Lettera Circolare
n.194
Prot. n. 165/AUT Roma, 4 agosto 1999
OGGETTO: Finanziamento per la realizzazione del programma nazionale di sperimentazione dei piani dell'offerta formativa, di cui al D.M. n. 179 del 19 luglio 1999, e per le relative iniziative di formazione e aggiornamento, in applicazione della Legge n. 440/1997. Esercizio Finanziario 1999. Punto 1. Interventi prioritari, lett. a) della direttiva attuativa n.180 del 19 luglio 1999.
Con la Direttiva n. 180 del 19 luglio 1999 sono stati definiti, ai sensi dell'art. 2 della Legge 18 dicembre 1997, n. 440, gli interventi prioritari, i criteri generali per la ripartizione delle somme relative all'anno finanziario 1999, nonché le indicazioni circa il monitoraggio, il supporto e la valutazione degli interventi previsti dalla legge medesima. La suddetta Direttiva ha concretamente individuato al punto 1 le seguenti priorità:
dell'innalzamento del livello di scolarità e del tasso di successo scolastico; dello sviluppo dell'insegnamento delle lingue comunitarie, con particolare riferimento alla seconda lingua della scuola media; della attivazione di azioni di formazione e aggiornamento dirette al potenziamento del processo di diffusione della cultura dell'autonomia, nonché all'introduzione delle nuove tecnologie didattiche; iniziative per la formazione postsecondaria non universitaria e per la copertura della quota nazionale degli interventi cofinanziati con i fondi strutturali dell'Unione europea; sviluppo dell'educazione permanente degli adulti; interventi per la valutazione dell'efficienza e dell'efficacia del sistema scolastico. Con specifiche successive comunicazioni
verranno fornite indicazioni in relazione alle materie di cui alle lettere
b), c), d) e) della Direttiva succitata.
La Direttiva n. 180 del 19 luglio 1999, nell'ambito dell'intervento prioritario indirizzato alla realizzazione del programma nazionale di sperimentazione delle istituzioni scolastiche di cui al D.M. n.179 di pari data, individua un insieme di iniziative, cui destinare parte delle risorse rese disponibili per l'anno scolastico 1999-2000 dalla Legge n. 440/97. La medesima Direttiva precisa che "l'attivazione delle iniziative dovrà costituire oggetto di un organico piano dell'offerta formativa da parte delle singole scuole", in coerenza con quanto previsto dallo stesso citato D.M., che ha prorogato, integrato e modificato il D.M. n.251 del 29 maggio 1998. In tal modo, il piano dell'offerta formativa può superare la logica di una progettazione definita solo attraverso ambiti separati e attuare invece processualmente un disegno complessivo, nel quale, a partire dalle esperienze già realizzate, gli interventi sulla dimensione didattica, organizzativa e gestionale risultino strettamente armonizzati e connessi. In tale contesto, le scuole potranno tra l'altro sperimentare interventi volti a rivisitare i contenuti curricolari attraverso una riorganizzazione dei propri percorsi didattici secondo modalità mirate a perseguire specifici obiettivi e competenze, nonché effettuare e utilizzare compensazioni tra le discipline e le attività previste dagli attuali ordinamenti. Il decremento orario di ciascuna disciplina e attività è previsto entro il 15 per cento del relativo monte ore annuo (art. 2 D.M. n. 179 del 19 luglio 1999). Per consentire alle istituzioni scolastiche di coniugare le forme di flessibilità - rese possibili in base alla previgente normativa e puntualmente richiamate dal D.M. n. 179/99 - con l'indicazione della Direttiva n. 180/99 di integrare le diverse attività sperimentali in un organico piano dell'offerta formativa, si segnalano alcuni possibili indicatori da utilizzare nella elaborazione dei piani di ciascuna scuola: la flessibilità
la responsabilità
articolare la progettazione nel rispetto della specifica identità dell'istituto; documentare gli obiettivi e successivamente gli esiti del processo educativo ai fini del monitoraggio previsto dalla Direttiva n. 180/99, anche per consentire che tutte le componenti interessate e la più ampia realtà territoriale vengano a conoscenza dell'intera azione educativa della scuola. 2. IL FINANZIAMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE DEI PIANI DELL'OFFERTA FORMATIVA In coerenza con i criteri, le priorità
e le indicazioni della Direttiva n. 180/99, la presente lettera circolare
prevede che i finanziamenti della Legge n. 440/97 per l'esercizio finanziario
1999, relativo all'anno scolastico 1999-2000, vengano distribuiti alle
scuole a fronte della presentazione di un piano dell'offerta formativa,
tendenzialmente strutturato secondo le modalità e gli indicatori
sopra indicati.
una quota calcolata moltiplicando £. 7.150 per il numero degli alunni; una quota calcolata moltiplicando £. 74.500 per il numero dei docenti (il riferimento al numero dei docenti va inteso solo come un parametro di calcolo; le risorse potranno essere utilizzate infatti anche per il personale A.T.A., così come previsto dal successivo punto 6, lettera A) della presente lettera circolare). Le sperimentazioni dei piani dell'offerta formativa non necessitano di autorizzazione. Il patto di fiducia con le scuole, già instaurato nel precedente anno scolastico, viene ribadito e rafforzato poiché per l'anno 1999/2000 non è previsto l'apprezzamento preventivo dei progetti di particolare complessità. Il documento recante le linee essenziali dei piani e le relative indicazioni del fabbisogno finanziario vengono tuttavia inviati al Provveditore per un duplice scopo.
In un allegato a questo documento le scuole indicheranno lo specifico fabbisogno finanziario con la segnalazione delle categorie di spesa necessarie sia per la sperimentazione, sia per la formazione del personale (cfr. qui di seguito il punto 3), coerentemente con le voci di bilancio segnalate al successivo punto 6. Si precisa che una quota della remunerazione destinata al personale per l'attività progettuale andrà riservata al personale ATA impegnato nelle attività di sperimentazione. Nel quadro di un'organica strategia che tenga conto delle esigenze territoriali, i Provveditori, sulla base della proposta tecnica dei Nuclei di supporto di cui al punto 2 della Direttiva n. 180/1999, utilizzeranno la quota suddetta per:
garantire azioni perequative e di sostegno, con particolare riferimento alle scuole collocate in aree a rischio o con presenza, in misura significativamente superiore ai valori medi, di alunni di lingua nativa diversa dall'italiano; valorizzare le risorse presenti nel territorio, a partire dalle istituzioni scolastiche capaci di promuovere in rete attività di consulenza, formazione e documentazione; promuovere, attraverso "piani territoriali", il raccordo con gli Enti locali per l'attuazione di interventi integrati; attivare collaborazioni e intese con Università, IRRSAE, Associazioni disciplinari e professionali, Centri di ricerca e formazione pubblici e privati, istituzioni scolastiche impegnate nei circuiti nazionali di innovazione ecc;
Le iniziative di formazione riguarderanno tutto il personale scolastico e saranno direttamente legate al processo di sperimentazione. Esse dovranno sviluppare prioritariamente le competenze connesse alla elaborazione e attuazione dei piani dell'offerta formativa, nonché rispondere agli specifici bisogni del personale connessi alla nuova organizzazione della didattica. Come già l'anno scorso la complessiva azione di formazione comprenderà, oltre alle iniziative espressamente collegate all'elaborazione e all'attuazione dei piani dell'offerta formativa, anche i progetti finanziati nell'ambito dei piani provinciali di aggiornamento che comporteranno ulteriori specifici finanziamenti per le scuole. Per assicurare adeguati livelli di efficacia negli interventi è indispensabile che le scuole sviluppino un approccio coordinato in modo da assicurare al personale le migliori opportunità di crescita professionale e il più funzionale utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. A tal fine, particolare rilievo assumono le indicazioni di carattere generale e metodologiche, nonché i criteri di qualità contenuti nella annuale direttiva relativa all'aggiornamento, alla quale si rimanda per le questioni di merito. I finanziamenti di cui al presente punto 3, previsti per l'esercizio finanziario 1999 dalla Legge n. 440/97, saranno assegnati alle scuole che presenteranno iniziative di formazione nell'ambito della sperimentazione del loro piano dell'offerta formativa. Le istituzioni scolastiche dovranno pertanto segnalare nel piano le iniziative programmate per la formazione, nonché le indicazioni del relativo fabbisogno finanziario fino al tetto massimo loro assegnato sulla base dei parametri sotto indicati. Ogni scuola potrà accedere a un finanziamento corrispondente a:
una quota calcolata moltiplicando £. 31.500 per il numero dei docenti. (il riferimento al numero dei docenti va inteso solo come un parametro di calcolo; le risorse potranno essere utilizzate infatti anche per il personale A.T.A., così come previsto dal successivo punto 6, lettera A) della presente lettera circolare). Le iniziative di formazione potranno realizzarsi anche mediante la costituzione di reti di scuole al fine di ottimizzare l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili. La quota del 10% dell'intero ammontare della disponibilità complessiva destinata all'attività di formazione finalizzata alla sperimentazione viene assegnata ai Provveditori agli studi con obiettivi analoghi a quelli già indicati per la percentuale loro affidata in relazione al programma nazionale di sperimentazione. Tale quota potrà essere integrata con le economie derivanti dalla eventuale mancata presenza di azioni di formazione nell'ambito dei piani dell'offerta formativa presentati da alcune istituzioni scolastiche e/o da un utilizzo parziale delle risorse disponibili. Sulla base della proposta tecnica dei Nuclei, e in particolare delle unità operanti al loro interno specificamente deputate all'attività di supporto alla formazione, i Provveditori agli studi promuoveranno iniziative e opportunità di formazione attraverso piani territoriali che attivino collaborazioni e intese con Università, Enti Locali, IRRSAE, Associazioni disciplinari e professionali, Centri di ricerca e formazione pubblici e privati, istituzioni scolastiche impegnate nei circuiti nazionali di innovazione, "scuole polo" attrezzate ecc. Considerato che le disponibilità
finanziarie assegnate per il programma nazionale di sperimentazione e per
la connessa attività di formazione sono iscritte nel medesimo capitolo
di spesa del bilancio della P.I. - in quanto tale formazione è direttamente
funzionale al progetto sperimentale - le scuole potranno valutare la possibilità
di variare in itinere, secondo le esigenze emerse dall'andamento
della propria sperimentazione, l'entità dei due finanziamenti con
compensazioni reciproche.
Il finanziamento per le attività di cui al D.P.R. del 10 ottobre 1996, n. 567 -integrato e modificato dal D.P.R. 9 aprile 1999, n. 156 - ammonta complessivamente anche per quest'anno a 40 miliardi. Esso può essere utilizzato per qualunque spesa necessaria alla realizzazione di attività integrative e di iniziative complementari degli studenti, inclusi l'acquisto dei materiali e la retribuzione del personale della scuola. Con le risorse finanziarie destinate alle attività previste dal D.P.R. n.567/96, e successive modifiche, sono altresì coperti gli oneri derivanti dalla completa realizzazione di iniziative attuate all'esterno degli istituti, come deliberate dai competenti organi. Prima del riparto del predetto finanziamento, è accantonato un miliardo per le attività, in favore dei profughi del Kosovo, che sono in corso di progettazione da parte delle consulte provinciali della Puglia. Il piano di riparto della residua disponibilità di 39 miliardi è stato predisposto utilizzando - per i due terzi - il criterio della proporzionalità rispetto al numero degli alunni di ogni scuola secondaria superiore e - per un terzo - utilizzando un criterio correttivo. Tale criterio correttivo si fonda su un "indice di disagio" definito attraverso indicatori sintetici riferiti a dispersione scolastica, dispersione territoriale, tenore di vita e di cultura. Sui fondi di cui sopra, è accantonata infine una quota non inferiore al 7%, utilizzabile dalle consulte provinciali degli studenti per esigenze connesse alla propria organizzazione, al proprio funzionamento, nonché all'attuazione delle iniziative deliberate. Ulteriori indicazioni in materia verranno
fornite dall'Ufficio di Coordinamento per le politiche giovanili.
A integrazione delle iniziative programmate nell'ambito della libera progettualità delle scuole, l'Amministrazione centrale elabora e offre alle scuole stesse Progetti speciali indicati al punto 2 della Direttiva n. 180/99, come quelli volti alla formazione delle lingue comunitarie, con particolare riferimento alla seconda lingua nelle scuole medie, al potenziamento delle biblioteche scolastiche, alla valorizzazione della cultura musicale e scientifica, allo sviluppo dell'educazione motoria, fisica e sportiva (I anno del programma Perseus), nonché a ulteriori progetti speciali nazionali, supportandoli con finanziamenti specifici e finalizzati. Tali progetti vanno ovviamente assunti come parte integrante del piano dell'offerta formativa. Ciò vale anche per i progetti nazionali già avviati nei decorsi anni scolastici (Copernico, Qualità, ecc.). Successive specifiche indicazioni chiariranno
sia i contenuti di tali progetti, sia le modalità di erogazione
dei finanziamenti previsti per le scuole che vorranno aderirvi.
L'elaborazione e l'attuazione di un piano dell'offerta formativa, unitario e nello stesso tempo articolato, si avvarranno a regime delle flessibilità previste dalla nuova organizzazione del bilancio delle istituzioni scolastiche, che dovrà consentire lo svolgimento dell'attività delle scuole sulla base di una programmazione integrata sul piano didattico e su quello finanziario. Si sottolinea quindi l'esigenza che, nella nuova impostazione di un organico piano dell'offerta formativa, la programmazione didattico-finanziaria delle scuole tenga conto in maniera coordinata di tutti i finanziamenti che, anche a titolo diverso, pervengono alle scuole stesse e che siano integrabili in una organizzazione unitaria della didattica (ad esempio finanziamenti per l'educazione alla salute, per gli Interventi Didattici Educativi Integrativi, per le attività aggiuntive retribuite sul fondo di istituto). Nella fase attuale, anche per effetto di quanto già previsto dalla lettera circolare n. 27814 del 19 maggio 1998 e dalla C.M. n. 446 del 10 novembre 1998, le scuole potranno contabilizzare i finanziamenti per il 1999 provenienti dalla legge n. 440/97 nel capitolo 13 delle entrate e nel capitolo 15 delle uscite, in modo da permettere una gestione flessibile delle risorse disponibili. Sul capitolo 15 potranno essere effettuate tutte le spese connesse alla sperimentazione di cui al D.M. n.179/99 inserite nell'ambito dello specifico piano di offerta formativa, ivi comprese quelle per le relative attività di formazione, quelle per i progetti speciali cui la scuola eventualmente aderisca e - nell'area dell'istruzione superiore - per i progetti previsti dal D.P.R. 10 ottobre 1996, n. 567. Per le scuole operanti nella Regione Sicilia, i finanziamenti relativi alla sperimentazione dei piani dell'offerta formativa trovano iscrizione al Titolo I - Categoria III - Capitolo 11/1 della parte entrate, modificando la denominazione in "Finanziamenti del Ministero Pubblica Istruzione per la realizzazione di progetti e iniziative relativi all'autonomia scolastica" per tutti gli ordini e gradi di scuola e aggiungendo per l'area dell'istruzione secondaria superiore la dizione "e finanziamenti relativi al D.P.R. 10 ottobre 1996, n. 567". Ciascuna istituzione scolastica riferirà pertanto ai capitoli 13 delle entrate e 15 delle uscite (per la Regione Sicilia valga la precisazione appena menzionata) tutte le operazioni contabili afferenti alla realizzazione delle attività di sperimentazione di un piano dell'offerta formativa, comprese fra le seguenti voci:
- Spese per studenti; - Spese di funzionamento e gestione, ivi compreso l'acquisto di materiali; - Convenzioni con enti esterni, associazioni, enti locali, istituzioni universitarie ecc.; - Spese di progettazione, valutazione e documentazione delle iniziative; - Spese per attività di formazione attinenti alla sperimentazione; - Spese per la documentazione e la comunicazione. 7. IL RUOLO DEI NUCLEI DI SUPPORTO La Direttiva n. 766/97 e il D.M. n. 251/98 hanno previsto l'istituzione presso i Provveditorati dei Nuclei di supporto. L'Ufficio nazionale di Coordinamento per l'autonomia ha intrapreso un'azione volta a formare professionalità specifiche utili a trasformare in prospettiva tali Nuclei in veri e propri "centri di servizio", in coerenza peraltro con le finalità indicate sia nella direttiva generale sull'azione amministrativa n.105 del 16 aprile 1999, trasmessa con C.M. n. 108 del 19 aprile 1999, sia nella direttiva n.180 del 19 luglio 1999 e nel D.M. n.179 di pari data, che ha prorogato l'efficacia del D.M. n.251 del 29 maggio 1998. Il nuovo tipo di finanziamento previsto per la presentazione dei piani dell'offerta formativa permette ai Nuclei di qualificare ulteriormente il proprio ruolo, valorizzandone i compiti di consulenza, di perequazione, di supporto alla progettazione e alla formazione, di monitoraggio, di documentazione e di socializzazione delle esperienze progettuali più significative. A tal scopo i coordinamenti nazionali per l'autonomia e per la formazione sosterranno la qualificazione e il ruolo dei nuclei attraverso specifiche azioni formative. Il modello auspicato è quello di una struttura agile e flessibile capace di operare una regia nel territorio, mettendo in connessione le esigenze delle scuole e le risorse disponibili o attivabili. I Nuclei dovranno cioè operare non certo da diretti gestori dei processi innovativi - la cui competenza resta affidata alle scuole -, ma piuttosto da ricognitori delle diverse opportunità offerte in sede locale e da facilitatori delle possibili interconnessioni - anche in rete -, divenendo così sempre di più un punto di riferimento riconoscibile e riconosciuto. I Nuclei, quale struttura tecnica dell'Amministrazione periferica, potranno consolidare - anche attraverso conferenze di servizio, convegni e iniziative di comunicazione - un tessuto di rapporti idoneo a garantire alle scuole la collaborazione e il contributo di Università, Enti Locali, IRRSAE, Associazioni disciplinari e professionali, Associazioni dei genitori, Consulte studentesche, Centri di ricerca e formazione pubblici e privati, istituzioni scolastiche impegnate nei circuiti nazionali di innovazione, scuole polo attrezzate ecc. Si invitano i Provveditori a garantire il raccordo dei Nuclei con i diversi gruppi di lavoro costituiti presso gli uffici periferici, in modo da assicurare una effettiva logica di sistema tra il processo di innovazione e le azioni previste da specifici progetti nazionali (Progetto Qualità, Copernico, Educazione alla salute, Educazione degli adulti, Gruppi per l'insegnamento della lingua, Commissioni di studio per l'aggiornamento della didattica della storia, Consulte degli studenti, Gruppi Provinciali ed Interprovinciali per l'handicap, Gruppi di lavoro per l'aggiornamento ecc.). In proposito si favoriranno sia la diretta presenza nei Nuclei di rappresentanti di tali gruppi, sia momenti di confronto ricorrenti e programmati con essi, sollecitando una logica di integrazione. Per tali attività coordinate dai Nuclei, i Provveditori potranno disporre - come richiamato ai punti 2 e 3 di questa lettera circolare - del 10 % della somma complessiva destinata all'attuazione del programma nazionale di sperimentazione e del 10 % della somma complessiva destinata alla relativa formazione. Allo scopo di favorire la circolazione
di esperienze e soluzioni organizzative, sarà aperta sul sito del
Ministero della P.I. una pagina di documentazione sulla attività
dei Nuclei e sulle sedi e strutture di servizio attivate nelle diverse
province.
L'attività di monitoraggio del programma nazionale di sperimentazione per il 1999/2000, esplicitamente prevista dalla Direttiva n. 180/99, assumerà un ruolo strategico, anche sulla base dell'articolata esperienza svolta durante l'a.s. 1998-1999. Il "patto di fiducia", che lo scorso anno si è instaurato tra Amministrazione e scuola nel finanziare "sulla parola" e senza autorizzazione la sperimentazione dei progetti, viene ora ulteriormente ribadito dal finanziamento assegnato per l'a.s. 1999-2000 a fronte della presentazione di un piano dell'offerta formativa. L'obiettivo del monitoraggio per il 1999/2000 riguarderà pertanto una serie di iniziative - ricognizione, conoscenza sistematica, comparazione, raccolta delle esperienze più efficaci - relative al modo in cui le scuole si saranno attivate nella concreta sperimentazione del proprio piano dell'offerta formativa. Il monitoraggio sarà utile sia all'Amministrazione, sia alle scuole per:
misurare comparativamente i processi attivati e le diverse soluzioni adottate; conoscere gli indicatori di qualità e i nodi problematici; facilitare l'informazione sui processi attivati, segnalando le soluzioni didattiche più efficaci; evidenziare le modalità organizzative più efficaci per la progettazione e la realizzazione del piano dell'offerta formativa. Il monitoraggio, realizzato attraverso finanziamenti specifici, coinvolgerà:
gli IRRSAE che, in collaborazione con la BDP, opereranno un monitoraggio a campione sulle effettive modalità di realizzazione dei piani dell'offerta formativa, per cogliere le ricadute concrete dei processi avviati. IL MINISTRO
F.to BERLINGUER PREMESSA 1. IL PROGRAMMA NAZIONALE DI SPERIMENTAZIONE PER L'ANNO SCOLASTICO 1999-2000 2. IL FINANZIAMENTO DELLA SPERIMENTAZIONE DEI PIANI DELL'OFFERTA FORMATIVA 3. IL FINANZIAMENTO DELLA FORMAZIONE FINALIZZATA ALLA SPERIMENTAZIONE 4. IL FINANZIAMENTO PER LE INIZIATIVE DI CUI AL D.P.R. 10.10.1996, N. 567 5. I PROGETTI SPECIALI 6. IL BILANCIO DELLE ISTITUZIONI SCOLASTICHE 7. IL RUOLO DEI NUCLEI DI SUPPORTO 8. LE INIZIATIVE DI MONITORAGGIO 9. GLI ALLEGATI: FINANZIAMENTI DEI PROGETTI NAZIONALI DI SPERIMENTAZIONE - A.F. 1999 - TABELLA DEI FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE E AI PROVVEDITORI AGLI STUDI ALLEGATO 2:
ALLEGATO 3:
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