confederali, hanno fatto seguito quelle di quasi tutte
le altre organizzazioni. “E’ la prima volta che viene colpita una
scuola. Si tratta di un fatto di gravità inaudita”, ha detto Rino
Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. Secondo Di Meglio
“il nome stesso della scuola e la coincidenza con la tappa odierna della
Carovana della legalità fanno nascere più di un sospetto sulla matrice
dell’esplosione. Se si accertasse che l’ordigno è collegato
a episodi paramafiosi, sarebbe davvero sconcertante. Le scuole, infatti, sono
l’avamposto delle istituzioni”.
Dello stesso avviso e Stefano d’Errico, segretario nazionale Unicobas, per
il quale “la mafia da sempre ha attenzione per l’istruzione, perché
la teme, Nel senso che – continua il sindacalista – la cultura potenzialmente
mina al cuore delle organizzazioni malavitose. Non solo: colpire una scuola e
i suoi studenti significa rappresentare al massimo l’odio per la legalità
e le istituzioni. Ma questo attentato – conclude d’Errico –
dimostra anche che il paese sta toccando livelli di inciviltà inauditi”.
L’Anp, il sindacato che tutela dirigenti e alte professionalità della
scuola, “condanna per ogni forma di violenza e si dichiara vicina a quanti
- istituzioni, dirigenti, docenti, operatori scolastici, studenti e loro famiglie
- si adoperano per ripristinare nella scuola e nella comunità brindisina
il necessario clima di coesione e solidarietà sociale che isoli e condanni
gli autori di un gesto tanto efferato quanto inaudito, che colpisce oggi una scuola
per colpire il futuro del Paese”.
Per Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, serve un’immediata risposta,
all’altezza, da parte delle istituzioni: “l'attentato di oggi deve
essere punito in maniera esemplare e deve convincere lo Stato a essere più
presente in quelle scuole che in molte realtà del sud e delle zone di periferia
rappresentano l'ultimo baluardo di legalità”. Pacifico chiede quindi
“un serio piano di intervento del Miur contro ogni tipo di mafia, per fornire
risorse, strumenti e finanziamenti adeguati che non possono esseri quelli dedicati
alla sola celebrazione di alcune ricorrenze, pure necessarie ma non esaustive”.
L’ultimo pensiero del leader dell’Anief è per “quei vigliacchi
traditori che oggi hanno distrutto più di una famiglia” che “devono
essere assicurati alla giustizia”. L’Anief ha anche annunciato che
il 23 maggio chiuderà la Segreteria nazionale, “in segno di lutto
per le vittime di oggi e di ieri che ricorderemo in piazza e nei convegni organizzati
per confermare la scelta per il partito della giustizia”.
Intanto le iniziative della Rete degli studenti e dell’Unione degli universitari
si allargano: il sit in delle ore 18,30 inizialmente organizzato solo a Brindisi
è stato esteso in tutte le principali città tutta Italia. A Roma
si svolgerà al Pantheon: “tutti gli studenti scenderanno nelle piazze
con un fazzoletto bianco in mano in segno di solidarietà per le vittime
dell’attentato”.