UNA RIFORMA FATTA DI ARIA FRITTA

Gli insegnanti stavano aspettando da anni il decreto attuativo della Legge 28 marzo 2003, n. 53 per la scuola secondaria superiore; finalmente dopo tante indiscrezioni più o meno attendibili il Ministro Moratti presenta il 13 gennaio i quadri orario dei vari Istituti superiori e il 17 gennaio, sul  sito del MIUR, viene ufficialmente divulgato lo schema di decreto legislativo.

I precedenti decreti attuativi, relativi agli altri ordini di scuola, avevano suscitato la generale disapprovazione e quindi i presagi erano fortemente negativi, ma la sorpresa per i docenti è stata più amara del previsto.

La meraviglia generale non riguarda i pesanti tagli alle ore di lezione, ampiamente preannunciati, ma un grossolano e imperdonabile errore formale:

"Il Liceo approfondisce la cultura Liceale"

Questo strafalcione è incredibilmente ripetuto negli artt. 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11 dello schema di decreto del 17 gennaio per la scuola superiore; si legge testualmente:

art. 8:    "Il liceo musicale e coreutico approfondisce la cultura liceale dal punto di vista musicale e coreutico"
art. 10:  "Il liceo tecnologico approfondisce la cultura liceale attraverso il punto di vista della tecnologia"   e così via.

Usando la stessa tecnica sarebbe possibile dire per esempio:
"Si dice rettangolo una figura rettangolare."
"Leopardi scrisse numerose poesie in perfetto stile Leopardiano."
"Hegel  sviluppò la filosofia Hegeliana."  e così via.

Queste vuote tautologie nulla aggiungono alla nostra conoscenza e sono assolutamente vietate in tutte le definizioni.

Nello schema di decreto è allora stato commesso un gravissimo errore concettuale, proprio nell'esposizione di uno dei nodi cruciali della cosiddetta riforma Moratti: la definizione dei nuovi Licei che dovrebbero sostituire i vecchi Licei e Istituti Tecnici.

Invece di una buona definizione che chiarisse le ragioni di questa sostituzione, i docenti hanno dovuto costatare che il ministro Moratti, assistito da duecento esperti, sapeva solo dire, a riguardo, che "Il Liceo approfondisce la cultura Liceale".

Di fronte alla gravità dell'errore sorge spontanea una domanda: il ministro Moratti ha letto lo schema di decreto prima di farlo pubblicare?

Se il ministro non ha letto lo schema di decreto, perchè si continua a parlare di riforma Moratti? In tal caso il ministro dovrebbe smettere di dare il suo nome ad una riforma alla quale, in realtà, non fornisce alcun contributo e chiarire quali sono i veri ideatori della cosiddetta "riforma".

Se il ministro Moratti, invece, ha letto il testo dello schema di decreto bisogna concludere che il ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Scientifica non è stato capace di rilevare una grossa lacuna concettuale proprio  in un punto essenziale  in cui non si poteva e non si doveva sbagliare.

Il ministro Moratti farà correggere l'errore nelle future versioni del decreto attuativo oppure si impunterà e manterrà il testo attuale?

Non è possibile prevederlo, ma oggi,  dopo aver letto che "Il Liceo approfondisce la cultura Liceale" , alcune considerazioni nascono spontaneamente.

Da più di due anni i cosiddetti "riformatori" stanno propinando innovazioni non gradite, molto discutibili, molto contestate, non richieste e completamente inutili per risolvere i problemi della scuola italiana: il "tutor", il "portfolio", la pesante e generalizzata diminuzione delle ore di lezione, il trasferimento degli Istituti professionali alle Regioni, la trasformazione dei vecchi Licei e dei vecchi Istituti Tecnici in scuole, di tipo ibrido e non ben definito, alle quali è stato fittiziamente attribuito il nome di Liceo etc.

Molti hanno sostenuto che queste proposte rientrino in un ben preciso disegno politico volto a ridurre la qualità della scuola pubblica per favorire la scuola privata.

Ma oggi sappiamo che queste idee vengono da signori che sono stati capaci di scrivere che "Il Liceo approfondisce la cultura Liceale" quindi hanno da offrire solo "aria fritta".

Il ministro Moratti e i suoi duecento esperti ci hanno già fatto perdere più di due anni con proposte inutili e dannose e purtroppo altri ne dovranno passare, prima che qualcuno si accorga finalmente che vanno affrontati e risolti con urgenza i veri problemi della scuola italiana, che la cosiddetta riforma Moratti ha completamente ignorato.

Al ministro Moratti e ai suoi duecento esperti vanno rivolte le parole di Luigi Tenco:
"nel mondo c'è tanta gente che parla, parla, parla sempre, pretende di farsi sentire e non ha niente da dire!"