MASSA — Il referendum per decidere se abolire o no la “soglia” di 15
dipendenti nell'applicazione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori
ha trovato contrapposte le linee di pensiero delle varie associazioni di
categoria e ha portato alla costituzione di un comitato per l'astensione.
Per la segreteria generale dell'Unicobas scuola non ci sono dubbi: «La
difesa dell'articolo 18 non deve essere una parola d'ordine generica ma
una lotta concreta e generale in difesa del posto del lavoro e contro la
precarizzazione. Il referendum pone un obiettivo perfettamente condivisibile
e in linea con le rivendicazioni portate avanti dai sindacati di base e
non deve rappresentare una campagna d'opinione, ma bensì una grande
vertenza di piazza che soli i lavoratori possono condurre. Se è
vero che la lotta per l'estensione dei diritti deve appartenere all'intera
società, è comunque vero che sullo Statuto dei lavoratori
dovrebbero potersi esprimere solo i lavoratori, mentre il referendum chiama
impropriamente a esprimersi l'intero corpo sociale, comprendente categorie
assai distanti o addirittura ostili agli interessi dei dipendenti».
Un comitato per l'astensione
«Il referendum non risolve il problema — spiega la portavoce
Gabriella Cima —, anzi lo mette in discussione. Concordo con Cofferati
quando afferma che, se il referendum raggiungerà il quorum, è
destinato a produrre delle spaccature all'interno della coalizione che
con grande fatica avevamo unificato. Il nostro comitato ha deciso di non
rispondere a domande sbagliate, ma di astenersi. Molti affermano che Fim
e Uilm hanno distrutto il Ccln, ma noi rispondiamo che non è vero
in quanto i Ccnl si difendono rinnovandoli. Inoltre vorremmo precisare
che l'aumento salariale è vero e non un trucco poiché andrà
ad aumentare i minimi contrattuali».
L'Arci favorevole al referendum
«Riteniamo che lo strumento referendario — afferma il portavoce
del comitato Arci di Massa Montignoso — possa ancora rappresentare la vera
voce dei cittadini nelle scelte della difesa dei propri diritti. Le recenti
scelte del governo di centro-destra fanno riflettere sul percorso liberista
che si sta intraprendendo in questo settore: dal lavoro in affitto, ai
“voucher” per lavori occasionali si cerca di eliminare ogni forma di salvaguardia
del diritto al lavoro, sia pubblico che privato. Per interrompere questa
spirale involutiva, riteniamo che presentarsi alle urne e votare “sì”
sia un atto dovuto da parte di coloro che ritengono ancora che possa esserci
una salvaguardia della dignità umana e che non debba essere costantemente
sottoposta alle regole di un sistema produttivo che sta lanciando evidenti
e marcati segni di fallimento.
L'appello dell'Alberghiero
«Pur facendo parte di un partito da sempre schierato contro l'articolo
18 — dice Alessandro Bandoni, rappresentante degli studenti dell'Alberghiero
— mi vedo al contrario, a favore del suo allargamento, forse perché
provengo da una famiglia di operai, ma forse perché la mia coscienza
politica che me lo dice. Questo non è un fattore a favore o contro
Berlusconi, qui si tratta di un diritto che deve essere riconosciuto a
tutti i lavoratori perché non devono essere fatte distinzioni tra
operai di serie A e B. Proprio per questa discriminazione invito tutti
ai miei coetanei di andare a votare sì».
Un incontro sulle tematiche
Domani sera alle 21 al circolo Arci “Massimo Michi” di Castagnetola,
si terrà un dibattito, a cui sono invitati a partecipare tutti i
cittadini, sui referendum per l'estensione dell'articolo 18 e contro l'elettrodotto
coattivo. Saranno presenti il consigliere comunale all'incontro, promosso
dal circolo di Rifondazione Comunista “Zanzanaini”, Pierpaolo Marchi e
i consiglieri della circoscrizione 2 Guido Marcuccetti e Daniele Gentili.